06-02-2012, 07:26 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-02-2012, 07:34 PM da Luciano Pagliarini.)
Ma non è leggermente conflitto di interessi quello della famiglia McQuaid Akr te che ne sai più di me di queste cose, illuminami un attimo, in teoria non sarebbe illegale una cosa del genere
Comunque bisogna dire una cosa in favore della Giustizia sportiva: almeno si sono degnati di usare lo stesso parametro usato con Valverde e Pellizotti, che poi che è sbagliato mi pare evidente, ma almeno non hanno fatto distizioni, cosa che invece hanno fatto con il caso Rebellin, trovato positivo alle Olimpiadi, e la sua squalifica è partita a Maggio/Giugno 2009, ora non ricordo precisamente, senza retroattività...
CASO CONTADOR. Boyer attacca: spero che confessi e non torni
Sono tanti i commenti che si stanno susseguendo in queste ore e tra questi ve ne proponiamo uno che arriva dal cuore del ciclismo. A parlare è Eric Boyer, team manager della Cofidis, intervistato da Xavier Colombani per L’Equipe. Ecco il suo pensiero: «Diciotto mesi per arrivare ad una sentenza? Sono troppi, ma dimostrano anche quanto sia stata seria l’indagine. Il Tas ha pesato i pro e i contro, ha ascoltato molti periti e alla fine ha stabilito che c’è stata assunzione di clenbuterolo. Quindi Contador ha cercato di barare, anzi ha barato. E si è dopato. E ha vinto dopandosi. Si è autosospeso sei mesi, poi ha ripreso a correre. E ha vinto, condizionando la corsa degli avversari anche quando non è riuscito a vincere».
Ma il problema è un altro: «Ci sono dei malfattori che l’hanno aiutato. Che bisogna cercare e possibilmente scovare. Sono loro che hanno il male peggiore e contro di loro bisogna lottare. So che è difficile da credere, ma i corridori hanno capito il senso della lotta al doping, non lo cercano più. Io non so come si prenda il clenbuterolo, ma non è un medicinale che si trova nella prima farmacia... Sono sostanze difficile da trovare, c’è qualcuno che l’ha aiutato a farlo, che glielo ha procurato, che lo ha aiutato a prenderlo».
E per finire, una preghiera a Contador: «Questo non è il mio ciclismo, lo sport che intendo io è quello che abbiamo visto all'Etoile de Bessèges, il ciclismo della fatica e della sofferenza. Spero che Contador non torni a correre e che faccia una pubblica ammissione delle sue responsabilità. Che prenda coscienza di quel che ha fatto, che spieghi come lo ha fatto e che si liberi lacoscienza come ha fatto Moreni. Sarevbbe un passo da gigante per la lotta al doping. E ci darebbe gli strumenti per aiutarci a lottare»
Tuttobiciweb.it
Comunque bisogna dire una cosa in favore della Giustizia sportiva: almeno si sono degnati di usare lo stesso parametro usato con Valverde e Pellizotti, che poi che è sbagliato mi pare evidente, ma almeno non hanno fatto distizioni, cosa che invece hanno fatto con il caso Rebellin, trovato positivo alle Olimpiadi, e la sua squalifica è partita a Maggio/Giugno 2009, ora non ricordo precisamente, senza retroattività...
CASO CONTADOR. Boyer attacca: spero che confessi e non torni
Sono tanti i commenti che si stanno susseguendo in queste ore e tra questi ve ne proponiamo uno che arriva dal cuore del ciclismo. A parlare è Eric Boyer, team manager della Cofidis, intervistato da Xavier Colombani per L’Equipe. Ecco il suo pensiero: «Diciotto mesi per arrivare ad una sentenza? Sono troppi, ma dimostrano anche quanto sia stata seria l’indagine. Il Tas ha pesato i pro e i contro, ha ascoltato molti periti e alla fine ha stabilito che c’è stata assunzione di clenbuterolo. Quindi Contador ha cercato di barare, anzi ha barato. E si è dopato. E ha vinto dopandosi. Si è autosospeso sei mesi, poi ha ripreso a correre. E ha vinto, condizionando la corsa degli avversari anche quando non è riuscito a vincere».
Ma il problema è un altro: «Ci sono dei malfattori che l’hanno aiutato. Che bisogna cercare e possibilmente scovare. Sono loro che hanno il male peggiore e contro di loro bisogna lottare. So che è difficile da credere, ma i corridori hanno capito il senso della lotta al doping, non lo cercano più. Io non so come si prenda il clenbuterolo, ma non è un medicinale che si trova nella prima farmacia... Sono sostanze difficile da trovare, c’è qualcuno che l’ha aiutato a farlo, che glielo ha procurato, che lo ha aiutato a prenderlo».
E per finire, una preghiera a Contador: «Questo non è il mio ciclismo, lo sport che intendo io è quello che abbiamo visto all'Etoile de Bessèges, il ciclismo della fatica e della sofferenza. Spero che Contador non torni a correre e che faccia una pubblica ammissione delle sue responsabilità. Che prenda coscienza di quel che ha fatto, che spieghi come lo ha fatto e che si liberi lacoscienza come ha fatto Moreni. Sarevbbe un passo da gigante per la lotta al doping. E ci darebbe gli strumenti per aiutarci a lottare»
Tuttobiciweb.it