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05-12-2010, 03:19 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-02-2011, 02:20 PM da SarriTheBest.)
Auto travolge ciclisti, sette i morti: falciati durante manovra di sorpasso
L'incidente stradale è avvenuto in tarda mattinata sulla statale 18 in località Sant'Eufemia di Lametia Terme in provincia di Catanzaro
ROMA - Sette ciclisti sono morti a Lamezia Terme travolti da un'auto. Il gravissimo incidente è avvenuto in località Marinella a Sant'Eufemia.
Ci sono anche tre feriti gravi nell'incidente. Due sono stati ricoverati nell'ospedale di Lamezia Terme ed uno, il più grave, a Catanzaro. Alla guida dell'auto c'era un cittadino marocchino. L'extracomunitario, dopo avere investito i ciclisti, ha perso il controllo della vettura (una Mercedes) ed è finito fuori strada, rimanendo ferito. C'é anche un bambino di dieci anni tra i feriti dell'incidente: il piccolo è il figlio del marocchino che era alla guida dell'auto. Il bambino è stato portato in ospedale per accertamenti, ma le sue condizioni non sono gravi.
Stava effettuando una manovra di sorpasso il marocchino. La Mercedes condotta dal marocchino, che viaggiava a velocita' elevata, durante il sorpasso, ha incrociato frontalmente il gruppo di ciclisti, che viaggiavano in direzione opposta e non ha avuto il tempo di frenare. Le conseguenze dell'impatto, di conseguenza, sono state devastanti.
E' piantonato in ospedale, in stato di arresto, il marocchino. E' accusato di omicidio colposo plurimo. L'arresto é stato disposto dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme.
VITTIME TUTTE DI LAMEZIA TERME - Tra i sette ciclisti morti stamani a Lamezia Terme dopo essere stati investiti da un'auto in fase di sorpasso, c'é anche il titolare di una palestra del quartiere Sambiase di Lamezia Terme. Si tratta di Fortunato Bernardi, che gestiva la palestra Atlas. Gli altri componenenti del gruppo, tutti di Lamezia Terme, erano ciclisti amatoriali. Tra loro c'era anche un avvocato.
ANSA
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. . . evito commenti poichè potrei essere volgare e/o offendere le idee di qualcuno...
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c'è da aggiungere un'altra cosa, il marocchino che ha investito i ciclisti dagli esami che gli hanno fatto era drogato e per di più senza patente da 7 mesi perchè ritirata per un sorpasso azzardato, che dire, siamo stufi di questa gente ormai.
P.s, i morti salgono a 8.
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Evito commenti poichè potrei essere volgare e offendere le idee di qualcuno.
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Sì, l'ho letto solo adesso. Roba dell'altro mondo!
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Una delle vittime è lo zio di Felice Natalino, che Venerdì ha esordito titolare in Serie A contro la Lazio. Incredibile notizia, oramai i ciclisti non possono più avere sicurezza...
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Comitato Regionale Calabria, lacrime e una domanda pesante
Appena è giunta la tragica notizia dell’incidente stradale mortale di Lamezia Terme, che ha coinvolto un gruppo di ciclisti amatori, Mimmo Bulzomì, presidente della Federciclismo Calabria, ha interrotto l’annuale cerimonia di premiazione degli atleti che si stava svolgendo proprio a pochi chilometri dal fatale impatto. “Un drammatico episodio - ha dichiarato il presidente Mimmo Bulzomì - che ci fa riflettere sull’importanza della sicurezza in strada per l’attività ciclistica. In tutta la Calabria non esiste una struttura che permette, ai tanti atleti, di poter praticare ciclismo. Le ripetute lamentele fatte dal nostro Comitato, a tutela della salute e per la sicurezza dei ciclisti, non sono mai state accolte. Oggi alcune famiglie piangono i loro cari, la grande famiglie che è la Federazione ciclistica calabrese tutta, è vicina loro nel dolore. Perché bisogna aspettare le tragedie per sensibilizzarsi alla sicurezza sportiva?” (Federazione ciclistica italiana
- Comitato Regionale Calabria)
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Domani funerali congiunti allo stadio. Il cordoglio di Napolitano
Lamezia Terme (Catanzaro) - domenica 5 dicembre 2010 - Una città sgomenta e piena di dolore, ma non di rabbia, quella che si è svegliata stamani e che si è stretta attorno ai familiari dei sette cicloamatori morti ieri, travolti da un'auto lungo la statale 18. A Lamezia Terme occhi lucidi sui volti di tutti, amici e parenti, ma anche gente comune, che in queste ore stanno affollando lo spazio antistante l'obitorio e che domani porteranno il loro ultimo saluto in occasione dei funerali collettivi in programma alle 11.30 nello stadio comunale, presieduti dal vescovo della Diocesi, Luigi Antonio Cantafora.
