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Michele Scarponi - Versione stampabile

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RE: Michele Scarponi - Gershwin - 23-02-2013

Non so...con Rebellin si è un po' scottato Savio. Per il ciclismo è un momento un po' particolare, le squadre stanno molto attente all'immagine. Prendere Scarponi, scaricato così dalla Lampre, non ti fa guadagnare molti fans...
Poi ovviamente dipende da come va la stagione, se entra nella top 5 al Giro porta un sacco di punti e una squadra la trova di sicuro, anche perché credo si sommino a quelli 2012, non l'ho mai capito. Lo stesso Savio in un eventuale tentativo di scalata al World Tour potrebbe anche prenderselo, certo non con lo stipendio che aveva in Lampre l'anno scorso (e forse neanche la metà)


RE: Michele Scarponi - Luciano Pagliarini - 21-05-2013

Ahah E' proprio un figo Asd

A Beppe Conti "tu ne sai una più del diavolo" Asd

Al tizio che gli ha chiesto su che salita aspettarlo "Ce ne è una vicino casa mia, aspettami là"...

Bello poi quando ha incolpato Beppe di avergli fatto sbagliare strada... Asd


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 28-05-2013

Dopo il 4° posto di quest'anno (il terzo negli ultimi 4 anni, anche se tutti per manciate di secondi), ribadisco: pensa più alle classiche e un po' meno ai GT. La pazza Amstel, l'arrivo su Huy, la Liegi (sempre piazzato negli ultimi due anni): gli si addicono - quale di più, quale di meno - tutte e tre. La Sanremo, che negli ultimi anni s'è risolta spesso tra gli attaccanti, pure, a 'sto punto. E poi vabbè, Mondiale (a seconda del percorso) e Lombardia. Questo non vuol dire scartare a priori ogni GT, ci mancherebbe: ma magari pensare più a questi appuntamenti, e correre il Giro vivendo alla giornata, o il Tour per qualche tappa e la maglia a pois.

Vediamo un po' dove va il prossimo anno, tanto con la barca di punti che si porta dietro non avrà il minimo problema a trovare un bel contratto...


RE: Michele Scarponi - Paruzzo - 28-05-2013

Concordo e probabilmente avrebbe dovuto concentrarsi maggiormente sulle classiche già da qualche anno


RE: Michele Scarponi - Micheliano59 - 28-05-2013

Sul muro di Huy uno come Scarpo non lo vedo affatto male, la Sanremo invece non è proprio adatta a lui però capisco cosa intendi, a questo punto della carriera è inutile intestardirsi sui GT dove al massimo può arrivare un posto nei primi 5, meglio concentrarsi maggiormente sulle corse di un giorno dove uno con la sua esperienza può far molto bene......Poi comunque avrebbe la possibilità di correre un GT raccogliendo quel che viene....


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 02-10-2013

Scarponi: "Mon è andato tutto liscio..."
Il marchigiano soddisfatto del suo mondiale

Gli sportivi marchigiani hanno rivisto nel Campionato del Mondo di Firenze un Michele Scarponi all’altezza delle sue giornate migliori e questo ha reso particolarmente soddisfatto e felice tutto l’ambiente degli appassionati di ciclismo della regione. Vero è che “l’Aquila di Filottrano” non è più giovanissimo ma anche a Firenze egli ha dimostrato di essere sempre competitivo a tutti i livelli, di poter competere ad armi pari con tutti i più forti del mondo ed in campo nazionale di essere inferiore soltanto a Vincenzo Nibali, lo “squalo” siciliano che tutti gli altri paesi ciclistici ci invidiano.

Cerchiamo Michele Scarponi per sentire qualche sua impressione non televisiva dopo il magnifico Mondiale di Firenze e lui ci risponde, sereno e contento, dalla quiete di Cingoli, dove, non appena rientrato a casa, è andato a trascorrere un paio di giorni di relax con la moglie Anna e i figlioletti Giacomo e Tommaso, gemellini di 13 mesi.
“Anche se non è andato tutto liscio – ci dice Scarponi – questo Campionato del Mondo è si è sviluppato secondo i piani che avevamo concordato in precedenza con il C.T. Bettini. Così abbiamo cercato di fare selezione in salita per evitare di essere ancora in molti in discesa, che, anche a causa della pioggia, poteva diventare molto insidiosa e ricca di incognite. Anche l’attacco di Visconti entrava in questa prospettiva e doveva servire a preparare la strada soprattutto a Nibali e ma anche a me e a qualche altro azzurro in vista del finale”.

Purtroppo ci sono state delle cadute che per voi hanno un po’ complicato le cose.
“Indubbiamente le cadute, nelle quali siamo incorsi sia io che Nibali, ci hanno fatto perdere tempo - ci spiega Michele – e ci hanno fatto ritardare di un giro l’attacco che avevamo in mente. Abbiamo perso un giro per rimetterci in sesto e per prepararci di nuovo ad entrare decisamente in nel vivo della corsa e così ho dovuto attendere un giro in più per dare corpo a quell’offensiva che poi ho sferrato lungo l’ultima salita di Fiesole, scattando con tutta la forza che avevo nelle gambe a circa un chilometro e mezzo o poco più dallo scollinamento. Quando abbiamo affrontato per l’ultima volta la salita per Fiesole, in verità eravamo ancora un po’ troppi ed il nostro intento era quello di rompere l’unità del gruppo e di sfoltirlo quanto più possibile: credo che in buona parte ci siamo riusciti, grazie anche al mio attacco con il quale ho preparato la strada all’offensiva di Vincenzo, che è partito subito non appena io sono riuscito a fare un po’ di selezione..
Ecco, se proprio devo essere sincero, da parte mia avrei preferito poter rifiatare prima della battaglia che sarebbe certo divampata nella seconda metà del giro finale. Ma l’attacco di Nibali, che lui ha ritenuto bene di potare avanti fin dalle ultime rampe della salita di Fiesole, non mi ha consentito di potermi ritemprare un po’ in modo di partecipare in maniera più incisiva alle battute decisive della gara e così negli ultimi chilometri mi sono dovuto accontentare di correre in difesa di un buon piazzamento finale. Forse una piccola pausa della lotta dopo il mio attacco avrebbe potuto agevolare il mio rientro. E così dentro di me resta un po’ di rammarico per essere dovuto uscire dalle prime file quando era in corso la battaglia finale”.

