31-12-2018, 04:37 PM
Trentaquattresima Edizione 25-29 aprile 1956
Come da tradizione di corsa per tanti aspetti eletta, pochi corridori scelti ed invitati, tra i migliori del panorama nazionale e internazionale (nel ‘1956, furono 39), per un percorso misto, da compiere in parte in linea, ed in parte dietro al rullo dei motoscooter. Una formula che aveva raccolto tante critiche in Italia, per l’assoluta mancanza di un retroterra su simile tipologia di gara, ma che poi si sciolsero di fronte al successo della manifestazione, sia per la considerazione riscontrata in ambito internazionale e sia per la risposta del pubblico, che si levò sempre enorme e non scese mai a distanza rispetto ai numeri, ad esempio, del Giro d’Italia. E come da tradizione, alla punzonatura, stavolta in Piazza Augusto Imperatore, si ebbe una prima dimostrazione dell'entusiasmo che la corsa suscitava nella folla. Un clima festoso reso ancor più percepibile dalla presenza di una banda musicale che gli organizzatori avevano invitato. Gli stessi turisti stranieri, così soliti a raggiungere Roma in primavera, fra Pasqua e 1° Maggio, ebbero modo di dimostrare quanto quel quadro ciclomotoristico, impreziosisse lo scenario maestoso d’una città unica come la Capitale italiana.
![[Immagine: Manifesto%201956_zpszhxgkzgo.jpg?t=1546177635]](http://i1161.photobucket.com/albums/q504/ilnuovociclismo123/Manifesto%201956_zpszhxgkzgo.jpg?t=1546177635)
Trentanove iscritti, come detto. Italiani, belgi, francesi, svizzeri e un lussemburghese. Fra gli italiani, a tenere alto il vessillo di casa, i vari Monti, vincitore uscente, Magni, Moser, Nencini, Minardi, Messina e Coletto; fra i belgi, l’iridato Ockers, Derycke e De Bruyne; la Svizzera con Graf, Strehler e Clerici; la Francia con Dupont, Gauthier e Caput, ed il Lussemburgo, pur col solo Gaul, appena arrivato in Faema, ma con la fama e le dimostrazioni, di grande grimpeur, per moltissimi, il più forte di tutti nel mondo. Insomma, quanto bastava per dire che il GP Ciclomo-toristico delle Nazioni, era davvero un gran corsa, che meritava la considerazione ricevuta dall’osservatorio e le passioni di un pubblico come raramente si vedeva non solo in Italia, e limitatamente al nostro paese, appena dietro a quello del Giro organizzato dalla Gazzetta dello sport.
Prima tappa: Roma-Spoleto
I trentanove corridori, si allinearono al via da Roma, alle nove precise. Subito si accese la battaglia grazie alla rottura del cambio alla bici del Campione del Mondo Stan Ockers. Pareva scritto, evidentemente, che il belga, aldilà dell’iride addosso, fosse l’uomo da battere e, perciò, ogni occasione di attaccarlo, poteva essere buona. E furono parecchi i tentativi di fuga. Ci provarono Maule e Coletto, poi il primo mollò, ed il secondo proseguì solo per una ventina di chilometri. Il percorso, tutto un su e giù e la forte pioggia cadente ad intermittenza, resero la corsa durissima. Sulla rampa di Otricoli, al chilometro 66 di gara, se ne andarono Ranucci, Moser, Gaul ed ancora Coletto, ma dopo meno di dieci chilometri furono riassorbiti. In contropiede partì Zucconelli che, essendo conosciuto come abbastanza allergico alla salita, col Passo della Somma abbastanza vicino, non fu inseguito e guadagnò in pochi chilometri, un gran bel vantaggio. Sulla Somma, il corridore emiliano si superò e passò la cima con circa un minuto di vantaggio su Gaul e Ranucci, più indietro Cainero e Dupont e più distanti ancora De Santi e Moser che anticiparono di qualche secondo il gruppo. La discesa a picco fu affrontata alla grande dal battistrada, che andò all’aggancio coi motoscooter per gli ultimi 11 chilometri, con un vantaggio migliore rispetto alla cima della Somma. Il tratto motoristico non stravolse la situazione di tappa e Vincenzo Zucconelli poté tagliare con tranquillità, vincente, il traguardo di Spoleto. Sul vincitore.