Una città che oggi ha ricevuto il messaggio di cordoglio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che, tramite il sindaco Gianni Speranza, ha rivolto ''all'intera comunità di Lamezia Terme la solidarietà di tutto il Paese''. ''Sono stato profondamente colpito - ha scritto Napolitano - dalla notizia del tragico incidente stradale in cui hanno perso la vita sette suoi concittadini e altri tre sono rimasti gravemente feriti. In questa triste circostanza esprimo sentimenti di commossa ed affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e di solidale vicinanza ai feriti''.
Dopo l'obitorio, dal tardo pomeriggio, il cordoglio si è spostato nella camera ardente allestita nella chiesa di San Giovanni Battista di Calabria dove ci sarà una veglia di preghiera. Domani anche lutto cittadino, con negozi e scuole chiuse.
Tra i tanti che affollano l'obitorio ci sono gli amici con la stessa passione, quella del ciclismo, e che, per un caso fortuito, sono scampati alla tragedia. Come Antonio Fiumara che domenica aveva deciso di non partire a causa della pioggia. Dai suoi occhi traspare tutto il dolore di chi ha perso una parte della propria vita ma, nello stesso tempo, non c'è voglia di vendetta ne l'intenzione di voler colpevolizzare un'intera comunità, quella marocchina, a cui appartiene l'investitore, il 21enne Chafik El Ketani. Nelle sue parole c'è tanto dolore e, nello stesso tempo rassegnazione. ''Era destino'', ripete quasi a voler convincere per prima se stesso.
Anche nelle parole di Gino Caligiuri, del gruppo ciclisti di Vena di Maida, non c'è desiderio di vendetta: ''Non è una questione di marocchino o meno - afferma mentre non riesce a trattenere le lacrime - Episodi come questi possono capitare a chiunque. In ogni comunità ci sono i buoni ed i cattivi e non è una questione di razza''.
Lamezia, oggi, è come se si fosse fermata, rallentando la sua attività frenetica, riflettendo sulla tragedia che in modo cruenta le si è abbattuta addosso. ''La città - dice un ragazzo, conoscente di una delle vittime - soffre per i suoi figli e lo fa insieme alle madri che in queste ore stanno dando l'ultimo saluto a chi hanno cullato, tenuto in braccio e aiutato a crescere. E' un dolore che trafigge vedere un madre che piange il proprio figlio''. E mentre lo dice, dal corridoio dell'obitorio si sente il grido straziante di una donna: ''Perchè sono ancora qui? Perché lui e non io? Non e' giusto. Doveva godersi i propri figli, vederli crescere''.
Quegli stessi figli che adesso piangono il padre. ''Per loro - dice con gli occhi arrossati un semplice cittadino venuto a dare le sue condoglianze - sarà un Natale di tristezza e dolore. Non potranno più farsi accompagnare a scuola o gioire per un esame all'università. E anche le mogli ... E' uno strazio vederle mentre abbracciano le foto incorniciate su cui tratteggiano col dito i volti dei mariti. Da quelle foto traspare la speranza per un futuro tutto da scrivere. Un futuro che, invece, è stato spazzato via in un attimo''.
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donna+macchina+cellulare....
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STRAGE LAMEZIA - L'investitore scrive ai familiari delle vittime
Lamezia Terme (Catanzaro) - mercoledì 5 gennaio 2011 - Chafik El Katani, il marocchino di 21 anni, che il 5 dicembre 2010 travolse ed uccise a bordo di un'auto sette cicloamatori sulla statale 107, ferendone altri tre, a Lamezia Terme, ha scritto una lettera ai familiari delle vittime.
Nella lettera, inviata a New Mediaset, l'agenzia delle reti Mediaset, che ne ha diffuso il testo, il giovane parla di «tragica fatalita». «In questi giorni di festa in cui si sente il bisogno dell'affetto e della vicinanza dei proprio cari - scrive - il mio pensiero è rivolto alle famiglie che a causa di una tragica fatalità sono state all'improvviso private dei propri figli, mariti e padri».
Chafik El Katani, che viveva con la famiglia a Gizzeria (Catanzaro) dove risiede una folta comunità di marocchini dediti al commercio ambulante, è risultato positivo al test sugli stupefacenti anche se lui ha negato di aver assunto droga quella mattina.
«Anche la mia vita e quella della mia famiglia - scrive il giovane - si sono fermate a quella domenica e sono rimaste sospese dinanzi all'immenso dolore che senza volere ho cagionato. Anche se chiedessi e ottenessi il vostro perdono, sento di non potermi mai più liberare di quel tremendo ricordo».
L'avvocato di El Katani annuncia ricorso al tribunale del Riesame per la scarcerazione del ragazzo. Quando vennero celebrati i funerali dei sette ciclisti morti la Questura di Catanzaro sconsigliò alla comunità marocchina di partecipare ai funerali mentre tutta Lamezia si stringeva attorno alle famiglie dei cicloamatori.
Chafik, nella lettera, augura ai familiari delle vittime «la forza per andare avanti e guardare al futuro. Quella stessa forza che io sento di non possedere più».
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