Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Le top-10 (oneste) per movimenti nazionali
#1
Il topic per le top-10 oneste, dissacratorie e votate a premiare il reale valore dell'atleta a scapito del palmares.

Partiamo con l'Italia settore uomini su strada Elite.

1) Alfredo Binda

Già da sbarbato, a Nizza, era qualcosa di difficilmente contenibile. Nel quadriennio '26-'29 è sicuramente il corridore italiano ad aver toccato le punte più elevate. Poi le noie fisiche lo rallentano un po', ma fino al 1933 resta il numero uno al mondo. A uno così si fatica a trovare un punto debole.

2a) Fausto Coppi & 2b) Gino Bartali

In linea teorica Coppi è meglio di Bartali perché le sue doti sul passo rappresentano una qualità più preziosa rispetto allo spunto veloce di Bartali. Questo, però, considerando i due, sotto tutti gli altri aspetti, due atleti di più o meno pari valore. E qua, ovviamente, sorge il dubbio. Bartali nel '49 è ancora superiore a Coppi sulle salite del Tour e ha 35 anni mentre l'Airone sta vivendo il suo peak. Qual è la forbice tra prime Bartali e prime Coppi al Tour de France (all'epoca gara di spessore unico). Se Bartali è da considerarsi un interprete della Grande Boucle migliore rispetto a Coppi (e indizi alla mano lo è), allora non si può metterlo dietro.

3) Costante Girardengo

E' un gigante e senza una guerra di mezzo e un grave infortunio sarebbe ancor più gigante. Il suo prime inizia quando ha vent'anni e finisce quando ne ha trentacinque. Unico punto debole la sua piccola idiosincrasia per il Giro. Però, probabilmente, a un certo punto della carriera l'aveva pure risolta. Solo che l'affaire del '24 e Binda e un po' di sfortuna nel '25 non gli hanno permesso di ripetere il successo del '23.

------------------------------------------------------------------------------------------------------

Qua tracciamo una riga dato che questi sono indubbiamente superiori alla concorrenza. Poi si fa più difficile.

4) Ercole Baldini

E' stato uno della dimensione dei primi, solo che a quei livelli è durato molto meno tempo rispetto ai primi. Il Baldini del Giro del '58 vale Coppi e Bartali, rispetto ai quali è meno forte in salita, ma è nettamente più veloce di Coppi e nettamente più forte sul passo di Bartali. Vince il Giro con sei minuti su Gaul, nove e mezzo su Bobet e pù di dieci su Nencini. Ma che roba è!? Asd

5) Giuseppe Olmo

Lo volevo mettere in classifica e, alla fine, mi ritrovo a metterlo pure particolarmente su. Ma, alla fine, se non consideriamo i palmares, per quale motivo avrei dovuto preferirgli altri corridori rispetto ai cinque riportati sopra? Della categoria dei Moser-Guerra è quello che ha toccato il peak più alto. Era velocissimo, tanto forte sul passo da fare il record dell'ora dopo aver deciso solo un giorno prima di provarci e abbastanza forte in salita da rappresentare la maggior insidia, nei grandi giri, per un certo Gino Bartali nel triennio '36-'38. Fantastico il ritratto che ha fatto di lui il nostro Morris: http://www.museociclismo.it/content/arti...index.html

6a) Vittorio Adorni

Corridore totale con dei picchi assurdi. Il problema è che si è espresso poche volte al massimo delle sue possibilità (Imola, Giro '65 e Giro '68 dove surclassa nettamente Gimondi e perde solamente da un suo COMPAGNO che si chiama EDDY MERCKX).

6b) Gianni Bugno

L'essere debole di testa la valuto come una scusante inferiore rispetto a quelle che possono portare Baldini e Olmo. E difatti, nonostante tutto, a livello meramente numerico Bugno ha fatto di più. Veloce abbastanza da battere Museeuw in volata, cronoman top e nel '90-'91 era uno dei primissimi della pista anche sulle salite lunghe. Ha dimostrato di poter vincere qualsiasi tipo di gara in linea e al Tour del 1991 era molto vicino a Indurain.