![[Immagine: 15321543271325Zucconelli,Vincenzo.jpg]](http://www.dewielersite.net/db2/wielersite/beeldbank2018/15321543271325Zucconelli,Vincenzo.jpg)
Nato a Jolanda di Savoia (FE), il 3 giugno 1931. Passista veloce. Professionista dal 1954 al 1958 con 6 vittorie. Fu un formidabile dilettante, uno che vinceva anche prove di una certa rilevanza in termini di asprezza, ma che era soprattutto una ruota veloce che non perdonava. Nel 1951, vinse il GP Liberazione, già allora classicissima per dilettanti, quasi un campionato del mondo di primavera. L’anno dopo fu selezionato per i Giochi Olimpici di Helsinki, dove gareggiò su strada, classificandosi 6° e conquistando con la squadra la Medaglia d’Argento. Nel 1952 conquistò il il Titolo Tricolore della categoria. Insomma quanto basta per passare al più presto fra i professionisti. Invece, Zucconelli, come tanti altri che si sono falcidiati la carriera fra i cosiddetti “puri”, tardò ancora due anni a passare e lo fece a novembre ’54, dopo aver vinto la Coppa Gennari. Nell’elite del ciclismo faticò ad emergere, soprattutto patì le pendenze arrivando spesso al traguardo con le polveri bagnate per eventuali sprint, o staccatissimo. Ciononostante, a differenza di altri grandi nella categoria comunque propedeutica dei dilettanti, qualcosa di buono fece. Nel 1955 vinse la Coppa del Mare e, soprattutto, la tappa di Napoli al Giro d’Italia. L’anno seguente conquistò la frazione di Spoleto al Gran Premio Ciclomotoristico, la tappa di Messina al Giro di Sicilia, ed il Circuito di Santa Maria Vezzola, gara, questa, che vinse anche nella successiva stagione e che fu il suo ultimo successo. Diversi i piazzamento di nota e prestigio. Nel 1955 finì 2° Tappa Perugia e 3° in quella di Cervia al Giro d'Italia; nel ’56 fu 2° alla Sassari-Cagliari, 3° nel GP Fenaroli; nel 1956 fu 3° nelle tappe di Genova e Alessandria al Giro d’Italia. Nella corsa a tappe italiana più importante, che finì una sola volta nel 1955, 61°, fu Maglia Rosa per un giorno, nell’edizione del 1956.
Ordine d'arrivo:
1° Vincenzo Zucconelli km 137,7 (17 dietro motoscooter) in 3,39'42" alla media di 37,606 kmh; 2° Sante Ranucci a 42"; 3° Charly Gaul (Lux) a l'02"; 4° Stan Ockers (Bel) a l'20; 5° Bruno Monti a l'31"; 6° Germain Deryche (Bel) a l'37"; 7° Giuseppe Cainero a l'47"; 8° Jacques Dupont (Fra) a l'59"; 9 Guido De Santi a 2'; 10° Fiorenzo Magni a 2'47".
Seconda tappa: Spoleto-Perugia
La seconda tappa da Spoleto a Perugia, per un totale di 62 chilometri, ebbe uno svolgimento più facile in tutto: per altimetria, per condizioni atmosferiche e per uno svolgimento meno battagliato. Visse a lungo sulla fuga, partita poco dopo il via, di Graf, Martini e, tanto per cambiare, l'attivissimo Agostino Coletto. I tre procedendo d'amore e d'accordo arrivarono a raggiungere un vantaggio sul grosso di oltre due minuti, ma un'improvvisa crisi di Coletto, bloccato dalla fame, mandò in aria la riuscita del tentativo. A quel punto, partirono Ockers, Vlaeyen, De Bruyne. Rosseel e Caput. A sei chilometri dall'arrivo, l’aggancio agli allenatori in moto. Si trattava di un tratto con salita che mise le ali al Campione del Mondo Ockers. La sua accelerazione non lasciò scampo a compagni di fuga ed inseguitori. Una vera e propria sparata, ed alle sue spalle in diversi crollarono. Ordine d'arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) km 62,7 (6 dietro motoscooter) in 1h19'36", media km 37,771; 2° Fred De Bruyne (Bel) a 25"; 3° Cleto Maule a 28"; 4° Germain Derycke (Bel) a 1'23"; 5° André Rosseel(Bel) a 1’29"; 6° Andrè Vlaeyen (Bel) a 1’39"; 7° Bernard Gauthler (Fra) a 1'48"; 8 Louis Caput (Fra) a 1'59"; 9° Aldo Moser a 204", 10° Bruno Monti a 2'26".
