GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Però Petacchi a me non dispiace.
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Visto che adesso non è impegnato, un ritorno di Cassani cascherebbe a fagiolo, per me. Ma non succederà...
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Rizzato, onestamente, lo trovo insopportabile.
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No es un ciclista es Nairoman
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(07-05-2023, 02:14 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Però Petacchi a me non dispiace.
In questo momento Petacchi è il commentatore tecnico che ascolto con più piacere. Sicuramente molto meglio di tutto quello che gira in casa Eurosport.
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Non pensavo si arrivasse al "le tappe di pianura son sempre uguali, i telespettatori han visto 5 ore con sempre lo stesso scenario, vanno accorciate le tappe".
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Fabretti e Salvato insieme arrivano a malapena al Q.I. di un cefalo.
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IL GIRO DONNE INSERITO ALL'INTERNO DEL GIRO D'ITALIA
'Sto volando.
Sulle Wild Card non ha tutti i torti Fabbretti. Chiaro, con questo sistema meglio avercele che no. Andrebbe rivisto, come diciamo sempre, il World Tour.
Comunque la De Stefano manca troppo.
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Si può discutere sul livello delle wildcard, ma nel contesto in cui ne parlava lui, riferito al fatto che solo 2 corridori fossero andati in fuga, non aveva senso. Al massimo dovrebbe chiedere alle squadre come Astana, AG2R, Arkea o Israel se pensavano davvero di poter vincere la volata o, magari, non fosse meglio provare ad anticipare. Ma tanto il discorso è sempre uguale, questi sono gli stessi che ogni anno aspettano il muro di Huy per farsi purgare dal favorito di turno e rimangono li con la faccia da Pikachu sconcertato, come vuoi che gli sovvenga il fatto che Velasco e Vendrame le prendono in volata da Matthews e Pedersen.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Ma non riescono a portare mezzo corridore al Processo?
Una volta 2/3 corridori che andavano al processo dopo la tappa c'erano sempre.
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Ferribotte
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Il processo e' una cosa scandalosa nel 2023
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Ma è vera questa cosa? Mamma mia ..
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Non è vera, comunque.
Traduzione fatta a cazzo da un poveraccio.
Beppe Conti e Fabbretti parlavano di ridurre le tappe per sprinter e mantenere intatte quelle di montagna (roba specificata dallo stesso Conti). L'unico che vuole ridurre tutto è Salvaro.
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Beh è un filo fraintendibile ma il senso di "long stages like today" era quello
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"Non un uomo, ma: un bestione"
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Se uno parla di processo, Fabretti e Conti, è perché verosimilmente guarda il processo, Fabretti e Conti.
Ora, senza voler mancare di rispetto a nessuno, se guardi Fabretti, Conti e il processo, non posso che offrirti la mia ilarità, la mia compassione e qualche suggerimento per investire meglio il tuo tempo, a costo basso/zero.
Tutta la vicenda comunque meriterebbe delle riflessioni, molto più ampie rispetto alla diatriba tappe corte/tappe lunghe.
Molto banalmente, partendo dalla convinzione che tutta la questione sia studiata, tirata su per far un po' di scena, non posso non rilevare che la pensata ha avuto dannatamente successo.
Praticamente, fino alle disgrazie in cui si è imbattuto Remco, si è parlato di poco altro.
Ennesima dimostrazione, evidentemente, che la sostanza conta veramente il giusto, se trovi forme espressive che acchiappano l'attenzione.
Ma la cosa che più mi fa sorridere è che un sacco di gente è passata dall' usuale atteggiamento più che democristiano a un livore pazzesco verso Fabretti e Conti, giudicati pericolosi per il ciclismo, cattivi esempi, colpevoli di destabilizzare le masse e portarle su posizioni sbagliate.
Ora, quando le stesse identiche cose, o cose anche peggiori, sono dette da qualche Youtuber di successo, o da qualche emittente a tre consonanti, o da qualche altra figura ritenuta "buona", curiosamente si levano gli scudi in favore del dibattito e della proposta.
Morale: siamo sempre i Fabretti e i Conti di qualcun altro.
La verità è che il dibattito è questo. E che l'idea di poter sguainare la spada a difesa dei valori ciclistici duri e puri è andata inesorabilmente incontro al fallimento.
Sia dal di dentro, perché la piega di Salvato il ciclismo l'ha già presa da tempo, e mi meraviglia molto che qualcuno possa considerarlo una minaccia. La minaccia è un male ingiusto sventolato ma non ancora arrivato in faccia a qualcuno, ma basta guardare il percorso medio di una "long/short stage race" (cit.) per comprendere che quel male è già arrivato!
Non c'è più un cazzo da salvare se un Giro come questo rischia di passare per il festival dell'ultramarathon.
Sia dal di dentro, dicevo, ma anche dal di fuori, perché basta guardarsi attorno per capire che il dibattito su questo sport è arrivato ai minimi storici, non si riesce a produrre nulla di sostanzioso, si ripetono le stesse cose in una sorta di loop eterno e ci si imbatte sempre nell'utente medio che, diciamoci la verità senza voler apparire superbi, non dà l'impressione di capirci molto.
Per il momento mi fermo qua ma tornerò sull'argomento.