13-05-2019, 10:45 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26-05-2020, 03:50 AM da Luciano Pagliarini.)
Visto che poco tempo fa si parlava di nazionalità che, a detta di qualcuno, sono nel mondo del ciclismo da poco, apro questo topic.
Peraltro, questo è undiscorso ciclico, e mi ricordo che già tempo fa mi ritrovai a discutere con un mio ex collega su quel sito là che diceva che oggi ci sono i polacchi e 30 anni fa no
Joachim Halupczok, nato il 3 giugno 1968 a Ozimek.
Da junior primo anno campione polacco a crono e cronosquadre.
Da junior secondo anno campione polacco di cronometro, cronocoppie, ciclocross, MTB e inseguimento a squadre. 2°, invece, nell'inseguimento individuale e nella prova in linea su strada.
Nel 1989, a 21 anni, vince il campionato del mondo dei dilettanti (livello nettamente superiore rispetto agli attuali mondiali per U23), il Liberazione e il Renania-Palatinato.
Passa pro nel '90 con la Diana di Saronni e dei connazionali Jaskula e Piasecki (ma i polacchi non c'erano). A neanche 22 anni fa 14° alla Roubaix (meglio di gente come Ludwig e Ballerini) e 8° al Giro del Trentino.
Prende parte al Giro ed è grande protagonista nella prima parte: 3° nella crono inaugurale di Bari, 6° a Vallombrosa dove arriva nel gruppo di Bugno e nuovamente 3° a Baselga di Piné. Prima della crono di Cuneo era addirittura 2° in classifica generale.
Si ritira nella 16esima tappa, quella con Fedaia e Pordoi.
La sua stagione prosegue bene: 6° al Giro del Veneto, 16° ai Mondiali e 2°, in coppia con Jaskula, al Baracchi.
Nel dicembre del 1990 scopre di avere un'aritmia cardiaca. Salta tutto il 1991, torna nel 1992 e riesce pure a ottenere un 5° posto in una gara di rango come il Midi Libre. Ma è un fuoco di paglia, i medici lo costringono al ritiro a fine stagione.
Morirà giovanissimo il 5 febbraio 1994, in circostanze controverse, mentre si preparava per una partita di calcio indoor.
Ovviamente qualcuno se ne uscì parlando EPO e bla bla bla. Peccato che la stessa aritmia ce l'abbiano suo padre e suo figlio.
Peraltro, questo è undiscorso ciclico, e mi ricordo che già tempo fa mi ritrovai a discutere con un mio ex collega su quel sito là che diceva che oggi ci sono i polacchi e 30 anni fa no

Joachim Halupczok, nato il 3 giugno 1968 a Ozimek.
Da junior primo anno campione polacco a crono e cronosquadre.
Da junior secondo anno campione polacco di cronometro, cronocoppie, ciclocross, MTB e inseguimento a squadre. 2°, invece, nell'inseguimento individuale e nella prova in linea su strada.
Nel 1989, a 21 anni, vince il campionato del mondo dei dilettanti (livello nettamente superiore rispetto agli attuali mondiali per U23), il Liberazione e il Renania-Palatinato.
Passa pro nel '90 con la Diana di Saronni e dei connazionali Jaskula e Piasecki (ma i polacchi non c'erano). A neanche 22 anni fa 14° alla Roubaix (meglio di gente come Ludwig e Ballerini) e 8° al Giro del Trentino.
Prende parte al Giro ed è grande protagonista nella prima parte: 3° nella crono inaugurale di Bari, 6° a Vallombrosa dove arriva nel gruppo di Bugno e nuovamente 3° a Baselga di Piné. Prima della crono di Cuneo era addirittura 2° in classifica generale.
Si ritira nella 16esima tappa, quella con Fedaia e Pordoi.
La sua stagione prosegue bene: 6° al Giro del Veneto, 16° ai Mondiali e 2°, in coppia con Jaskula, al Baracchi.
Nel dicembre del 1990 scopre di avere un'aritmia cardiaca. Salta tutto il 1991, torna nel 1992 e riesce pure a ottenere un 5° posto in una gara di rango come il Midi Libre. Ma è un fuoco di paglia, i medici lo costringono al ritiro a fine stagione.
Morirà giovanissimo il 5 febbraio 1994, in circostanze controverse, mentre si preparava per una partita di calcio indoor.
Ovviamente qualcuno se ne uscì parlando EPO e bla bla bla. Peccato che la stessa aritmia ce l'abbiano suo padre e suo figlio.