15-10-2013, 04:08 PM
Caso Santambrogio, contranalisi positive già a giugno
Sono mesi che ci si chiede del destino sportivo di Mauro Santambrogio, la cui positività alle contranalisi rimaneva un mistero, come confermato più volte mezzo stampa dalla stessa Fantini - Selle Italia, squadra del corridore. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport odierna, invece, l'UCI aveva già comunicato questa positività al corridore (che comunque ne doveva essere a conoscenza vista la presenza di un suo uomo di fiducia) in data 13 giugno, pochi giorni dopo la notizia riguardante il suo campione A. La settimana successiva, il 20 giugno, sarebbe dunque arrivata da parte dell'UCI la conferma ufficiale via mail e raccomandata, ma anche in questo caso è rimasto coperto da un misterioso velo, giustificato ora con la possibilità data da Aigle di collaborare. Secondo quanto scrive la rosea, infatti, "nella lettera era anche evidenziato come il corridore avesse potuto avvalersi della «collaborazione» e per questo la documentazione non è stata ancora trasmessa alla Procura antidoping del CONI" (e quindi nemmeno alla squadra, si intuisce). Non è dato sapere se il comasco abbia deciso di collaborare, ma ormai alla poca chiarezza in questo caso siamo abituati
spaziociclismo.it
Sono mesi che ci si chiede del destino sportivo di Mauro Santambrogio, la cui positività alle contranalisi rimaneva un mistero, come confermato più volte mezzo stampa dalla stessa Fantini - Selle Italia, squadra del corridore. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport odierna, invece, l'UCI aveva già comunicato questa positività al corridore (che comunque ne doveva essere a conoscenza vista la presenza di un suo uomo di fiducia) in data 13 giugno, pochi giorni dopo la notizia riguardante il suo campione A. La settimana successiva, il 20 giugno, sarebbe dunque arrivata da parte dell'UCI la conferma ufficiale via mail e raccomandata, ma anche in questo caso è rimasto coperto da un misterioso velo, giustificato ora con la possibilità data da Aigle di collaborare. Secondo quanto scrive la rosea, infatti, "nella lettera era anche evidenziato come il corridore avesse potuto avvalersi della «collaborazione» e per questo la documentazione non è stata ancora trasmessa alla Procura antidoping del CONI" (e quindi nemmeno alla squadra, si intuisce). Non è dato sapere se il comasco abbia deciso di collaborare, ma ormai alla poca chiarezza in questo caso siamo abituati
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