Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Doping, valori sballati per Matteo Rabottini - Due anni di squalifica per Rabottini
#1
MATTEO RABOTTINI VALORI SBALLATI, FUORI DALLA NAZIONALE
Era nella lista dei sedici di Davide Cassani

DOPING | Un comunicazione di poche righe, asciutte ma che hanno l'effetto di un pugno nello stomaco. Tre righe di comunicato stampa, ad opera dell'ufficio stampa della Federazione Ciclistica Italiana. Matteo Rabottini fuori dalla nazionale. Ecco il comunicato:

«A seguito della comunicazione dell’UCI pervenuta oggi via email alle ore 17.18 della sospensione cautelare nei confronti dell’atleta Matteo Rabottini (Neri Sottoli Yello Flou) comunichiamo che lo stesso è da ritenersi immediatamente fuori dalla rosa della Squadra Nazionale».

Il corridore è risultato positivo all’Epo in un test fuori competizione del 7 agosto.

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#2
cosa strana esce fuori appena Cassani lo convoca per la nazionale, magari se non lo convocava lo dicevano tra 4 mesi
 
Rispondi
#3
Scinto mi sa che a 'sto turno non si salva... :-/ Robottino Triste
 
Rispondi
#4
Bhè, ci mancherebbe altro che non pagasse anche Scinto... sarà mica una cosa normale.
 
Rispondi
#5
Infatti sì, ma che caprone di medico hanno?? Se li fanno sgamare tutti Facepalm
 
Rispondi
#6
Ma la Farnese ha ancora il permesso legale di correre? Asd
 
Rispondi
#7
Siamo alle solite,dicono che il ciclismo adesso sia pulito ma la realtà purtroppo è diversa...oltretutto è già il terzo caso nella squadra di Scinto in poco tempo,coincidenze?
Non vorrei dovessero chiudere,anche se obiettivamente gli sponsor implicati ne avrebbero ben donde Triste
 
Rispondi
#8
Doping: la Neri Sottoli-Alé sospende con effetto immediato Matteo Rabottini dopo la positività all'EPO

La società Neri Sottoli comunica di aver sospeso con effetto immediato il corridore Matteo Rabottini riservandosi ogni ulteriore azione nei confronti del corridore - anche per gli eventuali danni causati alla società e alla sua immagine - al momento in cui verranno accertati in via definitiva i fatti. Nell'immediatezza di quanto accaduto, Angelo Citracca in qualità di General manager del Team, rivolge in via prioritaria le proprie energie alla tutela del buon nome degli sponsor e alla garanzia della continuità economica del Team al fine di rispettare fino al 31 dicembre 2014 tutti gli impegni contrattuali assunti dalla società nei confronti di circa 40 persone tra atleti e staff, riservandosi in merito al fatto accaduto ogni altra opportuna scelta e valutazione.

(Comunicato stampa Neri Sottoli-Alé)
 
Rispondi
#9
(13-09-2014, 10:30 AM)Peter Pan Ha scritto: Siamo alle solite,dicono che il ciclismo adesso sia pulito ma la realtà purtroppo è diversa...oltretutto è già il terzo caso nella squadra di Scinto in poco tempo,coincidenze?
Non vorrei dovessero chiudere,anche se obiettivamente gli sponsor implicati ne avrebbero ben donde Triste

O chiudono o cambiano medico. Possibile che li faccia sgamare tutti??? Ma checazzo!!!!!!!!!
 
