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Fu il Block-haus ad annunciare il fuoriclasse dei fuoriclasse Eddy Merckx!
#1
Il Block-haus per la prima volta al Giro d’Italia, annunciò il più grande fuoriclasse della storia ciclistica.
Era il 31 maggio 1967.

L'altimetria della tappa, Caserta-Block-haus di 220 km.
[Immagine: 12a.jpg]

Nella storia del ciclismo, fu una montagna appenninica dal nome tedesco che, tradotto, significa “casa di sassi”, ad annunciare al mondo, che quel corridore in maglia bianca, con fascia a scacchi neri, i capelli a spazzola color pece, ed un ghigno siamese alla grinta, era il nuovo imperatore del ciclismo d’ogni latitudine. Era sbucato in solitudine in cima a quella asperità sede d’arrivo della dodicesima tappa del Giro d’Italia 1967, nel freddo e nella nebbia, un secondo prima dell’arrivo di una grandine che voleva mettere alla prova chi aveva osato raggiungere la sommità della “Casa di sassi”, quel Block-haus che si stava tramutando in messaggero come nessuno nel romanzo del ciclismo. Quel ragazzo non aveva ancora 22 anni, aveva vinto nel ’64 il mondiale dei dilettanti, settanta giorni prima la sua seconda Milano Sanremo e nel suo taccuino stagionale, quella del Block-haus, era la dodicesima vittoria. Lui, il fiammingo pizzicato dai connazionali, perché fin lì era stato Willy Planckaert il giovane belga a mettersi maggiormente in luce, era stato dipinto dalle penne italiane come velocista, ed a nulla erano valse loro le parole di un manager torinese, Vincenzo Giacotto, profondo come pochi, che l’aveva invece dipinto come un fuoriclasse mai visto. Quella montagna che superava i duemila metri d’altitudine, in una giornata atmosfericamente difficile, al termine di 220 chilometri, stava così consegnando ad Eddy Merckx, l’attestato di corridore completo di rare stimmate, al cospetto dell’intero gotha del pedale mondiale. Aveva corso una tappa capolavoro, rintuzzando come fosse grimpeur, le sortite iniziali di due spagnoli di fama e dallo scatto letale, come Aurelio Gonzalez il “gnaffo” e Gregorio San Miguel. Il primo per la delusione di vedersi quel ragazzone pimpante davanti, mollò: e dire che era in lotta per la classifica del GPM (che poi vinse). Nel finale, Merckx rispose ad un allungo di Zilioli, ed in contropiede partì per arrivare in solitudine.
[Immagine: merckx.jpg]
Merckx al traguardo lasciò Zilioli a 10". Terzo, a 20", Perez Frances, che mantenne la maglia rosa. Quarto Anquetil e quinto Motta, entrambi a 23". Sesto San Miguel con lo stesso tempo. Settimo Schiavon ed ottavo Velez a 31". Adorni finì nono a 35" con Moser decimo. Quindicesimo Gimondi a 57", sedicesimo Bitossi con ugual ritardo.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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#2
Due giorni dopo il Block-haus, Eddy volle rispondere a quei connazionali che lo avevano pizzicato per la "non partecipazione" agli sprint decisivi nelle tappe di Napoli e Potenza vinte da Willy Planckaert. Si parlava di abdicazione al ruolo di giovane velocista principe del Belgio.....
Merckx ne aveva parlato con Plaud, proprio la sera della "Casa dei sassi" e decise di fare il velocista proprio nella breve Riccione-Lidi degli Estensi. E sul lungo mare della cittadina ferrarese, fece una volata mostruosa e, naturalmente vincente, davanti al rivale (poi alla lunga amico) Willy e al romagnolo Guido Neri, considerato il miglior gregario italiano e, nelle tappe corte, molto veloce. Fu lui a parlarmi di quello sprint e di come si stesse vivendo l'ingresso di Eddy nel gruppo: "Quando venne qua imparammo, che se stavi in fondo al gruppo e d'improvviso ti capitava di dover andare a tutta per tenere le ruote, significava che c'era lui in testa a tirare. Quel giorno, a Lido degli Estensi, feci una volata come mai nella mia vita, ma la sua velocità era qualcosa di impressionante e di insuperabile. Vinse nettamente anche su Planckaert, che era fortissimo".

Le immagini sono quelle che sono, ma abbastanza sufficienti per capire che, volendo, Eddy era un tornado anche in volata.

https://www.youtube.com/watch?v=6EmT9wuAB9M
 
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