Domenica si concluderà la prima parte della campagna del nord, lasciando da parte i muri ed il pave' delle Fiandre per passare alle côtes delle Ardenne. E la chiusura sarà in bellezza: tra meno di 48 ore infatti andrà in scena la 110a edizione della Parigi-Roubaix, la Regina delle classiche. L'unica corsa al mondo di creare distacchi come una tappa di alta montagna, con la differenza che di metri di altitudine, qua, non ce n'è nemmeno l'ombra. Solo 27 settori di durissimo e spigoloso pave', situati uno dietro l'altro, in un massacrante countdown (i settori infatti sono numerati in ordine decrescente) che porterà il gruppo fino alla piccola cittadina di Roubaix. I più duri - e di consegeuenza i più noti - sono classificati dagli organizzatori come 5 stellette: si tratta dei terribili 2.400 metri della spettrale Foresta di Arenberg (settore 18), dei 3.000 metri di Mons-en-Pévèle (settore 10) e dei 2.100 metri del Carrefour de l'Arbre (settore 4).
Il favoritissimo non può che essere Fabian Cancellara, alla ricerca del suo terzo successo alla Roubiax dopo i due trionfi in solitaria del 2006 e del 2010. Con Tom Boonen e Alessandro Ballan costretti al divano di casa e i rivali di tante battaglie praticamente fuori dai giochi già prima della partenza (Pippo Pozzato e Thor Hushovd nr sono gli esempi), Fabian dovrà temere - oltre a se stesso - diversi giovani ed interessanti outsider, come Taylor Phinney, Lars Boom e Edvald Boasson Hagen, che cercheranno in ogni modo di sovvertire i pronostici.
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© RadioShack |
Fabian Cancellara (RadioShack-Leopard)
Dopo il Fiandre, si candida come favorito principale anche per la Parigi-Roubaix, alla ricerca di quel triplete Harelbeke-Fiandre-Roubaix che è riuscito a centrare solamente nell'anno d'oro del 2010. All'orizzonte non si vedono dei veri rivali: Boonen è stato costretto a dare forfait a causa della caduta di domenica scorsa, Sagan (che pure avrebbe fatto molta meno paura sui settori di pave') ha preferito rinunciare in vista delle Ardenne. Così la locomotiva di Berna si ritrova con tutti gli occhi di tutto il gruppo puntati addosso. Le cadute - senza conseguenze - degli ultimi due giorni non fanno presagire niente di buono, ma Fabian non può di certo farsi scappare la possibilità di conquistare la sua terza Roubaix e di ridurre le distanze con Tom Boonen (fermo a quota 4 dopo il successo dello scorso anno). |
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Boasson Hagen (Sky Procycling)
O la va, o la spacca. Nei giorni post-Fiandre il ds Knaven ha spiegato la debacle britannica con un virus che avrebbe debilitato i corridori durante il ritiro sul Teide. Boasson Hagen è certamente l'uomo di punta, un corridore che ha la stoffa del campione vero e che potenzialmente è in grado di tenere testa a anche a Cancellara. Ma il norvegese finora ha regalato più dubbi che certezze. Gli Sky però possono contare su due passisti d'eccezione come Geraint Thomas e Ian Stannard e su due uomini d'esperienza come Bernard Eisel e Matthew Hayman: in sostanza, tre uomini da potenziale podio e due che un piazzamento dovrebbero portarlo sicuramente a casa. Con così tante opzioni, non è proprio ammissibile fallire un'altra volta: sbagliare è umano, perseverare è diabolico. |
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Taylor Phinney (BMC Racing Team)
Il vero e proprio terzo incomodo, forse l'unico che ha le qualità per rompere le uova nel paniere di Fabian Cancellara. E per raccoglierne l'eredità. E' alla sua seconda partecipazione, dopo che nel 2012 arrivò 15°, ma ha già vinto due Parigi-Roubaix espoirs quando correva tra gli under 23. In quasi un mese ha attaccato il dorsale sulla schiena per sole tre occasioni (Sanremo, Gent ed Harelbeke), ma Phinney ha già dimostrato in passato - vedi Olimpiadi di Londra, con due 4° posti conquistati dopo essersi fermato 61 giorni prima - di essere in grado di preparare gli appuntamenti che contano anche senza dover correre.
