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27-03-2016, 06:58 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 27-03-2016, 07:16 PM da william bau'.)
Purtroppo la gara ha fatto registrare anche un grave incidente. Il corridore belga Antoine Demoitié è stato ricoverato in gravi condizioni dopo una caduta. Una volta a terra, secondo quanto riporta l'Equipe, il ciclista del team Wanty Gobert è stato investito da una moto. L'incidente è avvenuto a Sainte-Marie-Cappel, nelle Fiandre francesi.
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&...TXxykNOj2w
ma eliminiamo ste moto. ma almeno ci sono conseguenze per chi le conduce? anche l'anno scorso un macello. poi guarda il contributo di maxlelli: se gli dai la linea risponde" a voi " tanto come Savoldelli, almeno Savoldelli ha inventato l'espressione su DeMare alla sanremo non ha visto niente. l'unico commento che ricordo della sanremo: un cane, mamma mia voglio dire, almeno fermati e togli il cane dalla strada
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No ma io non ci posso credere. Ste moto di merda non hanno facoltà di stare così vicino ai corridori e sapevo che prima o poi succedeva una cosa del genere. Prendete il motociclista, mettetelo in gattabuia e buttate la chiave !
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Morire così è illegale...
RIP Antoine, salutaci WW
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Dispiace molto. Nell'ultimo anno c'erano stati almeno 10 incidenti di questo tipo e non si è fatto assolutamente nulla, si è aspettato ci scappasse il morto. Spero che adesso l'UCI intervenga perchè negare ancora di avere un problema sarebbe solo che deleterio.
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Boeckmans ci aveva lasciati col fiato sospeso. Fominich qualche giorno fa sembrava messo male. Malori ha rischiato, così come il tipo investito da una moto al giro 2014. E la signora investita da Vansummeren è una sedia a rotelle ....
Purtroppo il destino ha scelto Demoitié . È dura ammetterlo , ma era nell'aria una tragedia. Gli incidenti spaventosi sono ormai all'ordine del giorno.
Sono molto dispiaciuto, ovviamente. E non penso che si troverà una soluzione seria ai gravi problemi di mancanza di sicurezza.
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Perdonami, ma il caso Weylandt non c'entra nulla con questo. Lì aveva fatto tutto da solo cadendo rovinosamente di faccia sull'asfalto. Qui è stato investito da una moto, ovvero un mezzo che in teoria non fa parte della corsa ciclistica.
La differenza, oltre che sostanziale, è notevole anche a livello giuridico, perché qui si tratta di omicidio. Non volontario, ma pur sempre omicidio. C'è una bella differenza con le morti a cui abbiamo assistito nel corso degli anni.
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CPA: «L'Uci ci dia le risposte che attendiamo»
In merito al terribile incidente che ha causato la morte del corridore Antoine Demoitié durante la corsa Gent-Wevelgem, il CPA e tutti i corridori chiedono che sia inmediatamente fatta luce sulla dinamica dell’incidente e sulle circostanze che lo hanno provocato nonchè sulle eventuali responsabilità delle parti coinvolte.
“In questo momento di tristezza e dolore per la morte di Antoine non vogliamo fare polemiche – commenta Gianni Bugno, presidente del CPA – ma è tanta la frustrazione che abbiamo dentro. Abbiamo sempre sostenuto che la sicurezza dei corridori deve essere al primo posto nelle discussioni delle alte sfere del ciclismo e all’ultima riunione del CCP abbiamo espressamente chiesto che vengano comunicate in fretta le strategie elaborate recentemente per il miglioramento della sicurezza durante le corse. Non voglio accusare nessuno, ma fare riflettere sulle responsabilità di ognuno nell’assicurare che sia sempre mantenuto altissimo il livello di attenzione, consapevolezza, e controllo sulle norme di sicurezza durante ogni corsa ciclística.”
comunicato stampa CPA
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A me sembra una situazione completamente diversa da WW.
Wouter è morto per una fatalità, Demoitiè invece è morto perchè una moto era troppo vicina o un autista era troppo distratto in un momento di alta velocità. Infatti la caduta è avvenuta nella fase di gara coi ventagli.
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Può essere una fatalità quella di Demoitié, ma non è una fatalità che in ogni corsa ormai ci sia un ciclista investito. Bisogna intervenire (anzi andava già fatto tempo fa) per evitare tutti questi episodi.
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La famiglia di Antoine Demoitié ha deciso per la donazione degli organi: grazie a loro tre persone continueranno a vivere
Con un messaggio pubblicato sul proprio profilo Twitter Gaëtan Bille, corridore della Wanty-Groupe Gobert e grande amico di Antoine Demoitié, ha comunicato che la famiglia dello sfortunato venticinquenne deceduto ieri ha deciso per l'espianto degli organi. La scelta della donazione ha permesso di salvare tre persone che erano in attesa di un trapianto.
Il team Wanty-Groupe Gobert, ringraziando per l'enorme affetto che li sta circondando in queste ore, ha reso noto che verrà tenuta una conferenza stampa alle 17.30 a De Panne per rispondere alle tante domande e per provare a trovare le risposte al tragico evento.
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28-03-2016, 03:18 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-03-2016, 03:18 PM da Italbici.)
Beh altro che protocollo per la sicurezza in condizioni climatiche estreme,i morti e i feriti sono tutti causati da macchine e moto in corsa.
Johnny hoogerland e l'incidente al Tour e causalmente da quel momento è sparito come prestazioni,lo stesso Nibali in maglia gialla Tour nella discesa che portava a Bagneres de Luchon con una macchina che non sapeva cosa fare tra lui e Pinot etc.
Insomma ci vuole un protocollo per il seguito in corsa non per le cazzate climatiche.
RIP,CHE LA TERRA TI SIA LIEVE.