Come giudichi la corsa di Nibali?
“Vincenzo è stato autore di una grandissima prova – sottolinea Michele – e certamente avrebbe meritato un risultato migliore. Ma è stato anche molto sfortunato e quella caduta gli ha scompigliato un po’ i piani e gli ha creato delle difficoltà non previste, non permettendogli di arrivare all’ultima parte della corsa con la freschezza e la distensione necessarie poter sbaragliare il campo nel finale, come sarebbe stato nelle sue possibilità.. Certo è che mentre Nibali ha incontrato nel suo cammino delle difficoltà che poi lo hanno sicuramente penalizzato nel risultato, dal canto suo a vincere la corsa è stato un corridore come Rui Costa, certamente molto bravo e intelligente, che però nel raggiungimento di quell’obbiettivo è stato agevolato non poco dalla buona sorte e dall’andamento a lui favorevole delle varie vicende della corsa”.

Sei dunque molto contento della tua prestazione a Mondiale?
“Sì, sono pienamente soddisfatto e contento della ritrovata fiducia da parte di tutti. Devo dire comunque che il C.T. Bettini già in partenza mi aveva confidato di confidare ad occhi chiusi sulle mie capacità e sul rendimento che avrei potuto fornire.
Forse qualcun altro all’arrivo mi ha detto o fatto capire che la mia prova lo ha in qualche modo meravigliato in senso positivo ma chi mi conosce bene non è rimasto affatto sorpreso perché è consapevole di quello che valgo e di quello che posso dare. Del resto anche nel 2009 a Mendrisio avevo fatto una corsa molto bella ma le direttive di squadra mi avevano costretto a dare tutto un pò in anticipo”.

E per quanto riguarda quella che sarà la tua squadra per l’anno prossimo?
Al riguardo Michele Scarponi non si sbottona e tuttavia ci fa sapere: “Ancora non c’è niente di deciso e penso però di essere abbastanza vicino alla Lampre Merida, che è la mia attuale società. E ad ogni modo credo che ogni nodo sarà sciolto nel giro di poco tempo”.

Concludiamo ricordando dopo, dopo qualche giorno di relativo riposo, assieme alla famiglia, a Cingoli, Michele Scarponi tornerà alla carica domenica prossima, 6 ottobre, con il Giro di Lombardia, la classicissima d’autunno che ha già visto protagonista di primo piano il corridore di Filottrano nell’edizione del 2010, quando giunse secondo a ruota del vincitore Philippe Gilbert (poi iridato nel Mondiale del 2012).

da il Corriere Adriatico, a firma Paolo Piazzini


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 01-11-2013

Astana, Scarponi: pronto per un nuova avventura
«Non vedo l'ora di lavorare con Martinelli e Nibali»

Da ieri sera è ufficiale: Michele Scarponi vestirà il prossimo anno la maglia della Astana. Un accordo che dà grande motivazione al corridore marchigiano: «Mi aspetta una nuova avventura, ho nuovi obiettivi e soprattutto nuovi stimoli da mettere al servizio della Astana - spiega a tuttobiciweb Scarponi -: sono davvero molto motivato, so di avere tanta esperienza da portare in dote al team, soprattutto per affrontare i grandi giri. Sono pronto a lavorare per un capitano come Nibali ma anche ad assumere le mie responsabilità in prima persona, quando mi sarà chiesto di farlo, per giocare le mie carte».
E poi aggiunge: «Mi piace l’idea di lavorare con un direttore sportivo come Martinelli che ha sempre fatto bene nei grandi giri, cono curioso di vedere cosa potremo fare insieme a Vincenzo Nibali. Vinokourov? Lo conosco bene perché siamo stati anche compagni di squadra. Gli ho detto una sola cosa: “non chiedermi di imparare il kazako...”».

tuttobiciweb.it


RE: Michele Scarponi - Gershwin - 01-11-2013

(01-11-2013, 04:50 PM)SarriTheBest Ha scritto: Vinokourov? Lo conosco bene perché siamo stati anche compagni di squadra.

Non tocchiamo questo tasto Facepalm


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 24-11-2013

L'intervista: «Insieme a Nibali per dare l'assalto al Tour»
Michele Scarponi, la stagione 2013, la firma con l'Astana

Un'intervista con Michele Scarponi non è mai soltanto un'intervista. L'Aquila di Filottrano ha la battuta pronta, la parlantina rapida e la risata è sempre dietro l'angolo. Tutti questi fattori rendono le chiacchierate con Michele estremamente piacevoli. Figurarsi poi se lo si contatta appena finita una vacanza, «ad Ortisei con la moglie ed i bimbi, in un hotel per bambini, molto bello. Ho ricaricato le batterie, mi sono proprio rilassato...». Al di là di tutto, Michele Scarponi sa essere divertentissimo così come serio ed altamente professionale quando c'è da parlare di sé, del futuro e della propria carriera. Nel 2014, infatti, il marchigiano cambierà squadra, vestendo la casacca dell'Astana di Vincenzo Nibali ed Alexandre Vinokourov. Dovrà aiutare lo Squalo dello Stretto nella conquista del Tour de France ed allo stesso tempo provare a conquistare sulla strada la maglia rosa al Giro d'Italia (già nel 2011 l'ha vinto, ma a tavolino, dopo la squalifica di Contador), dove correrà con il giovane Fabio Aru (e chissà, magari anche con lo stesso Nibali, molto stimolato dal percorso). Della stagione passata e di quanto potrà riservargli l'immediato futuro Michele Scarponi ci parla serenamente («anche se devo andare a far la spesa», incalza di tanto in tanto, simpaticamente), senza peli sulla lingua, com'è sua consuetudine.

Michele, la stagione 2013 va in archivio. Come la consideri?
«È una stagione che ha confermato la mia costanza di rendimento. Sarebbe stata più bella se fossi riuscito a portare a casa qualche corsa in più, visto che solo a Donoratico, al GP Costa degli Etruschi, ho vinto. In quel senso qualche successo avrebbe arricchito un po' la mia stagione. Comunque viene confermato il mio buon rendimento. Non è stata un'annata delle migliori ma nemmeno delle peggiori, ecco».