Rispondi
#10
Rabottini: «Sono sereno, ho la coscienza a posto»
Matteo Rabottini fa sentire la sua voce attraverso un comunicato stampa inviato a tarda sera: «Ho appreso dall'UCI (Union Cycliste Internationale) della mia squalifica provvisoria dalle corse poichè i risultati delle analisi, i cui prelievi sono stati eseguiti il 07 agosto 2014, si sarebbero rilevate tracce di Eritropoietina (EPO).
Sono una persona pulita ed ho la coscienza a posto: le persone che mi conoscono e che mi stanno vicino in questo momento, il più difficile della mia vita, sanno quello che sono e sanno i valori della vita a cui mi ispiro giornalmente.
A tutti i controlli che mi hanno sottoposto, per i quali non mi sono mai rifiutato, non è stato mai rinvenuto alcun valore anomalo, il mio passaporto biologico ne è conferma.
Non ho mai assunto né prima, né durante e né dopo gli ultimi controlli sostanze vietate, tanto meno l'Epo.
Sono fiducioso che si chiarirà presto questa drammatica vicenda professionale e familiare all'esito dei risultati delle contro analisi che verranno richieste dal mio avvocato Enrico Della Cagna.
Mi dispiace tanto per le eventuali conseguenze negative che oggi si stanno riflettendo sulla dirigenza della mia squadra Neri Sottoli Yellow Flou, nonché sui miei compagni, la quale è rimasta incredula della notizia, che prima di intraprendere qualsiasi decisione attenderà il risultato delle contro analisi».

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#11
Movimento per un Ciclismo Credibile, la Neri Sottoli non rischia la sospensione in seguito alla positività di Rabottini
La Neri Sottoli è una delle squadre che fanno parte del Movimento per un Ciclismo Credibile, associazione che raggruppa gran parte delle formazioni ciclistiche professionistiche e che stabilisce regole più restrittive in tema di doping rispetto alle norme UCI. Ora, il regolamento del MPCC, all'articolo 10, recita quanto segue: "In caso di 3 controlli positivi (o casi di valori anomali del Passaporto Biologico) negli ultimi 24 mesi, la squadra coinvolta dovrà autosospendersi per 4 settimane, successivamente alle controanalisi e a partire dalla successiva gara World Tour in calendario". Nel caso della formazione toscana, quindi, i termini sarebbero stringenti, date le 3 positività in 2 anni (Di Luca, Santambrogio e Rabottini).
Nella fattispecie, però, la Neri Sottoli è entrata solo nel 2014 nel MPCC. Abbiamo interpellato l'associazione per chiarire un'eventuale retroattività della norma (fatto che avrebbe inchiodato Scinto e i suoi all'autosospensione), e abbiamo ricevuto conferma che tale rischio, in questo caso, non sussiste: «Tutte le nostre norme entrano in vigore dal momento dell'iscrizione di una squadra al MPCC, e non sono retroattive». Dopo la batosta della positività di Matteo Rabottini, quantomeno la consolazione di poter portare a termine la stagione (che altrimenti sarebbe praticamente finita qui) per la formazione giallo-fluo.

cicloweb.it
 
Rispondi
#12
Caso Rabottini: c'è attesa per le controanalisi
Avrebbe dovuto essere impegnato al Trittico Lombardo e, subito dopo, a fare le valigie in vista della partenza per il ritiro azzurro. Magari a studiare ogni curva del circuito iridato di Ponferrada, sognando un’altra giornata da grande protagonista. E invece si parla di lui come di un “caso”, giudiziario e giornalistico.

SERENITA' - Matteo Rabottini è a casa, a Pescara, con la compagna Flavia e il figlio Diego. A parlare per lui sono l’avvocato Enrico Della Cagna e il papà, Luciano Rabottini. Ex professionista e ideatore della trasmissione televisiva “Velò”, la più seguita in abruzzo e non solo. La puntata “più difficile” di Velò, come racconta in apertura il conduttore Jacopo Forcella, è proprio quella che deve raccontare la storia di Matteo, senza cadere nel buonismo ma anche e soprattutto senza condannare nessuno prima che non sia stata fatta chiarezza su tutti gli aspetti della vicenda.

