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Caso Riccò/trasfusione - Confermati i 12 anni di squalifica per Riccò
CONI. Maltempo, slitta a data da destinarsi il processo Riccò
È stata rinviata a data da destinarsi l'udienza del ciclista Riccarco Riccò presso il Tribunale nazionale antidoping. La decisione è dovuta all'impossibilità dei consulenti del tribunale di raggiungere per le condizioni meteo lo stadio Olimpico. La procura antidoping ha chiesto 12 anni di squalifica per il ciclista di Formigine. (ansa)
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CASO RICCO'. Parla l'avvocato: ha voglia di tornare, ma...
«Quella del Tribunale nazionale antidoping è una decisione innovativa che dimostra come si voglia un giusto processo per Ricco'».
Queste le parole del legale di Riccardo Ricco, Fiorenzo Alessi, dopo la decisione del Tna di rinviare a data da destinarsi l'udienza del corridore emiliano.
«Bisogna stabilire con certezza - ha aggiunto Alessi - se è stata un'autotrasfusione o se è possibile scientificamente, nonostante le testimonianze, che il suo malore possa essere dovuto alle infusioni di ferretina. Il tribunale vuole prima risolvere l'aspetto scientifico di questa storia».
Il 6 febbraio dello scorso anno, Ricco' era stato ricoverato in ospedale, dopo aver accusato un malore al termine dell'allenamento, dovuto ad un blocco renale. Successivamente il medico rese nota una confessione dell'atleta, reo di aver effettuato una autotrasfusione di sangue che conservava in frigo da diversi giorni, pratica compatibile con i problemi fisici avuti, tuttavia negata dallo stesso atleta.
«Riccardo non e' voluto venire all'udienza - ha concluso il legale - per motivi di carattere psicologico e perche' aveva qualche linea di febbre. Il suo desiderio e' quello di tornare quanto prima in gruppo, ma non so se questo si realizzera'. Di certo e' un corridore ambito da molte squadre». (ansa)

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Io non ci sto più a capì un cazzo di sta storia, cioè mi vien da pensare che non abbiano le prove per incastrarlo ed allora vogliono tenerlo a bagnomaria il più possibile...
 
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CASO RICCO'. Il TNA fissa l'udienza per il 19 aprile
E' stata fissata per il 19 aprile prossimo l'udienza al Tribunale Nazionale Antidoping (Tna) per il ciclista Riccardo Ricco'.
''Il Tribunale Nazionale Antidoping, presieduto dal Dott. Francesco Plotino - afferma una nota -, vista la propria ordinanza del 3 febbraio 2012, con la quale, per causa di forza maggiore, il procedimento a carico dell'atleta Riccardo Ricco' era stato rinviato a data da destinarsi, dopo aver verificato la disponibilita' di tutti i soggetti legittimati al dibattimento, ha fissato la trattazione dibattimentale del procedimento per giovedi' 19 aprile 2012, ore 9.00, presso la Sala Conferenze dello Stadio Olimpico''.
Il rinvio era stato deciso il 3 febbraio a causa dell'impossibilita' dei consulenti del tribunale di raggiungere, per le condizioni meteorologiche - l'abbondante nevicata su Roma, come su gran parte dell'Italia -, lo stadio Olimpico. La Procura antidoping ha chiesto per il 28enne ciclista emiliano 12 anni di squalifica. (ANSA).
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Riccò, i legali chiedono l'astensione di un membro del TNA
I legali del ciclista Riccardo Ricco' hanno chiesto l'astensione di un membro del collegio giudicante del Tribunale nazionale antidoping (Tna) che dovra' pronunciarsi sul suo caso. Lunedi' si svolgera' la camera di consiglio in vista dell'udienza del 19 aprile. Lo rende noto il Coni in un comunicato.
"Il Tribunale Nazionale Antidoping, a seguito di una comunicazione ricevuta dai Difensori dell'atleta Riccardo Ricco', con la quale si chiede che il Componente del Collegio Giudicante, Avv. Silvia Chiappalupi, si astenga dal partecipare - per 'gravi ragioni di convenienza' - all'udienza dibattimentale prevista per giovedi' 19 aprile, considerato che nella suddetta nota si avanzano richieste di vario genere e visto l'art. 22 delle vigenti Norme Sportive Antidoping, ha provveduto a fissare una camera di consiglio per valutare tali questioni, inaudita altera parte, per lunedi' 16 aprile 2012, ore 10", si legge nella nota del Coni.

