10-02-2016, 01:52 PM
Motorini: «La telecamera termica non serve»
Parla l'ungherese Varjas, inventore del sistema
Il suo nome è ormai molto noto nell'ambiente del ciclismo: Istvan "Stefano" Varjas è l'ingegnere ungherese che ha inventato il motorino per la bicicletta da corsa. E a Repubblica ha raccontato storia e pensieri in una intervista realizzata da Cosimo Cito. «Ho iniziato a costruirli una ventina d'anni fa per offrire agli amatori la possibilità di avere un centinaio di watt in più. La mia idea è stata sviluppata poi dall'azienda austriaca Gruber, oggi si chiama Vivax».
E ancora: «Il mio dispositivo prevede un motore azionato per via elettronica, senza fili e con una batteria facilmente occultabile. Costa poche migliaia di euro, è alla portata di tutti».
Poi la denuncia: «Quando il mio sistema cominciò ad arrivare tra i professionisti, andai ad Aigle e parlai con l'allora presidente McQuaid per denunciare la cosa ma non mi diedero ascolto».
Infine l'affondo: «Quello di Femke Van den Dreissche è un caso dimostrativo, hanno voluto mandare un messaggio ai grandi prendendo un pesce piccolo. E quella della telecamera termica è una storia che non funziona: il mio sistema in meno di un minuto è tornato alla temperatura normale, non può essere scovato».
E in chiusura, la proposta: «L'unica vera arma è il passaporto biologico della potenza: registrare i watt di soglia dei corridori e rendere pubblici i dati. Chi va oltre, sta barando».
tuttobiciweb.it
Parla l'ungherese Varjas, inventore del sistema
Il suo nome è ormai molto noto nell'ambiente del ciclismo: Istvan "Stefano" Varjas è l'ingegnere ungherese che ha inventato il motorino per la bicicletta da corsa. E a Repubblica ha raccontato storia e pensieri in una intervista realizzata da Cosimo Cito. «Ho iniziato a costruirli una ventina d'anni fa per offrire agli amatori la possibilità di avere un centinaio di watt in più. La mia idea è stata sviluppata poi dall'azienda austriaca Gruber, oggi si chiama Vivax».
E ancora: «Il mio dispositivo prevede un motore azionato per via elettronica, senza fili e con una batteria facilmente occultabile. Costa poche migliaia di euro, è alla portata di tutti».
Poi la denuncia: «Quando il mio sistema cominciò ad arrivare tra i professionisti, andai ad Aigle e parlai con l'allora presidente McQuaid per denunciare la cosa ma non mi diedero ascolto».
Infine l'affondo: «Quello di Femke Van den Dreissche è un caso dimostrativo, hanno voluto mandare un messaggio ai grandi prendendo un pesce piccolo. E quella della telecamera termica è una storia che non funziona: il mio sistema in meno di un minuto è tornato alla temperatura normale, non può essere scovato».
E in chiusura, la proposta: «L'unica vera arma è il passaporto biologico della potenza: registrare i watt di soglia dei corridori e rendere pubblici i dati. Chi va oltre, sta barando».
tuttobiciweb.it