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L'incidente mi lascia un'amarezza incredibile, non è giusto morire così.
In ogni caso ho letto in giro che La Wanty ha "scagionato" il motociclista, che peraltro è uno dei più esperti n gruppo, lavorando per oltre 20 anni nelle corse del nord. A quanto pare l'impatto fra moto e Demoitie sarebbe stato inevitabile. Restano comunque da verificare gli sviluppi.
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Tom Van Damme: È vero, ci sono troppe moto
Il presidente della federazione belga conferma il problema
La morte di Antoine Demoitié ha scosso il mondo del ciclismo. E aldilà del comunicato di circostanza dell’UCI - «A tutti noi mancherà Antoine. L'UCI collaborerà pienamente per indagare sulle circostanze di questo tragico incidente» - arriva l’importante presa di posizione del presidente della Federazione belga Tom Van Damme.
In un intervento in diretta a Radio 1 belga, riportato da Sporza, Van Damme ammette: «Dobbiamo chiederci se ognuna delle moto che abbiamo in corsa sia davvero necessaria e se il comportamento di ognuno sia corretto».
E ancora: «Penso che ci siano troppi mezzi in corsa e con l’UCI siamo impegnatia studiarne la riduzione».
«Quello di oggi è stato un risveglio tragico per tutti dopo un grande weekend di ciclismo. Conosco il motocicilista coinvolto, so che ha più di 30 anni di esperienza ed è uno dei piloti più affidabili e prudenti. Ma dobbiamo stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. Nel caso di Kuurne (una moto aveva investito in pieno il corridore belga Stig Broeckx che ha riportato fratture), il pilota ha commesso un errore evidente e sarà ascoltato dalla Commissione Disciplinare dell'UCI».
«A fine febbraio abbiamo avuto un incontro in commissione proprio per discutere dei problemi delle moto in corsa, vogliamo continuare quanto prima a discuterne anche con l’Associazione Internazionale degli organizzatori».
«Capisco le reazioni dei corridori, ovviamente: uno di loro ha perso la vita. Ma non possiamo ora gettare la croce addosso al motociclista in questione, non stava facendo nulla di azzardato, anzi cercava di intervenire a protezione dei corridori».
La posizione più lucida, in un momento di grande dolore, rabbia e tristezza, rimane quella di Daniel Martin: «Noi abbiamo bisogno delle moto in corsa, per la nostra sicurezza e per consentire ai media di raccontare la corsa. Ma è il loro comportamento in corsa che ha bisogno di essere migliorato. Il gruppo attraversa spesso strade strette, ci sono moto che transitano ad alta velocità e mettono in pericolo la sicurezza di tutti».
Tra i tanti messaggi postati oggi dai corridori, uno dei più significativi è quello di Moreno Moser: «Il ciclismo sta andando in una direzione troppo pericolosa da anni, purtroppo Antoine ha pagato più degli altri. Vogliamo più Sicurezza!RIP».
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28-03-2016, 07:58 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-03-2016, 08:01 PM da Joe Falchetto.)
(28-03-2016, 12:51 PM)SarriTheBest Ha scritto: (28-03-2016, 12:40 PM)Manuel The Volder Ha scritto: Demoitiè invece è morto perchè una moto era troppo vicina o un autista era troppo distratto in un momento di alta velocità. Infatti la caduta è avvenuta nella fase di gara coi ventagli.
Non so: bisogna capire per bene la dinamica. Le moto devono e dovranno sempre poter superare il gruppo, o nel caso - peggio ancora - vari gruppetti. E, per superarli, devi andare più veloce di loro.
Uno può anche avere la massima attenzione, ma se all'improvviso ti ritrovi un corridore per terra... c'è poco da fare.
Vediamo appunto come vanno le indagini. E' ovvio che se viene fuori che il motociclista ha fatto una manovra azzardata, o che il sorpasso è avvenuto in un punto pericoloso, in curva ecc allora è tutto un altro discorso. Però non mi va di condannare a priori il motociclista...
Aggiunta: ricordo anche che l'anno scorso Van Avermaet ha perso la San Sebastian perché è stato travolto da una moto mentre era da solo in fuga. Quindi direi che in due anni abbiamo due corridori travolti da una moto in una grande Classica...
Infatti io non voglio colpevolizzare il motociclista, che stava solo facendo il suo lavoro. La dinamica non la conosciamo con esattezza, quindi non possiamo dare addosso a nessuno.
Il problema è che molte moto in gara non dovrebbero esserci. Penso a tutte le moto dei fotografi che stanno in mezzo alle palle in ogni momento della corsa, le macchine dei vip al seguito, ecc.
Un altro problema è che spesso si vedono moto superare ciclisti ad alta velocità in momenti piuttosto pericolosi. Spesso capita di vedere moto sfiorare gruppi di ciclisti che "sbandano", magari rischiando l'incidente solo per fare una foto da un'angolatura migliore. Le moto sono troppe e stanno sempre troppo vicino ai corridori.
Se un ciclista cade in discesa e muore, fa parte della corsa, è una fatalità.
Se un ciclista cade e viene travolto da una moto, non è fatalità, si può evitare.
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La distanza di sicurezza l'hanno inventata appositamente per questo: fermarsi prima di colpire quello davanti che si è fermato improvvisamente. Se il motociclista ha colpito il ciclista caduto è perché non rispettava una distanza di sicurezza. O meglio: perché non c'è nessuna distanza di sicurezza nelle gare, e questo secondo me è assurdo e sposta giustamente il dito dal motociclista all'Uci che dovrebbe stabilire delle norme precise per garantire la sicurezza dei ciclisti.
Per dire: è assurdo che Van Avermaet venga tamponato da una moto in salita alla San Sebastian. Non è possibile che non ci sia una distanza minima...