Classifica generale dopo la prima giornata:
1° Stan Ockers (Bel) in 5h20'38"; 2° Germain Derycke (Bel) a 1'40"; 3° Charly Gaul (Lux) a 2'21"; 4° Bruno Monti a 2'35"; 5° Cleto Maule a 2'52"; 6° Jacques Dupont (Fra) a 3'09"; 7° Giuseppe Cainero a 3'40"; 8° Aldo Moser a 3'48"; 9° Sante Ranucci a 4'14"; 10° Fiorenzo Magni a 4'26".
Terza tappa: Perugia-Terni
Alla partenza di buon mattino, i corridori trovarono scrosci di pioggia di inaudita intensità. La prima ora di corsa, che da Perugia avrebbe condotto a Terni, per 96 km, causa appunto le condizioni atmosferiche, trascorse senza nessuna azione. A rompere il ghiaccio ci pensarono Ranucci e Coletto, ma ai piedi della salita di Todi, il gruppo tornò compatto. Sull’ultimo chilometro, il più duro, della citata ascesa, iniziò la battaglia per il traguardo valevole per il GPM, dove Gaul anticipò Monti di 10" e Ockers di 20". Poco distante dall’iridato, passò Ranucci, ed in discesa, i primi quattro sulla cima di Todi, si compattarono. Ad inizio pianura su di loro si riportarono Moser, Fantini, Graf e Fabbri. Sembrava un’azione destinata a successo, invece, nelle vicinanze di Terni il gruppo rinvenne. Nella volata decisiva, Magni, con l'aiuto di Baroni, la spuntò senza fatica e conquistò 30" di abbuono, mentre 15"andarono al secondo arrivato, il belga Derycke, un uomo da classiche e gran finisseur.
Ordine d’arrivo:
1° Fiorenzo Magni km 98 in 2h32’42” alla media 37,718 (abbuono di 30"); 2° Germain Derycke (Bel) (abbuono 15"); 3° Guido Messina; 4° Stan Ockers (Bel); 5 Bruno Monti; 6° Giorgio Albani; 7° a pari merito tutti gli altri. ad eccezione dello svizzero Strehler (ritirato) e Vincenzo Zucconelli giunto a 19'35". La classifica generale è invariata salvo il passaggio dal 10° al 9° posto di Magni in virtù dell’abbuono conquistato.
Quarta tappa: Terni-L’Aquila
Dopo un veloce pranzo a Terni, alle 13 si riparti per la seconda frazione della seconda giornata, la Terni-L'Aquila di 97 chilometri. Salite e discese, paesaggio bellissimo, aspro e selvaggio, che i corridori vollero vedere con calma, a media piuttosto bassa fino a Rieti, dove Martini e Crippa, insieme a Gauthier, uscirono dal gruppo. Il loro tentativo durò solo qualche chilometro. Sul Passo di Sella di Corno, alto 1005 metri sul livello del mare, provarono Nencini, Clerici, Rosseel e Martini, che riuscirono a conquistare un vantaggio di quasi due minuti, ma poi si svegliò Gaul, che si trascinò a ruota Ockers, Monti, Moser, Ranucci e Cainero. Sulle ali di un inseguitore come il lussemburghese, il gruppo ritornò sui fuggitivi e si giunse inevitabilmente ad una nuova volata, anche per il secondo traguardo di tappa stavolta sulla pista di L’Aquila. Guido Messina, che era il Campione del Mondo dell’Inseguimento, pur non essendo un velocista puro, impostò uno sprint lunghissimo che fu impossibile a tutti gli altri. Il corridore torinese, avrebbe potuto aggiungere a questo successo un altro, se la prevista semitappa di inseguimento all’australiana dietro moto, sul medesimo anello aquilano, non fosse annullata causa perdurante pioggia. Non a caso, il più deluso per quell’annullamento, fu proprio Messina, che, comunque, qualche mese dopo, confermò l’Iride nell’Inseguimento. Sul vincitore.