“Questo è uno sport che mi ha dato tante emozioni, mi ha fatto diventare uomo, Da sedici anni ho avviato questo progetto televisivo e, ogni qualvolta dovevo parlare di doping, sono sempre andato in crisi” ha spiegato Luciano Rabottini che riprende “Della vicenda sportiva se ne stanno occupando gli organi competenti, io vorrei parlare della vicenda umana, perché si parla di mio figlio. In questi giorni si sono dette tante cose, si era detto perfino che lui era scappato. Niente di tutto ciò è accaduto. Anzi, proprio in questa difficile settimana Matteo è stato ancora più vicino alla sua famiglia, direi quasi che ha riscoperto il suo ruolo all’interno della famiglia dopo che i tanti impegni agonistici lo avevano portato a trascorrere diverso tempo lontano da casa”.

Un Matteo Rabottini subito preoccupato ma ora molto più sereno, quello raccontato dalle parole del padre. Il corridore della Neri Sottoli, infatti, anche in questi giorni non avrebbe mai smesso di andare in bicicletta, amica e compagna fedele nei momenti più belli e in quelli più cupi. “Siamo sereni ma non restiamo con le mani in mano. Ci stiamo muovendo per venire fuori da una vicenda che ha rovinato la giornata più bella per Matteo. Quella nella quale era stato convocato per la prima volta in nazionale. Vogliamo confrontarci con le regole e con chi sarà chiamato a giudicare sulla vicenda, consapevoli delle nostre ragioni” ha concluso Luciano Rabottini.

CONTROANALISI - A raccontare gli aspetti più tecnici del “caso-Rabottini” è stato, invece, l’avvocato Enrico Della Cagna che ha annunciato: “Aspettiamo le controanalisi sul Campione B. Abbiamo chiesto che vengano fatte al più presto, e, se questo dovesse servire ad accelerare le pratiche, che le controanalisi vengano fatte anche nella struttura dell’Acqua Acetosa a Roma piuttosto che a Losanna”.

Una battaglia legale che si annuncia ricca di colpi di scena quella portata avanti dall’Avv. Della Cagna che ripone molta fiducia sulle controanalisi che dovranno essere realizzate sul campione B: “Abbiamo già nominato dei periti e dei consulenti tecnici che ci aiuteranno a dimostrare l’innocenza di Matteo. Va ricordato che Matteo ha effettuato nella sua carriera una infinità di controlli antidoping senza che mai venisse registrata alcuna anomalia sul suo passaporto biologico. L’ultimo controlli prima di quello del 7 agosto scorso, risale all’8 giugno ma tutto è sempre stato regolare”.

Le deduzioni dell’avvocato Della Cagna si basano però anche su un fatto di logica: “Matteo ha sempre affrontato con serenità i controlli antidoping e anche questa volta, se mai avesse avuto un dubbio, avrebbe potuto rifiutarsi di effettuare il controllo. Il regolamento UCI, infatti, dà la possibilità di rifiutarsi per due volte ma Matteo non ne ha mai usufruito”.

Una procedura, ancora una volta, poco trasparente si conferma, invece, quella seguita dall’antidoping. “Noi ad oggi non sappiamo i risultati del controllo che ci viene contestato e, soprattutto, non sappiamo la metodologia seguita per arrivare a questi risultati. Senza questi elementi, ancora non sappiamo da cosa ci dobbiamo difendere. Proprio per questo motivo abbiamo richiesto l’immediata esecuzione delle controanalisi ma dovremo attendere i tempi dell’UCI” ha concluso l’avvocato.

ciclismoweb.net
 
Rispondi
#13
IL GENERAL MANAGER ANGELO CITRACCA REPLICA ALLE ACCUSE INGIUSTIFICATE E INGIUSTE DELL'MPCC
Ultimamente il Team Neri Sottoli ALE' fa involontariamente parlare di sé, non più per le numerose vittorie ottenute, ultima la Coppa Italia 2014, ma per i vari attacchi, partiti da più parti, che si trova a dover affrontare da più mesi. La squadra toscana non ritiene di doversi giustificare ulteriormente, avendo già fornito ampie spiegazioni ai diversi diretti interessati, ma crede che sia opportuno rispondere quando questi attacchi si rivelano ingiustificati ed ingiusti.

