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Il grande torneo dei vincitori del Giro - FINALISSIMA: Binda vs Coppi vs Merckx
#84
Gino Bartali vs Arnaldo Pambianco
Bartali ha battuto Coppi, è stato longevo come pochissimi, un campione straordinario e davvero un uomo di ferro in tutto. Non c’è confronto col mio carissimo amico Gabanì, che fu grande e pure stoico nel suo trionfo al Giro. 

Alberto Contador vs Fiorenzo Magni
Considero Contador il più credibile e, probabilmente, pure il più forte degli specialisti dei GT del nuovo millennio fin qui consumato. Comunque, non uno in grado di fare sfracelli e con una tenuta non lineare nell’ambito di un singolo GT. Ad ingigantirlo, la pochezza dei suoi avversari. La medesima pochezza che mi spinge, aldilà degli altri tasselli di confronto, a scegliere Magni, nonostante lo “scricchiolio” in due dei suoi tre successi al Giro.   

Hugo Koblet vs Gilberto Simoni
Koblet, “Pédaleur de Charme”, è un monumento della storia ciclistica, uno che ha vinto meno di ciò che poteva, anche per i postumi di un viaggio-tournée in Messico, a fine ’51, nel quale si crearono i filoni di quella progressiva forma d’asma che gli sfregiò alquanto le sue possibilità sulle salite. Ed allora non c’erano i farmaci a base di salbutamolo che ebbero genesi solo nel 1968.  Un poeta della bicicletta Hugo, con un suo stile tutto particolare di affrontare la professione che incise profondamente sulla storia del Giro d’Italia per un lustro. Avversari e grandiosità d’insieme lo fanno preferire al pur significativo camoscio trentino Gilberto Simoni.

Carlo Galetti vs Roberto Visentini
Carlo Galetti da Corsico, paga il pionierismo, e la sua incredibile longevità, non riesce a farlo preferire ad un corridore come Visentini, che ha comunque inciso meno di quanto era nelle sue possibilità. Al “Visenta”, è mancata troppo quell’ipocrisia che nel ciclismo e nello sport ha spesso creato le condizioni per non avere l’ambiente ed i giornalisti contro. La sua schiettezza più che il troppo citato caratterino, in un’era segnata dal vassallaggio verso Moser e Saronni ha finito per incidere sugli stessi numeri delle sue stesse pedalate. A Roberto manca un Giro ed un altro se lo sarebbe giocato fino in fondo se…… A distanza di decenni, comunque, il sottoscritto, che non è mai stato suo tifoso, prova ancora rabbia nel ricordare i giudizi dei pennivendoli sul Visenta e sincero disprezzo per come i tifosi “calcistici”, di Moser in particolare, lo sbeffeggiavano.  

Alfredo Binda vs Ercole Baldini
Parrà paradossale, ma in considerazione degli avversari, il 5 a 1 numerico fra i due, è da vedersi come un insulto. Vince Binda, perché ha segnato profondamente un’epoca, mentre Ercole è stato ai vertici troppo poco. 

Giovanni Valetti vs Pavel Tonkov
Valetti, due trionfi ed un grande avversario battuto. Tonkov, una regolarità notevole, una bella vittoria, ma con l’aggiunta della certezza che non avesse i mezzi per battere il suo più grande avversario. 

Bernard Hinault vs Gaetano Belloni
Alla luce delle carriere (al Giro s’intende), dei numeri e degli avversari affrontati, la vittoria di Hinault si concretizza nella lunghezza di una ruota. Ma c’è. 

Giovanni Brunero vs Costante Girardengo
Anche se nell’epoca dei due, si era ben lontani dal ciclismo specialistico di oggi, risulta comunque oggettivo considerare Brunero più adatto alle corse a tappe, rispetto al primo Campionissimo. I numeri, in questo caso, confortano. Una differenza minuscola a favore del torinese.

Marco Pantani vs Alfonso Calzolari
Quando mi ricapiterà di passare davanti ad una fabbrica dove d’improvviso scatta la sirena d’uscita per dar modo ad imprenditori, impiegati ed operai, di occupare la sala mensa, per vedere in TV l’attacco di Pantani, allora avrò la dimostrazione che il ciclismo è tornato popolare come un tempo anziano perlomeno come me. E capirò che sulla bicicletta, vera e senza motorino elettromagnetico, c’è un interprete supremo come i pochissimi estremi dei più grandi dello sport intero. Alfonso Calzolari ha tracciato una cornice di stoicismo sulla storia del Giro, ma Pantani per la Corsa Rosa e per il ciclismo intero, senza confini geografici, è stato come Gilgamesh per i Sumeri.   

Felice Gimondi vs Franco Balmamion
Qui è stato detto tanto. Avrei qualcosa da aggiungere sulla scelta, ma non è il caso, per i motivi che ho posto a premessa sul primo intervento....

Miguel Indurain vs Learco Guerra
Vince lo spagnolo, ma il suo modo di svolgere il compitino, gli rende un margine molto più leggero di fronte alla impronta comunque tracciata da Guerra.

Vittorio Adorni vs Gastone Nencini
Il confronto più difficile. Vittorio Adorni si fa preferire soprattutto per il protagonismo recitato nelle 10 partecipazioni e, pure, perché no, per il ruolo recitato in quella trasmissione televisiva ineguagliabile che era il “Processo alla tappa” di Sergio Zavoli. Nencini aveva un fisico bestiale, (nessuno fumava come lui e nessuno sapeva sopportare quelle ferite così ingenti da lasciare senza fiato, ad esempio, un Jacques Goddet….), ma solo il padreterno sa a che livelli è giunto l’abuso di quel dono. Resta un corridore epocale, anche per quel che fece al Tour, ma qui in esame c’è solo il Giro.

Eddy Merckx vs Ivan Basso
Non c’è nessun termine di confronto. Il dato più vicino fra i due, è quello numerico. 

Fausto Coppi vs Laurent Fignon
Il primo a dire che il passaggio del turno spetta a Coppi, sarebbe stato proprio Laurent: troppo intelligente e onesto per usare parole di circostanza. E dire che il parigino, per due artifici tecnici in esclusiva (e si è buoni fino alla coglioneria a menzionare solo questa motivazione….) ha perso due doppiette Giro-Tour! 

Jacques Anquetil vs Franco Chioccioli
Anche qui non c’è nessun termine di confronto. Jacques era un corridore divino, con qualche difetto che poteva cambiare le sostanze solo attraverso contendenti giunti al massimo di un potenziale altrettanto divino. Non era il caso di Chioccioli, nemmeno quello del ’91.   

Charly Gaul vs Gianni Motta
Il mio amico Charly è leggenda. Poteva vincere di più, ma in termini di imprese sta nella mano degli immortali. Al Giro non ha calato l’acuto più grande di carriera, ma il secondo e il terzo. Vince questo confronto, ovviamente.  
Gianni Motta aveva una montagna di classe e, contrariamente all’Inseguitore, cercava di battere attaccando i suoi avversari più grandi. Ha battuto Anquetil e con Bitossi è stato il più talentuoso corridore italiano di quella generazione stupenda. Ma quel male alla gamba sopraggiunto all’incidente in Svizzera, gli ha deviato la carriera.
 
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RE: Il grande torneo dei vincitori del Giro - chi è stato il più grande interprete del... - da Morris - 12-05-2019, 10:53 PM

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