Nato a Monreale (Palermo) il 4 gennaio 1931. Passista veloce, alto 1,70 per kg. 70. Professionista dal 1954 al 1962. Su strada 8 vittorie. Ha alternato l'attività sull’asfalto con quella su pista. Grandissimo inseguitore, ha conquistato i seguenti titoli: 2 Mondiali dilettanti, 3 Mondiali prof e l’Oro alle Olimpiadi di Helsinki. Sette Campionati Italiani, di cui cinque nell’inseguimento individuale, uno nell’inseguimento a squadre e uno nell’omnium prof. Nelle categorie minori vanta 82 vittorie.
Nella specialità dell'inseguimento sono da considerarsi memorabili le sue vittoriose sfide coi grandi della strada: Coppi, Baldini, Anquetil e Koblet. Sceso di bicicletta, ha svolto un ottimo lavoro come preparatore tecnico degli inseguitori professionisti e dilettanti. E’ stato per anni tecnico regionale della pista in Piemonte. Le sue vittorie su strada: Trofeo Banfo (‘54); Tappa Torino (Giro d'Italia ‘55); Circuito Mestre (‘55); Tappa di L'Aquila al GP Ciclomotoristico, Circuito Asti, Circuito Bra e Circuito Firenze nel ‘56; Tappa di Nocera Umbra al GP Ciclomotoristico ’60. Maglia Rosa al Giro d'Italia per un giorno nel ‘55. Messina è un capitolo obbligato nella storia dell’inseguimento.
Ordine d’arrivo:
1à Guido Messina km 97,6 in 3h05’16”, media di 31,602 kmh; 2° Stan Ockers (Bel); 3° Giorgio Albani; 4° Alessandro Fantini; 5° Cleto Maule; 6° Germain Derycke (Bel); 7° Giu-seppe Cainero; 8° Aldo Moser; 9° Fiorenzo Magni; 10° Sante Ranucci; 11° Pietro Nascimbene; 12° Charly Gaul (Lux), 13° Andrè Rosseel (Bel), 14° Jacques Dupont (Fra); 15° Gilberto Dall’Agata; 16° Rolf Graf (Sui); 17° Gastone Nencini; 18° Nel-lo Fabbri; 19° Louis Caput (Fra); 20° Bruno Monti; 21° Rino Benedetti; 22° André Vlayen (Bel); 23° Carlo Clerici; tutti col tempo di Messina, seguono altri con distacchi vari.
Classifica generale dopo la seconda giornata:
1° Stan Ockers (Bel) in 10h58'16"; 2° Germain Derycke (Bel) a 1'25"; 3° Charly Gaul (Lux) a 1’51"; 4° Bruno Monti a 2'22"; 5° Cleto Maule a 2’48"; 6° Jacques Dupont (Fra) a 3'19”; 7° Giuseppe Cainero a 3'40"; 8° Aldo Moser a 3'48"; 9° Fiorenzo Magni a 3’56”; 10° Sante Ranucci a 4'14".
Quinta tappa: L’Aquila-Frosinone
La tappa, lunga 148 chilometri, piuttosto duri e da percorrere tutti in linea, fu molto battagliata e si incentrò per la gran parte sulle due toste salite da scalare: Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo. Sulla prima, alta 1376 metri, su un paesaggio fantastico, reso tipicamente invernale, con nuvoloni neri e bassi, con qualche ricordo di neve sui prati, con un'aria gelida resa tormentosa per la pioggia che in realtà era fatta di chicchi di ghiaccio, fuggì De Santi, il vecchio combattente triestino. Sfigurato dalla fatica fu ripreso trenta chilometri dopo l’ascesa, ed in testa, anch’egli da solo passò il francese Louis Caput. Il suo tentativo finì poco prima della salita di Rocca di Mezzo, sulla cui cima passò primo Magni, seguito nell'ordine da Derycke, Vlaeyen, Cainero e De Rossi. Il gruppo staccato di un soffio, recuperò presto. In contropiede partirono in sette: Grosso, Zucconelll, ancora De Santi, Rosseel, Cainero, Maule e Martini, ma anche sul loro tentativo la sorte non fu amica. Alle porte di Frosinone, con lo stadio sede d’arrivo in vista, presero il largo Graf, Rosseel, Fabbri, Moser e Gaul. Nello sprint decisivo la spuntò lo svizzero, super stilista sul passo e gran cronoman, Rolf Graf.Sul vincitore.