L'ultimo è giunto proprio dal Movimento Per un Ciclismo Credibile (MPCC) attraverso il proprio comunicato stampa del 21 ottobre scorso, nel quale il team Neri Sottoli viene accusato di aver infranto le regole interne dell'associazione, di "non aver avvisato spontaneamente" l'MPCC della "positività" di Matteo Rabottini e di "non aver fornito spiegazioni giudicate accettabili dall'assemblea generale".

Il general manager della Neri Sottoli ALE' Angelo Citracca puntualizza:

"Abbiamo già spiegato all'MPCC il motivo per il quale non abbiamo scritto subito, nell'immediatezza dei fatti, all'associazione. Semplicemente perché la comunicazione della non negatività del nostro corridore da parte dell'Unione Ciclistica Internazionale ci è giunta nel tardi pomeriggio del 12 settembre scorso. Il comunicato ufficiale dell'UCI è stato poi pubblicato quella stessa sera. Come squadra, non essendo a conoscenza di ulteriori fatti di quelli indicati nel comunicato ufficiale dell'UCI, non riteniamo ci sia stato un'omissione da parte nostra nei confronti dell'MPCC: il contenuto del comunicato dell'UCI era esauriente. Cosa avremmo dovuto aggiungere?

Per quanto riguarda invece la non spontaneità della nostra comunicazione, l'email del Presidente MPCC Sig. Legeay ci è giunta nel pomeriggio del 15 settembre. Il suo contenuto era malposto ed inesatto. Venne accusato il nostro team di tre casi di doping negli ultimi 15 mesi. Ritengo che il Presidente di una qualsiasi associazione debba conoscere per filo e per segno il proprio regolamento interno. E quindi il Sig. Legeay avrebbe dovuto prima di tutto tener conto del fatto che la nostra Società è affiliata all'MPCC dal 2014. Inoltre non è accettabile che venga associato il nostro team Neri Sottoli ad un altro team, con il quale non ci sono alcun tipo di legami possibili, né sportivi né giuridici. Ritengo che il fatto che il Presidente dell'MPCC non sia a conoscenza di questi fatti sia assai paradossale.

In riferimento all'ultimo comunicato stampa dell'MPCC, del 21 ottobre 2014, possiamo notare come venga ingiustamente accusato il corridore di "positività", che al momento è non negativo e ha chiesto che vengano effettuate contro analisi, non riconoscendo in nessun modo di aver assunto sostanze dopanti. Finché non saranno pervenuti i risultati di queste controanalisi, non è possibile e non è accettabile parlare di positività accertata.

Infine, sembra che il team Neri Sottoli "non abbia fornito spiegazioni accettabili per l'assemblea generale". Nella nostra comunicazione all'attenzione dell'MPCC datata 16 settembre 2014, abbiamo comunicato la sospensione immediata del corridore e che una volta accertati i fatti avremmo adito le vie legali del caso. Quale altra spiegazione dovevamo fornire all'assemblea?

Il migliore strumento di lotta al doping per le squadre ciclistiche è senza dubbio il passaporto biologico. Ma è opportuno constatare che qualunque sia il budget di una squadra, nessuna è in grado materialmente di avere il pieno controllo dei corridori, di monitorarli 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno. Noi non abbiamo risorse stratosferiche. Nonostante tutto, aderiamo al passaporto biologico ed effettuiamo numerosi controlli medici interni. Ma siamo nell'impossibilità, come qualunque altro team, di garantire al 100% l'onestà di tutti i corridori.

