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Culture & Cycling Tournament - Finalissima Bartali vs Coppi
#35
Gli altri del Girone B:

Learco Guerra: il suo soprannome, "Locomotiva umana", dice tutto: eccezionale passista, fu molto popolare e amato dai tifosi. Vinse, tra le altre cose, il Giro d'Italia 1934 (aggiudicandosi anche dieci tappe), la Milano-Sanremo 1933 e il Giro di Lombardia 1934. Nel suo palmares figura anche il Campionato del Mondo 1931, nell'unica edizione in cui il titolo fu assegnato con una gara a cronometro di 170 chilometri.

Raphael Géminiani: l'ho già nominato un paio di volte per fatti extraciclistici: avvertì Kubler che il Ventoux è un monte infernale, ma lo svizzero non lo ascoltò. Avvertì i medici della malaria di Coppi (contratta dal francese in Burkina Faso, dove si trovava insieme proprio a Coppi) ma essi non lo ascoltarono. Dal punto di vista sportivo fu un ottimo corridore da corse a tappe vincendo due volte la classifica scalatori al Giro e una volta al Tour. Fu il primo a concludere nei primi dieci tutti e tre i GT nello stesso anno, ma non riuscì mai ad aggiudicarsene uno.

Gosta Pettersson: forse il più forte dei (pochi) corridori svedesi. La sua vittoria più importante è sicuramente il Giro d'Italia 1971, ma riuscì ad arrivare terzo al Tour de France 1970, unico svedese mai salito sul podio al Tour, e alla Milano-Sanremo 1971.

Luis Herrera: aspettando Quintana è lui l'unico colombiano ad essersi imposto in un GT, alla Vuelta 1987. Vinse la classifica scalatori di tutti e tre i Grandi Giri e si impose su salite importanti come l'Alpe d'Huez, le Tre Cime di Lavaredo e Lagos de Covadonga. Fece suoi anche due Giri del Delfinato.

Charly Mottet: ciclista completo caratterizzato da un fisico minuto, forte a cronometro (suoi tre Gran Prix des Nations), vinse alcune classiche soprattutto in Italia tra cui un Giro di Lombardia e brevi corse a tappe importanti. Gli mancò l'acuto in un Grande Giro, giungendo secondo dietro a Gianni Bugno al Giro 1990 e con alcuni piazzamenti al Tour.

Jan Ullrich: penso che lo conosciate praticamente tutti, sembrava avviato ad una carriera da dominatore e invece è ricordato come l'eterno secondo, nonostante abbia vinto un oro olimpico, un Tour e una Vuelta. Godefroot (direttore della Telekom) diceva di lui: "Avesse la testa di Zabel, sarebbe un nuovo Merckx".
 
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RE: Culture & Cycling - Chi sarà il più importante di tutti i tempi? - da Paruzzo - 30-12-2013, 01:51 PM

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