30-12-2013, 12:20 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 30-12-2013, 12:21 PM da Hiko.)
GIRONE B
Leggenda del girone: Luigi Ganna. Originario di un'umile famiglia contadina del varesotto, Luison è il pioniere del ciclismo italiano. Comincia a correre in bici nel 1905 per sfuggire alla povertà. Nel 1909 vince la Milano-Sanremo e soprattutto il primo Giro d'Italia della storia. Nella prima edizione della corsa rosa si aggiudica tre tappe e batte la concorrenza dei ben più famosi Gerbi, Galetti e Rossignoli. Negli anni successivi vince ancora tappe al Giro e altre neonate corse italiane, ma la Grande Guerra lo costringerà ad appendere la bici al chiodo. Al termine della carriera inizia a costuire biciclette che portano il suo nome.
Fenomeno del girone: Federico Martin Bahamontes, lo scavalca-montagne. Uno dei più grandi scalatori che il ciclismo ricordi fonda le sue fortune sul Tour del France, a cui partecipò 10 volte, con tre podi, sette tappe e soprattutto ben sei classifiche dei GPM (record battuto solo da Virenque nel 2004). Il suo anno di grazia è il 1959: vinse la maglia gialla finale (primo spagnolo a riuscirvi) distanziando i suoi avversari francesi, Anquetil, Anglade e Riviere, nella cronoscalata del Puy-de-Dome e nella tappa con arrivo a Grenoble, nella quale trovò la collaborazione di un altro grande scalatore dell'epoca, Charly Gaul.
Divo del girone: Mario Cipollini. Protagonista sulla bici (42 tappe al Giro, 12 al Tour, un Mondiale, una Sanremo e molto altro...), ma anche giù dalla bici per i suoi atteggiamenti da duro, le sue dichiarazioni mai banali, il suo modo di fare da istrione e i suoi look esuberanti. Un campione che, insieme a Marco Pantani, ha saputo avvicinare l'Italia al ciclismo come solo pochi altri hanno fatto.
Controverso del girone: Gianni Motta. Talento purissimo, passa prof a 21 anni e subito si mette in mostra al Giro d'Italia vincendo una tappa e al Lombardia dominato in solitaria. L'anno successivo va al Tour e arriva terzo alle spalle di un altro giovane campione italiano, Felice Gimondi, col quale avrà nei primi anni di carriera una rivalità capace di infiammare l'Italia. Il '66 è l'anno della consacrazione del corridore della Molteni, che vince il Giro davanti a Zilioli e Anquetil. L'anno dopo, a soli 24 anni, coincise con l'inizio declino di Motta a causa di una vita non sempre d'atleta e un grave infortunio alla gamba sinistra.
Leggenda del girone: Luigi Ganna. Originario di un'umile famiglia contadina del varesotto, Luison è il pioniere del ciclismo italiano. Comincia a correre in bici nel 1905 per sfuggire alla povertà. Nel 1909 vince la Milano-Sanremo e soprattutto il primo Giro d'Italia della storia. Nella prima edizione della corsa rosa si aggiudica tre tappe e batte la concorrenza dei ben più famosi Gerbi, Galetti e Rossignoli. Negli anni successivi vince ancora tappe al Giro e altre neonate corse italiane, ma la Grande Guerra lo costringerà ad appendere la bici al chiodo. Al termine della carriera inizia a costuire biciclette che portano il suo nome.
Fenomeno del girone: Federico Martin Bahamontes, lo scavalca-montagne. Uno dei più grandi scalatori che il ciclismo ricordi fonda le sue fortune sul Tour del France, a cui partecipò 10 volte, con tre podi, sette tappe e soprattutto ben sei classifiche dei GPM (record battuto solo da Virenque nel 2004). Il suo anno di grazia è il 1959: vinse la maglia gialla finale (primo spagnolo a riuscirvi) distanziando i suoi avversari francesi, Anquetil, Anglade e Riviere, nella cronoscalata del Puy-de-Dome e nella tappa con arrivo a Grenoble, nella quale trovò la collaborazione di un altro grande scalatore dell'epoca, Charly Gaul.
Divo del girone: Mario Cipollini. Protagonista sulla bici (42 tappe al Giro, 12 al Tour, un Mondiale, una Sanremo e molto altro...), ma anche giù dalla bici per i suoi atteggiamenti da duro, le sue dichiarazioni mai banali, il suo modo di fare da istrione e i suoi look esuberanti. Un campione che, insieme a Marco Pantani, ha saputo avvicinare l'Italia al ciclismo come solo pochi altri hanno fatto.
Controverso del girone: Gianni Motta. Talento purissimo, passa prof a 21 anni e subito si mette in mostra al Giro d'Italia vincendo una tappa e al Lombardia dominato in solitaria. L'anno successivo va al Tour e arriva terzo alle spalle di un altro giovane campione italiano, Felice Gimondi, col quale avrà nei primi anni di carriera una rivalità capace di infiammare l'Italia. Il '66 è l'anno della consacrazione del corridore della Molteni, che vince il Giro davanti a Zilioli e Anquetil. L'anno dopo, a soli 24 anni, coincise con l'inizio declino di Motta a causa di una vita non sempre d'atleta e un grave infortunio alla gamba sinistra.