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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
#39
Il Giro di Sicilia 1907-1908 ……(1977)

Gli echi ciclistici provenienti  dalla Francia, diventarono forti nel 1905, quando il Tour era già alla terza edizione. Più che la vittoria di Maurice Garin, valdostano, ma oramai per tutti francese, nella prima edizione del 1903, e la partecipazione, l’anno successivo, del “Diavolo Rosso” Gerbi (si ritirò durante la seconda tappa, dopo aver colto il 5° posto nella prima), erano stati gli interessi della Bianchi verso quel mercato, ad innescare la notorietà nell’ambiente. Nel 1907, infatti, dopo un’altra partecipazione ancor più incolore di Gerbi, si allinearono alla partenza del Tour, tre ciclisti italiani di fama: Galetti, Ganna e Pavesi. Solo quest’ultimo concluse la prova, ottenendo un onorevole sesto posto, ma il suo piazzamento, unito ai due terzi posti di Ganna in un paio di tappe, ed un quarto di Galetti, furono sufficienti a cementare definitivamente l’idea di proporre anche in Italia una corsa a tappe nazionale. Il primo a raccogliere questo nuovo evento organizzativo verso il ciclismo, fu lo sportivissimo siciliano Vincenzo Florio, il quale, nel 1907, nell'euforia del successo ottenuto dal giro automobilistico, decise di imitare, sia pure su scala ridotta, il Tour de France, proponendo il Giro di Sicilia a tappe.
[Immagine: florio.jpg]
La prima edizione, che si corse dal 2 al 13 ottobre, verteva su otto tappe, mentre quella dell’anno successivo, su sette. Vinse entrambe le volte Carlo Galetti, ed i cast raccolti dalla manifestazione furono ottimi, anche in virtù di una qualitativa rappresentanza straniera nella seconda edizione, all’interno della quale, spiccò il giovane francese Jean Alavoine che vinse una tappa e poi, al pari dei connazionali, si ritirò. La corsa di Florio, dunque, anticipò di un paio d’anni, il Giro d’Italia e fu la proposta ciclistica migliore nell’ambito delle edizioni del Giro isolano che, con alterne vicende e staff organizzativi sovente diversi, verranno poi. Perlomeno fino a quando il Giro di Sicilia si chiamò così, escludendo dunque la parentesi della denominazione di “Settimana Siciliana”, assai più recente. 
Dopo due edizioni di successo di pubblico, attenzioni e propaganda al ciclismo (per un ventennio i corridori siculi giunsero ad essere tali, sulle ali dei riporti orali degli echi di quei due giri), Vincenzo Florio, sempre più impegnato nella Targa automobilistica e per una precisa ed imperiosa passione verso l’automobilismo, abbandonò l’idea di continuare ad organizzare il Giro ciclistico. Sicuramente pesò sulla sua decisione, la nascita del Giro Nazionale de “La Gazzetta dello Sport”, che raccolse subito grosse adesioni, ed era notorio quanto alla famiglia Florio, non piacesse perdere di originalità, o essere pedina di secondo livello, in un quadro più complessivo. Fatto sta, che la decisione di Vincenzo Florio di chiudere, non trovò nessun altro polo organizzativo disposto a sostituirlo e per ritrovare un’altra proposta ciclistica a mo’ di Giro, in Sicilia, bisognerà aspettare il 1926, quando a provarci, furono gli operatori di Palermo Sport Club, affiancati e sostenuti dal giornale Mezzogiorno Sportivo, testata che aveva già collaborato fattivamente con Florio. Fu un ingresso poco preparato e con echi molto limitati, tanto è che di quella prima edizione di ritorno, si sa pochissimo, sia in quanto a numero effettivo di tappe, sia sulla apertura reale della manifestazione ai professionisti. Di sicuro, da quel pochissimo che s’è evidenziato nelle pur copiose ricerche, i protagonisti furono indipendenti e dilettanti. Gli stessi organizzatori, avvalendosi di altre collaborazioni soprattutto nella città di Palermo, ripresentarono un Giro di sole due tappe denominato “Palermo-Messina e ritorno” nel 1929, che ebbe un cast migliore, grazie alla presenza di diversi professionisti già vittoriosi nella massima categoria, nonché indipendenti collaudati e di buon livello, oltre ad un cospicuo numero di dilettanti scelti, perlopiù siciliani. Un nuovo stop e, nel 1932, il ritorno con un’altra denominazione, “Giro della Sicilia occidentale”, con tre tappe ed un cast simile a quello del ’29, ma con una prevalenza di dilettanti scelti. Basti citare la presenza di Attilio Pavesi che, poco più di tre mesi dopo, si laureò Campione Olimpico a Los Angeles. Dello stesso tenore partecipativo, anche le edizioni del 1936 e del 1939, tornate però alla denominazione classica di Giro di Sicilia. Dopo il secondo conflitto mondiale, su specifico coordinamento della Unione Velocipedistica Italiana, che si avvalse della collaborazione di società locali, il Giro tornò a fine novembre 1948 e registrò la partecipazione di una rappresentativa francese che però raccolse poco o nulla.
L’idea di una manifestazione sul far dell’inverno, che poteva raccogliere, vista la latitudine dell’isola, un cast più internazionale magari con la possibilità di far permanere in Sicilia formazioni di peso, disposte a preparare la nuova stagione al clima gradevole del centro del Mediterraneo, fu mozzata dagli eventi e dai focolai di cronaca, sui quali stavano ritornando a gravare, oltre al sempre presente spettro della mafia, anche le vicende del “bandito” Giuliano. Di conseguenza, anche le edizioni del 1949 e 1950 non decollarono e rimasero circoscritte a cast di indipendenti o professionisti di seconda fascia italiana. In verità, diversi di costoro, possedevano qualità superiori, ma il ciclismo di quei tempi, la miseria che gravava su un’Italia in ginocchio per venti anni di dittatura e conseguente guerra, nonché l’impossibilità di aggregare, soprattutto al sud, alle aziende di diretta morfologia ciclistica, altre di genere più vario, impedirono non poco l’evoluzione di molti agonisti. Il Giro di Sicilia stesso, s’arrestò nuovamente nel ’52 e ritornò nel ’53, con un filone che pur rappresentando una decorosa possibilità agonistica e tecnica per l’UVI (che diventerà FCI solo nel 1964), non si discostava da quel novero di partecipanti composto da professionisti indipendenti o di seconda fascia. Dal 1955 fino al 1958, il Giro di Sicilia assunse ufficialmente il target, diremmo oggi, di gara per indipendenti e nel 1959 e 1960 quello di gara a tappe riservata a professionisti di 2a serie. Poi, ancora un lunghissimo stop fino al ‘77, per un’edizione che vide allo start, una buona parte dei migliori ciclisti italiani. Furono poi organizzate tre edizioni del Giro della Regione Sicilia in linea, nel 1958, 1973 e ’74.