L'impressione è che tu sia arrivato sempre lì lì, restando con i big, ma che ti sia mancata la zampata. Confermi?
«In effetti sì, sono sempre stato con i migliori e m'è mancato qualcosa nel finale, l'attimo che ti cambia il risultato, e magari con quel risultato il morale sale per il resto dell'anno. È stato così un po' per la sfortuna, che c'è stata, ed un po' perché non sempre ho avuto quel guizzo che ti permette di stare con i migliori, devo ammetterlo».

Magari momenti sfortunati coma la tappa di Marina di Ascea al Giro, quando eri davanti e sei caduto.
«Sì, ma quello è un episodio. Se li mettessi tutti insieme... Tra Camaiore e la Parigi-Nizza ero sempre davanti ma m'è mancata la zampata vincente. Poi vediamo... Ah sì, il Campionato Italiano. Santaromita s'è strameritato quel tricolore, è stato bravissimo. Io ero lì e forse sono stato un po' meno bravo di lui a cogliere l'attimo. Al Tour de Suisse, per continuare, sono caduto due volte e senza quegli incidenti avrei potuto fare molto meglio, perché avevo la condizione del Giro d'Italia. Però ho vinto a Donoratico, ho fatto un gran Mondiale, al Lombardia non sono stato bene, quindi ho fatto un bel Giro dell'Emilia e poi... E poi è finita la stagione».

D'altra parte, c'è anche una Vuelta a España corsa bene, con il 2° posto nella tappa regina di Peyragudes.
«Ma vedi, anche lì il francese che ha vinto a Peyragudes (Alexandre Geniez, n.d.r.) è uscito da una fuga partita ad un centinaio di chilometri dall'arrivo, con tantissimi uomini dentro. Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato, invece... Siamo sempre lì, se l'avessi tenuto maggiormente d'occhio, se l'avessi controllato di più, magari avrei vinto io. Sono gli attimi decisivi che ti cambiano una tappa, una corsa o una stagione intera».

Capitolo Giro 2013: c'era qualcosa in più che potevi fare per andare oltre il 4° posto?
«Francamente del Giro scorso mi dispiace che siano state accorciate tante tappe a causa del meteo. Quella di Val Martello, con Gavia e Stelvio, in particolare. Io ho dato tutto, il freddo mi ha penalizzato parecchio e non sono riuscito mai ad essere brillantissimo in salita».

Di solito patisci tanto il freddo?
«Il freddo non lo patisco troppo, ma quello era un freddo super! Tornando al Giro, sono convinto che Vincenzo (Nibali, n.d.r.) l'avrebbe stravinto comunque, magari anche in miglior modo. Però penso che se non fosse stata eliminata una tappa e se il tempo fosse stato più clemente, avrei potuto aspirare a salire sul podio».

Cambia molto.
«Cambia molto sì! Da un 4° ad un 3° cambia proprio la prospettiva della stagione. Di quarti posti uno ne ha fatti tanti in carriera, altra cosa è salire sul podio al Giro. Sembra poco ma ti dà un morale incredibile. Si dice sempre che sono rimasto lì con i migliori.. Sì, d'accordo, però da un 4° posto a un podio ce ne passa».

Sei andato molto bene nelle gare in linea, tant'è che l'unica vittoria è giunta a Donoratico. Quasi ti fossi preparato per le corse di un giorno.
«No, no, mi sono preparato più o meno come gli anni scorsi. A Donoratico ho ottenuto la mia prima vittoria da professionista in una corsa di un giorno, tra l'altro. Mai vinto una da quando sono Pro', ma non sono mai andato malissimo nelle gare in linea. Però sono un corridore che va di fondo, di resistenza, quindi nelle gare a tappe mi trovo meglio. Non ho un grandissimo spunto veloce, quindi nelle gare in linea non sono il favorito, però nelle Liegi che ho fatto sono sempre stato con i migliori. Al Lombardia un anno ho chiuso al 2° posto. Alla Sanremo ho fatto bene in passato, solo che andar forte alla Sanremo è sempre difficile».

Il G.P. Costa degli Etruschi di quest'anno com'è andato?
«Non era nemmeno troppo duro. In sostanza sono uscito con una gran condizione dalla Vuelta, sono andato via con un gruppetto, a supportarmi c'erano due miei compagni, Pozzato e Ulissi. Loro hanno stoppato un po' gli altri ed il gioco di squadra mi ha favorito. Però la vittoria va cercata nella buona condizione con cui sono uscito dalla Vuelta».

E poi c'è stato un gran bel Mondiale.
«Sì, sono molto contento e soddisfatto di quello che ho fatto. Il Mondiale è una corsa importantissima, particolare, unica. Eravamo caduti in tre, con l'adrenalina a mille, il pubblico che ci incitava. È stata un'esperienza stupenda. Essere presente nelle fasi calde o addirittura, come ho fatto io, innescare l'azione decisiva, non è assolutamente facile. Sono riuscito a farlo, ed in gran modo, quindi sono davvero davvero contento di come ho corso».

Magari al posto di Nibali saresti scattato un po' dopo, non sull'ultimo Fiesole.
«Vincenzo è un grandissimo corridore, è un campione, quindi se ha ritenuto giusto muoversi lì ha fatto bene. È vero, se io fossi stato al suo posto non mi sarei mosso in quel momento, avrei sfruttato di più il lavoro del mio compagno di squadra (che in quel caso ero io) e mi sarei giocato tutto sullo strappo più duro, Via Salviati. Magari dico così anche perché mi sarebbe piaciuto restare con i primi fino a lì, e dopo Vincenzo poteva andare a giocarsi il Mondiale con Joaquim Rodríguez, non lo so... In fondo stiamo parlando solo di ipotesi, di teorie».

Una settimana più tardi ti si attende al Lombardia e invece ti ritiri nelle prime fasi.
«E mi è dispiaciuto davvero tanto perché dopo il Mondiale ero convinto di poter stare con i migliori e fare una grande gara. Mi ero allenato in modo davvero duro in quella settimana. Purtroppo sin da subito ho avuto dolori allo stomaco, non so se fosse una congestione o che cosa. Peccato, perché non è facile arrivare a fine stagione con una gran gamba. Poi per un corridore come me, che va forte nelle gare lunghe, è ancora più difficile. Un po' per il Mondiale, un po' per tutto il resto, sono arrivato ad ottobre con una buona forma e ritirarmi così m'è proprio spiaciuto».