![[Immagine: 1247475404GRAF%20Rolf%20-%209.jpg]](http://www.dewielersite.net/db2/wielersite/beeldbank/1247475404GRAF%20Rolf%20-%209.jpg)
Il suo stile era perfetto e l'efficacia sul passo non lo poteva tradire. Era dunque naturale che il cronometro fosse il suo pezzo forte. Ma se la perfezione stilistica e l'occhiolino alle lancette, lo rendevano perfettamente sincronico al suo essere... svizzero, le sue amnesie di concentrazione hanno molto limitato i mezzi fisici regali di cui era dotato. Dire che Rolf Graf, nato ad Unterentfelden, in Svizzera, il 19 agosto 1932, ha ottenuto meno di quello che avrebbe potuto, è fin troppo ovvio.
Ciononostante, il suo passaggio nel ciclismo ha lasciato la sua bella traccia. Dopo Kübler (il suo maestro) e Koblet e prima dell'avvento dei vari Rominger, Richard e Camenzind, Graf è stato probabilmente lo stradista svizzero che più di tutti ha inciso per qualità, risultanze e popolarità, assicurandosi un bottino significativo sia in virtù delle sue doti di cronoman e sia per il suo più che discreto spunto veloce. Tagliato fuori per le sue amnesie dalla classifica generale delle grandi corse a tappe, unica eccezione lo splendido Giro di Svizzera '56, vinto bellamente, s'è in parte rifatto con qualche vittoria parziale: ha infatti vinto tre tappe al Tour de France, una al Giro d'Italia e sei al Tour de Suisse.
Ma il suo palmares s'è impreziosito soprattutto grazie ad altri ed importanti successi. Ha vinto la Gand Wevelgem nel '54, è stato campione svizzero su strada nel 1956-'59-'62, ha colto il successo nel Gran Premio Le Locle nel '56 e nel '58, nella Lucerna Engelberg '54, nel Giro del Nord Ovest '62, nel Giro del Cantone di Ginevra '61 e '62. Eccellente il suo ruolino nelle grandi crono della sua epopea, grazie ai sempre evidenti piazzamenti e ai successi nel Gran Premio della Svizzera '55, Gran Premio di Lugano '55 e '62, Gran Premio d'Europa a squadre a Ravenna nel '56, Gran Premio Longines a squadre '60, e il Trofeo Baracchi '56 in coppia col francese Andrè Darrigade. Quest'ultimo, fu un successo strameritato, anche al cospetto del pur grande transalpino, poiché sul ritmo e lo stile di Rolf, gravò il peso degli ultimi decisivi chilometri di gara. In pista, il 13 gennaio 1955, stabilì il record mondiale sui 5 chilometri, percorsi nel tempo di 6'21"4, ma quella performance non fu mai omologata.
A causa di un grave incidente stradale fu costretto ad abbandonare la carriera nel '63. Regale come pochi in bicicletta e fuori dalle corse, il palmares professionistico di Graf (1953-'63), conta su trentasette vittorie.
Ordine d'arrivo:
1° Rolf Graf (Sui) km 148 in 4h06’35” alla media di 36,008 kmh; 2° André Rosseel (Bel); 3° Nello Fabbri; 4° Aldo Moser; 5° Charly Gaul (Lux); 6° Vincenzo Zucconelli a 16”, 7° Bruno Monti; 8° Pierino Baffi; 9° Stan Ockers (Bel): 10° Rino Benedetti.
Sesta tappa: Frosinone-Fiuggi
Nel pomeriggio, cambio di scena. Da Frosinone fino a Collepardo, una quindicina di chilometri per scaldare le gambe, perché poi, dalla località cuore dei Monti Ernici, con la strada in salita, si sarebbe effettuato l’aggancio ai motoscooter, per la ventina di chilometri rimanenti al traguardo di Fiuggi. Dopo la fase d’attesa senza sussulti, si giunse all’aggancio al rullo delle moto, con Monti in testa, deciso a dar battaglia. Dietro al romano, Derycke, Magni e Ockers. Il Campione del Mondo però, passò presto al contrattacco, ed a folle velocità si portò al comando, rispondendo per una decina di chilometri ai contrattacchi degli avversari, Monti in particolare. Poi, quando iniziò la ripida erta che in tre chilometri portava a Fiuggi, con una rapida accelerazione distrusse ogni velleità degli altri. Fu uno spettacolo: l’iridato quasi rannicchiandosi alle spalle dell'allenatore, lanciò il suo acuto e giunse solo al traguardo, con 1’06” su un comunque bravissimo Monti. Poi gli altri, frazionati, a distacchi vari. Per l’osservatorio, Stan Ockers, con l’affresco di Fiuggi, aveva ipotecato quel successo finale, che gli era spesso sfuggito nella grande corsa del Corriere dello sport.Ordine d’arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) km 36 in 54'25" alla media km 39,672; 2° Bruno Monti a 1'06"; 3° Germain Derycke (Bel) a 1'23"; 4° Guido Messina a 1'40"; 5° Fiorenzo Magni a 1'50"; 6° Nello Fabbri a 2'18"; 7° Charly Gaul (Lux) a 2'26"; 8° Giorgio Albani a 2'33"; 9° Fred De Bruyne a 2'38"; 10° Agostino Coletto a 2'41".
