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I personaggi dello sport
#7
JACKIE STEWART

[Immagine: Jackie-Stewart_bis.jpg]
©f1sport.it

John Young Stewart, detto Jackie, nasce a Milton, Scozia, l'11 Giugno 1939.
La famiglia Stewart era benestante e dedita all'automobilismo. Il padre era proprietario di un concessionario di Austin e successivamente di Jaguar e il fratello Jimmy, più grande di otto anni, un buon pilota automobilistico che partecipò al Gran Premio di Gran Bretagna 1953 valido per il campionato del mondo di Formula 1.
La sua vita scolastica, tuttavia, non fu facile dato che soffriva di una dislessia che ai tempi non fu diagnosticata e che gli impediva il normale dialogo e il normale apprendimento, venendo costantemente rimproverato dagli insegnanti. All'età di sedici anni smise di studiare e cominciò a lavorare nel concessionario del padre come meccanico apprendista.
Nel 1952, a tredici anni, vinse una gara di tiro al piattello e divenne membro della nazionale Scozzese di tiro a volo. Intraprese pertanto quella carriera vincendo il campionato Britannico nello Skeet e due volte la Coppa delle Nazioni Europee, arrivando perfino a presenziare, come riserva, alle Olimpiadi di Roma nel 1960. Non essendo professionista, Jackie continua a lavorare nella concessionaria del padre e coi risparmi acquista per 375 sterline, una Austin A30 nel 1956.
Il primo contatto che ebbe col mondo delle corse fu dopo le Olimpiadi del 1960 quando un cliente della concessionaria, Barry Filer, gli offrì un test su una Marcos Engineering, sul circuito di Oulton Park. Convinto dalle sue capacità, Stewart partecipò a qualche corsa minore cominciando a vincere. Nel 1962, durante un test su una Jaguar E-type sempre ad Oulton Park, riuscì ad eguagliare il record della pista registrato solo l'anno prima da Roy Salvadori, pilota di Formula 1 con all'attivo due podi nella massima categoria. Questo risultato lo convinse a diventare professionista e in quell'anno vinse due corse indipendenti con la stessa macchina utilizzata ad Oulton Park il giorno del record della pista. Nel 1963 l'imprenditore David Murray lo ingaggiò per correre su una Ecurie Ecosse, la stessa auto che dieci anni prima vide la partecipazione del fratello al GP di Gran Bretagna. Vinse quattordici corse, guadagnandosi il rinnovo del contratto anche per il 1964, ma Ken Tyrrell, ai tempi proprietario della omonima scuderia di Formula 3, Junior Team della scuderia di Formula 1 Cooper, tramite il fratello Jimmy, lo convinse a partecipare a un provino a Goodwood durante un test condotto assieme a Bruce McLaren, pilota di Formula 1 già affermato. Sulla T72-BMC Formula 3 siglò il miglior tempo della giornata, convincendo Tyrrell ad ingaggiarlo e soffiarlo alla Ecurie Ecosse.
Il debutto avvenne il 15 Marzo a Snetterton e vinse con 44 secondi sul secondo. Gli fu subito offerto un contratto con Cooper per correre con una Formula 1, ma Stewart declinò, volendo porsi come obiettivo quello di vincere il campionato di Formula 3 per guadagnare esperienza ed essere pronto per la Formula 1 l'anno successivo. Perse solo due gare e divento campione Formula 3.
Nel frattempo siglò un contratto per correre in Formula 2 con Lotus e al debutto fu secondo a Clermont Ferrand. Molti team si fecero avandi per aggiudicarsi il talento Scozzese per la stagione 1965 di Formula 1 e alla fine la spuntò BRM, scuderia che nel 1962 vinse il titolo mondiale con Graham Hill. Si decise quindi di affiancare lo Scozzese allo stesso Hill, ma la prima gara su una F1 avvenne il 12 Dicembre 1964 su una Lotus in una gara non valida per il campionato del mondo, il Rand Grand Prix a Kyalami, una gara su due batterie di 25 giri con il risultato finale stilato in base alla somma dei tempi delle due "minigare". Stewart si qualificò in pole position, ma non riuscì a partire nella prima batteria data la rottura della macchina. Dopo un lavoro estenuante dei meccanici per rimettere in sesto la macchina, si ripresentò nella seconda batteria e stavolta vinse. Il Gran Premio se lo aggiudicò Graham Hill.