A proposito di Lombardia, cosa pensi del nuovo percorso?
«Personalmente non ho mai provato il nuovo finale del Lombardia, visto che l'unica volta che vi prendevo parte, quest'anno, non l'ho finito. In generale non sono per il cambiamento di percorso nelle classiche, ecco. Quello vecchio, storico, a pelle mi piaceva di più. Questo nuovo non l'ho mai fatto, non ci sono mai arrivato».

Un'idea te la sarai comunque fatta.
«Per essere collocato ad ottobre mi sembra un po' troppo duro all'inizio, perché il Valcava è davvero impegnativo. Poi c'è il Muro di Sormano e il Ghisallo, ma da lì quei 30 km di pianura fino all'ultima salita annullano tutto. Viene vanificato il lavoro delle squadre, gli attacchi... Si può andare via solo sull'ultimo strappo, mentre nel vecchio tracciato si andava via anche prima dell'ultima salita, poteva riuscire un colpo da lontano. Vincenzo nel 2011 volava, eppure nemmeno lui è riuscito a far la differenza su questo percorso. I big aspettano l'ultimo strappo, dove c'è Joaquim Rodríguez favorito, è vero, ma bisogna arrivarci e ci vogliono gambe anche lì».

Parlando di variazioni di percorso, ha cambiato volto anche la Sanremo.
«Francamente... Com'è la nuova Sanremo?».

Hanno tolto le Manie ed inserito la salita della Pompeiana tra Cipressa e Poggio.
«Ecco, questa salita non la conosco ma penso che la Sanremo diventerà più impegnativa. È una delle poche Classiche adatte ai velocisti, anche se già negli ultimi anni c'era molta selezione. Già per il chilometraggio è dura, adesso diventerà ancora più dura. Senza Manie sarà anche più nervosa. Arriveranno nel finale tutti i corridori, tutti insieme. È vero che è lunga ma avranno più forza nelle gambe. Sarà molto nervosa già dalla Cipressa. Sarà più selettiva di quando c'erano le Manie prima e si giungerà alle battute conclusive con più corridori. Io non l'avrei cambiata, anche se penso che per corridori con le mie caratteristiche sia un pelo più... Non lo so, io sono amante del classico, mi piaceva di più com'era prima».

Andrai a provare la Pompeiana ed il nuovo finale?
«Ci incontreremo con la squadra e vorrei correre la Sanremo, sì. Se potrò farla, andrò a provare la Pompeiana ed il nuovo finale, certo».

Già, la nuova squadra: nel 2014 correrai con l'Astana. Come sei arrivato al team kazako?
«Da metà stagione, o tre quarti di stagione, ci sono stati dei contatti con alcune squadre, non solamente l'Astana. Quest'ultima però mi ha prospettato un progetto molto interessante. Corridori forti (basti pensare a Vincenzo Nibali), direttori sportivi competenti, un general manager come Alexandre Vinokourov, persona che stimo tantissimo. Mi sono anche sentito inorgoglito per essere stato contattato da loro. Mi è piaciuto il progetto, l'idea di correre il Tour per Vincenzo potendo comunque giocare le mie carte in diverse altre gare. E poi m'è piaciuta l'idea di correre con l'Astana, che è una delle squadre più forti al Mondo».

L'aspetto decisivo che t'ha fatto approdare all'Astana?
«Già il fatto di correre per l'Astana m'è piaciuto. E poi tutto l'insieme di cose che ho detto. Non ho cambiato squadra pensando solo ad un fattore, ci ho ragionato bene. Poter provare a vincere il Tour con Vincenzo, che penso abbia ottime possibilità, e Vinokourov a fare da general manager, sono tutti aspetti che mi hanno affascinato».

Quando parli di tuoi spazi parli soprattutto di Giro d'Italia.
«Credo di sì. Ho una mezza idea sul mio calendario, però vorrei parlarne con la squadra prima. Voglio partire con il piede giusto, ecco (ride)».

Ok, allora la tua mezza idea quale sarebbe? Cosa ti piacerebbe fare?
«Innanzitutto, mi piacerebbe tantissimo correre in bicicletta, quindi qualsiasi sarà il calendario lo interpreterò col massimo della voglia e della cattiveria agonistica che potrò trovare nel mio corpo. (ride) No, seriamente, a me piacerebbe iniziare a gennaio, poi fare Tirreno, Trentino, Giro, le solite gare che ho sempre disputato, insomma. E poi appoggiare Vincenzo al Tour».

Al Giro dovresti essere la punta, con il giovane Fabio Aru in appoggio. Che idea hai di lui?
«Lo conosco ed un anno fa mi impressionò tantissimo al Giro dell'Emilia. Quest'anno l'ho visto al Giro ed al Trentino. È sicuramente uno dei giovani italiani più portati per le corse a tappe. Lo conoscerò meglio essendo in squadra con lui ma mi pare che abbia già fatto vedere di aver tutte le carte in regola per poter diventare uomo di classifica nelle grandi corse a tappe».

Insomma, lui darà una mano a te o viceversa?
«Ci daremo una mano a vicenda, via (ride)».

Il tracciato della corsa rosa ti piace?
«Mi piace. Ora non mi ricordo nemmeno troppo bene com'è, ma questo non scriverlo, mi raccomando... Tu mi stai facendo tutte queste domande ma devi capire che io sono ancora con la testa prevalentemente in vacanza».

E questo mi pare anche giusto.
«Comunque vediamo... Ecco qua, non tocca molto le Marche e la cosa un po' mi dispiace, se devo dire. Però ci sono tante salite importanti, c'è Oropa, la cronoscalata del Monte Grappa, la tappa di Val Martello, con Gavia e Stelvio, che è quella annullata lo scorso anno. C'è lo Zoncolan. Sembra, almeno sulla carta, leggermente meno duro rispetto alle passate edizioni, ma so che non sarà così. Sarà durissimo, con tre tappe all'estero che non conosco ma che saranno nervosissime. Credo che si deciderà negli ultimi tre o quattro giorni, tra Val Martello, Grappa e poi Zoncolan in successione, se non sbaglio. Ma sarà anche bello arrivare in cima a salite come Oropa o Plan di Montecampione, dove il campionissimo, Marco Pantani, ha fatto l'impresa».

