08-08-2011, 02:47 PM
Liquigas-Cannondale, Basso: ''Ho capito i miei errori, la caduta non è un alibi ma...''
Ivan Basso, vincitore del Giro 2010 ed ottavo all'ultimo Tour de France, analizza la situazione su La Repubblica. Il corridore della Liquigas-Cannondale ritiene di "aver fatto tutte le cose per bene", imputando alla caduta le responsabilità del mancato podio alla Grande Boucle. "Non è un alibi - spiega il varesino - Però ci sono delle riflessioni oggettive da fare. Le conseguenze sono state davvero pesanti. A parte i punti attorno all'occhio, e la vista indebolita, ho avuto problemi con le vertebre cervicali che mi hanno fatto perdere sensibilità ai polsi e mi hanno impedito di lavorare sulla bici da crono. E si è visto subito nella cronosquadre iniziale dove abbiamo beccato 1'20". Non riuscivo a stare in posizione aerodinamica. Poi ho dovuto prendere antibiotici per parecchi giorni. Infine ho dovuto recuperare il tempo perduto".
Cosciente che i risultati ottenuti hanno diffuso delle perplessità tra il pubblico, il due volte vincitore del Giro ritiene tuttavia di avere "la coscienza a posto", visto il duro e provante allenamento al quale si è sottoposto prima del Tour, durante il quale ha percorso "40.000 metri di dislivello in salita in un mese".
Il varesino, non volendo attendere il prossimo anno, vuole tornare a vincere già dalle prossime corse nelle quali sarà in gara come Giro dell'Emilia, il Giro di Lombardia che rappresenteranno i suoi ultimi obiettivi stagionali. Per quanto riguarda la prossima stagione invece la scelta, non conoscendo ancora i percorsi ufficiali, non è stata ancora fatta ma è "possibile che faccia Giro e Tour se i percorsi non saranno troppo duri".
Inevitabile anche parlare di Vincenzo Nibali, che il varesino non considera assolutamente un rivale: "Non capisco perché per gli Schleck, essere in due col ruolo di leader costituisca un vantaggio e per me e Vincenzo no. C'è un rapporto chiarissimo fra di noi e una generazione di differenza. Vincenzo è il futuro. Posso pensare che più divento vecchio e più vado forte? Sarei uno stupido a mettermi in competizione. Lui è stato importante per il mio Giro 2010. Io potrei esserlo per lui di qui in avanti. Voglio dire: noi siamo gli Schleck d'Italia. L'unica differenza fra me e Vincenzo è che non siamo fratelli. Ma io potrei essere il valore aggiunto per lui al Giro e lui per me al Tour o viceversa".
spaziociclismo.it
Ivan Basso, vincitore del Giro 2010 ed ottavo all'ultimo Tour de France, analizza la situazione su La Repubblica. Il corridore della Liquigas-Cannondale ritiene di "aver fatto tutte le cose per bene", imputando alla caduta le responsabilità del mancato podio alla Grande Boucle. "Non è un alibi - spiega il varesino - Però ci sono delle riflessioni oggettive da fare. Le conseguenze sono state davvero pesanti. A parte i punti attorno all'occhio, e la vista indebolita, ho avuto problemi con le vertebre cervicali che mi hanno fatto perdere sensibilità ai polsi e mi hanno impedito di lavorare sulla bici da crono. E si è visto subito nella cronosquadre iniziale dove abbiamo beccato 1'20". Non riuscivo a stare in posizione aerodinamica. Poi ho dovuto prendere antibiotici per parecchi giorni. Infine ho dovuto recuperare il tempo perduto".
Cosciente che i risultati ottenuti hanno diffuso delle perplessità tra il pubblico, il due volte vincitore del Giro ritiene tuttavia di avere "la coscienza a posto", visto il duro e provante allenamento al quale si è sottoposto prima del Tour, durante il quale ha percorso "40.000 metri di dislivello in salita in un mese".
Il varesino, non volendo attendere il prossimo anno, vuole tornare a vincere già dalle prossime corse nelle quali sarà in gara come Giro dell'Emilia, il Giro di Lombardia che rappresenteranno i suoi ultimi obiettivi stagionali. Per quanto riguarda la prossima stagione invece la scelta, non conoscendo ancora i percorsi ufficiali, non è stata ancora fatta ma è "possibile che faccia Giro e Tour se i percorsi non saranno troppo duri".
Inevitabile anche parlare di Vincenzo Nibali, che il varesino non considera assolutamente un rivale: "Non capisco perché per gli Schleck, essere in due col ruolo di leader costituisca un vantaggio e per me e Vincenzo no. C'è un rapporto chiarissimo fra di noi e una generazione di differenza. Vincenzo è il futuro. Posso pensare che più divento vecchio e più vado forte? Sarei uno stupido a mettermi in competizione. Lui è stato importante per il mio Giro 2010. Io potrei esserlo per lui di qui in avanti. Voglio dire: noi siamo gli Schleck d'Italia. L'unica differenza fra me e Vincenzo è che non siamo fratelli. Ma io potrei essere il valore aggiunto per lui al Giro e lui per me al Tour o viceversa".
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