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I personaggi dello sport
#9
KURT WARNER

[Immagine: Kurt-Warner.jpg]
©missourinet.com

Il protagonista di questa storia si chiama Kurtis Eugene Warner ma per semplicità passerà alla storia, perché di questo si tratta, come Kurt. Nasce il 22 giugno 1971 a Burlington, nello stato dell'Iowa e all'high school di pratica, come molti giovani americani, baseball, basketball e football. Ma sembra essere quest'ultima l'attività preferita dal giovane Warner poiché si guadagna il posto da QB titolare della Regis High School di Cedar Rapids. Alla fine del suo percorso scolastico partecipa allo Shrine Bowl, una partita alla quale partecipano i migliori liceali dello stato dell'Iowa: Warner porta la sua squadra alla vittoria e viene eletto miglior giocatore della partita.
Nei recruiting delle università viene però snobbato e rimane quindi vicino a casa, frequentando University of Northern Iowa a Cedar Falls, non proprio uno dei college più blasonati per quanto riguarda il football. Per tre anni rimane indietro nelle gerarchie e solo nella sua ultima stagione riesce a scendere in campo conducendo la squadra ad un record di 8-3 e vincendo il premio come miglior giocatore della Gateway Conference. Bene ma non abbastanza per guadagnarsi una chiamata al draft del 1994, l'unica opportunità viene dai Green Bay Packers che lo invitano ad un try out: in quel momento a guidare la squadra del Wisconsin è la leggenda Brett Favre ma anche come backup i Packers, con Mark Brunell e Ty Detmer, si considerano (anche giustamente) ben coperti e dopo poche settimane Warner viene tagliato dal roster e finisce a lavorare in un piccolo supermercato.

Chiunque altro, nella stessa situazione, si sarebbe dato per vinto ma Warner continua ad allenarsi e nel 1995 inizia a giocare negli Iowa Barnstormers, una squadra dell'Arena Football League (football americano ma in un campo più piccolo e con soli otto giocatori invece che undici). I numeri che colleziona nei due anni di Arena Football valgono l'attenzione dei St. Louis Rams che, dopo un try out, decidono di tenerlo a roster e lo spediscono temporaneamente nella NFL Europe, agli Amsterdam Admirals, per riprendere confidenza con il campo regolamentare. Inutile dire che anche in Europa guiderà la lega per la maggior parte delle passing stats.
L'esordio arriva nell'ultima partita della stagione 1998: Warner sostituisce Steve Bono e il suo boxscore recita 4/11 per un totale di 39 yards, senza TD e senza intercetti, non un esordio memorabile nella sconfitta contro i San Franciso 49ers. Nell'estate del 1999 Kurt Warner viene confermato diventando il backup QB di Trent Green, arrivato da Washington insieme all'offensive coordinator Mike Martz, che ha un ruolo chiave in questa storia. Ovviamente se le cose fossero finite qui non starei scrivendo questa storia: infatti durante una partita di preseason Trent Green riceve un colpo al ginocchio e deve abbandonare il campo, per lui la stagione è finita prima ancora di cominciare. I Rams, reduci da ben nove stagioni negative, decidono allora di puntare proprio su Warner perché sia l'head coach Dick Verneil che Mike Martz sono fiduciosi nelle qualità dell'ormai 28enne QB. La prima da starter per Warner è contro i Baltimore Ravens il 10 settembre 1999 e il primo TD di Warner arriva quando il cronometro segna 13:28 alla fine del secondo quarto, un passaggio di 6 yards per il TE Roland Williams; ne aggiunge altri due nel corso della partita, rispettivamente ad Isaac Bruce e Torry Holt che saranno le due armi più pericolose a disposizione di Warner, insieme al RB Marshall Faulk. Il suo boxscore finale recita 28/44 per 309 yards, 3 TD e 2 INT che portano ad una vittoria per 27-10. È appena nato "The greatest show on turf": questo è il nickname con cui sarà per sempre conosciuto il reparto offensivo di quei Rams. Un attacco spettacolare e in cui le chiamate di "Mad" Mike Martz vengono effettuate in maniera imprevedibile, sovente con cinque ricevitori diversi. E Kurt Warner, grazie anche all'esperienza nell'Arena Football League, è il QB perfetto per questo tipo di gioco grazie alla sua rapidità di pensiero e alla meccanica di lancio veloce.
Altri 3 TD contro i Falcons e poi contro i Bengals (in cui registra anche un passer rating di 158.3, il massimo possibile) ma la prestazione che lo consacra arriva in week 4 contro i rivali dei San Francisco 49ers, contro i quali i Rams non vincono dal 1990: 20/23 per 323 yards con 5 TD per una schiacciante vittoria 42-20. Le vittorie si susseguono e Kurt Warner, che ormai tutti hanno imparato a conoscere, chiude con 325 passaggi completati su 499 tentativi che gli valgono 4353 yards e 41 TD, prestazioni che gli valgono il titolo di MVP.

