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Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico
#42
Paolo Bianchi Ha scritto:Seconda cosa. Anche sull'est Europa, premettendo che ho sbagliato io a non delimitare la zona, e che non ho specificato che intendevo la zona Italia Russia esclusa, ma a parte il polacco del Tour 93 non mi pare che il ciclismo fosse diffuso prima degli anni 2000 in quelle zone. È dal 2005 che iniziano ad esserci in maniera più o meno frequente ucraini, polacchi, cechi. È un mercato in evoluzione. È vero, è un piccolo mercato, ma che ambizione avresti? Purtoppo si deve partire dal presupposto che le migliori fette ( USA e Germania) sono già state conquistate. Io, mi accontenterei se intanto si puntasse a far diventare il prodotto leader in zone che possono dare pubblico e soldi e investimeenti per le aziende del settore, prima che vadano in mano a francesi e svedesi, e penso a Canada, Sud America e Europa.

Il problema non è che 'sta gente è ignorante.

No, il problema è che sono arroganti. I contenuti nel web ci sono....vuoi fare un discorso? Assicurati che quello che dici abbia un minimo di senso.

La storia di questo sport è vastissima. Le mie competenze ne coprono a stento il 10%. Quelle di questa gente non raggiungono l'1%. Però hanno una boria che fa provincia.

Poi uno non si deve incazzare.

Comunque, quando avrò finito con Pesenti (si, so ancora drio), farò un nuovo ritratto su questo topic sul rumeno Constantin Dumitrescu.
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
  


Messaggi in questa discussione
RE: Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico - da Luciano Pagliarini - 24-05-2020, 03:50 PM

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