08-10-2016, 02:33 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08-10-2016, 08:13 PM da SarriTheBest.)
Doha 2016, Pozzato: «Se fossi in Cassani mi farei correre»
Il vicentino si racconta alla Gazzetta dello Sport
L’ha sempre detto anche il diretto interessato – Filippo Pozzato -: la maglia azzurra è una mia seconda pelle, niente mi dà più emozione. Lo sa perfettamente anche il Ct Davide Cassani, che al vicentino ha parlato chiaro: «Ti porto a Doha come riserva, perché servi a fare gruppo. Perché la tua esperienza è utile al gruppo». E poi non si sa mai lo aggiungiamo noi, perché una volta che sei lì, può sempre tornare utile, Pippo Pozzato.
Oggi Claudio Ghisalberti, su La Gazzetta dello Sport, l’ha intercettato. E dalle parole di Pippo sono emerse chiare come acqua di ruscello il suo amore per una maglia azzurra che è molto, tanto, forse persino troppo. «È una maglia che vesto fin da bambino, la prima volta nel 1996 alla mini Olimpiade di Lisbona. Questa maglia per me è tutto, è lo scudetto sul cuore. Lo so che sembra una cosa melensa e che io sono considerato un superficiale, ma il mio è un sentimento vero. Ho solo un rammarico, quello che probabilmente finirò la carriera senza la maglia iridata. Il Mondiale 2010 in Australia l’ho proprio buttato via».
Poi parla di se, del suo attuale stato di forma: «Sto bene, sono tranquillo – dice a Ghisalberti il corridore veneto- . Oggi (ieri, ndr) ho fatto quasi cinque ore d’allenamento, poi sono andato alla Wilier dove mi hanno consegnato la nuova bici (la Cento10Air con una colorazione speciale, ndr). Stupenda. La mia condizione è in crescendo. Nelle ultime gare ero sempre lì, però conta vincere. Alla Tre Valli Varesine ho preso la salita in ultima posizione perché quando c’è stato l’incidente del motociclista ho tirato i freni. Al Beghelli potevo chiudere sull’ultima curva, ma non l’ho fatto e Guarnieri con un altro è passato. Preferisco non rischiare».
Sul perché non rischia più lo spiega direttamente il diretto interessato senza tanti giri di parole. «Sono sempre stato una “fighetta”, non ho mai rischiato nulla. Ora, però, vedo corridori che osano troppo. Per me molti si prendono rischi folli, sono poco intelligenti. Ma se dico qualcosa, mi rispondono che sono vecchio».
E sul mondiale che andremo a correre? «Più vento ci sarà, meglio sarà per noi – dice -. Con il vento, quel percorso diventa più duro che con quattromila metri di dislivello. Noi siamo una squadra forte e capace, tutti i mei compagni si sanno muovere bene in quelle condizioni. Senza vento, invece, sarà un percorso velocissimo. Noi negli ultimi chilometri siamo i più forti, nessuno può fare un treno come il nostro. Il problema sarà prima perché per me Boonen e amici faranno bagarre dal via. E se rompono il gruppo in 20-25 buoni, chiudere è dura. Anzi, pensavo una cosa...»
Ultima domanda: fosse Cassani, farebbe correre Pozzato? «Sì. Perché ho condizione ed esperienza. In più sento il Mondiale — una corsa che non s’inventa — come pochi. So correre con il vento in faccia e posso aiutare in volata. E se viene fuori un gruppetto sono anche pericoloso. Però chi lasci fuori per far correre Pozzato?». Appunto, chi lasci fuori per far correre Pozzato.
a cura della redazione di tuttobiciweb.it
Il vicentino si racconta alla Gazzetta dello Sport
L’ha sempre detto anche il diretto interessato – Filippo Pozzato -: la maglia azzurra è una mia seconda pelle, niente mi dà più emozione. Lo sa perfettamente anche il Ct Davide Cassani, che al vicentino ha parlato chiaro: «Ti porto a Doha come riserva, perché servi a fare gruppo. Perché la tua esperienza è utile al gruppo». E poi non si sa mai lo aggiungiamo noi, perché una volta che sei lì, può sempre tornare utile, Pippo Pozzato.
Oggi Claudio Ghisalberti, su La Gazzetta dello Sport, l’ha intercettato. E dalle parole di Pippo sono emerse chiare come acqua di ruscello il suo amore per una maglia azzurra che è molto, tanto, forse persino troppo. «È una maglia che vesto fin da bambino, la prima volta nel 1996 alla mini Olimpiade di Lisbona. Questa maglia per me è tutto, è lo scudetto sul cuore. Lo so che sembra una cosa melensa e che io sono considerato un superficiale, ma il mio è un sentimento vero. Ho solo un rammarico, quello che probabilmente finirò la carriera senza la maglia iridata. Il Mondiale 2010 in Australia l’ho proprio buttato via».
Poi parla di se, del suo attuale stato di forma: «Sto bene, sono tranquillo – dice a Ghisalberti il corridore veneto- . Oggi (ieri, ndr) ho fatto quasi cinque ore d’allenamento, poi sono andato alla Wilier dove mi hanno consegnato la nuova bici (la Cento10Air con una colorazione speciale, ndr). Stupenda. La mia condizione è in crescendo. Nelle ultime gare ero sempre lì, però conta vincere. Alla Tre Valli Varesine ho preso la salita in ultima posizione perché quando c’è stato l’incidente del motociclista ho tirato i freni. Al Beghelli potevo chiudere sull’ultima curva, ma non l’ho fatto e Guarnieri con un altro è passato. Preferisco non rischiare».
Sul perché non rischia più lo spiega direttamente il diretto interessato senza tanti giri di parole. «Sono sempre stato una “fighetta”, non ho mai rischiato nulla. Ora, però, vedo corridori che osano troppo. Per me molti si prendono rischi folli, sono poco intelligenti. Ma se dico qualcosa, mi rispondono che sono vecchio».
E sul mondiale che andremo a correre? «Più vento ci sarà, meglio sarà per noi – dice -. Con il vento, quel percorso diventa più duro che con quattromila metri di dislivello. Noi siamo una squadra forte e capace, tutti i mei compagni si sanno muovere bene in quelle condizioni. Senza vento, invece, sarà un percorso velocissimo. Noi negli ultimi chilometri siamo i più forti, nessuno può fare un treno come il nostro. Il problema sarà prima perché per me Boonen e amici faranno bagarre dal via. E se rompono il gruppo in 20-25 buoni, chiudere è dura. Anzi, pensavo una cosa...»
Ultima domanda: fosse Cassani, farebbe correre Pozzato? «Sì. Perché ho condizione ed esperienza. In più sento il Mondiale — una corsa che non s’inventa — come pochi. So correre con il vento in faccia e posso aiutare in volata. E se viene fuori un gruppetto sono anche pericoloso. Però chi lasci fuori per far correre Pozzato?». Appunto, chi lasci fuori per far correre Pozzato.
a cura della redazione di tuttobiciweb.it