25-07-2023, 10:50 AM
È scomparso ieri l'antropologo francese Marc Augé, relativamente noto per aver introdotto il concetto di "nonluoghi". L'articolo con cui lo ricorda il Fatto Quotidiano è tra i più completi.
È qualcosa di molto intuitivo, attinente a tutti quegli spazi che attraversiamo in pieno anonimato, ambienti che ci sono persino familiari, in cui a volte si comunica ma non ci si relaziona, non c'è memoria, solo oblio. È conseguente il contrasto con i luoghi, tutti quei contesti in cui torniamo ad avere un nome, una identità, ad essere persone. Tante gradazioni e sfumature tra i due concetti: un McDonald ci è familiare, sempre lo stesso ovunque ci troviamo, un big mac è quasi identico, che lo si prenda a Stoccolma o a San Paolo, ma è con tutta evidenza un nonluogo, gli altri sono ombre, macchie sullo sfondo, non esistono. Incredibilmente, questo Forum è invece più vicino al concetto di luogo, qui abbiamo un nome (nick, ma sempre nome sarebbe), ci relazioniamo, in qualche modo ci conosciamo. Non a caso è un contesto a cui attribuiamo un certo valore, che teniamo a preservare.
Partito da ricerche in Africa, Augé ha utilizzato le sue competenze antropologiche per leggere le realtà urbane europee, un approccio che, nel mio modestissimo, mi sembra estremamente fertile e convincente. Dato il nostro ambito, è interessante che abbia dedicato un libro alla bicicletta ("Eloge de la Bicyclette" - 2008):
"Andare in bicicletta vuol dire imparare a gestire il tempo: il tempo breve della giornata o della tappa e il tempo lungo degli anni che si accumulano"
Credo che ci abbia lasciati un gigante del pensiero.