L'hai conosciuto, Marco Pantani?
«No, sono passato nel 2002, ci ho corso poco ed allora lo ammiravo e basta, perché per me era il campione che vedevo scattare solamente in tv. Ci siamo incrociati ogni tanto ma non l'ho mai conosciuto».

Discorso Tour. Dopo aver corso il Giro andrai in Francia per aiutare Nibali.
«Non sarà facile, perché nel Giro farò classifica, e porterà via tantissime energie. Il Tour è la gara più dura al Mondo, quindi uno dovrebbe arrivarci con tutte le cartucce mentali e fisiche, diciamo, a disposizione. Poi, un conto è affrontare una grande gara a tappe da leader, altro discorso è correrla da uomo importante».

E tu al Tour sarai l'ultimo uomo di Vincenzo Nibali, è un ruolo importantissimo.
«Sì, dovrò aiutare Vincenzo in determinate tappe, quelle di montagna difficili, che potrebbero determinare la classifica. Quindi in tappe di pianura o non di montagna potrei sempre rifiatare un po'. Sarà un ruolo difficilissimo. Anche perché non è che nelle tappe non di montagna salirò in ammiraglia... Però a livello di concentrazione cambia tutto. Quando si fa classifica si sta attenti ad ogni metro in ogni tappa, perché comunque non si vogliono perdere secondi da nessuna parte. La tensione, la concentrazione ed il nervosismo sono elevatissimi. Io invece avrò un compito diverso da quello di far classifica, compito comunque importantissimo perché il Tour per l'Astana sarà l'appuntamento più importante della stagione, e per me pure, ma è diverso da quando corri come capitano. C'è meno stress, in teoria, perché poi lo stress ci sarà lo stesso, ma cercheremo di remare compatti ed uniti verso quell'obiettivo».

Contro avrete un Chris Froome che s'è dimostrato difficile da staccare. Come si batte?
«Non lo so come si batte Froome ma credo che Vincenzo stia dimostrando anno dopo anno di crescere ed andare sempre più forte. Non è facile, quando si è ai suoi livelli, andar sempre in crescendo, ma se guardiamo le sue ultime annate le ha corse una meglio dell'altra. Questo è un segnale che ha ancora margini di miglioramento, secondo me. È un fatto che fa ben sperare per gli italiani, per l'Astana e anche per me, visto che lui sarà in squadra con me. Detto questo, il Tour è il Tour ma mi sembra che Vincenzo abbia già battuto Froome quest'anno, alla Tirreno-Adriatico, poi si sono incontrati poco. La Tirreno non era il Tour de France ma Vincenzo ha vinto uno scontro diretto in cui sicuramente Froome voleva vincere, non scherzava. Froome è uno che va molto forte a cronometro».

E nel prossimo Tour ce ne sarà una sola, di crono.
«Anche per questo penso che Vincenzo abbia ottime possibilità di fare davvero bene. Chiaramente con i rinforzi che ha avuto nella sua squadra avrà ancor di più la strada spianata, diciamo... (ride)».

Tornando a te, dopo la revisione dell'accordo con la Lampre a febbraio, che prevedeva la conclusione del rapporto di lavoro il 31 dicembre 2013, pareva potessi restare ancora con i blu-fucsia. È una voce fondata?
«In effetti stavo discutendo anche con loro. Stavamo parlando, non è che ci fosse ancora chissà quale discorso però era una soluzione che stavo valutando anch'io. Poi ho messo sul piatto della bilancia tutto ed ho scelto l'Astana, per quella serie di motivi che ho elencato prima».

Invece un atleta a te legato, Simone Stortoni, pare non essere stato confermato dalla Lampre.
«Io non credo che la campagna acquisti della Lampre sia chiusa. Ad oggi non è nell'organico ed io avrei voluto correre con lui anche l'anno prossimo. Purtroppo firmando a fine ottobre, di questi tempi poi, tutto risulta più difficile. Ripeto, credo che la campagna acquisti della Lampre non sia terminata ma Stortoni è un bravissimo ragazzo, un gran corridore, un uomo squadra e so che, qualora non venisse confermato dai blu-fucsia, non avrebbe difficoltà a trovare un'altra formazione».

Onestamente, l'avresti voluto con te all'Astana.
«E certo! A me sarebbe piaciuto correre con lui fino a fine carriera, perché c'è un ottimo rapporto d'amicizia, oltre che lavorativo. Abitiamo vicini, ci alleniamo insieme. Purtroppo non sarà così, l'Astana è già a posto, ma spero che le nostre strade si possano incrociare nuovamente in futuro».

A parte Stortoni, qual è un altro corridore a cui sei particolarmente affezionato?
«Ma tu mi fai fare un casino! Ce ne sarebbe più di uno. Ho un bel rapporto con tanti compagni di squadra ed anche con gli avversari. Fammi pensare... È un casino, mi metto contro tutti gli altri, poi mi attaccano... (ride) José Serpa, detto anche el León de Bucaramanga. È un corridore fortissimo, siamo amici e poi mi piace la sua spensieratezza nei momenti difficili, la tranquillità che alla fine ti trasmette. Però sono molto amico anche di Luis Ángel Maté e di tanti altri eh...».

E nell'Astana, tolti Vinokourov e Nibali, per i quali hai già speso bellissime parole, chi ti incuriosisce?
«Guarda, a me piace vedere dei giovani che vanno forte, che vogliono crescere ed imparare. Quindi dico Aru: ha un grande potenziale, sta crescendo bene ed io spero di poterlo aiutare, diciamo, nella sua ascesa».

