23-11-2013, 09:22 PM
Bruyneel: lascio il ciclismo, ma non sono il diavolo
«Il doping è il risultato di un sistema che non va»
«La mia avventura nel ciclismo è finita. Ma non sappiate che non sono il diavolo». Saluta così Johan Bruyneel, il tecnico che ha guidato US Postal, Discovery Channel, Astana e RadioShack e che è stato accusato dalla USADA di essere a capo - insieme a Lance Armstrong - del più sofisticato, professionale e completo piano di frode sportiva attuato tramite il doping.
«Ci ho riflettuto molto - spiega Bruyneel in una intervista concessa a RTL Luxembourg - e ho deciso di chiudere qui con il ciclismo. Certo, la vita continua e ora deciderò quale sarà il mio futuro. Non penso di essere il diavolo, anche se la gente ormai pensa a me e ad Armstrong come dei malfattori, dopo la confessione di Lance. Ma soprattutto voglio dire che il problema del doping è dovuto ad un sistema malato e non mi sembra che le cose siano cambiate. Ora confido in Brian Cookson, ma non si passa facilmente dal giorno alla notte».
tuttobiciweb.it
«Il doping è il risultato di un sistema che non va»
«La mia avventura nel ciclismo è finita. Ma non sappiate che non sono il diavolo». Saluta così Johan Bruyneel, il tecnico che ha guidato US Postal, Discovery Channel, Astana e RadioShack e che è stato accusato dalla USADA di essere a capo - insieme a Lance Armstrong - del più sofisticato, professionale e completo piano di frode sportiva attuato tramite il doping.
«Ci ho riflettuto molto - spiega Bruyneel in una intervista concessa a RTL Luxembourg - e ho deciso di chiudere qui con il ciclismo. Certo, la vita continua e ora deciderò quale sarà il mio futuro. Non penso di essere il diavolo, anche se la gente ormai pensa a me e ad Armstrong come dei malfattori, dopo la confessione di Lance. Ma soprattutto voglio dire che il problema del doping è dovuto ad un sistema malato e non mi sembra che le cose siano cambiate. Ora confido in Brian Cookson, ma non si passa facilmente dal giorno alla notte».
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