In casa BMC si segnalano anche la presenza di uomini d'esperienza come Manuel Quinziato e Thor Hushovd, che possono risultare delle ottime spalle per il giovane ragazzo di Boulder. |
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© Blanco |
Lars Boom (Blanco Pro Cycling)
E' arrivata la sua occasione, il momento in cui deve scrollarsi di dosso l'etichetta del giovane dalle belle speranze e imporsi all'attenzione di tifosi ed addetti ai lavori. Altrimenti rischia di rimanere nel limbo delle eterne promesse. I suoi risultati sono in crescendo (12° nel 2011, 6° nel 2012), e nelle ultime uscite pare aver ritrovato l'ottimo colpo di pedale che aveva mostrato in Febbraio al Giro del Mediterraneo e al Tour de Haut Var. Quest'anno può davvero ambire (almeno) a salire sul podio. |
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Sébastien Turgot (Europcar)
Secondo a sorpresa lo scorso anno, dietro solo allo scatenato Boonen, è il nuovo coniglio uscito dal cappello del bravo Jean-René Bernaudeau. Quest'anno il suo avvicinamento alla Roubaix è stato migliore anche a quello dello scorso anno: 18° alla Omloop Het Nieuwsblad, 15° alla Milano - Sanremo, 12° alla Dwars door Vlaanderen, 10° ad Harelbeke, 8° al Fiandre e 12° alla Scheldeprijs. Una regolarità disarmante. Sarà difficile eguagliare o addirittura migliorare il podio del 2012, ma sicuramente le premesse perchè possa essere uno dei protagonisti di domenica prossima ci sono tutte. |
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© Lotto |
Jurgen Roelandts (Lotto-Belisol)
L'unico che al Fiandre ha cercato di sovvertire i pronostici, attaccando nel modo e nel momento giusto e conquistando alla fine un meritato 3° posto. La Roubaix non è proprio la stessa cosa, però correndo con la stessa determinazione e la stessa attenzione dimostrata domenica scorsa potrebbe riuscire a togliersi un'altra bella soddisfazione. Da sottolineare anche il fatto che la sua squadra, che si è comportata perfettamente cinque giorni fa, si adatta molto meglio alle strade della Regina delle classiche: passistoni come Sieberg, Bak, Debusschere e lo scatenato Greipel possono dare un appoggio ancor maggiore al proprio capitano rispetto al Fiandre. |
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Sylvain Chavanel (Omega Pharma-Quick Step)
Il principale sconfitto della domenica fiamminga, grazie alle sue qualità e alla sua brillante condizione erano in molti ad indicarlo come scheggia impazzita in grado di togliere la leadership a Boonen e magari d'inserirsi nel duello Cancellara-Sagan. I gradi di capitano gli ha ottenuti dopo neanche 20 km, ma non ha saputo sfruttare l'occasione: forse non è in grado di sopportare certe pressioni. La Roubaix si adatta peggio del Fiandre alle sue caratteristiche, e quando ha potuto disputarla senza doveri di gregariato (nel 2011) non è che abbia fatto una grande figura (38°, a 4'46'' da Van Summeren): ma la condizione non si perde da un giorno all'altro, e un buon piazzamento non è un miraggio.
Alla Omega Pharma, strigliata a dovere da Lefevere nei giorni scorsi, non mancano delle soluzioni alternative: Niki Terpstra, forte passista olandese, rappresenta sicuramente quella più pericolosa per Cancellara&co. |
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Juan Antonio Flecha (Vacansoleil-DCM)
Lo spagnolo della Vacansoleil si porta dietro un bagaglio d'esperienza enorme: alla soglia dei 36 anni (classe 1977), conta ben dieci partecipazioni alla Roubaix con - oltre ad innumerevoli piazzamenti - un 2° posto (2007, dietro al solo O'Grady) e due 3° (2005 e 2010, in entrambi i casi battuto nella volatina da Hincapie prima e da Hushovd poi). Non avrà lo smalto dei giorni migliori, ma se trova la giornata giusta può davvero essere un cliente scomodissimo. Tutto è possibile.
Gli olandesi potranno contare anche su di un altro nonnetto terribile, Björn Leukemans, che domenica scorsa, al Fiandre, ha chiuso al 18° posto. |
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Johan Van Summeren (Garmin-Sharp)
Vero specialista di questa corsa, ha già vinto la Roubaix, nel 2011, tra la sorpresa generale, visto che - fino a quel momento - non lo si era mai visto mettere fuori la testa dal gruppo. Ma chi lo conosce bene sa che Van Summeren sa interpretare alla perfezione la massacrante sequenza di settori in pave' che ogni anno vengono proposti. 20° al Giro delle Fiandre, dimostra che la gamba comincia a farsi calda: da non perdere mai di vista.
