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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
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[Immagine: webvicentetrueba-kKk-U2014977218432hC-57...ntanes.jpg]

Nel 1930 Vicente Trueba partecipa al Tour, tra le fila della selezione spagnola, insieme al fratello José e a Salvador Cardona, Valeriano Riera, Francisco Cepeda, Juan Mateu, Jesus Dermit, Nicola Tubu. Cardona, in virtù del 4° posto ottenuto nella stagione precedente, è il leader della squadra, oltreché uno dei favoriti per la vittoria finale.

La Grande Boucle, tuttavia, non va come previsto, gli spagnoli sono di rado protagonisti, in classifica generale i migliori sono Cardona e Riera, rispettivamente 16° e 17°, mentre il più giovane dei Trueba arriva solo 24°. Inoltre, vi furono anche delle tensioni tra gli iberici e il direttore del Tour Desgrange. Una sera, infatti, a Perpignan, gli spagnoli notano gli italiani bere del vino e decidono di fare altrettanto, tuttavia la cosa gli sfugge di mano e finiscono per alzare un po' troppo il gomito. La bravata non passa inosservata agli occhi del vulcanico Henri, il quale, il giorno seguente, tramite la stampa, accusa pubblicamente Trueba e compagni di essere un gruppo di ubriaconi.

Scottato da quanto successo in Francia, Vicente, decide di non tornare al Tour nel 1931. Passa la stagione a correre in spagne e ottiene, tra gli altri risultati, un 2° posto nella prima storica edizione della Subida a Urkiola. A batterlo è Ricardo Montero, autentico ciclone (vincerà oltre 100 corse in carriera) nonché nemesi per eccellenza, sul suolo nazionale, della Pulce dei Pirenei.

Montero, che come Vicente proviene da una famiglia di ciclisti (il fratello Luciano è un altro tra i nomi più famosi della scena spagnola dell'epoca), a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30 batte innumerevoli volte Trueba. Citiamo, tra le altre corse degne di nota, oltre alla Subida a Urkiola del '31, anche la Santikutz Klasika del '30 e la Clásica de los Puertos de Guadarrama del '32.

Nel frattempo, al Tour del '31, solo Cepeda prende il via tra le fila della nazionale spagnola, mentre Cardona vi partecipa come cicloturista. Questo fa si che Desgrange decida di non invitare la Spagna all'edizione del '32 e, così, Trueba, il quale decide di tornare in Francia dopo che un ragazzo del suo paese lo accusa di essere malato di tubercolosi (all'epoca era considerato uno smacco enorme), vi prende parte come isolato.

Trueba, pur correndo da solo, è autore di una gara degna di nota, in cui ottiene anche un 5° posto di tappa nella decima frazione, che arriva a Nizza. Ma è il suo modo di correre, con la ciliegina del passaggio per primo in cima all'Aubisque, in una giornata da tregenda, nel corso della Pau - Bagnères-de-Luchon, a non passare indifferente. Trueba, con quel suo stile unico in bicicletta, che oggi definiremmo en danseuse, strega Desgrange, il quale, per l'anno seguente, decide di inserire una particolare classifica che possa premiare i corridori come Trueba, cioè coloro che passano per primi in cima alle grandi vette di Alpi e Pirenei. Nasce la classifica dei GPM.

Arriviamo, così, a quel 1933 che consegna Vicente Trueba alla storia. Prima prende parte al Giro d'Italia, l'ultimo vinto da Alfredo Binda, dove non è mai protagonista, tuttavia. Poi si ripresenta al Tour, nuovamente come cicloturista, il che voleva dire, sostanzialmente, doversi pagari vitto e alloggio e non avere l'assistenza tecnica.

Il Tour di Vicente è semplicemente magnifico. In salita è il più forte, ottiene quattro piazzamenti nei primi dieci, di cui due top-5 e un podio (a Tarbes arriva a giocarsi la tappa, ma viene battuto in volata da Jean Aerts), in classifica generale è 6° a 27'27" dal vincitore Speicher, scollina in testa sul Peyresourde, sul Vars, sul Tourmalet, sul Ballon d'Alsace, sul Brauss, sull'Aspin, sull'Aubisque e, soprattutto, sul Galibier, dove passa per primo con 11' minuti di vantaggio su Learco Guerra che poi andrà a riprenderlo e a vincere la tappa, ascesa in cui stabilisce il nuovo record di scalata.

Tanto fenomenale in salita, quanto disastroso in discesa, Trueba diventa, comunque, estremamente popolare per le sue prestazioni ed è il primo, nella storia, a vincere la classifica dei GPM della Grande Boucle, totalizzando 134 punti contro gli 81 del secondo, vale a dire Antonin Magne. Inoltre, le sue prestazioni, gli permettono di guadagnare oltre settantacinquemila pesetas.

Trueba, oltretutto, è uno dei sei corridori che arrivano dentro il tempo massimo nel corso della decima tappa, la Digne-les-Bains - Nice. Purtroppo per lui Henri Desgrange, che nel frattempo aveva coniato il soprannome Pulce dei Pirenei, decide di salvare buona parte dei corridori che avrebbero dovuto abbandonare la corsa (ripartiranno in 43). Senza questo provvedimento Trueba avrebbe vinto il Tour.

Grazie alla prova decisamente convincente di Trueba, la selezione spagnola torna al Tour de France nel '34, anche se, gli iberici, devono accontentarsi di spartire la squadra con la Svizzera (4 spagnoli e 4 svizzeri). La Pulce dei Pirenei è autore di un'altra ottima prestazione, conquista 5 top-10 di tappa, fra cui due podi, e conclude decimo in classifica generale, penalizzato anche da una cronometro di 90 km. Tra lo stupore generale, però, perde la classifica dei GPM, oltretutto abbastanza nettamente (111 a 95), per mano di René Vietto.

Nel 1935 la Spagna ha una squadra tutta per sé al Tour. Tuttavia, Trueba decide di abbandonare la gara nel corso della quinta frazione, dopo che lungo la discesa del Galibier cade e muore il connazionale cicloturista Francisco Cepeda. Sarà l'ultima partecipazione della Pulce dei Pirenei alla Grande Boucle. Nel '36, in Spagna, scoppia la guerra civile e questo costringe Vicente ad abbandonare l'attività agonistica a soli 31 anni. Proverà a riprenderà, ma non riuscirà mai a tornare il corridore visto nella prima metà degli anni '30.

A 81 anni, il 10 novembre 1986, Vicente Trueba si spegne. Ancora oggi, tuttavia, l'immagine di quell'uomo minuto che scala le montagne ballando sulla bicicletta è impressa nella storia di questo bellissimo sport. Se oggi esiste la maglia a pois (e tutti i derivati) lo dobbiamo a lui.
 
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RE: Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Luciano Pagliarini - 19-10-2018, 09:17 PM

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