------------------------------------------------------------------------------------------------------

I quattro sopra sono parzialmente incompiuti, ma sono corridori capaci di toccare picchi di portata storica senza avere, dal punto di vista tecnico, dei punti deboli tangibili. Ora passiamo a quelli a cui mancava qualcosina.

7a) Francesco Moser

Se solo fosse stato un po' più forte in salita, sarebbe stato un reale contendente per il successo dei grandi giri e andrebbe messo più su. In tutti gli altri aspetti non gli mancava nulla e, pur grazie a qualche aiutino, è riuscito ad essere pure incredibilmente longevo.

7b) Giuseppe Saronni

Saronni, ancor più di Moser, a livello di reputazione, paga le vittorie nei Giri cuciti su misura per lui. Per un lustro è stato un mostro capace di vincere venti gare all'anno. Velocissimo, fortissimo sul passo e terrificante sugli strappi (vedere come piegò Hinault nella Freccia Vallone che vinse). In Belgio sarebbe stato la seconda venuta di Fast Freddy. In Italia ha fatto la star, ma sul lungo periodo il suo valore è stato offuscato dalle scelte fatte avvallando il provincialismo tricolore.

8) Giovanni Brunero

Non era completo come Girardengo e Binda, anche se in salita era superiore al primo. Inoltre, è passato pro tardi a causa della guerra. Però, nel complesso, è stato un atleta da grandi giri migliore di Girardengo e in salita il confronto tra lui e Binda regge. Ha fatto sei anni da fenomeno, con uno spunto veloce migliore stava nel primo tier.

9) Gianni Motta

Un auto gli passa sopra una gamba nel '65 e da quel momento in avanti avrà sempre problemi. Eppure nel '66 fa il padrone in un Giro in cui i rivali si chiamano Zilioli, Anquetil, Jimenez, Gimondi, Adorni, Balmamion. Forse il miglior Motta non l'abbiamo nemmeno mai visto, quello del '66, stagione in cui Gianni ha appena ventitré anni, però, era un'iradiddio che avrebbe potuto dare diverse noie anche a Merckx.

10a) Ottavio Bottecchia

Arrivato tardissimo al ciclismo, per un biennio un mostro inavvicinabile nella gara più dura e con la miglior partecipazione del calendario. Poi una stagione di transizione e, quindi, la morte. Nelle gare in linea non eccelleva come alla Grande Boucle benché fosse capace di piazzarsi con costanza.

10b) Marco Pantani

Lascio fuori gente più completa, che ha vinto di più, ma onestamente non vedo chi, tra gli assenti, possa farsi preferire. Di fatto parliamo dell'Eccellenza con la E maiuscola, insieme a Charly Gaul, per quanto concerne le salite lunghe. E molte cose fanno pensare che del Pirata non abbiamo nemmeno visto tutto. Siamo sicuri che gli incidenti del '95 e del '96 non gli abbiamo levato qualcosa a livello prestazionale. Ciò che è certo è che ha dovuto cambiare il suo modo di pedalare dopo quegli eventi. I picchi di Mortirolo+Santa Cristina e Guzet-Neige, imho, non li ha più toccati. In compenso dopo il successo al Giro del '98 entra in una nuova dimensione per quanto concerne solidità e mentalità. Senza Campiglio, prima o poi, e forse più prima che poi, sarebbe arrivato anche il successo in qualche gara in linea.

Honorable mention per:
- Felice Gimondi (completo, ma dai picchi non paragonabili a quelli di cui sopra);
- Learco Guerra (un Moser ante litteram che è durato molto meno dello Sceriffo);
- Gastone Nencini (dal punto di vista tecnico corridore senza debolezze, gli mancava un po' di testa e ha vissuto nel periodo, in assoluto, più ricco di talento);
- Gaetano Belloni;
- Fiorenzo Magni.
 
Rispondi


[+] A 8 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
  


Messaggi in questa discussione
Le top-10 (oneste) per movimenti nazionali - da Luciano Pagliarini - 25-11-2021, 08:14 PM

Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 2 Ospite(i)