Classifica generale dopo la terza giornata:
1° Stan Ockers Bel) in 15 ore 59'52"; 2° Germain Derycke (Bel) a 2'33' ; 3° Bruno Monti a 3'28": 4° Charly Gaul (Lux) a 4'01"; 5° Fiorenzo Magni a 5'16"; 6° Jacques Dupont (Fra) a 6'07"; 7° Cleto Maule a 7'; 8° Aldo Moser a 7'09"; 9° Giuseppe Cainero a 7'43"; 10° Pietro Nascimbene, a 8'13".
Settima tappa: Fiuggi-Caserta
Alla partenza da Fiuggi, dopo la pesante giornata precedente, conclusa con la straordinaria dimostrazione di forza dell’iridato, parve emergere un tacito accordo: chi ha voglia di farsi tanti chilometri in fuga prima dell’aggancio ai motoscooter per il circuito finale di Caserta, si può accomodare. Ed infatti, un trio composto dal francese Bernard Gauthier, dal “solito” Guido De Santi e da Danilo Barozzi, se ne andò di buona voglia e non fu inseguito. Nella libera uscita concessa ai tre e, più tardi, anche a Zucconelli, si chiuse tutta la cronaca fino all’aggancio ai rulli, in quel di Caserta, località d’arrivo. All’inizio del settore motoristico, Gauthier, Barozzi e De Santi giunsero con un vantaggio di 6’07 su Zucconelli e di 13’15”. Lì si aprì una lotta su due fronti, davanto la battaglia per la vittoria di tappa che arrise al francese Gauthier e, dietro, fra gli uomini di classifica la possibilità di provare a mettere in difficoltà Ockers. Morale: fu l’iridato a distruggere, ancora una volta, ogni velleità degli avversari, staccandoli di nuovo. Sul vincitore.
Nato il 22 settembre 1924 a Beaumont-Monteux nel dipartimento della Drome. Passista. Professionista dal 1946 al 1961 con 30 vittorie. Un corridore generoso, leale, onesto e combattivo (lo chiamarono “Cuor di leone”), con grandi doti sul passo, vulnerabile sulle salite lunghe. Ha vinto meno di quanto era nelle sue possibilità, in parte per eccesso di combattività, ed in parte maggiore, per la sua disponibilità al gioco di squadra. Gauthier, ha vinto o sfiorato grandi traguardi e, per questo, va consideratoi uno dei corridori francesi più evidenti, nella pur stellare decade transalpina, degli anni cinquanta. Frenato nel suo apprendistato ciclistico dalla guerra, dopo diversi successi minori, salì alla ribalta nel 1948, quando al Tour de France, vinse la tappa Liegi-Roubaix e, nel 1950, sempre alla Grande Boucle vestì per sette giorni la Maglia Gialla.
Il suo palmares è illuminato dalle quattro vittorie nella Bordeaux-Parigi ('51, '54, '56, '57) che gli propiziò la definizione di "Monsieur Bordeaux-Paris", ma comprende pure il Campionato di Francia '56, il Giro del Sud-Est nel '52 e '58, diverse affermazioni in semi-classiche e significativi posti d'onore nel Giro delle Fiandre '52 (dietro Decock), nella Parigi-Bruxelles '52 (dietro Gueguen) e '56 (dopo Van Looy) e nella Milano-Sanremo '55 dietro Derijcke. Grandioso il suo successo nella Parigi-Bordeaux ’54, quando una terribile caduta lo lasciò stordito sul bordo della strada, ma non si fermò, riprese e vinse a Parigi.