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Il TNA respinge l'istanza dei difensori di Riccò relativa alla richiesta di astensione di un membro del Collegio.
All'udienza del 19 aprile assente l'atleta ed esclusi auditori, riserva sull'ammissione dei testimoni

Il Tribunale Nazionale Antidoping, riunito in camera di consiglio vista l’istanza presentata dai difensori dell’atleta Riccardo Riccò, rilevata l’irritualità dell’istanza difensiva tendente - pur non essendo qualificata come ricusazione - ad ottenere l’astensione di un Componente del TNA per gravi motivi di convenienza nel procedimento a carico di Riccò (udienza dibattimentale in programma il 19 aprile) e rilevato che il Componente in questione, Avv. Silvia Chiappalupi, cui il difensore si è riferito, unico soggetto legittimato a proporre istanza di astensione, ha presentato dichiarazione scritta con la quale ha affermato che non intende astenersi non ravvisando alcuna ragione di convenienza che giustifichi la propria astensione nel procedimento predetto, prende atto di tale dichiarazione, ribadendo la irritualità della istanza difensiva.

Il TNA altresì, in riunione plenaria indetta dal Presidente in virtù del potere conferitogli dal Disciplinare dell’Organizzazione e del Funzionamento del TNA, lette le richieste avanzate o reiterate dai difensori di Riccardo Riccò, visti i provvedimenti presidenziali già addotti in merito, ha stabilito che:

1) Le udienze dibattimentali del TNA sono trattate in camera di consiglio, salva diversa, motivata decisione del Collegio. Alle predette udienze possono partecipare le Parti, i Difensori, i Consulenti Tecnici, l’eventuale interprete, i genitori di atleti minorenni. Pertanto non possono essere ammessi ad assistere all’udienza in esame, i genitori e la convivente dell’atleta Riccardo Riccò, Riccò Rubino, Zini Elisabetta e Vania Rossi, tanto più che gli stessi Difensori ne hanno chiesto l’audizione come testimoni;

2) Tutte le fasi dell’udienza saranno registrate e le registrazioni saranno trascritte con il normale procedimento;

3) Il Collegio si riserva ogni decisione in merito all’audizione come teste del Prof. Stacca, così come in ordine all’audizione di tutti gli altri soggetti elencati nella lista allegata alla memoria difensiva del 23 gennaio 2012;

4) Il Collegio prende atto che l’incolpato non sarà presente all’udienza dibattimentale del 19 aprile.

coni.it
 
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Il Tna ha accolto la richiesta di 12 anni di squalifica.
 
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12 anni di squalifica a Riccò. Se fosse stato per me ad uno stupido del genere darei ∞ anni di squalifica.
 
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ANTIDOPING: Il TNA squalifica Riccardo Riccò per 12 anni
Il Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico di Riccardo Riccò, visti gli artt. 2.2, 10.2, 10.7 del Codice WADA nonché lettera M1 della Lista dei metodi proibiti allegata allo stesso Codice, dichiara l'atleta colpevole dell’addebito e, considerata la recidiva, gli infligge 12 anni di squalifica con decorrenza dal 19/04/2012 e, tenuto conto del periodo di sospensione, con scadenza prevista il 18/01/2024.

Condanna inoltre Riccò al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 15.000,00 e gli infligge una sanzione economica di euro 5.000,00. Dispone che la presente decisione sia comunicata all’interessato, ai Difensori dell’atleta, all’UPA, alla WADA, alla Federazione Internazionale e alla FCI.

coni.it
 
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Occhio che questo ce lo ritroviamo a 40 anni... Confuso
 
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Dando per appurato che l'autoemotrasfusione Riccò l'abbia fatta, credo che dal punto di vista 'giuridico' non ci sia niente da eccepire, considerando che si tratta di una recidiva.

Dal punto di vista umano, relativamente al caso in questione, non considero in maniera tanto diversa lo scalatore emiliano rispetto, ad esempio, a Moser, che ricorrendo all'emotrasfusione (allora si trattava di una pratica non ancora vietata) fece il record dell'ora a Città del Messico. Solo più incosciente, sicuramente (sacca di sangue conservata nel frigo di casa per diverso tempo, per carità di Dio...). E più solo (mi riferisco all'entourage tecnico-scientifico-medico), forse (opinione mia).

In parole povere trovo giusto che non corra più (questo è in pratica, 12 anni sono come una squalifica a vita). Non trovo giusti i commenti di chi lo considera come una tr*** (scusate) in un mondo di suore (non mi riferisco a questo Forum, parlo di quello che ho letto in rete; scrivo qua perchè mi piace l' 'ambiente' del Forum)
 
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Riccò: «Se volete una mia intervista, dovete pagarla»
Fine della corsa. La carriera ciclistica di Riccardo Riccò si è chiusa: il Tribunale nazionale antidoping lo ha squalificato per 12 anni, contestandogli una autotrasfusione di sangue. Lo stop parte da ieri e finirà (tenuto conto di una parte di «presofferto») il 18 gennaio 2024, data in cui il modenese avrebbe 40 anni. A suo carico anche 20.000 euro da pagare: 15.000 per le spese, 5.000 di multa. Sì: la corsa è proprio finita.

