13-04-2021, 09:01 PM
(13-04-2021, 06:44 PM)jwill Ha scritto: Analisi molto interessante come sempre, mi permetto di farti una domanda per quanto marginale al concetto che hai espresso: non credi di essere stato forse troppo duro con Goss, accostandolo a Cionek? L'australiano per quanto sia stato una meteora ed abbia vinto l'unica classica per la quale possedeva le capacità di poter primeggiare, in quei 2-3 anni del suo prime è stato uno dei migliori velocisti del gruppo (Argento mondiale a Copenaghen, ad esempio)
Giusta osservazione.
Da Goss mi aspettavo molto di più, per come era bravo su pista e per la crescita mostrata nei primi anni di professionismo, culminata nell’ottimo 2011. Devo aggiungere che verso gli australiani nutro da sempre stima e simpatia e li ho visti lavorare con metodologie e applicazioni degne dello sport vissuto con la maiuscola (l’AIS, ad esempio, per tanti aspetti è ineguagliato), niente a che vedere col monocorde lavoro dei santoni o col trasformismo anoressico dei principali sudditi della terra d’Albione. Ed è forse per questi aspetti che sento più pesanti le delusioni australiane e Goss, purtroppo, è una delle principali. Dopo la Sanremo, una vittoria di tappa al Giro e alla Terreno. Poi, più nulla. In totale una ventina scarsa di vittorie in una decina d’anni di professionismo, pur essendo ruota veloce. Poco, anche per chi come me guarda sempre la qualità prima della quantità. Alla fine, una carriera che se la confrontiamo con gli altri vincitori della Sanremo del nuovo millennio, tra l’altro con la stragrande maggioranza di velocisti, ha un solo vicino, proprio nel tedesco Ciolek che, per chi guarda solo le conte, ha vinto una decina di corse più di Goss. È vero che l’australiano ha mostrato punte che il tedesco non valeva, ma alla fine i due sono i più modesti dell’albo d’oro di quella che un tempo chiamavano Classicissima.
Ciao!