Ascani: la mia grande occasione
Sono pochi quelli che riescono a vedere l’infinito oltre il colle, scalarlo e trovare la grande occasione tanto cercata. Luca Ascani è uno di quelli che ci è riuscito, forse anche perché ispirato dal quel suo particolarissimo vicino di casa che risponde al nome di Giacomo Leopardi, anche lui nato, proprio come Luca, il 29 giugno. D’altra parte, tra Recanati e Castelfidardo sono appena 11 chilometri da pedalare sulle onde delle alture marchigiane.
«Vi andavo a scuola ed è una strada che faccio spesso durante i miei allenamenti in bicicletta - ha accennato Ascani -: io, a differenza sua, ora riesco sempre a vedere il bello delle cose seppure qualche volta, come tutti, ci sia qualche momento di ombra».
Dopo la brillante stagione alla D’Angelo & Antenucci Nippo il ventottenne marchigiano è approdato alla corte di Angelo Citracca e Luca Scinto.
«Con la maglia della Farnese - Selle Italia potrò misurarmi in una dimensione più grande. I sacrifici compiuti mi hanno portato ad avere questa grande possibilità e non voglio sciuparla - ha spiegato Luca sin dal primo ritiro del team a Montecatini -: mi sono ambientato subito e ho trovato un gruppo splendido composto da atleti esperti come Mazzanti, Pozzato e Gatto. Siamo già molto uniti e Scinto crede molto anche in me, una motivazione in più per non deludere né lui, né Valentino Sciotti, patron di Farnese, che mi ha voluto in questo team credendo nelle mie potenzialità: gli sono molto riconoscente anche per i continui consigli che mi dà, per aver sempre cercato di tenere alto il mio morale».
Ascani, che è reduce da una buona stagione con la D’Angelo Antenucci-Nippo - nella quale spiccano il podio finale del Giro del Trentino e il secondo posto nella crono della Coppi e Bartali dietro allo specialista Malori per appena 8” - proverà dunque a conquistare un posto per il prossimo Giro d'Italia, forte delle sue caratteristiche di corridore completo, resistente e cronoman.
«Al Trentino lo scorso anno forse avrei potuto fare meglio: è l’unico rammarico che ho, io che pretendo sempre molto da me stesso. Nel 2011 mi è mancata la vittoria e spero di raggiungerla durante questa stagione, magari in una gara davvero importante. Comunque il 2011 resta l’anno in cui mi sono sbloccato e nel quale ho visto e ho capito che potevo riprendere a lottare con i migliori».
Ivan Basso disse “il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi”.
«Vero. E a volte per ritrovarsi bisogna cadere. I due anni di squalifica mi hanno portato a rientrare nel 2010 (con la Cdc) con uno spirito di sacrificio che non avevo, sono molto più determinato a centrare i miei obiettivi per dimostrare che ho davvero qualcosa in più, che valgo. La squalifica è stata come il crollo di un ponte, ho pagato e poi ho capito che per raggiungere la sponda dovevo arrampicarmi e salire, con fatica, per poi poter stare a testa alta. È stata dura ma ora con la Farnese ho l’occasione che aspettavo. Stare lontano dall’ambiente e poi ripartire da zero due anni fa, mi ha dato la possibilità di ritrovarmi e capire chi erano gli amici veri, quelli che ti stanno vicino nel bisogno…».
Qualità dunque...
«Anche nella scelta dei miei compagni di allenamento: non mi interessa uscire con i “nomi noti” ma con amici veri come Marco Carletti (ex della Universalcaffè) o i miei ormai ex compagni Henry Frusto e Simone Campagnaro, persone importanti per me come è stato anche Fortunato Baliani. Mi ha aiutato nel gestirmi meglio, a curare il peso, l’alimentazione, l’allenamento e a credere di più in me stesso».
Sguardo accattivante ma anche da simpatica canaglia, Ascani sa come far strage.
«Sì, di beccacce! Adoro andare a caccia con i miei 5 inseparabili cani. Durante l’inverno fa bene fare lunghe passeggiate e tenere allenati i riflessi, visto che col freddo e il maltempo mi diventa molto più difficile uscire per i miei allenamenti massacranti di 8 ore in solitaria con anche 4000 metri di dislivello…».
Ama la musica dal ritmo alto, ha un lupo disegnato sul casco, ammira la signorilità di Indurain e con Pozzato condivide la passione per le scarpe eleganti ed ora anche il passaporto biologico.
«Lo volevo già la stagione scorsa ma aderirvi privatamente costa veramente molto. Ora sono contento perché, grazie al passaggio in questa squadra, ne faccio parte ormai da settembre e sui miei futuri risultati non ci sarà più nemmeno l’ombra del dubbio. Sciotti mi ha detto “Vieni con noi e dimostra ciò che vali”. Così è andata e qui potrò mettermi davvero alla prova».
di Laura Guerra
dal mensile tuttoBICI di Gennaio 2012
www.tuttobiciweb.it