I Rams, grazie soprattutto alle prestazioni del loro QB, vincono la NFC West con un record di 13-3. Al Divisional incontrano i Minnesota Vikings. Il primo drive ai playoff di Warner dura solo 21 secondi: Isaac Bruce è perfetto come al solito nel correre la sua traccia e Warner è chirurgico nel lanciargli il pallone, 77 yards e touchdown. Prima della fine della partita anche Marshall Faulk, Jeff Robinson, Ryan Tucker e Roland Williams ricevono un TD pass da Warner che, con la sua prestazione, oscura quella del QB avversario Jeff George (4 TD per oltre 400 yards) nella vittoria 49-37. Al Championship è la difesa dei Tampa Bay Buccaneers a farla da padrona, tenendo i Rams sotto e limitandoli a soli 5 punti fino a cinque minuti dalla fine, sul 6-5 (perché anche la difesa dei Rams fa il suo ottimo lavoro contro un attacco sicuramente meno pericoloso). A quel punto Warner connette con Ricky Proehl che trova il suo primo TD della stagione nel momento più importante: 11-6 ed è Super Bowl contro i Tennessee Titans, una delle tre squadre che durante l'anno erano riuscite a imporsi sui Rams.
L'attacco dei Rams macina yards su yards ma si deve accontentare, nel primo tempo, di soli tre field goals. A metà del terzo quarto, con il primo TD (Warner per Holt) i Rams sembrano prendere il largo 16-0 ma arriva la rimonta dei Titans di Steve McNair che raggiungono il pareggio a 3 minuti dalla fine. La palla torna quindi ai Rams e per Warner, ancora a zero passaggi completi nel quarto quarto, è il momento del capolavoro: snap, ricevitori che corrono verso la endzone, il defensive end Jevon Kearse che punta Warner che un istante prima di essere colpito lancia una spirale perfetta per Isaac Bruce che riceve palla, si libera della copertura della secondaria e conclude in TD una giocata da 77 yards. Il drive finale dei Titans è uno dei più famosi della storia della NFL, McNair lancia verso Dyson che viene fermato ad una sola yard dalla endzone. Warner chiude con 414 yards lanciate, all'epoca la miglior prestazione di sempre in un Super Bowl (solo Tom Brady contro Atlanta e Philadelphia farà meglio).

Nella stagione successiva le cose continuano sulla falsariga della precedente, Warner lancia più di 300 yards nelle prime sei partite che coincidono con altrettante vittorie ma un infortunio alla mano lo mette fuori gioco in Week 7 e fino a Week 13 il suo posto viene preso da Trent Green. Alla fine della stagione il totale di passing yards dei due QB è di 5492, record all time, ma a causa di una difesa non all'altezza chiudono con un record di 10-6 e ai playoff arriva subito l'eliminazione contro i Saints.
In offseason i Rams risolvono il dualismo tra Kurt Warner e Trent Green tradando quest'ultimo ai Kansas City Chiefs e Warner, insieme al suo pacchetto ricevitori, è nuovamente senza freni: guida la lega con 4830 yards e 36 TD, venendo nuovamente eletto MVP dopo una stagione dei suoi Rams da 14-2. Al Divisional St. Louis si libera facilmente di Green Bay, al Championship in una partita più combattuta ha la meglio su Philadelphia e si prepara al Super Bowl con i favori del pronostico contro i New England Patriots che, dopo l'infortunio del titolare Bledsoe, si ritrovano con il backup Tom Brady a guidare la squadra. Warner lancia due intercetti e i Patriots si ritrovano sorprendetemente in vantaggio per ben 17-0. In maniera analoga ma opposta al Super Bowl di due anni prima arriva la rimonta ma sul 17-17 la palla torna ai Patriots e Brady fa quello che diventerà la sua specialità: non sbaglia quasi più nulla e porta i suoi in field goal range, Vinatieri fa il resto e si consuma un inaspettato upset.

