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I percorsi dei grandi giri degli anni 10
#1
Negli ultimi anni stiamo assistendo a uno spopolare di percorsi con zero o al massimo un tappone, talvolta poca crono e tappe di montagna generalmente tra i 140 e 190 km.

Pregi? Non ne vedo.

Difetti. Direi tanti. Sicuramente contribuiscono all'appiattimento dei valori e permettono alle squadre forti di esercitare il loro strapotere. Perché, come dicevo qualche giorno fa, anche una Sky al suo top farebbe fatica a coprire un paio di tappe di montagna consecutive sopra i 200 km a testa.

Oltretutto meno tappe lunghe uguale meno stanchezza uguale grandi giri corsi a medie altissime che, anche queste, contribuiscono all'appiattimento dei valori.

L'altro giorno, per via del solito paragone Zulle - Dumoulin, mettevo a confronto la tre giorni di montagna finale del Giro del 1998 e quella di quest'anno, ebbene abbiamo:

1° giorno: Asiago - Selva di Valgardena 215 km vs Moena - Ortisei 137 km
2° giorno: Selva di Valgardena - Alpe di Pampeago 115 km vs San Candido - Piancavallo 190 km
3° giorno: Cavalese - Plan di Montecampione 243 km vs Pordenone - Asiago 190 km

Insomma le tappe brevi si facevano anche una volta, perché i loro pregi le tappe sotto i 140 km li hanno comunque. Solo che erano inframmezzate da tappe over 210 km, dove la differenza la si fa per forza. Mentre quest'anno affianco alla tappa breve(che era la tappa breve sbagliata, perché sulle Dolomiti devi fare altro), ce ne erano due insipide(peraltro dal dislivello complessivo non elevato) che hanno contribuito ad appiattire i valori e a ridurre lo spettacolo.

Il buon Zulle, che era un grande corridore, si difese alla grande su una salitona come l'Alpe di Pampeago, tutt'altro che adatta a lui, perdendo meno di un minuto da Pantani e Tonkov(il quale, nella tappa breve, andava addirittura più forte del pirata a mio avviso). Furono i grandi kilometraggi e dislivelli delle altre due tappe a metterlo in croce, a Selva di Valgardena si salvò bene o male, poi nella tappa di Plan di Montecampione, la più dura e lunga, crollò definitivamente. E' logico pensare che probabilmente con un percorso come quello di quest'anno non sarebbero uscite così prepotentemente le lacune di Zulle e lo svizzero sarebbe riuscito a giocarsi il Giro con Pantani e Tonkov.

Ma tornando al Giro di quest'anno, a pensarci bene, nell'unica tappa d'antan hanno scollinato sull'ultimo GPM i due corridori di maggior qualità presenti nella corsa rosa, mentre per dire un Pinot, che poi nelle tappe successive sembrava al loro livello, si staccò appena accelerarono.

Ora potranno dirci quanto vogliono che la corsa la fanno i corridori, ma a me pare chiaro che i corridori hanno le loro caratteristiche e hanno bisogno del terreno per tirarle fuori. Dunque sarebbe anche ora di smetterla di riempirsi la bocca di luoghi comuni e accusare i corridori di non avere le palle, e dargli invece il terreno per mettere su lo spettacolo. Magari a qualcuno piace vedere il Giro con sei corridori in due minuti alla vigilia della crono conclusiva o il Tour con quattro corridori in 30" prima delle Alpi, me se queste condizioni sono frutto di immobilismo l'incertezza non è sinonimo di spettacolo, ma di noia.

Froome al Tour alla fine ha dato distacchi notevoli(a parte a Uran) grazie alle crono, ma mi pare chiaro che se Yates e Daniel Martin, non proprio due grandi corridori da corse a tappe, arrivano così vicini in classifica alla maglia gialla c'è qualcosa che non va e il problema non è da ricercare nei corridori.
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
#2
Straquoto. 
Pensavo a questo argomento (o più o meno) anche in relazione a quanto ha scritto Hiko ieri, sui distacchi modesti, sui migliori che non si staccano a videnda, sul ciclismo che sta cambiando. 
Il paradosso è che a fronte di materiali sempre più sofisticati, di sistemi di allenamento più validi (magari con meno "sostanze speciali"), del contributo di vari strumenti, probabilmente di una base più ampia (che implica più corridori di valore), si riducono le difficoltà. Mi sembra siano tanti i comprimari / gregari che riescono a restare con i leader, a riprova di un livello alto che richiede maggior selezione. 