Ben venga qualsiasi movimento che agisce per il bene del nostro sport, ma quale credibilità può ridare al Ciclismo un'associazione le cui regole interne non sono integrate a quelle dell'UCI, unica Istituzione riconosciuta? In varie circostanze l'MPCC ha dimostrato poca chiarezza nei confronti dei propri associati, come il caso Pellizotti ad esempio. I trattamenti inflitti ad uno devono valere per tutti. Serve un trattamento equo. Servono maggiore chiarezza e maggiore conformità, nel rispetto delle regole interne e nel rispetto delle regole dell'Unione Ciclistica Internazionale.

E a che cosa sarebbe servita la mia presenza o quella di un mio delegato all'ultima assemblea generale dell'MPCC? Non avrebbe cambiato nulla alla sostanza di quanto accaduto. Abbiamo già dato le risposte che eravamo in grado di dare all'epoca dei fatti. La nostra presenza era una formalità, pur rispettabile, ma la nostra assenza non reca nessun danno a nessuno. Al contrario del caso Astana, molto diverso dal nostro in quanto i corridori coinvolti hanno ammesso le proprie colpe, il corridore Matteo Rabottini ha chiesto le contro analisi e, come indicato da lui stesso attraverso il comunicato del suo Avvocato, dichiara di non aver fatto uso di sostanze dopanti. La presenza o meno di Angelo Citracca all'assemblea generale dell'MPCC non avrebbe cambiato nulla alla sostanza dei fatti."

Il team Neri Sottoli ALE' ha chiesto, attraverso il Presidente della Federazione Italiana di Ciclismo Renato Di Rocco, di incontrare i vertici dell'Unione Ciclistica Internazionale per cercare di capire l’ufficialità o meno di un movimento come l’MPCC e per mettersi a disposizione dell’Istituzione internazionale per fare qualcosa in più nella lotta contro il doping, con la speranza che venga indicata una strada da seguire in maniera concreta, per fare di più.

comunicato stampa Neri Sottoli ALE'
 
Rispondi
#14
Il Movimento Per un Ciclismo Credibile ha sospeso la Neri Sottoli. Dopo l’audizione di Serge Parsani, direttore sportivo del team e rappresentante di Angelo Citracca, il consiglio di amministrazione ha deciso all’unanimità di sospendere la Neri Sottoli con effetto immediato fino alla prossima assemblea generale, programmata per ottobre 2015.

(comunicato stampa MPCC)
 
Rispondi
#15
Rabottini, le controanalisi confermano la positività all'Epo
L’abruzzese della Neri Sottoli era stato controllato il 7 agosto

Le controanalisi hanno confermato la positività all’Epo di Matteo Rabottini. Nessuna buona notizia per l’abruzzese della Neri Sottoli, che era stato pizzicato in un test fuori competizione lo scorso 7 agosto e subito escluso dalla lista degli azzurrabili per il Mondiale di Ponferrada di Davide Cassani. Secondo quanto riferiscono fonti vicine a La Gazzetta dello Sport le analisi del laboratorio di Colonia (Germania), hanno infatti confermato l’esito del campione A.

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#16
UCI, due anni di squalifica per Rabottini
Due anni di squalifica. È questa la sanzione inflitta a Matteo Rabottini, corridoe abruzzese dell'allora Neri Sottoli, risultato positivo all'Epo nello scorso mese di agosto. La sanzione è stata alleggerita di tre mesi per la collaborazione prestata alle autorità antidoping e scadrà il 6 maggio del 2016.

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#17
Già pronto per approdare ad una certa squadra....

Ivano Fanini and Amore&vita redemption
 
Rispondi
#18
Rabottini: "Una fiala da 300 euro e sono andato all'inferno"
Il pescarese e il doping: "Ero disperato. L'Epo me l'ha venduta un ex pro' dell'Est. Ho solo mio figlio, mi hanno abbandonato anche i genitori. Ho fatto i nomi, ora voglio ripartire. Devo pagare una multa di 91.000 euro per la licenza. Farò un mutuo"

