Che il Presidente della Repubblica, a seguito dell’indisponibilità politica di una maggioranza, esplorasse l’ipotesi di un governo tecnico prima di sciogliere, eventualmente, le Camere, mi sembrava una ipotesi estremamente probabile, peraltro già ventilata da alcuni nel primo giro di consultazioni. Meno atteso questo fulmineo incarico a Draghi, al buio o quasi, e da notare l’accettazione dello stesso Draghi (evidentemente acquisita prima della convocazione) in assenza di ampie premesse. Il Colle ha spiazzato molti, con una mossa più alla Napolitano che non alla Mattarella. Forse, circostanze analoghe creano Presidenti analoghi (se il Presidente è un galantuomo e guarda al Paese e al futuro, come credo sia per entrambi).
Nel chiedermi perché, la risposta che mi sembra più probabile è la reale drammaticità della situazione, chiara al Quirinale, chiara a Draghi, non so quanto chiara ai diversi attori politici. Una drammaticità in cui anche i giorni necessari per nuove consultazioni, e con il rischio di non trovare terreno fertile, erano di troppo. Mattarella che lancia i dadi per la Repubblica: difficile da immaginare ma questo è accaduto. Di fronte al baratro il Presidente della Repubblica interpreta in modo estensivo, probabilmente a malincuore, il suo mandato. Credo che il filmato di Mattarella di ieri vada visto e rivisto, tensione e toni, con una estrema serietà mista a una evidente e profonda preoccupazione.
Non dubito che vi siano i motivi per essere enormemente preoccupati, non mi è chiaro quanto ampia e diffusa sia una consapevolezza al riguardo. In giro non la percepisco, non ho sentito commenti nemmeno nell’ambiente di lavoro, se non quelli da tutta l’erba un fascio “Il solito teatro…”, come se la cosa ci riguardasse poco, come se domani fosse sempre uguale ad oggi. Non credo sia così, domani potrebbe essere molto peggiore di oggi e domani sarà tardi per fare qualcosa.
Nel campo delle riforme più profonde, Monti ha fallito, o non ha osato, nonostante un immenso “potere politico” nel momento in cui ha iniziato la sua azione di governo. Draghi non ha affatto, almeno per ora, una presa politica ampia e forte come quella di Monti in quella situazione (nonostante tutto, le forze politiche in campo oggi sono persino meno consapevoli di quelle di allora, e Monti era supportato anche dall’opinione pubblica, che oggi mi sembra incredibilmente meno attenta), non è nemmeno chiaro se riuscirà ad ottenere una fiducia. E’ però, secondo me, uomo di statura superiore a Monti. Forse, l’ultimo asso che abbiamo nel mazzo e Mattarella lo gioca così, quasi al buio. C’è da tremare.