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Dichiarazioni dei Ciclisti
#4
Kreuziger: pronto per guidare l'Astana al Giro
Il corridore ceco è pronto per guidare l'Astana all'imminente Giro d'Italia che è il suo obbiettivo stagionale già da quest'inverno.
"Al Trentino ho vinto una tappa, alla liegi ho fatto un ottima prestazione ed al Romandia ho
lavorato per Vinokourov, e grazie ha queste corse ho raggiunto una buona condizione per il giro." Dice Kreuziger, che inoltre parla anche della sua preparazione"In dicembre mi sono
allenato a Mallorca, in Gennaio a Calpe, in Febbraio sull'Etna ed a fine Marzo inizio Aprile sono andato nelle Tenerife, inoltre è da 2 mesi che non bevo alcolici e che faccio stratching
ogni giorno per almeno 20 minuti."
"Abbiamo parlato per la prima volta della mia possibile partecipazione al Giro a Novembre,
ed è dal primo ritiro di Dicembre a Montecatini che mi focalizzo su questo obbiettivo"
Kreuziger inoltre aggiunte"Qualcuno si lamenta dei miei risultanti d'inizio stagione, ma io
ho in testa solo il Giro; cerchero di vincere una tappa e di piazzarmi il meglio possibile in classifica, non sono mai arrivato sul podio o nella top-5 di un GT, ma quest'anno penso
di potercela fare."
Kreuziger indica come favoriti:Alberto Contador (Saxo Bank), Michele Scarponi (Lampre), Joaquim Rodriguez (Katusha), Vincenzo Nibali (Liquigas) e Denis Menchov (Geox) e dice
che il suo status d'outsider gli sarà d'aiuto perchè lo fara correre sanza pressione.

(Cyclingnews)
Giro d'Italia - Basso "Il Giro è per Contador"
Illustre assente per l'edizione 2011 del Giro d'Italia, Ivan Basso non si sottrae a parlare della Corsa Rosa, da lui vinta lo scorso anno, ed a fare i pronostici di rito. Il favorito numero uno è Alberto Contador.

"Ha vinto tutte le corse a tappe di tre settimane alle quali ha partecipato negli ultimi tre anni - ha detto il varesino ai microfoni di Sky - e per questo ha tutti i favori del pronostico. Per il resto, vedo bene Scarponi, Igor Anton, Kreuziger, Menchov, Sastre. Ci sono tanti campioni al via, ma sono certo che la mia squadra con un leader come Nibali possa fare altrettanto bene".

Non c’è una tappa più difficile dell’altra, ogni giornata può nascondere delle insidie: "Ci sono 8-9 tappe da bollino nero, ma dall'esperienza vissuta ho capito che non esistono tappe facili, ce ne saranno alcune che definiranno la classifica. Ogni giorno qualcuno dei leader perderà secondi, qualcuno salterà definitivamente e sarà così per tutte le tappe importanti. In ogni tappa ognuno avrà meno possibilità di vincere il Giro".

(eurosport)
Ferrari all'assalto del Giro veloce - «Tanto lavoro per essere al top della forma»
Tra i corridori che sabato prossimo a Torino prenderanno il via al loro primo Giro d'Italia c'è un velocista bresciano, nato a Gavardo, che in Italia ha già ottenuto diversi successi (quest'anno due in Argentina al San Luis) e piazzamenti interessanti, ma che militando in una piccola squadra non ha ancora avuto l'occasione di disputare la corsa rosa. Roberto Ferrari, quindi, farà il suo esordio a 28 anni e alla sua quinta stagione tra i professionisti dopo aver firmato quest'anno un contratto con la Androni Giocattoli di Gianni Savio e spera che molti si accorgano di lui non solo per la folta chioma riccia, abbastanza insolita per un ciclista (tanto che i compagni lo prendono in giro dicendogli che gli fa perdere watt allo sprint), ma soprattutto per i risultati al cospetto di praticamente tutte le ruote più veloci al mondo. Parliamo con Roberto al Giro di Turchia proprio la sera prima del suo rientro in Italia.

Il Tour of Turkey è stata la tua ultima corsa prima del Giro d'Italia ma un piccolo problema ti ha costretto al ritiro. Come stai?
«Sto bene, nella quinta tappa del Turchia ho avuto piccoli problemi di stomaco, forse ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male, comunque ho deciso di fermarmi e tornare a casa per non rischiare in alcun modo di compromettere l'avvicinamento al Giro d'Italia che è il mio grande obiettivo. Certo, correre due o tre tappe in più non mi avrebbe fatto male, ma tutto il lavoro più importante è già stato fatto e per questo non sono preoccupato».

Hai fatto allenamenti speciali in vista della corsa rosa?
«Subito prima di venire qui con la squadra abbiamo fatto un bel ritiro di due settimane a Sestriere e ho potuto fare molti allenamenti specifici e di grande qualità per arrivare al Giro al top della condizione. Qui in Turchia l'obiettivo era di provare qualche sprint, fare ritmo e soprattutto smaltire il tanto lavoro fatto in altura: per questo motivo credo che i due piazzamenti che ho ottenuto (quinto nella prima tappa e secondo nella terza, ndr) siano molto incoraggianti».

