19-11-2014, 12:32 PM
Quintana: «Troppi giocano solo a non perdere»
«Il Tour mi piace, ma non capisco il pavè»
Nairo Quintana sta cominciano a pensare al Tour 2015 e in generale alla nuova stagione.
«Il percorso della Grande Boucle mi piace - ha detto in una intervista a El Pais - ma non credo sia stato disegnato per me. Ci sono altri corridori, come Contador, Froome e Nibali per esempio, che hanno le mie stesse caratteristiche. È vero, ci sono pochi chilometri a cronometro, ma ci sono molte altre insidie come il pavé, del quale non approvo l'inserimento in una corsa a tappe. Se si tratta di una classica, bene, ma in un grande giro rischia di condizionare troppo la corsa per qualcuno».
Sulla stagione aggiunge: «Ho parlato con Unzue, gli ho spiegato le mie esigenze, ma la decisione finale resta sua: per questo dico che non so ancora se farò la Vuelta o il Giro. Se mi dicesse di correre in Italia, lo farei, anche se non sono molto convinto della scelta. Certo, il Giro è stato importante perché mi ha permesso di correre una grande corsa come leader unico della squadra, ed è stata la prima volta, per me, ma non sono convinto di tornarci».
Infine, una stoccata agli avversari: «Abbiamo visto troppe tappe di salita decise solo all'ultimo chilometro: prima si facevano strategie, si attaccava e si perdeva; adesso invece sembra che tutti pensino solo a non perdere e questo non mi piace».
tuttobiciweb.it
«Il Tour mi piace, ma non capisco il pavè»
Nairo Quintana sta cominciano a pensare al Tour 2015 e in generale alla nuova stagione.
«Il percorso della Grande Boucle mi piace - ha detto in una intervista a El Pais - ma non credo sia stato disegnato per me. Ci sono altri corridori, come Contador, Froome e Nibali per esempio, che hanno le mie stesse caratteristiche. È vero, ci sono pochi chilometri a cronometro, ma ci sono molte altre insidie come il pavé, del quale non approvo l'inserimento in una corsa a tappe. Se si tratta di una classica, bene, ma in un grande giro rischia di condizionare troppo la corsa per qualcuno».
Sulla stagione aggiunge: «Ho parlato con Unzue, gli ho spiegato le mie esigenze, ma la decisione finale resta sua: per questo dico che non so ancora se farò la Vuelta o il Giro. Se mi dicesse di correre in Italia, lo farei, anche se non sono molto convinto della scelta. Certo, il Giro è stato importante perché mi ha permesso di correre una grande corsa come leader unico della squadra, ed è stata la prima volta, per me, ma non sono convinto di tornarci».
Infine, una stoccata agli avversari: «Abbiamo visto troppe tappe di salita decise solo all'ultimo chilometro: prima si facevano strategie, si attaccava e si perdeva; adesso invece sembra che tutti pensino solo a non perdere e questo non mi piace».
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