Oscar Freire ha appeso la "Bici al chiodo"
Lo spagnolo premiato a Campagnola Emilia
La 12^ edizione di BICI AL CHIODO – 37° incontro ex Corridori - di domenica 27 gennaio ha confermato il crescente successo che la bella manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale ex Corridori Ciclisti riscuote di anno in anno.
Oltre 420 commensali si sono ritrovati al Centro Sociale di Campagnola Emilia, nei pressi di Reggio Emilia, con una capace palestra trasformata in un vastissimo ristorante con apprezzata cucina e efficiente servizio ai tavoli con, alle pareti, le gigantografie di grandi attori del ciclismo in significativi momenti della loro carriera.
Al simbolico chiodo Oscar Freire Gomez ha appeso, oltre alla bicicletta, le sue tre maglie iridate e la serie di successi che ha inanellato nella sua splendida carriera. Lo spagnolo, accompagnato dalla moglie e dai due figli, è rimasto quasi meravigliato e sorpreso dalle manifestazioni d’affetto che gli sono state riservate.
Il premio alla carriera è andato a Daniele Nardello, grande amico nello sport e anche nella vita di Freire, al veterano trentino Alessandro Bertolini con venti anni di carriera fra i professionisti e, per i grandi-ex, a Aldo Moser, il capostipite ciclistico della famiglia Moser che tanto ha – e sta dando – al ciclismo italiano.
E’ toccato al torinese Paolo Viberti, “firma” di Tuttosport il premio riservato alla stampa mentre al collega, giornalista Rai e con trascorsi in altri ruoli importanti del ciclismo come il servizio di Radioinformazioni F.C.I., il bolognese Mino Farolfi, è stato assegnato il premio Adriano De Zan. Un nome che lo ricollega anche al padre, Guerrino, dapprima buon corridore dilettante, conosciuto anche come “la gazzella della Raticosa”, e poi sempre al fianco di De Zan e altri telecronisti Rai del ciclismo.
A proposito di Rai è stato apprezzato l’intervento del vice direttore di RaiSport Auro Bulbarelli che ha anche firmato dediche per un notevole numero di copie del suo apprezzato libro “Fiorenzo Magni – il terzo uomo”.
Il premio Fabio Saccani, in ricordo del grande appassionato e bravo motociclista tragicamente scomparso sulle strade del Giro d’Italia 2009, per i giovani emergenti è andato ai giovani Emanuele D’Alessandro, Roberto Giacobazzi e Dalia Muccioli. A consegnare il riconoscimento i figli Andrea e Stefano.
E’ comprensibile l’impossibilità di ricordare i presenti. Un nome per tutti per unanimità d’affetto e apprezzamento. E’ quello di Alfredo Martini. E qui basta la parola.
Altre maglie arcobaleno erano quelle di Vittorio Adorni, Francesco Moser, Giuseppe Beghetto, Giordano Turrini e altre iridate o medaglie olimpiche delle specialità a squadre.
Era come essere fra le pagine di un album di figurine.
Fra gli amici del ciclismo Tarcisio Persegona, Luigi e Gianna Gazzini e altri grandi appassionati di varie parti.
Bella anche l’iniziativa dell’appello, nome per nome, di tutti i presenti chiamati dal microfono di Bruno Ronchetti e accomunati da un unico e grande applauso. Divertente pensare che quello dedicato a Pierino Gavazzi si sia prolungato idealmente fino all'Argentina per coinvolgere il figlio Mattia, tornato al successo dopo un periodo difficile.
Soddisfazione per l’impegno e il lavoro del presidente Giampaolo Tedeschi e dei suoi collaboratori che hanno trovato riscontro nelle parole della sindaca Paola Baraldi, dei rappresentanti di tutti gli ordini pubblici istituzionali che patrocinano la manifestazione e di Mauro Pironti, presidente del Centro Sociale di Campagnola. Era la “giornata della memoria” e il ricordo del nome di Gino Bartali ha perfettamente sintetizzato la memoria civile e quella sportiva. E ricordare è giusto, doveroso e bello pure.
Giuseppe Figini - tuttobiciweb.it