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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
#14
[Immagine: Cyclisme-Cycliste-Tour-De-France-Cp-hardi-Les.jpg]

Il 1936 è la stagione del canto del cigno della generazione d'oro del ciclismo francese, al netto della vittoria a dir poco rocambolesca di Lapébie al Tour del '37 (prima Bartali in maglia gialla cade in un torrente e si ritira, poi, Sylvere Maes, il quale aveva ereditato il simbolo del primato dal toscano, abbandona la gara insieme a tutta la sua squadra dopo che alcuni tifosi li avevano aggrediti).

La nazionale francese al via della Grande Boucle del '36 è nettamente inferiore alle versioni ammirate nelle edizioni precedenti. Leducq e Charles Pelissier non ci sono, mentre Vietto corre come cicloturista. Antonin Magne è il leader con Speicher, Archambaud e Le Grevès luogotenenti.

La corsa presenta cinque cronometro, tutte a squadre, le quali, tecnicamente, dovrebbero favorire la Francia. Ma Speicher si ritira presto, alla settima tappa, e nella 14esima frazione lo segue anche Archambaud. Persi due corridori di questo calibro, i francesi sono notevolmente indeboliti e nelle prove contro il tempo vengono sopraffatti (4 vittorie a 1) da un Belgio che, pur avendo perso per strada il campione uscente Romain Maes, si dimostra nettamente più forte grazie alla presenza, tra le sue fila, di campioni del livello di Sylvère Maes, Felicien Vervaecke e Marcel Kint.

Sylvère Maes, omonimo, ma non parente di Romain, prende la maglia nell'ottava frazione, la Grenoble - Briançon, e non la molla più. Antonin Magne è l'unico che prova ad insidiarlo, ma il fiammingo in salita va fortissimo e scalfirlo sembra impossibile.

Nella Bagnères-de-Luchon - Pau, ultima tappa pirenaica in programma, Magne tanta il tutto per tutto attaccando sul Tourmalet. Tonin le Sage, tuttavia, non riesce a sbarazzarsi del leader e crolla, mentre Maes fugge via, conquista la tappa e chiude definitivamente il Tour. Il fiammingo stravince la frazione, il 2°, il cicloturista francese Léon Level, arriva a 8'39", mentre il dominatore dei Tour del '32 e del '34 chiude a oltre 16 minuti.

Alla fine, grazie a una penalità di 10 minuti subita dall'altro belga, Felicien Vervaecke, che occupava la piazza d'onore, Magne riesce ad agguntare almeno il secondo posto. Sarà il suo ultimo podio al Tour.

Il 6 settembre 1936, sul circuito di Bremgarten (vicino a Berna), in una giornata da tregenda, si svolge la decima edizione dei campionati del mondo. Dopo 50 km dalla partenza Tonin le Sage attacca e porta via un drappello di 12 uomini. A 70 km dalla fine davanti restano in 3: Magne, il belga Gustaf Deloor e il danese Werner Grundahl. Il gruppo pian piano torna sotto e così, a 3 giri dalla fine, il due volte vincitore della Grande Boucle si vede costretto ad andare via da solo.

Magne, da quel momento in poi, mette in piedi uno dei più grandi spettacoli ciclistici nella storia di questo sport. Mentre pioggia e vento demoliscono uno dopo l'altro tutti i partecipanti, lui continua imperterrito nella sua azione, guadagnando metro dopo metro sugli inseguitori. Tonin la Sage, dimostrando forza e resistenza degne di Eracle, conquista la maglia iridata giungendo al traguardo con ben 9'27" di vantaggio sul secondo classificato Aldo Bini. Di 39 partenti solo 9 concluderanno la corsa (incluso il 22enne Gino Bartali).

Col trionfo di Magne in Svizzera si conclude questa prima serie di racconti dedicati alla generazione d'oro del ciclismo francese. Domani passiamo ad un altro argomento. Qualcuno vuol proporre qualcosa?
 
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RE: Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Luciano Pagliarini - 18-10-2018, 01:06 AM

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