Tutte le sue vittorie. 1946: Tour de Haute-Savoie. 1947: Annemasse-Bellegarde-Annemas-se; Bourg-Genève-Bourg; GP di Lione. 1948: 20a tappa del Tour de France. 1950: 1a tappa della Parigi-Saint-Etienne; GP Blanzy. 1951: Bordeaux-Parigi. 1952: Tour du Sud-Est, 1a tappa del Tour du Sud-Est; GP de l'Echo d'Al-ger. 1953: GP du Pneumatique. 1954: Bordeaux-Parigi; 1a e 8a tappa del Dauphiné Libéré; GP Catox. 1955: 2a tappa della Parigi-Nizza; 8a tappa del Dauphiné Libéré; 5a tappa della Tre Giorni di Anversa. 1956: Campionato Francese su Strada; Bordeaux-Parigi; Criterium degli Assi; 4a tappa del GP Ciclomotoristico; GP Montigny-en-Gohelle. 1957: Bordeaux-Parigi. 1958: Tour du Sud-Est; GP de l'Echo d'Oran; GP Riom. 1959: GP d'Oran. 1961: GP di Miniac-Morvan.
Ordine di arrivo:
1° Bernard Gauthier (Fra) km 189,250 in ore 6h14'54" alla media di 36,774 kmh; 2° Guido. De Santi a 26"; 3° Danilo Barozzi a 2'02"; 4° Vincenzo Zucconelli a 8'46"; 5° Stan Ockers (Bel) a 9'38"; 6° Bruno Monti a 9' 47"; 7° Giorgio Albani a 10'51"; 8° Cleto Maule a 11’07”; 9° Guido Messina a 11’18”; 10° Charly Gaul (Lux) a 11’21”; 11° Nello Fabbri a 11’22”; 12° Germain Derycke (Bel) a 11’23”.
Ottava tappa: Caserta-Napoli
Nel pomeriggio, senza tanto tempo per digerire il pranzo, la Caserta-Napoli. Lungo il tratto in linea, Giuseppe Cainero e Fred De Bruirne, poterono finalmente trovare il momento buono per imbastire una fuga, ed i due si affacciarono in testa sul circuito di via Caracciolo, splendido di un sole caldissimo e di una folla altrettanto calda, valutata sulle centomila persone. Cainero e De Bruirne giunsero primi all’aggancio con gli scooter, seguiti a 17” da Dupont e Ranucci e ad 1’30” dal plotone. Troppo poco il vantaggio dei fuggitivi per resistere alla “storia di sempre”, ovvero Ockers e Monti, che si scatenavano sul ritmo febbrile dei sessanta all'ora. Ed anche quel pomeriggio fu così. In breve i due balzarono al comando della corsa. Irreducibile nel suo entusiasmo, Monti tentò ancora di fare lo sgambetto al Campione del Mondo che, per un giro lasciò fare. Poi, punto nell’orgoglio, contrattaccò, impartendo una nuova lezione al romano.Ordine di arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) km 87,5 in ore 1.45'5" alla media di 49,748 kmh; 2° Bruno Monti a 38"; 3° Giorgio Albani a 54"; 4° Guido Messina a 1’03”; 5° Agostino Coletto; 6° Charly Gaul (Lux); 7° Giuseppe Minardi.
Classifica generale:
1° Stan Ockers (Bel) in 23h09'29"; 2° Bruno Monti a 4'15"; 3° Germain Derycke (Bel) a 6'34"; 4° Charly Gaul (Lux) a 7'17"; 5° Fiorenzo Magni a 9'53"; 6° Jacques Dupont (Fra) a 10'13"; 7° Giorgio Albani a 10'25"; 8° Cleto Maule a 10'43"; 9° Guido Messina a 11'28”; 10° Guido De Santi a 11'40"; 11° Giuseppe Cainero a 13'56"; 12° Pietro Nascimbene a 15’25”; 13° Andrè Rosseel (Bel) a 16’14”.