In casa Garmin possono offrire - sulla carta - una buona prestazione anche Tyler Farrar e Martijn Maaskant. |
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John Degenkolb (Argos-Shimano)
In questa prima parte di classiche il tedescone della Argos si è visto un po' a sprazzi, forse condizionato dall'infortunio al vasto mediale che lo ha colpito proprio ad una settimana dal via della Sanremo. Un 18° posto un po' al di sotto delle attese in Liguria, poi anonimo alla Gent e ad Harelbeke. E infine un bel 9° posto al Fiandre. E' già alla terza partecipazione alla Roubaix (19° nel 2011, 63° nel 2012), e sembra essere oramai maturo per ambire ad un posto tra i primi 10. |
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Filippo Pozzato (Lampre-Merida)
E' all'ultima vera e propria chance, alla ricerca di un risultato che possa salvare questo primo spezzone di stagione davvero disarmante. Dopo la bella vittoria al Trofeo Laigueglia, che faceva presagire ad una grande campagna del Nord, sono arrivati una sequela di risultati uno peggiore dell'altro: se alla Sanremo era mancato nel momento più importante, ad Harelbeke, alla Gent e soprattutto al Fiandre (44°, a quasi 5' da Cancellara) non è nemmeno mai entrato nel vivo della corsa. Ad oggi, una top 5 sarebbe già un lusso, una top 10 già - forse - un obiettivo più realistico.
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Luca Paolini (Katusha)
Lo si aspettava al Fiandre, la classica che più gli si adattava, e invece La Roubaix non è che sia proprio la sua corsa: in tre partecipazioni, due ritiri e un 11° posto (nel 2012). Un risultato certamente migliorabile già quest'anno, ma non sembra in grado di lottare per puntare a qualcosa di più grande di un buon piazzamento.
In casa Katusha farà corsa parallela Alexander Kristoff, che si trova in un ottimo momento di forma e che si candida come possibile erede del connazionale Hushovd. |
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Heinrich Haussler (IAM Cycling)
Questa prima parte di stagione ci ha regalato un Haussler quasi ritrovato: certo, ancora non è ai livelli dei tempi della Cérvelo e chissà se lo sarà mai, ma il 13° posto della Sanremo, il 4° della Gent e il 6° del Fiandre ci restituiscono quantomeno un corridore degno di lottare con i migliori per le grandi classiche del ciclismo internazionale. La Roubaix non è una corsa che si adatta benissimo alle sue caratteristiche: "solo" un 7° posto, proprio nel 2009, come miglior risultato, poi tanti piazzamenti over top 20. Entrare tra i 10/15 sarebbe già un ottimo segnale.. |
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Matthieu Ladagnous (FDJ)
Dalla FDJ potrebbe saltar fuori la sorpresa della Roubaix 2013: lo scorso anno 12° (suo miglior risultato), quest'anno ha dimostrato grande regolarità lungo le strade del Nord facendo segnare un 8° posto alla Driedaagse van West-Vlaanderen, un 22° ad Harelbeke e - soprattutto - un 6° posto alla Gent e un 5° al Fiandre. In casa Madiot non se la passano male però nemmeno Yohann Offredo, attivissimo allo scorso Giro delle Fiandre, e il giovane (classe '90) passista Johan Le Bon, 4° alla Driedaagse van West-Vlaanderen e 5° alla Tre Giorni di La Panne. |
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Sebastian Langeveld (Orica-GreenEdge)
Più adatto a percorsi mossi, l'olandese classe 1985 resta comunque l'unico in grado di ottenere un buon piazzamento in casa Orica. Il 5° posto ad Harelbeke e il 10° al Fiandre fanno ben sperare, e il 26° posto realizzato nel 2011 è facilmente migliorabile: ma già una top 10 sarebbe un lusso.
Gli australiani possono contare anche sul vecchio Stuart O'Grady, vincitore dell'edizione 2007 che domenica sarà forse più utile come consulente che come corridore. |
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© Liquigas |
Macej Bodnar (Cannondale Pro Cycling)
Dopo tante energie spese (molto bene) per Peter Sagan, il polacco della Cannondale disporrà di una giornata di libertà e domenica potrà quindi provare a giocarsi le sue carte. Tra il correre da gregario al correre da capitano c'è un abisso, ma Bodnar ha dimostrato un'ottima gamba e un piazzamento tra i primi 20/30 non è di certo utopia. Anche Fabio Sabatini, molto a suo agio al Nord, potrebbe provare a fare la corsa. |