Il primo Gennaio 1965 debutta, sempre a Kyalami, nel campionato del mondo di Formula 1 e si classifica sesto guadagnando subito il primo punto. Il 13 Marzo partecipa alla Race of Champions a Brands Hatch, gara non valida per il mondiale, classificandosi secondo, mentre il primo podio in una gara valida per il titolo mondiale arriva a Monaco, un terzo posto alle spalle del compagno di squadra Graham Hill e Lorenzo Bandini. Tale gara è famosa anche per essere stata la seconda e ultima volta in cui un pilota è caduto nel mare alla chicane del porto, Paul Hawkins, al giro 79, incidente per fortuna senza conseguenze. La prima vittoria nel mondiale arriva il 12 Settembre, a Monza, dopo una lotta sino all'ultima curva contro Hill. La stagione si concluse con una vittoria, tre secondi posti e un terzo posto, classificandosi terzo nella classifica dietro a Jim Clark e Graham Hill. Nelle gare non titolate vinse l'International Trophy a Silverstone e fu decimo nell'unica partecipazione alla 24 Ore di Le Mans in coppia con Graham Hill.
La stagione 1966 comincia con la vittoria nella classifica generale della Tasman Series, competizione su otto gare tra Nuova Zelanda e Australia nel periodo dell'estate dell'emisfero Australe, battendo Graham Hill e Jim Clark. Il campionato del mondo cominciò alla grande, con la vittoria all'esordio a Montecarlo, successo che lo fece diventare il grande favorito per la vittoria finale del mondiale. Tuttavia nel Gran Premio successivo, a Spa, subì l'incidente più grave della sua carriera. Uscì di pista a 260 km/h sotto l'acqua e collise con un palo del telefono, causando il cappottamento della sua BRM e il successivo fuoriuscire di carburante. Nonostante la macchina non prese fuoco, rimase incastrato nella macchina e, causa il dilettantismo dei tempi in fatto di sicurezza e primo soccorso, non fu assistito per almeno 30 minuti mentre la gara continuava e le macchine sfrecciavano vicine alla macchina capovolta. Il circuito non era dotato nemmeno di centro medico, pertanto l'Ambulanza arrivò ma aspettò la fine della gara per poterlo trasportare all'ospedale di Liegi, dove arrivò molto tempo dopo causa la distrazione dell'autista che si perse. Per fortuna Jackie non ha riportato traumi gravissimi, ma fu costretto a saltare il successivo GP in Francia e perse ogni possibilità di titolo con altri quattro ritiri. Prima del GP del Belgio partecipò alla 500 miglia di Indianapolis guidando la gara per quaranta giri e chiudendo al sesto posto per colpa di una perdita d'olio a dieci giri dalla fine, quando era in lotta per il successo. Concluse settimo il mondiale e BRM cominciò declino di prestazioni che si protrasse anche nel 1967.
L'affidabilità della vettura fu un problema nel '67. Nelle undici gare del mondiale, Stewart fu secondo in Belgio e terzo in Italia, ma si dovette ritirare per nove volte, convincendolo a firmare per la Matra di Ken Tyrrell per il 1968.
Al debutto, nel Gran Premio del Sudafrica a Kyalami, fu terzo in prova, ma dovette ritirarsi per problemi al motore Ford. Dovette saltare i GP di Spagna e di Monaco per un infortunio subito durante una gara di F2 proprio a Jarama, ma tornò a Spa con una versione aggiornata della macchina guidata a Kyalami, la Matra MS10 e si aggiudicò il quarto posto. Vinse a Zandvoort il primo Gran Premio dopo due anni, ripetendosi anche al Nurburgring, in una gara dominata sotto l'acqua con un distacco di quattro minuti inflitto al secondo, e a Watkins Glen. All'ultimo Gran Premio della stagione, in Messico, si presentò a soli tre punti da Graham Hill, nel frattempo passato alla Lotus. Stewart si qualificò al settimo posto, mentre Hill fu terzo. In gara Stewart partì bene e a un certo punto si ritrovò in testa e campione del mondo virtuale. Ma problemi al motore poco prima di metà gara resero la macchina inguidabile e finì la gara al settimo posto con Hill che vinse e bissò il successo mondiale di sei anni prima. Nonostante la sconfitta, il 1968 fu un anno fondamentale per il proseguio della carriera di Stewart, un'annata in cui ritrovò una macchina che gli consentiva di vincere le gare e lottare per il mondiale.