Ricercare lo spettacolo attraverso classifiche corte derivanti da percorsi meno selettivi è miope. Le classiche sono tanto più belle quanto più selezionano, i grandi Giri contengono il fascino delle grandi imprese del passato, sempre legate a tappe difficili. Dimenticare questo significa non capire il ciclismo, e non amarlo, oltre a non farne gli interessi.
 
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#3
Almeno negli ultimi anni il Giro qualche tappone che faceva grande selezione e decisivo per la classifica con dello spettacolo lo aveva , invece quest'anno solo la tappa di bormio preceduta e seguita da unipuerto o da tappe scandalose
 
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#4
Comunque ogni anno critichiamo il giro, poi arriva il tour ed è sempre molto peggio
 
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#5
Io il Giro lo critico di rado.

Quest'anno però......

Poi delusione più grossa perché il Tour immaginavo fosse 'sta roba, il Giro lo avevo sopravvalutato.

Anche perché mi aspettavo un altro versante del Grappa.
 
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#6
Sul percorso del Giro comunque continuo a pensare che ci stiamo facendo influenzare troppo dall'andamento non esaltante della corsa, perchè anche qui sul forum molti di noi (me compreso) lo avevano accolto in modo generalmente positivo.

Anche l'anno scorso non c'era un trittico stile Val Gardena-Pampeago-Montecampione 1998 ma è uscita fuori una corsa sicuramente divertente (e lo sarebbe stata anche senza il ribaltone finale di Nibali, perchè a parte per Cristiano Gatti era stata una corsa spettacolare anche fino alla tappa di Andalo).

Il percorso del Tour invece era oggettivamente ridicolo, metà delle tappe da arrivo in volata, pochissime cime sopra i 2000 metri, arrivi in salita o in fondo alla discesa dopo tappe dure praticamente nulli, con quella tappa di 100 km ciliegina sulla torta.
 
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#7
Ma la tappa vinta da Chiappucci a Sestriere con più di 6000 metri di dislivello in 250 km la rivedremo mai un giorno?tempo di no...
[Immagine: DFDJxegWsAAddVK.jpg:large]
 
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#8
Sono cambiate anche le regole sul kilometraggio totale di un Giro o di un Tour, penso anche quelle incidono nel non poter fare tappe troppo lunghe.
 
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#9
Dopo la delusione del Giro abbiamo passato il percorso del Tour ai raggi x, valutandolo bene per quello che era (modesto / brutto). 
Il Giro ci ha ingannato con la Rovetta Bormio e tante altre salite, una analisi più attenta avrebbe svelato un percorso non esaltante. Ad una prima occhiata la tappa mossa sarda sembrava più interessante, l'Etna sembrava preceduto da una salita che praticamente tale non era, poi le unipuerto, le dozzine di chilometri di falsopiano dopo gli scollinamenti... 

Grazie a Paglia abbiamo già analizzato abbastanza la Vuelta, che tutto sommato non è malaccio (per gli standard della Vuelta). 

Stavo pensando a criteri obiettivi per valutare il percorso di un grande giro ma non è facile, le variabili sono tante. Quanti km. a cronometro e che tipo di cronometro (in una gara individuale per me la cronosquadre è un obbrobrio), quante tappe vallonate e quanto lunghe, quanti arrivi in salita e con quali salite, quanti tapponi, ecc. ecc.
 
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#10
(23-07-2017, 08:33 PM)Paruzzo Ha scritto: Sul percorso del Giro comunque continuo a pensare che ci stiamo facendo influenzare troppo dall'andamento non esaltante della corsa, perchè anche qui sul forum molti di noi (me compreso) lo avevano accolto in modo generalmente positivo.

Anche l'anno scorso non c'era un trittico stile Val Gardena-Pampeago-Montecampione 1998 ma è uscita fuori una corsa sicuramente divertente (e lo sarebbe stata anche senza il ribaltone finale di Nibali, perchè a parte per Cristiano Gatti era stata una corsa spettacolare anche fino alla tappa di Andalo).

Il percorso del Tour invece era oggettivamente ridicolo, metà delle tappe da arrivo in volata, pochissime cime sopra i 2000 metri, arrivi in salita o in fondo alla discesa dopo tappe dure praticamente nulli, con quella tappa di 100 km ciliegina sulla torta.

Ma infatti io lo dico che l'avevo sopravvalutato. Anche perché è il Giro e ho sempre grande fiducia.

Ma l'andamento della corsa è dovuto al percorso mediocre.

Il Giro 2016 sicuramente aveva una seconda settimana migliore, innanzitutto.
 
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#11
Un disegno peggio di così era impossibile da fare, questo Tour pareva proprio una Parigi-Nizza di tre settimane (credo fosse tuo il paragone).

Io spero che questo andazzo non continui, ma probabilmente ai patron del Tour va bene così
 
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