[Manuel The Volder]

Il momento più difficile nello scrivere un libro, una poesia o un pensiero è sempre l'inizio.
Quella sindrome da foglio bianco che molto spesso ci frena ancor prima di cominciare una storia.
Ho voluto sconfiggere il demone del foglio bianco così, per scrivere il mio discorso di grazie al mito Cadel Evans, l'uomo che è diventato campione del Mondo senza toccare quella merda di doping.
Tutto è cominciato il giorno di San Valentino del 1977, quando mamma Helen da alla luce il primogenito Cadel, chiamato così per la discendenza Gallese del nonno visto che un Re di quel regno si chiamava così. La sua vita rischiava di finire già nel 1984, quando un cavallo lo colpì in testa e lo indusse in coma per 7 giorni.
La sua storia da corridore, oltre che per i successi, è leggendaria per la grande voglia e la superba grinta che ha messo in ogni singola pedalata. Un campione all'inizio sfortunato, che ha perso un Tour falsato da chi ha fatto il furbo per 23 secondi e l'anno dopo per un gioco di squadra della CSC sull'Alpe d'Huez. Senza dimenticarci di quell'infausta Vuelta 2009 dove per una banale foratura in cima a un colle ha visto svanire il sogno di vincere finalmente un grande giro. Fu così che 2 settimane dopo, nella sordina più totale riuscì a sconfiggere la sfortuna e a diventare campione del Mondo nella sua Mendrisio, dove vive assieme alla moglie Chiara.
Il grande trionfo di Cadel però ha data 23 Luglio 2011, il giorno in cui nella crono di Grenoble riesce a far suo il Tour de France a 34 anni. Col suo modo di correre grintoso e la sua correttezza sportiva ci e mi ha fatto innamorare del corridore Cadel, mentre con la sua voce da Stanlio e la sua gentilezza ha costruito un mito semplice, fatto da cose semplici e circondato da cose semplici. Sarai semplicemente un uomo del quale racconterò ai miei eventuali figli, sperando di rivederti ancora alle corse qualche volta

Grazie di tutto Cadel, è stato un piacere, un onore e un privilegio tifarti e seguirti in tutti questi anni, have a nice time mate