Francesco Sulas - cicloweb.it


RE: Michele Scarponi - Gershwin - 24-11-2013

Martinelli ha detto che correrà il San Luis insieme a Nibali, poi Tirreno, Sanremo, Trentino, Liegi e Giro


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 25-11-2013

Mah, io speravo si concentrasse un po' di piu' sul trittico delle Ardenne, tanto al Giro, con tutta quella concorrenza, sarà difficile togliersi chissà quali soddisfazioni. Speriamo che possa trovare la sua classica buona giornata alla Sanremo, che col nuovo finale di certo - oltre al gioco di squadra con Nibali - gli apre qualche possibilità in piu'. Sisi


RE: Michele Scarponi - Luciano Pagliarini - 10-01-2014

SCARPONI. «Pronto per l'accoppiata Giro-Tour»

Giovedì 9 Gennaio | 17:00
Michele Scarponi è il volto nuovo in casa Astana. L’«aquila di Filottrano» è approdato nella corazzata kazaka per dare una mano al Tour de France al leader Vincenzo Nibali, ma gli hanno chiesto di fare anche l’antipasto al Giro d’Italia.«Sarà il mio decimo Giro - ci racconta Scarponi -, l’accoppiata Giro-Tour l’ho fatta solo lo scorso anno e non è andata benissimo: tutti sapete che non è facile correre al massimo le due grandi corse a tappe. Quest’anno andrò in Francia con un altro ruolo, andrò per aiutare Vincenzo, quindi l'impegno sarà diverso ma non qper questo più tranquillo. Sarà difficilissimo perché, per aiutarlo a vincere, dovrò essere al top in determinati giorni non certo in tutti, e non è così automatico».Al Giro uno come Scarponi lo si considera sempre da podio: dovrai fare classifica e anche da chioccia al promettentissimo, e scalpitante, Fabio Aru.«Credo che Aru possa diventare uno dei corridori da corse a tappe del futuro. Ha già fatto buone cose lo scorso anno, e le farà anche quest’anno; io ho qualche annetto in più ed è giusto che abbia la responsabilità di fare classifica per la Astana. E questo significa stare davanti con i migliori fino all’ultimo giorno: dovrò mettercela tutta e chiaramente avrò come co-capitano, o grande aiutante, Aru e cercherò di farlo crescere nel modo giusto».Cambia qualcosa di sicuro nella tua preparazione visto il bis Giro-Tour? Dobbiamo pensare ad esempio ad uno Scarponi fuori dai giochi alla Tirreno-Adriatico, corsa nella quale vai sempre bene e che hai vinto nel 2009?«Sono molto molto motivato per il fatto di correre con una nuova maglia, la Astana è una squadra che mi piace tantissimo. Mi dà molti stimoli questa novità, ma è chiaro che se hai come obiettivo il Tour de France non puoi partire forte; io però in primavera vado sempre abbastanza bene, quindi vedremo. Adesso partirò per l'Argentina, poi disputerò Ruta del Sol in Spagna a febbraio, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, quindi il Trentino prima del Giro. La Tirreno non la metto in archivio: in qualche corsa dovrò pur pedalare…, non posso farlo solo al Giro e al Tour; quindi cercherò di fare qualcosa di buono».

©TBW


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 07-02-2014

Scarponi: «Il feeling con Nibali è nato a Firenze"
«La spontaneità è la sua forza»

Intervistato durante la trasmissione di Elleradio "Ultimo Chilometro", Michele Scarponi ha commentato così il suo passaggio all'Astana: "Alla Lampre ho trascorso tre anni durante i quali ho ottenuto grandi risultati a mio modo di vedere. E' stata una bellissima esperienza, ho degli ottimi amici che ho già ritrovato in gruppo a San Luis: cambiare squadra è stata una necessità perchè avevo bisogno di nuovi stimoli".

All'Astana Scarponi ha già fatto tanti lavori a cronometro: "Al Tour de San Luis ho chiuso undicesimo nella prova contro il tempo, non ho fatto dei miracoli ma sento di aver lavorato bene, ho delle buone sensazioni. Durante il primo raduno fatto a Calpe mi hanno portato a fare dei test sulla posizione da bici per migliorare la velocità in posizione da cronometro: spero di potermi migliorare quel tanto che basta".

"Quest'anno avrò il compito di fare un buon Giro d'Italia - spiega Scarponi - ma dovrò anche aiutare Nibali al Tour perchè la conquista della corsa francese è l'obiettivo numero uno dell'Astana, quindi dovrò stare attento a gestire le forze e i picchi di forma. Vincenzo è uno dei corridori più forti, ha vinto il Giro ed è salito sul podio della Vuelta oltre ad aver vinto due volte la Tirreno-Adriatico. Vincere il Tour de France non sarà facile ma Vincenzo ha tutte le carte in regola per giocarsi la maglia gialla. A livello sportivo il feeling tra me e Nibali si è instaurato già durante il mondiale di Firenze, in quanto mi sono trovato bene a lavorare per lui: mi ha sempre colpito il suo modo di correre spontaneo, che è il suo punto di forza".

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RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 01-07-2014

Scarponi. «Nibali ora sa che di me si può fidare»
Domani partono per dare l'assalto al Tour

Sabato scorso, i corridori sono raggruppati sulla piazza di Malè, pronti a partire per il campionato italiano. Sono momenti perfetti per guardarli negli occhi e cercare di indovinare: molti sono tesi, concentrati, altri sembrano rilassati, parlano fra loro dei bambini, delle vacanze, quasi mai di ciclismo. C’è una regola infallibile: quelli che hai visto tranquilli li troverai davanti nell’ordine di arrivo, i più tesi sempre in fondo.

Sabato, dunque: stavo osservando Nibali senza che se ne accorgesse, per capire se sarebbe diventato il campione italiano. Vincenzo chiacchierava con quelli che aveva di fianco, scherzava, sorrideva. All’improvviso da dietro è arrivato Michele Scarponi: «Ti annoi, eh? Vorrà dire che ci penserà il Recoba del ciclismo a farti divertire oggi». E giù una bella risata. Tifoso interista, il corridore marchigiano si sente un Recoba, un genio intermittente capace di tutto. E non ha torto: sabato al Melinda ci ha fatto divertire sul serio, e già che c’era ha disegnato il successo di Vincenzo Nibali aprendo la strada alla prima vittoria stagionale del suo capitano. Se Nibali è il capitano, questo non vuol dire automaticamente che Scarponi sia il suo gregario. Anche perché ci sono corridori che non sono nati per fare i gregari. Semmai possono mettersi al servizio di un compagno se pensano che ne valga la pena, che se lo meriti, che sia giusto così. Michele è abbastanza intelligente e maturo per farlo. Lo ha fatto al Giro, dove era partito capitano, quando una brutta caduta Montecassino lo ha messo fuori classifica: invece di abbandonare, per altre dieci tappe ha tenuto duro, mettendosi al servizio di un ragazzo che non ha neanche ventiquattro anni. Fabio Aru, anche grazie all’esempio del suo compagno, è diventato la sorpresa del Giro e ha finito sul podio a Trieste.

