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Gli effetti della rivoluzione del 1995
#4
Una volta la stagione era più leggera.

Non avevi TDU, San Juan, Colombia 2.1 e cazzate varie a inizio anno.

Partivi con Sardegna, Andalucia, Laigueglia o Mediterraneo a metà/fine febbraio.

Poi subito sotto con Tirreno e Parigi-Nizza e, in seguito, le classiche.

Questo è il calendario di una stagione random, il 1974: https://firstcycling.com/race.php?y=1974&t=a1

Fuente vinceva la Vuelta e tempo tre giorni ed era in Italia per il Giro.

Dopo il Tour il calendario si alleggeriva tantissimo. Corse a tappe solo in Spagna e Portogallo.

Però c'erano tantissime corse di un giorno.

Per me, nell'ottica ciclismo che piace a noi...e a molti corridori attuali, meglio così.

Le corse a tappe vanno a bene per il ciclismo degli Slongo, ove è previsto partecipare al 90% delle corse solo per allenarsi.

Per quanto riguarda il ciclismo degli Alaphilippe, dei Gilbert, dei VdP.....quello in cui quando si attacca il numero alla schiena è per vincere...un calendario ricco di corse di un giorno sarebbe di gran lunga migliore. A parità di livello sono più prestigiose e nel complesso meno logoranti.

Avere il Mondiale prima, ad ogni modo, ti permetteva di arrivarci più fresco, già solo perché era un mese in meno di allenamenti. Poi ad agosto aveva il fascino d'essere il momento clou della stagione. Fine settembre è una posizione un po' insipida.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
  


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RE: Gli effetti della rivoluzione del 1995 - da Luciano Pagliarini - 30-09-2019, 03:30 PM

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