Recidivo - Non è una sanzione record: Gianni Da Ros, nell'ambito del processo sportivo per l'inchiesta «Muscoli e doping», aveva avuto 20 anni di stop, che però erano stati ridotti a quattro dal Tas. Ma il Tribunale nazionale antidoping ha accolto in pieno la richiesta della Procura contro Riccò: 8 anni per l'uso di un metodo proibito, aumentati di altri 4 per la recidiva. Infatti il modenese era stato già squalificato 20 mesi per il doping al Cera al Tour 2008. Un Tour in cui aveva illuso gli italiani, facendo ripensare alle impresa di Pantani prima dell'espulsione. Perché non si è arrivati alla radiazione, allora? Perché la prassi degli ultimi anni va in un'altra direzione: l'«ergastolo» sportivo di fatto ormai non si infligge più e rischierebbe peraltro di essere «smontato» da altre autorità, anche extrasportive.

Fine - L'inizio della definitiva fine della carriera di Riccò ha una data precisa: la notte tra il 6 e il 7 febbraio 2011. Ha appena cominciato la stagione con la Vacansoleil: lo attende il Giro del Mediterraneo, con l'allettante arrivo del Mont Faron. Ma quella notte Riccò rischia di morire per un blocco renale: viene ricoverato a Pavullo e poi all'ospedale di Baggiovara (Modena). Il medico di Pavullo, nel referto, scrive che Riccò aveva riferito di «aver fatto da solo una autotrasfusione di sangue, che conservava nel frigo da 25 giorni». Lui nega. Dichiara pure di voler smettere con il ciclismo, poi cambia idea e tenta di rientrare a giugno con la Meridiana. Ma viene deferito dalla Procura, che chiede 12 anni.

Attesa - La sentenza di ieri era attesa. Già, perché il Tna aveva ordinato sulla vicenda una superperizia a tre esperti: le conclusioni erano state anticipate dalla Gazzetta il 3 febbraio ed erano le stesse dei tre consulenti nominati dalla Procura di Modena (che aveva indagato per violazione delle legge antidoping 376/2000): le condizioni di Riccò erano riconducibili a una trasfusione di sangue mal conservato, mentre la difesa sosteneva invece l'ipotesi di una infusione di ferro. Il Tna doveva riunirsi proprio il 3 febbraio, ma c'era stato uno slittamento dovuto al maltempo (diversi membri non avevano potuto raggiungere l'Olimpico).

Parole - Ieri Riccò a Roma non ci è andato, come già si sapeva. C'erano i suoi legali, i riminesi Fiorenzo e Alberto Alessi. La discussione è cominciata alle 9: la difesa ha parlato per due ore, l'accusa per 30'. «Prendiamo atto della decisione — ha detto Fiorenzo Alessi —. Quando leggeremo le motivazioni, valuteremo se fare ricorso al Tas. Questo caso non ha avuto la completezza istruttoria che meritava. Non sono stati ascoltati dei testimoni che avrebbero chiarito la situazione. E non mi è piaciuto che sia stato dipinto come uno psicolabile che fa male al ciclismo».

Reazione - E Riccò che dice? Alla Gazzetta, che lo ha contattato, ha risposto con due sms: «Che cosa volete sentirvi dire?», il primo; «Se volete una mia intervista, dovete pagarla», il secondo. Negli ultimi tempi non aveva mai nascosto il desiderio di tornare a correre: «A.a.a. cercasi squadra che mi tesseri», aveva scritto su twitter venerdì scorso. E ieri è emerso un retroscena: prima della Settimana «Coppi e Bartali» 2012, ancora la Meridiana aveva cercato di sondare la possibilità di essere invitata e di fare correre il modenese. Mentre il Team Idea ha smentito qualsiasi contatto, attraverso il team manager Davide Boifava.

Storia - La parabola di Riccò è sempre stata quella di uno «al limite». Già da junior e under 23 viene fermato per valori alti di ematocrito, ma l'Uci certifica, dopo 3 giorni di esami a Losanna, che si tratta di numeri naturali. Da pro', dopo il 2° posto al Giro 2008, si presenta al Tour: 2 tappe vinte e la sensazione di poter far saltare il banco. Invece salta lui: espulso per la positività al Cera, con il «corredo» di una notte in carcere. Squalificato 20 mesi, vive di riflesso il controverso caso di positività della compagna, la crossista Vania Rossi (controanalisi negative). Torna (e vince diverse corse) con la Flaminia, poi firma con la Vacansoleil e bussa anche alla porta del Centro Mapei di Aldo Sassi. Il professore, scomparso il 13 dicembre 2010, credeva fortemente nella possibilità della riabilitazione di Riccò. Una fiducia — la sentenza del Tna lo certifica — purtroppo non meritata.