Questo è il tuo primo anno all'Androni Giocattoli, come ti trovi con i compagni e lo staff?
«Fino ad adesso tutto è andato per il meglio, i corridori italiani li conoscevo già quasi tutti ma anche con i sudamericani abbiamo legato fin dall'inizio; anche lo staff sono decisamente a mio agio, sono tutti molto professionali, ti seguono e ti mettono sempre nella condizione di lavorare al meglio. Il ritiro al Sestriere è stato importante anche per questo perché c'erano tutti quelli che poi faranno il Giro; una menzione particolare però la faccio per Giairo e Riccardo (Ermeti e Chiarini, ndr) che hanno corso con me parecchi anni e con cui ho un buon feeling: Giairo poi sarà anche al Giro e sarà forse l'unico a potermi aiutarmi e stare vicino nei finali di tappa».

Per quanto riguarda il Giro d'Italia ha già studiato il percorso e visto qualche tappa che ti attira particolarmente?
«Se devo essere sincero il percorso non l'ho ancora guardato bene nei dettagli e so solo che ci saranno quattro arrivi adatti ai velocisti: penso proprio che approfitterò di questi giorni a casa per analizzare bene il percorso e studiarmi come sono gli arrivi. Comunque alla fine io cercherò di giocarmela ogni volta che si arriverà allo sprint, che siano anche tre o cinque, sperando di ottenere subito qualcosa di buona visto che poi ci sono solo montagne su montagne».

Quando devi fare una volata cerchi di studiare in anticipo i tuoi avversari e le loro squadre?
«In corsa cerco sempre di capire quale sia la squadra in grado di allestire il treno migliore per mettermi nella loro scia. In Italia di solito non è molto difficile perché è quasi sempre la Lampre a fare il grosso del lavoro quanto c'è in gara Petacchi ma al Giro ci saranno anche la HTC, la Garmin e chissà chi altro: sarà una bella sfida tutti i giorni anche quella».

Al Giro, come dicevi, non avrai un treno, è un problema o ti trovi bene anche senza?
«Avere uno o due compagni che mi aiutano a prendere la posizione è già ottimo perché ho visto che quando si tratta di fare un po' di slalom e saltare da una scia all'altra non mi trovo affatto male».

Guardando al passato quale è la vittoria che ricordi con più gioia?
«Forse quella al Giro del Friuli dello scorso anno, c'erano tanti avversari molto validi ed era anche stata una corsa piuttosto tirata ed impegnativa. In questo periodo stavo davvero bene perché avevo appena vinto anche Lugano e il peccato è stato proprio non poter capitalizzare al massimo quello stato di forma; la differenza tra gli scorsi anni ed il 2011 è proprio una maggiore continuità di corse nel calendario: qui se mi capita di stare un mese senza correre è perché vado in ritiro a preparare il Giro d'Italia, poi ad oggi ho già una trentina di giorni di corsa alle spalle, l'anno scorso credo di averli fatti sì e no in tutta la stagione. Ci sono anche diverse responsabilità in più».

E invece quale è la corsa che più di ogni altra ti piacerebbe vincere?
«Da italiano ovviamente non posso che dire la Sanremo. L'ho già fatta un paio di volte ma non sono ancora riuscito a capire del tutto se è pienamente adatta alle mie caratteristiche perché per sfortune varie sono sempre rimasto dietro quando il gruppo s'è spezzato lontano dall'arrivo. Poi visto che dicono che quest'anno il Mondiale è per velocisti un pensierino, magari anche come riserva, ce lo faccio: ovvio che Petacchi penso sia giusto costruire la squadra attorno a lui».

Giù dalla bici hai qualche hobby particolare o cose che ti piace fare?
«Tra corse e allenamenti ad un ciclista di tempo libero ne rimane sempre pochissimo, poi poco più di un anno fa sono diventato papà di Mattia quindi quando sono a casa cerco di stare il più possibile in famiglia con lui e la mia ragazza; certe volte stare tanto in trasferta lontano da casa è abbastanza pesante ed è anche per questo che dopo il Giro mi prenderò un periodo di riposo».

Ultima domanda su un argomento che ha fatto molto discutere il ciclismo nei mesi scorsi, cosa ne pensi delle radioline?
«La mia posizione penso che si possa riassumere con un non mi piacciono ma sono utili, soprattutto per la nostra sicurezza. A dire il vero credo che a nessun corridore piaccia avere la radiolina ma non capisco neanche quelli che dicono che usandoli i corridori vengono telecomandati come in un videogioco: alla fine a contare sono sempre le gambe. Magari una soluzione potrebbe essere di lasciarne una o due per squadra ai capitani, anche perché pensate a quanti piccoli incidenti e imprevisti ci possono essere in una corsa di tre settimane come il Giro... almeno lì per quest'anno si possono ancora usare, poi vedremo».
 
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Messaggi in questa discussione
RE: Dichiarazioni dei Ciclisti. - da Danilo M. - 06-05-2011, 01:52 PM
RE: Dichiarazioni dei Ciclisti. - da Luciano Pagliarini - 06-05-2011, 02:40 PM

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