Note e curiosità sulla prima edizione.
Tantissimo pubblico, quasi fosse una festa, accompagnò la marcia dei corridori, perlomeno nelle zone in prossimità dei centri abitati e negli stessi. Le pecche del Giro: lo stato delle strade, davvero precario e un numero di partecipanti esiguo, poco più di venti, ma era la prima corsa a tappe su suolo italiano e si svolgeva ben lontano dalle zone con maggiore presenza ciclistica. Non a caso, uno degli scopi era quello di propagandare la bicicletta, ed in questo senso la manifestazione fu peculiare. E poi, tre dei primi cinque corridori d’Italia, ovvero Galetti, Ganna e Pavesi, c’erano. La vittoria di Carlo Galetti fu meritata, sia per il numero di tappe vinte, che per il modo stresso di conquistarle. Nell’ultima frazione, ad esempio, fuggì sulla salita di Alcamo, dopo soli 15 km dal via di Trapani, per giungere solitario a Palermo, con un vantaggio di mezzora sugli inseguitori. In evidenza soprattutto Jacopini che, se non fosse incappato in vari incidenti nella tappa di Castelvetrano, sarebbe andato sicuramente a podio. Fra le note tristi, che si mescolano alla curiosità, la caduta del giovane palermitano Nino Sofia, a causa di una gallina, che gli procurò ferite tali da costringerlo al ritiro. Ma da dove provenivano i principali protagonisti della corsa? Galetti e Pavesi da Milano, Ganna da Varese, Jacopini, Zoffoli, De Rossi e Azoli da Roma, Gargiulo da Napoli, Barrala, Locascio e Fabrizi da Palermo. Notevole il monte premi del Giro. Ad esempio, il vincitore Galetti, guadagnò oltre al primo premio della organizzazione, consistente in lire mille, un orologio d'oro, dono del Cav. Vincenzo Florio che sponsorizzò gran parte della corsa, pubblicizzando il “Marsala” di famiglia (nella foto sotto, il manifesto pubblicitario a fondo manifestazione).
[Immagine: Florio1.jpg]
Inoltre, a Galetti andò un premio in danaro ulteriore cospicuo di circa 5500 lire, messi a disposizione dall’azienda milanese OTAV, acronimo di Officine Turkheimer per Automobili e Velocipedi, per specifico volere del titolare Max Turkheimer
(nella foto sotto la vetturetta OTAV 5,5 hp del 1906), 
[Immagine: OTAV1906.jpg]
in ragione di 5 lire per ogni km percorso in gara, circa 1100. In altre parole, il corridore di Milano, ex tipografo, si portò a casa all’incirca 7200 lire, circa 28000 euro odierni. Non male dunque.

