E' scomparsa a 82 anni Raquel Welch, icona di bellezza degli anni 60. Il suo impatto sull'immaginario dell'epoca fu incredibile. L'abbiamo citata nel topic "Miss fascino all time". Un altro pezzetto di Novecento si nasconde oltre l'orizzonte. 

RIP

Una settimana fa è scomparso Maurizio Costanzo. Enorme, e giusto, riscontro mediatico, è stato sicuramente un grandissimo della nostra televisione. Le evidenti dimostrazioni di affetto di tantissimi personaggi parlano per lui. 

Non sempre mi era simpatico, a volte lasciava trasparire toni aspri e un pizzico di arroganza, ma era indubbiamente un giornalista, presentatore e, soprattutto, intervistatore di grande intelligenza. Sapeva sicuramente sgomitare e badare ai propri affari, ad esempio nel siluramento di Gigi Proietti per sostituirlo nella direzione artistica del Teatro Brancaccio. 

Lo ricordo già dalle prime trasmissioni di "Buon Pomeriggio" (1970), programma radiofonico condotto con Dina Luce (che aveva una voce strepitosa). All'epoca le trasmissioni della radio potevano raggiungere audience incredibili, con diversi milioni di ascoltatori (!!). 

Vidi "Bontà loro", ottimo talk show sulla RAI, sin dalla prima puntata e il Maurizio Costanzo Show divenne per alcuni anni un mio must della tarda sera (finiva all'una di notte, non il massimo per il lavoro del giorno dopo). Oltre ad avere un notevole radar per il talento, brillava per una notevolissima curiosità verso tutti gli universi che i vari ospiti gli proponevano. Non ricordavo che avesse scoperto anche Paolo Villaggio, aiutandolo nell'avvio della carriera e co-ideando il personaggio di Fracchia. 

Un applauso ci sta tutto. 

Sicuramente, anche ricette furbe e diverse frasi fatte, con una evidente ricerca dell’audience. Poi, come ho accennato, non mancava a volte di arroganza, gli piaceva avere un certo potere ed esercitarlo. Ricordo un pessimo comportamento con Massimo Boldi, ad esempio, per me assolutamente stomachevole. Ho abbastanza anni da sapere che tutti o quasi hanno le loro modestie.

Penso comunque ci fossero anche notevoli meriti, come detto. 

Se ne è andato Gianni Minà, con il suo modo di guardare il mondo, fatto di comunicazione, di grande interesse per gli universi altrui. Un bel giornalismo e la sensazione di una bella persona. 

Ieri se ne è andato a 85 anni Renato Longo, 5 volte campione del mondo di ciclocross e vera leggenda. Non sapevo fosse anche padrino di battesimo di Mathieu van der Poel (grande amico di papà Adrie). 

"Tutto quello che dovevo dire l'ho già detto" ha risposto alcuni mesi fa ad un giornalista della Gazzetta. 

RIP 

È scomparso ieri l'antropologo francese Marc Augé, relativamente noto per aver introdotto il concetto di "nonluoghi". L'articolo con cui lo ricorda il Fatto Quotidiano è tra i più completi. 

È qualcosa di molto intuitivo, attinente a tutti quegli spazi che attraversiamo in pieno anonimato, ambienti che ci sono persino familiari, in cui a volte si comunica ma non ci si relaziona, non c'è memoria, solo oblio. È conseguente il contrasto con i luoghi, tutti quei contesti in cui torniamo ad avere un nome, una identità, ad essere persone. Tante gradazioni e sfumature tra i due concetti: un McDonald ci è familiare, sempre lo stesso ovunque ci troviamo, un big mac è quasi identico, che lo si prenda a Stoccolma o a San Paolo, ma è con tutta evidenza un nonluogo, gli altri sono ombre, macchie sullo sfondo, non esistono. Incredibilmente, questo Forum è invece più vicino al concetto di luogo, qui abbiamo un nome (nick, ma sempre nome sarebbe), ci relazioniamo, in qualche modo ci conosciamo. Non a caso è un contesto a cui attribuiamo un certo valore, che teniamo a preservare. 

Partito da ricerche in Africa, Augé ha utilizzato le sue competenze antropologiche per leggere le realtà urbane europee, un approccio che, nel mio modestissimo, mi sembra estremamente fertile e convincente. Dato il nostro ambito, è interessante che abbia dedicato un libro alla bicicletta ("Eloge de la Bicyclette" - 2008): 

Credo che ci abbia lasciati un gigante del pensiero. 

 

Sono passati quasi otto anni dalla morte di Alan Kurdi, il piccolo bambino riverso sulla spiaggia. Le immagini del suo corpicino senza vita scossero il mondo. Mondo che ha evidentemente grandi capacità di recupero, tutto è scivolato rapidamente nel dimenticatoio. In un certo senso quella foto ci ha vaccinato, nessuna delle tantissime foto successive di migranti morti, fossero anche bambini, ci ha colpito quanto quella. 

Ieri si è riusciti a dare un nome alla donna e alla bambina morte nel sud della Tunisia: venivano dalla Costa d'Avorio, Fati Dosso e sua figlia Marie. 

Fati e Marie... 

Il primo poliziotto intervenuto per Alan Kurdi descrisse il ritrovamento come qualcosa che lo aveva "distrutto nel profondo", di aver "sperato che il bambino fosse vivo" per poi sentirsi annientato dopo averne constatato la morte. Sentimenti che possiamo comprendere facilmente, che possiamo avvertire. Il nostro primo istinto ricorda ancora cose che la nostra mente ha dimenticato.