Dopo tre anni irripetibili la favola sembra però essere già conclusa. Warner ha un drastico calo delle prestazioni, lancia solo 3 TD a fronte di 11 intercetti e arrivano sei sconfitte consecutive nelle prime sei partite. Si infortuna e si ritrova a fare il backup del promettente Marc Bulger, tra 2002 e 2003 è starter in sette partite in tutto e i Rams decidono che non hanno più bisogno di lui. Firma con i New York Giants che vogliono far crescere sotto la sua "ala protettrice" il giovane Eli Manning: gioca 9 partite, sbagliando poco ma anche senza particolari guizzi per poi lasciare il posto al più giovane dei fratelli Manning. Ai Giants Warner non serve già più e, a 34 anni, firma con gli Arizona Cardinals. Sono stagioni non facili, dopo aver vissuto il dualismo con Trent Green qui la lotta per il posto è con il giovane Matt Leinart ma le cose cambiano quando, al posto di Dennis Green, viene promosso head coach Ken Whisenhunt: nel 2007 viene bocciato definitivamente Leinart dopo poche partite e il 36enne Warner torna definitivamente ad essere il titolare. L'attacco dei Cardinals del 2008 è una versione rivisitata del "Greatest show on turf", con Larry Fitzgerlad, Anquan Boldin e Steve Breaston a comporre il miglior pacchetto di ricevitori della NFL. Warner ritrova lo smalto dei tempi migliori chiudendo con 4583 yards lanciate. Il record finale dei Cardinals, a causa di una difesa decisamente sotto la media, è un mediocre 9-7 che però basta per portarsi a casa una division poco competitiva come quella NFC West. La Wild Card contro i Falcons è una vittoria 30-24, già di per sé sorprendente ma al Divisional contro i Panthers chiunque pensa che non ci sia storia, essendo i Panthers la miglior squadra della NFC. In effetti è una partita senza storia perché i Cardinals schiantano gli avversari 33-13. Al Championship contro gli Eagles è proprio Warner il protagonista con 4 TD pass e quasi 10 yards di media per passaggio tentato. Contro ogni pronostico i Cardinals si trovano al Super Bowl contro i Pittsburgh Steelers. Nel primo tempo Warner subisce sia un fumble che, soprattutto, un intercetto in endzone che James Harrison ritorna in TD per ben 100 yards proprio alla fine del secondo quarto che si conclude sul 17-7 per gli Steelers che allungano 20-7 con un field goal verso la fine del terzo quarto. La rimonta nel quarto quarto, guidata dal duo Warner-Fitzgerald, è uno spettacolo notevole e grazie ai due TD ricevuti proprio da Fitzgerald i Cardinals si portano avanti 23-20. Solo il drive finale di Roethlisberger con il TD per Santonio Holmes rovina il finale di quella che rimane comunque una grande impresa sportiva. Le yards lanciate da Warner in quel Super Bowl sono 377, seconda miglior prestazione in un Super Bowl fino a quel momento.

I Cardinals ci riprovano nel 2009 ma la difesa è ancora troppo penetrabile per pensare di arrivare fino in fondo. Nella Wild Card contro i Packers, conclusasi all'overtime 51-45, Warner conclude con un allucinante 29/33 per 379 yards e cinque TD ma anche nel Divisional contro i Saints, futuri vincitori, i punti subiti sono 45 e Warner subisce colpi durissimi che lo costringono ad alternarsi con Matt Leinart durante la partita. Quella sconfitta contro i Saints è l'ultima partita in NFL di Kurt Warner.

Una carriera per certi versi irripetibile, una meravigliosa anomalia in uno sport che è allo stesso tempo il più analitico e il più imprevedibile di tutti. Perché è impossibile prevedere che un ragazzo dell'Iowa che a 24 anni si ritrova a riordinare scatole di cereali sugli scaffali di un discount possa inseguire e raggiungere un obiettivo come quello di giocare in NFL.
 
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