Nel 1969 infatti dominò il campionato, vincendo sei gare (Sudafrica, Spagna, Olanda, Francia, Gran Bretagna e Italia), alcune di esse per uno o più giri di vantaggio, lasciando il secondo nella generale, Jacky Ickx, a 26 punti di distacco. A fine anno, tuttavia, ci furono screzi tra Matra, Ken Tyrrell e lo stesso Stewart. Matra voleva sviluppare un motore V12 con Chrysler per la stagione 1970, mentre Tyrrell e Stewart volevano continuare con il vincente Ford-Cosworth delle ultime due stagioni. La MS80 del 1969 fu anche una delle prime auto a sfruttare l'effetto dato dalle ali anteriori e posteriori, rendendo la macchina incollata al terreno e facendole guadagnare velocità in curva. Tyrrell pertanto decise di organizzare un proprio team comprando un telaio dalla March per sviluppare la March 701-Cosworth. La stagione cominciò bene con un terzo posto in Sudafrica e una vittoria in Spagna, ma i problemi di affidabilità e l'ascesa della nuova Lotus 72 e dell'Austriaco Jochen Rindt furono deleteri per il campionato della March. Il 5 Settembre, durante la prove del Gran Premio d'Italia, Rindt, leader del campionato con margine importante, perse la vita e diventò il primo ed unico campione del mondo postumo. La scomparsa dell'amico Rindt e quella di Piers Courage avvenuta qualche mese prima nel GP di Zandvoort colpirono molto Stewart, tanto che iniziò delle campagne pubblicitarie per chiedere il miglioramento dei requisiti di sicurezza degli autodromi e delle auto, chiedendo, memore dell'incidente sofferto a Spa quattro anni prima, una maggiore professionalità anche per i servizi di emergenza. Dal punto di vista sportivo, la nuova Tyrrell 001 debuttò in Canada, ma subì tre ritiri consecutivi.
Per il 1971 Tyrrell aveva sviluppato la Tyrrell 003, utilizzata nel GP di Sudafrica dal secondo pilota, Francois Cevert, mentre Stewart per quel Gran Premio utilizzò ancora la 001. Nonostante utilizzasse ancora il vecchio modello, Stewart arrivò secondo dietro alla Ferrari di Andretti e dal secondo GP della stagione, in Spagna, cominciò con la 003 una cavalcata vincente che lo portò al secondo titolo mondiale, dominato come quello del 1969. Vinse in Spagna, a Montecarlo, in Francia, in Gran Bretagna e in Canada e concluse il campionato con 29 punti di vantaggio sul secondo. A dimostrazione del grande mezzo che era la Tyrrell 003, Francois Cevert finì la stagione vincendo a Watkins Glen in primo, ed unico, Gran Premio in carriera. In quell'anno Stewart arrivò terzo nella Can-Am Challenge, campionato nordamericano. Stewart ogni anno trasvolava l'atlantico più di cento volte dati gli impegni con gare e sponsor, un'abitudine deleteria per la sua salute dato che nel 1972 gli fu diagnosticata la Mononucleosi.
In quell'anno dovette rinunciare a partecipare alla Can-Am Challenge, ma cominciò bene il mondiale vincendo in Argentina e venendo insignito dell'onorificenza di Sir, entrando a far parte dell'Ordine Imperiale Britannico per meriti sportivi. Saltà il GP del Belgio per gastrite consentendo a Fittipaldi di distanziarlo nella classifica del mondiale. Nonostante le vittorie in Francia, Canada e Stati Uniti dovette accontentarsi del secondo posto dietro al Brasiliano, anche a causa di tanti ritiri o prestazioni fuori dalla zona punti.
A inizio 1973 Stewart dichiarò che quella sarebbe stata la sua ultima annata agonistica. Nelle prime tre gare concluse terzo, secondo e primo. Dopo un ritiro in Spagna, vinse in Belgio e a Montecarlo. Fu quinto in Svezia e quarto in Francia, mentre concluse decimo una rocambolesca gara a Silverstone, dove conduceva al primo giro, ma una carambola di una decina di auto fece sospendere la gara, ripartita poi un paio d'ore dopo e nella quale Stewart si girò nell'erba perdendo tanto tempo. Vinse in Olanda e al Nurburgring, celebrando l'ultima vittoria in carriera nell'inferno verde, la pista da lui più amata e temuta. Dichiarò infatti che ogni volta che doveva partire per il tracciato Tedesco, usciva di casa e la guardava intensamente, dato che non era sicuro potesse tornarvi. L'ultimo podio arrivò in Austria, a Zeltweg e col quarto posto di Monza arrivò matematicamente il terzo titolo mondiale. L'ultima gara della sua carriera avrebbe dovuto svolgersi a Watkins Glen, ma durante le prove il suo compagno di squadra e prossimo suo sostituto come prima guida della Tyrrell, Francois Cevert, morì in un terribile incidente alle Esses. Stewart decise di non prendere parte al centesimo e ultimo Gran Premio della sua carriera per rispetto verso il suo delfino.
Nel suo post-carriera, Jackie divenne sostenitore di battaglie per ampliare la sicurezza della Formula 1. In più fu consulente e uomo immagine Ford e nel 1997 ritornò nel massimo campionato per automobili come proprietario assieme al figlio, della scuderia Stewart, motorizzata, naturalmente, Ford, riuscendo a vincere il rocambolesco Gran Premio d'Europa nel 1999. Nel 2000 la Stewart fu venduta a Ford, cessando l'attività di scuderia di Formula 1.
Jackie Stewart viene tributato da Robbie Williams nel video del singolo Supreme.
 
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Messaggi in questa discussione
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