Domani Scarponi volerà a Leeds, dove sabato scatterà il Tour de France, il vero obiettivo per l’Astana in questo 2014: questa volta il compito di Michele sarà scortare Nibali sulle salite all’inseguimento della maglia gialla. Senza per questo rinunciare alle sue ambizioni personali, ma sapendo esattamente quale sarà il suo ruolo in commedia.

A proposito, cosa va fare Scarponi al Tour?
«Andiamo per giocarcelo. Vincenzo non è secondo a nessuno. Siamo tutti abbastanza sereni. Tesi, ma non troppo. Consapevoli che la posta in gioco è alta, mettiamola così».

E gli avversari sono fortissimi.
«Certo, sono fortissimi. Magari qualcuno è più forte di Nibali in qualche caratteristica. Froome con la sua accelerazione agile, Contador con quello scatto bruciante. Ma io sono convinto che nel complesso Vincenzo sia più completo degli altri. E come inventiva è il numero uno».

Quindi Scarponi cosa ci va a fare al Tour?
«Beh, se sommiamo la mia fantasia alla sua inventiva, in certi momenti possiamo sbancare. Magari riesco a dare a Vincenzo quella molla in più per fare una follia al momento giusto».

Come ai campionati italiani? A Fondo gli ha dato una bella prova di fedeltà.
«Quando dopo la corsa sono andato nella tenda a salutarlo, la sua faccia mi ha ripagato di tutto. L’ho visto piangere come un bambino, stavo per commuovermi anch’io».

La vittoria gli mancava da troppo tempo. Ha detto che cominciava a innervosirsi.
«E’ normale, vincere ti dà quella fiducia che ti serve. Puoi essere convinto di aver fatto tutto bene, di aver lavorato perfettamente, ma se non trovi una conferma ti vengono dei dubbi. Questa maglia ha cancellato tutto, e nessuno la meritava più di lui. E’ un successo che dà morale a lui, ma anche a me. Andiamo al Tour con fiducia, con una grande carica. L’ho detto: non poteva esserci un campione italiano migliore di Vincenzo».

Un pezzo di quella maglia è anche sua.
«Sono veramente contento, Vincenzo ci teneva tanto, e alla fine era così orgoglioso. Nei giorni di ritiro a San Pellegrino abbiamo avuto modo di stare tanto assieme, abbiamo imparato a conoscerci meglio, a fidarci uno dell’altro».

E’ vero che quando lei lo chiamava per uscire in bici, Nibali tornava a letto?
«Beh. Vincenzo è un tipo particolare».

Cioè?
«Mettiamola così: quando si allena, si allena veramente; ma quando si riposa, si riposa veramente».

Come giudica la sua stagione finora?
«Ho lavorato tanto, ho interpretato seriamente il mio ruolo. Era un anno particolare, perché venire all’Astana voleva dire accettare una sfida particolare. Con Nibali avevo sempre duellato negli anni, essere il suo compagno di squadra cambiava tutto. A trentaquattro anni volevo dimostrare di essere ancora all’altezza di una squadra importante, e volevo togliermi anche qualche soddisfazione. Purtroppo ci sono stati alcuni imprevisti».

Che cosa ricorda della caduta che ha rovinato il suo Giro d’Italia?
«Sapevamo di quella rotonda pericolosa, tutti abbiamo cercato di prenderla davanti per non correre rischi. Io c’ero riuscito, ero forse nei primi dieci. Ma sono stato il terzo a cadere. Non ho neanche avuto il tempo di capire, andavo a 73-74 chilometri orari, e l’impatto è stato ancora più forte perché non mi sono protetto, sono caduto come un salame. Mi sono subito reso conto di essermi fatto davvero male. Ho fatto fatica a rialzarmi, mi facevano male il fianco e la schiena. Ho perso tempo poi però sono ripartito, sapevo soltanto che non potevo mollare».

Ha avuto paura?
«No, non mi sono accorto di niente. Magari dopo ci ripensi, qualche volta la paura ti viene dopo. Ma noi corridori siamo così, siamo dei duri».

Poi però la sera in albergo si è guardato allo specchio.
«Mi ero tutto gonfiato, l’ematoma era bruttissimo. Poi è peggiorato. La notte non potevo dormire, facevo fatica a respirare. Ma il peggio arrivava quando dovevo spingere sui pedali».

Poteva tornare a casa. Invece ha resistito altre 10 tappe, e 12 giorni.
«Speravo che nel giorno di riposo mi passasse tutto come per incanto. Invece mi sbagliavo. Ho resistito per la squadra, per Fabio Aru: sapevo che aveva bisogno di me. E’ giovanissimo, la mia esperienza poteva servirgli. E’ arrivato sul podio, magari con me avrebbe potuto fare anche meglio».

Ricorda il momento in cui ha lasciato il Giro?
«Eravamo in Alto Adige, ci ho messo tutto il giorno a tornare a casa. Avevo male dappertutto, e mille dubbi. Sono andato ad Ancona da Peppe Antinori, il mio osteopata. Lui mi conosce bene, ma appena mi ha visto ha voluto che facessi una Tac, aveva paura che ci fosse qualcosa di rotto. Soltanto quando gli esami hanno escluso fratture, ha cominciato a lavorare sulla mia schiena. Il 7 giugno sono partito per Livigno con Anna e i gemelli. Io mi allenavo, e quando tornavo c’erano loro. Dopo un paio di giorni ho cominciato a sentirmi meglio».

