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Debusschere e la tenda iperbarica: il nonsense dell'antidoping
#1
Debusschere e la tenda iperbarica: il nonsense dell'antidoping
Controlli antidoping ad ogni ora, passaporto biologico, reperibilità, codice etico e lista dei farmaci dopanti. E poi ancora una Commissione Antidoping, il CIRC, l'MPCC eccetera, eccetera, eccetera... TUTTO INUTILE.

La lotta al doping, nel ciclismo, si è trasformata in una guerra di divieti e di sigle senza che le regole venissero uniformate e razionalizzate. Succede così che oggi basta una foto postata su Twitter per ridicolizzare tutte le politiche antidoping.

[Immagine: debu.jpg]

Il corridore è il 25enne belga Jens Debusschere della Lotto Soudal (team che ha aderito all'MPCC), fresco vincitore della seconda tappa della Tirreno-Adriatico.

La foto riprende la sua camera da letto nella quale il belga ha montato una tenda iperbarica nuova di zecca per preparare i prossimi obiettivi.

La tenda iperbarica, attraverso un compressore, permette di replicare in qualsiasi luogo le condizioni che si incontrano in altura stimolando così la produzione di globuli rossi. Una pratica lecita in tutto il mondo, già utilizzata da tanti campioni ma considerata doping solo in Italia.

E già c'è chi si scandalizza. Gli stessi che applaudono la vita in Colombia, a 2500 metri sul livello del mare, di Nairo Quintana o i ritiri in altura di Vincenzo Nibali. Ancora una volta il problema sta in chi per anni ha dato vita ad una autentica caccia alle streghe il cui obiettivo non è mai stato quello di "fare pulizia" ma solo quello di creare figli e figliastri, favoriti e vittime sacrificali.

La tenda iperbarica è uno strumento lecito, almeno quanto lo è un ritiro in altura o quanto lo era l'ozonoterapia praticata ad Alessandro Ballan mentre era infortunato e lontano dalle competizioni o, ancora, quanto lo era la pomata per cui è stato messo alla gogna Stefano Agostini.

La provocazione di Jens Debusschere è forte ma, stante quanto previsto dal regolamento Wada, il belga fa bene ad usufruirne senza alcuna ipocrisia. Esattamente come fanno tutti gli altri sportivi impegnati nelle altre discipline e nelle altre nazioni vicine e lontane dall'Italia...

Scritto da Andrea Fin per Ciclismoweb.net
 
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#2
La voglio Shifty
 
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#3
Non sarà proibita per legge, ma è evidente che sta roba con lo sport non ha nulla a che fare. Oltre alla stupidità di Debusschere questa vicenda dimostra come la lotta al doping è persa in partenza, i corridori vivono costantemente al limite dei regolamenti, se c'è una pratica che ancora non è proibita loro ci si tuffano immediatamente, non importa se non è particolarmente efficace o è immorale. Poi vanno in giro a lamentarsi perché sono perseguitati.
C'è un bel commento su Cyclingpro che si può riassumere con questo concetto: se accetti l'idea di dormire in una tenda che ti cambia l'atmosfera, quanto ci vuole a fare il passo successivo? Io credo che la migliore arma contro qualsiasi violazione sia l'idea che quella cosa è sbagliata, poi puoi punire, fare nuove regole, inasprire le pene, ma serve a poco quando è così facile superare il primo limite morale
 
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