14-06-2020, 10:08 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-06-2020, 10:23 PM da Giorgio Ricci.)
Rispondo un po in ritardo su tutto. Pardon ma è stato un periodaccio.
Comincerei con la Vuelta 90. Tifavo alla grande per Giivannetti, perché erano anni che gli italiani non eccellevano nei GT.
La startlist era molto particolare , squadre non organizzate, qualche nome importante , ma sembrava una gara open, tanti attaccanti e molti provenienti da paesi dell'est e colombia .
Giovannetti vinse grazie ad una fuga alla Walkowiak. . Quell'anno l'italiano vinse perché nessuno aveva le gambe per attaccarlo . Bisogna dire che la corsa iberica aveva un sapore veramente naif, non era certo un vero GT.
Delgado arrivava alla Vuelta sempre al 70%, e due volte gli è bastato , seppur faticando parecchio.
Al Giro è venuto nell'88 e nel 91 , ma ha dichiarato sempre in anticipo che veniva a preparare il Tour , per non essere al centro dell'attenzione come in Spagna .
Delgado poteva vincere 3 Tour e invece ne vinse uno , e non so se oggi lo avrebbe vinto. Anche nell'89 ebbe un inizio strano, nel prologo arrivo in ritardo ai nastri e nella cronosquadre non stava in piedi. Dico solo che per me era molto borderline. Erano anni dove si è sperimentato parecchio , prima di tirare fuori il coniglio dal cilindro negli anni 90.
Del Tour 88 ricordo con nostalgia l'ultimo arrivo sul puy de dome , anche se gia allora venne messa in discussione la sicurezza della salita.
Charlie Mottet era un ottimo corridore , ma gli mancava qualcosa sia in salita, sia e soprattutto nella tenuta sulle 3 settimane. Per me ha fatto una carriera adatta ai suoi mezzi. Direi che non dovrebbe avere rimpianti.
Il Giro 89 a me era piaciuto , è stato uno dei piu internazionali di quell'epoca , quasi tutti i migliori erano presenti, gli italiani vinsero solo 3 tappe. L'unica pecca fu la cancellazione del Gavia senza avere un piano b. Eppure dopo l'esperienza dell'anno precedente sarebbe stato il caso.
Il Gran sasso è una salita ininfluente. Nel 1985 venne definito Gran sasso l'arrivo dopo pochi km di falsopiano. Fantastico
Comincerei con la Vuelta 90. Tifavo alla grande per Giivannetti, perché erano anni che gli italiani non eccellevano nei GT.
La startlist era molto particolare , squadre non organizzate, qualche nome importante , ma sembrava una gara open, tanti attaccanti e molti provenienti da paesi dell'est e colombia .
Giovannetti vinse grazie ad una fuga alla Walkowiak. . Quell'anno l'italiano vinse perché nessuno aveva le gambe per attaccarlo . Bisogna dire che la corsa iberica aveva un sapore veramente naif, non era certo un vero GT.
Delgado arrivava alla Vuelta sempre al 70%, e due volte gli è bastato , seppur faticando parecchio.
Al Giro è venuto nell'88 e nel 91 , ma ha dichiarato sempre in anticipo che veniva a preparare il Tour , per non essere al centro dell'attenzione come in Spagna .
Delgado poteva vincere 3 Tour e invece ne vinse uno , e non so se oggi lo avrebbe vinto. Anche nell'89 ebbe un inizio strano, nel prologo arrivo in ritardo ai nastri e nella cronosquadre non stava in piedi. Dico solo che per me era molto borderline. Erano anni dove si è sperimentato parecchio , prima di tirare fuori il coniglio dal cilindro negli anni 90.
Del Tour 88 ricordo con nostalgia l'ultimo arrivo sul puy de dome , anche se gia allora venne messa in discussione la sicurezza della salita.
Charlie Mottet era un ottimo corridore , ma gli mancava qualcosa sia in salita, sia e soprattutto nella tenuta sulle 3 settimane. Per me ha fatto una carriera adatta ai suoi mezzi. Direi che non dovrebbe avere rimpianti.
Il Giro 89 a me era piaciuto , è stato uno dei piu internazionali di quell'epoca , quasi tutti i migliori erano presenti, gli italiani vinsero solo 3 tappe. L'unica pecca fu la cancellazione del Gavia senza avere un piano b. Eppure dopo l'esperienza dell'anno precedente sarebbe stato il caso.
Il Gran sasso è una salita ininfluente. Nel 1985 venne definito Gran sasso l'arrivo dopo pochi km di falsopiano. Fantastico