Nona tappa: Napoli-Latina
Un diluvio si scatenò poco dopo la partenza da Napoli, ed in pratica accompagnò i corridori lungo tutta l’ultima giornata di gara. Inevitabile che la calma assoluta, in termini di volontà, regnasse sui corridori. Ockers, da padrone come non s’era mai visto nella storia di questa corsa, rintuzzò di persona ogni tentativo di fuga e le note furono tutte nel ritiro di Zucconelli per bronchite e nella caduta senza conseguenze di Dupont. Si viaggiò così con motto ritardo sulla tabella di marcia e, per gli organizzatori, si aprì il dubbio se far disputare o meno il tratto dietro motori che doveva concludere la tappa sul circuito di Latina. Prima prevalse la prudenza e venne deciso il “no”. Poi, ebbe il suo peso verso il “sì”, il brontolio della folla che da tre ore aspettava imperterrita lo spettacolo. L’unico ritocco: i giri in programma, da dieci vennero ridotti ad otto, Ockers li percorse in testa dal primo all'ultimo. Semplicemente inattaccabile.Ordine d’arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) km 174,2 in ore 5h30'21" alla media di 31,601 kmh; 2° Grosso a 4"; 3° Magni a 11"; 4° Messina a 13"; 5° Coletto a14”; 6° Bruno Monti a 17”; 7° Giorgio Albani a 20”; 8° Nello Fabbri a 24”; 9° Guido De Santi a 1’15”; 10° Cleto Maule a 1’23”; 11° Pietro Nascimbene a 1’24”; 12° Germain Derycke (Bel).
Decima tappa: Latina-Roma
Alle 15,50 fu dato il via all’ultima frazione, da Latina a Roma. Sempre sotto una pioggia copiosa e asfissiante. Ad Albano, nei pressi del paese di Bruno Monti, caddero in quattro senza conseguenze, tra cui Coletto che ruppe una ruota. Scattarono poco dopo Magni, Monti, Ranucci, Albani, Nencini, Fabbri e Grosso e si aggiunsero ai sette, prima Ockers, da solo con un fantastico inseguimento, indi anche Minardi, Messina, Dall'Agata, Martini, Benedetti, Dupont e Nascimbene. Il plotone di testa s’agganciò ai motoscooter all’imbocco del Circuito delle Terme di Caracalla, sotto una pioggia che stava diventando diluvio e gli organizzatori ridussero i giri previsti da quattordici a dieci. Mentre Derycke si ritirava esausto per l’uragano d’acqua, Monti alla ricerca almeno di un successo di tappa attaccò. Ockers però, rispose, lo riprese e lo staccò. La solita storia: Ockers primo e Monti secondo. Nessuna intervista all'arrivo, ciascuno balzò via alla disperata per mettersi al riparo. Molti corridori erano già in albergo. Il giorno dopo c’era il Giro dell’Emilia, con la speranza di trovare il sole….
Ordine d'arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) km 96,300 in 2h31'10" alla media di 38,221 kmh; 2° Bruno Monti a 46"; 3° Giorgio Albani a 51"; 4° Agostino Coletto a 52"; 5° Fiorenzo Magni a 57”, 6° Gastone Nencini a 1’17”; 7° Guido Messina a 1’32”; 8° Nello Fabbri a 1’32”; 9° Cleto Maule a 1’58” 10° Charly Gaul (Lux) a 2’14”.
![[Immagine: Ockers%20iride_zpsubcczzvh.jpg?t=1546180444]](http://i1161.photobucket.com/albums/q504/ilnuovociclismo123/Ockers%20iride_zpsubcczzvh.jpg?t=1546180444)
L’indimenticabile Constant "Stan" Ockers
Classifica generale finale:
1° Stan Ockers in 31h11’; 2° Bruno Monti a 5'18"; 3° Charly Gaul (Bel) a 11’01”; 4° Fiorenzo Magni a 11'05"; 5° Giorgio Albani a 11'36"; 6° Guido Messina a 13’24”; 7° Cleto Maule a 14’15”; 8° Jacques Dupont (Fra) a 18’36”; 9° Nello Fabbri a 19’15”; 10° Pietro Nascimbene a 19’24”; 11° Giuseppe Cainero a 19’32”; 12° Agostino Coletto a 19’49”; 13° Guido De Santi a 23’31”; 14° Gilberto Dall’Agata a 24’24”; 15° Sante Ranucci a 24’43”; 16° Gastone Nencini a 25’43”; 17° Adolfo Grosso a 27’17”; 18° Alessandro Fantini a 29’21”; 19° Luciano Ciancola a 36’17”; 20° André Rosseel (Bel) a 36’31”; 21° Alfredo Martini a 46’47”.
Maurizio Ricci detto Morris
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