da «La Gazzetta dello Sport» del 20 aprile 2012 a firma Ciro Scognamiglio
 
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ma chi se ne frega della tua intervista, hai finito la carriera, ora ti tocca aspettare 40 anni e andare a farti le gare amatoriali
 
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Ma la cosa ancora piu divertente è che ha anche il coraggio di attaccare, ho letto oggi che ha detto "adesso parlero del marcio che c'è nel ciclismo".
Solo due cose da dirti:
1) Tu sei l'essere piu stupido che sia mai stato creato, avresti dovuto chiedere scusa e autoesiliarti dall'Italia ed invece se qui che parli,accusi ed addiritura insulti, e addirittura ci sono pure squadre che ti vorebbero(non oso immaginare i Ds di queste squadre cosa sono capaci di fare).
2) Parli di "marcio nel ciclismo" quindi a breve uscira una tua autobiografia ????
 
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Sinceramente 'sta cosa di Riccò ha proprio rotto le balle, cosa vuole ancora? Perché si continua a parlare di lui? E c'hanno pure pensato per dargli i 12 anni... spero che questa sia l'ultima discussione sul Ricchiò perché rischia solo di far brutta pubblicità al ciclismo in eterno... Triste
 
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DOPING. Riccò fa ricorso al Tas contro la squalifica
Riccardo Riccò ha presentato ricorso al Tas contro la squalifica di 12 anni che gli è stata inflitta dal Tribunale Nazionale Antidoping. Il modenese, già squalificato per 20 mesi dopo essere risultato positivo durante il Tour 2008, aveva rischiato la vita nel febbraio 2011 a causa di un blocco renale dovuto ad un’autotrasfusione di sangue mal conservato. Dal punto di vista penale, nei confronti del corridore è in corso un’indagine da parte della Procura di Modena.

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Mamma mia se ha scassato 'sto Riccò, vuole proprio prendersi una multa storica eh? Confuso
 
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Riccò ha capito che non sa fare altro oltre ad il ciclista ed allora sta tentando in ogni modo di tornare nel giro, anche perchè gli stipendi delle cicliste sono molto bassi da quel che so, e quindi non penso sia facile per la famiglia di Riccò andare avanti solo con i soldi guadagnati dalla moglie, anche perchè hanno pure un figlio da mantenere.
Spero venga fatta luce su sto caso una volta per tutte, perchè ormai ci siam rotti di continui corsi e ricorsi.
Comunque fosse per me, se la famiglia di Riccò avesse problemi a causa della crisi, cosa piuttosto probabile, potrebbero benissimo lasciarlo correre con la Meridiana o squadracce simili e magari proibirli di correre con squadre World Tour e Professional. In fondo finchè corre solo il Giro della Grecia o quello della Serbia non da fastidio a nessuno...
 
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Eh no, niente discriminazione imho... ha sbagliato, ha negato di aver sbagliato, ha ammesso di aver sbagliato, ha continuato a sbagliare, sta continuando a sbagliare e adesso dovrebbero ancora farlo correre solo perché ha una famiglia? Se c'avesse pensato prima, magari...
 
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[+] A 1 utente piace il post di Andy Schleck
Bello il tuo modo di pensare...
Facendo quattro conti i primi due anni in Saunier Duval ha guadagnato poco, il terzo anno probabilmente gli hanno aumentato lo stipendio, ma poi è stato squalificato, nei mesi alla Ceramica Flaminia non dovrebbe aver guadagnato molto e la Vacansoleil l'ha tagliato a febbraio dopo averlo messo sotto a contratto a settembre. Se aggiungiamo le spese che ha sostenuto per i suoi problemi giudiziari ed i 5000 euro di multa che si è preso, vien fuori che Riccò tanti soldi non dovrebbe averne. Aggiungici poi la crisi, il progressivo aumento delle tasse, la mancanza di lavoro ed il fatto che un testa da cazzo del genere potrebbe essere assunto solo nel settore del ciclismo, (dato che comunque il talento ce l'ha ed a molte squadrette uno così fa gola comunque) vien fuori che Riccò ha o comunque avrà tra qualche mese/anno diversi problemi a mandare avanti la carretta.
Riccò è un grandissimo dificiente, ma suo figlio e sua moglie non meritano di pagare i suoi sbagli e se l'unico modo per "salvare" questa famiglia e quello di far tornare a correre Riccò, allora come detto gli fanno un contrattino su misura, che gli permette di prendere parte solo a corse di bassissimo livello e di firmare solo con squadre Continental, perchè un Riccò in maglia Meridiana al Giro del Burundi non fa male e nessuno. E non penso invogli nessuno a doparsi vedere un talento del genere correre solamente certe corse sfigatissime tra Asia ed est-Europa...
 
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