Rambo non c'è più. E' rimasto solo Matteo, un ragazzo di 28 anni in cerca di aiuto. In aereo da Pescara a Bergamo, il pullman verso la stazione di Milano, la metropolitana. La sua storia inizia così, in un freddo pomeriggio invernale. Il ciclismo l'ha messo da parte, non ha più cercato quel corridore che vinse una tappa al Giro 2012. Del resto Matteo Rabottini è stato l'ennesimo positivo di uno sport che non fa più sconti per chi tradisce. Eritropoietina, controllo a sorpresa il 7 agosto 2014 a Pescara. Squalificato 21 mesi, tre abbuonati per la collaborazione. Il rientro non prima del 6 maggio. Il secondo tempo è invece una storia soltanto umana e racconta l'abisso in cui ti porta il doping. Matteo però ha avuto la forza di fare il nome di chi l'ha spinto al fondo della vita e dello sport. Davanti, ha Diego, suo figlio, 3 anni. E un padre, davanti a un figlio, non dice bugie. Da qui si riparte.

Rabottini, come vive adesso?
"Non ho più nessuno. Nell'inferno che ho vissuto mi hanno abbandonato tutti. Quando c'è stata la notizia della positività, papà l'ha presa malissimo (Luciano è stato un ottimo professionista ai tempi di Moser, ndr). Da allora, lui e mamma non mi parlano più. Se n'è andata anche la mia compagna con mio figlio Diego. Nessuno. Ti dicono che il tempo aggiusta tutto, ma non è così. E' l'inferno, e basta. Passi dal paradiso, in cui tutto è bello, all'inferno, e non ne esci più. Per quello dico a tutti, ai giovani, "io so che cos'è l'inferno. Non fate il mio errore, perché quando lo conosci non ci vuoi tornare, in quell'inferno. Ve l'assicuro. Fidatevi, se perdi tutto, là non ci torni"".

Eppure chi si dopa nel 2014 non può nascondersi dietro a un dito.
"Certo, io lo sapevo a che cosa andavo incontro, ma è più forte il fatto di avere, avere, arrivare.... Tanto dici "non mi succederà mai"".

Perché ha preso il doping?
"Dopo il 2012 e la tappa al Giro, non ero più riuscito a tornare a quei livelli. Non andavo, e prima era invece tutto bello. Io ho sempre vissuto senza doping. Ma ci vuole poco per finire fuori strada. Dove ci sono i soldi, fai tutto per i soldi. Una sola volta, nella mia vita da corridore, ho rischiato, sapendolo di fare, e l'ho pagata".

Torniamo allora a quei giorni. Ci racconti tutto.
"Volevo vincere. Volevo tornare a vincere. Ti scatta dentro, "perché non ce la faccio più?". Tutto mi veniva in modo naturale, prima. Nessuno glielo impone a un corridore di prendere il doping, è lui che cerca sempre qualcosa di più. E così arriva un giorno in cui qualcuno ti si avvicina, "c'è questa Epo nuova, che non si trova, fa miracoli", e invece questa Epo ha distrutto tutto. Il corridore è debole. Se non ci passi, non capisci. Non ho chiesto consiglio a nessuno, non mi andava nemmeno di farlo, del resto tutti mi avrebbero detto di no. La voglia era di andare contro le regole, e una cosa del genere non puoi dirla a nessuno, nemmeno alla tua famiglia. Infatti ho fatto tutto quando i miei erano in vacanza, inizio agosto del 2014, e io ero solo a casa".