E a ragionare in funzione Tour.
«Adesso so di stare bene. E prima i giorni di ritiro con la squadra a San Pellegrino, poi il test su strada ai campionati italiani mi hanno convinto che ormai il peggio è passato. Certo, il Giro era il primo obiettivo della mia stagione, ma sono stato davvero felicissimo per Aru. E adesso ci sono altri traguardi da raggiungere».

Aru è il futuro?
«Io l’ho conosciuto solo quest’anno praticamente, e devo dire che mi ha impressionato. Ha sorpreso anche me, anche noi. Sapevamo che era forte, ma così francamente non credevo, non adesso».

Dopo il Giro Aru ha ringraziato tutti i suoi compagni con un regalo speciale, molto prezioso.
«A me il regalo l’aveva già fatto finendo sul podio. Ma quel gesto è stato un colpo di classe, mi ha lasciato senza parole».

Lasciare Scarponi senza parole è quasi più difficile che vincere a Montecampione.
«Beh, anche sul Grappa ha fatto un gran numero... Quello che sa fare in bici ormai l’avete visto tutti. Quello che magari da fuori non si vede è che un ragazzo che rimane con i piedi ben saldi a terra, che si comporta come se non avesse fatto niente di speciale. E che riesce a farsi voler bene da tutti. Mi sembra un bell’inizio».

Martinelli ha detto che gli ricorda Pantani.
«Una frase forte, impegnativa. A me Fabio sembra abbastanza unico nel suo genere. Fisicamente assomiglia parecchio a Nibali, in bici no. Vincenzo è più completo, anche più generoso. Aru è diverso da tutti».
Mancano poche ore alla partenza. Come le passerà?
«Quando non vado in bici, sto con i miei bambini. Mi mancano troppo quando sono via. Anzi, adesso basta con le domande. Devo andare da loro, gli ho promesso che giochiamo fino a sera».
Al Tour non verranno?
«Per ora non è previsto. Ma non si può programmare tutto. E’ come in corsa: vedremo strada facendo».

da «Il Corriere dello Sport» del 1 luglio 2014 a firma Alessandra Giardini


RE: Michele Scarponi - BidoneJack - 18-07-2014

Scarponi batte Mollema 2-1

[Immagine: 2zhjclu.jpg]


RE: Michele Scarponi - lordkelvin - 19-07-2014

Belli gli Scarponcini Wub


RE: Michele Scarponi - Paruzzo - 25-09-2014

Oggi Michele Scarponi compie 34 anni, auguri Michele!


RE: Michele Scarponi - BidoneJack - 25-09-2014

è anche il compleanno di Nocentini e delle gemelle Polikeviciute, auguri a tutti e quattro che ci leggono da lassù


RE: Michele Scarponi - SarriTheBest - 23-11-2014

Scarponi: «Vi aspetto a Filottrano il 21 dicembre»
Il corridore dell’Astana al lavoro per il 1° Scarponi Day

Ci risponde al telefono sussurrando, i piccoli Giacomo e Tommaso dormono e papà Michele non vuole svegliarli. Ci richiama poco dopo, quando le due “pesti” sono tornate ad animare la casa sotto l’occhio vigile e affettuoso di mamma Anna per raccontarci cosa ha fatto nel periodo di vacanza e quali sono i suoi programmi per la stagione 2015, che inizierà a tutti gli effetti lunedì prossimo con il primo ritiro dell’Astana a Montecatini.

Come stai Michele?
«Molto bene, mi sto godendo casa e famiglia. Quest’anno io e Anna non ci siamo concessi vacanze particolari, ad eccezione della crociera nel Mediterraneo organizzata da La Gazzetta dello Sport a metà ottobre. Abbiamo preferito riposarci tra le mura domestiche, anche se con due bimbi scatenati come i nostri gemelli non è semplice. Cosa faccio in questi giorni? Provo la “vita normale”, che il resto dell’anno tra una gara e l’altra in giro per il mondo noi corridori non viviamo. Porto o vado a prendere i bimbi all’asilo, vado a spasso con il nostro cane Lamù, vedo gli amici, attività appunto normali».

Stai già pedalando?
«Proprio in questi giorni ho ripreso ad andare su strada, prima mi sono divertito un po’ con la mtb per tenermi in forma cambiando un po’ la tipologia di lavori. Era da quando ero piccolo che non usavo la mtb, è stato bello e divertente uscire nei boschi con gli amici. Ora però si riprende sul serio, dal 24 al 28 novembre ci riuniremo con la squadra per programmare la stagione 2015».

Il tuo calendario dei sogni?
«Vorrei essere schierato solo nelle gare in cui miei avversari vanno piano (ride, ndr). Scherzi a parte, faccio parte di una squadra importante in cui c’è Nibali che è Nibali e Aru che sta emergendo alla grande quindi il mio programma dipenderà dai piani dei capitani. Le loro scelte ovviamente hanno la priorità, in base ai Grandi Giri a cui penseranno io e il resto dei compagni verremo selezionati facendoci trovare sempre pronti».

In tanti ipotizzano una possibile rivalità tra Aru e Nibali, pensi potranno convivere ancora nello stesso team?
«L’anno prossimo per lo meno dovranno andare d’accordo visto che entrambi sono sotto contratto con la Astana. Vincenzo è un professionista, Fabio ha dimostrato di essere molto forte ma è ancora giovane perciò stare accanto a un campione del calibro del vincitore del Tour de France può fargli solo bene. Quest’anno avrà modo di apprendere molto da atleti più esperti, le doti e il tempo per spiccare il volo non gli mancheranno».

In attesa del primo ritiro come stai trascorrendo le tue giornate?
«Sto organizzando una pedalata cicloturistica, che si terrà a Filottrano il prossimo 21 dicembre. Andremo a Sirolo, passeremo sul lungomare, trascorreremo qualche ora in bici in compagnia con tanti amici e appassionati. Mettere in piedi una manifestazione così pensavo fosse una barzelletta invece è più impegnativo del previsto, ma ormai quasi tutto è pronto e spero si realizzi come il bel progetto che ho in mente. Vi aspetto tutti al 1° “Scarponi Day” di cui nei prossimi giorni saprò darvi maggiori dettagli».

Giulia De Maio per tuttobiciweb.it


RE: Michele Scarponi - Luciano Pagliarini - 06-03-2015