Un “regalo” per ricercatori, appassionati e curiosi….. Ciò che segue rappresenta una “prima” sul web. Sono le note statistiche della seconda edizione del Giro di Sicilia.  

2a Edizione Giro di Sicilia – 18-28 ottobre 1908

1a tappa Palermo-Palermo (Circuito delle Madonie) km 250

1° Carlo Galetti  
2° Pierino Albini  
3° Jean Alavoine (Fra)
4° Eberardo Pavesi 
5° Antonio Barrala 
6° Ernesto Azzini 
7° Paul Armbruster (Fra) 
8° Georges Fleury (Fra) 
9° André Pottier (Fra) 
10° Luigi Ganna 
11° Ferdinand Lafourcade (Fra)

2a tappa Palermo-Messina km 257

1° Jean Alavoine (Fra)  
2° Eberardo Pavesi  
3° Carlo Galetti
4° Andrea Massironi  
5° Pierino Albini 
6° Ferdinand Lafourcade (Fra) 
7° Luigi Ganna 
8° Maurice Brocco (Fra) 
9° André Pottier (Fra) 
10° Ernesto Azzini 
11° Paul Duboc (Fra)

3a tappa Messina- Catania km 100

1° Ernesto Azzini  
2° Carlo Galetti  
3° Pierino Albini
4° Dario Beni 
5° Luigi Ganna 
6° Pietro Lori
7° Eberardo Pavesi
8° Piero Lampaggi
9° Azeglio Tomarelli 
10°Andrea Massironi
11° Guido Rabaioli

4a tappa Catania-Siracusa km 80


1° Carlo Galetti  
2° Pierino Albini  
3° Ernesto Azzini
4° Eberardo Pavesi 
5° Dario Beni 
6° Luigi Ganna
7° Pietro Lori
8° Piero Lampeggi
9° Azeglio Tomarelli
10° Andrea Massironi
11° Guido Rabaioli

5a tappa Siracusa-Agrigento km 214
 
1° Pierino Albini  
2° Carlo Galetti  
3° Andrea Massironi
4° Ederardo Pavesi
5° Dario Beni
6° Ernesto Azzini
7° Amerigo Fabrizi 
8° Pietro Lori
9° Guido Rabaioli
10° Azeglio Tomarelli

6a tappa Agrigento-Trapani km 193
 
1° Andrea Massironi  
2° Carlo Galetti  
3° Ernesto Azzini
4° Pierino Albini
5° Amerigo Fabrizi
6° Pietro Lori
7° Guido Rabaioli 
8° Azeglio Tomarelli

7a tappa Trapani-Palermo km 125

1° Carlo Galetti  
2° Azeglio Tomarelli  
3° Amerigo Fabrizi
4° Pietro Lori
5° Guido Rabaioli 
6° Ernesto Azzini
7° Andrea Massironi
8° Pierino Albini

Classifica Generale Finale

1° Carlo Galetti punti 9  
2° Pierino Albini punti 21  
3° Ernesto Azzini punti 29
4° Andrea Massironi p.32
5° Pietro Lori p.40
6° Amerigo Fabrizi p.45
7° Azeglio Tomarelli p.49
8° Guido Rabaioli p.52

Maurizio Ricci detto Morris
 
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RE: Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Morris - 15-12-2018, 10:15 PM

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