Chi gliel'ha data l'Epo? Quando?
"E' stato un ex professionista dell'Est, più vecchio di me. Ho fatto il nome alla Procura antidoping del Coni, hanno secretato il verbale, i Carabinieri hanno indagato. Ci siamo incontrati per strada, ho comprato una fiala di Epo da 5000 unità, una siringa, era sigillata, ho pagato 300 euro. Sono andato a casa, l'ho messa nel frigorifero. Ho fatto 500 unità quel giorno, era il 3 agosto, e 500 il giorno dopo, direttamente in vena, nel braccio. Era un mondo nuovo per me, ma in quei momenti non ti fa paura niente. Non pensi ai rischi. Per me era entrare in un mondo bello, con cui risolvevo tutto. Quello doveva essere il miracolo. Il 7 agosto dormivo, a casa, quando hanno bussato per un controllo a sorpresa. Quando gli ispettori suonano, ti fa sempre una brutta impressione. Ma ero tranquillo, perché me l'avevano venduta come qualcosa che non si trova. Alle 7.40 il sangue, poi le urine. Alle 8.46 sono andati via. Ma da allora non dormivo più la notte. Ti vengono mille pensieri, ti fai mille domande e non hai risposte. Finché la risposta arriva, sì. Il 12 settembre, prima l'email e poi una telefonata dell'Uci. Ero con mio figlio a guardare i cartoni animati, l'email non l'avevo vista. Erano le 17.30. Quel giorno la mia vita è finita, e sono entrato nell'inferno".

Che cosa le ha pesato di più?
"Aver tradito la fiducia di tutti. Di Scinto e Citracca, che mi avevano dato un posto in squadra. Mai, mai, non li ho più chiamati da allora, perché mi vergognavo. Ho tradito la fiducia del c.t. Cassani, che mi aveva appena convocato in Nazionale, e non se lo meritava proprio. Ho tradito la mia famiglia, gli amici. Mi è rimasto solo mio nonno Guido, mi chiama e mi fa piacere perché non vengo sempre e solo additato per i miei sbagli. Quando passi da avere niente a tutto, ti abitui subito. Da tutto a niente, è dura".

Come fa con i soldi?
"Ho venduto la macchina, ho dato via tutto. Devo pagare 91 mila euro di multa all'Uci per la positività, il 70% dello stipendio (130 mila euro), e devo pagarli per avere la tessera da corridore. Farò un mutuo, non ho scelta. Ho una nuova compagna, Corinne. Sopravvivo".

Come è ripartito?
"Guardando mio figlio. Non riuscivo a dormire più di tre ore a notte, era terribile. Ma io sono suo padre, dovevo guardarlo negli occhi con dignità, non come un imbroglione. Non so fare altro che correre, e ho ripreso a pedalare. Ho una sola bici, me l'avevano regalata dopo la vittoria al Giro, esco con quella. Ho capito che dovevo ripartire con nuove basi. Dovevo chiedere scusa a tutti, raccontare la verità, e così ho detto tutto".

Quando si è visto con l'Uci?
"Il 19 dicembre 2014 il primo incontro, via Skype. Tutto quello che vi ho detto. Poi mi ha sentito la Procura antidoping del Coni".

Come sta adesso?
"La cosa più bella è stata la letterina di Natale che mi ha dato mio figlio. Ho ritrovato l'equilibrio. Quando corri in bici, vivi in una bolla, sei servito e riverito, non ti colpiscono i problemi del mondo, e invece quando entri nella vita reale diventa tutto un inferno. Non sai nemmeno come fare la lavatrice o la spesa. A che cosa è servito il doping? A niente. Era solo disperazione, nient'altro. So che non sarà facile, ma io spero ancora di tornare a correre. So che con le mie forze posso farcela".

Luca Gialanella per gazzetta.it
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/06-01-20...9120.shtml
 
Rispondi
#19
Ma andiamo, l'ennesimo toto nome!

Chissà chi sarà: Tonkov, Konyshev, Berzin, ABDUJAPAROV !?
 
Rispondi
#20
Un nome io ce l'avrei, però meglio non rischiare denunce per diffamazione Rolleyes

L'importante comunque è che sia stato fatto a chi di dovere Sese

Chissà però cosa scatta nella testa del corridore quando dice "sono sereno, dimostrerò la mia innocenza ecc", quando spende fior di quattrini per fare le inutili controanalisi: e poi....... mah. Bella figura. Sweat
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)