28-02-2017, 08:43 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-03-2017, 02:06 AM da SarriTheBest.)
Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Brussel-Kuurne, Peter Sagan e Greg Van Avermaet partono con il piede giusto sul pavé
Peter Sagan e Greg Van Avermaet sul podio della Omloop Het Nieuwsblad - © BettiniPhoto
Nello scorso weekend si è ufficialmente aperto il periodo dedicato alle classiche del pavé, uno dei momenti più attesi e sicuramente più affascinanti di tutta la stagione ciclistica. Come sempre ad aprire le danze sono state la Omloop Het Nieuwsblad, un tempo nota come Het Volk e considerata un piccolo Fiandre, e la Kuurne-Brussel-Kuurne, più semplice a livello di percorso ma di difficile controllo.
Protagonista della due giorni fiamminga è stato il solito Peter Sagan. Alla OHN probabilmente generoso al di sopra delle sue (attuali) possibilità e sicuramente ingenuo in volata, perfetto invece il giorno successivo alla Kuurne. Sicuramente però i segnali sono stati decisamente positivi, anche al di sopra di qualche attesa. In pianura sembrava avere una marcia in più e spesso si aveva la sensazione che giocasse con gli avversari, mentre lo scatto dovrebbe tornare quello secco di un tempo man mano che si accumulerrano chilometri e giorni di corsa.
Non da meno Greg Van Avermaet. Il talento è meno cristallino, ma il senso tattico - come ha dimostrato anche a Rio de Janeiro - è decisamente migliore rispetto a quello dello slovacco. Alla OHN alcune volte sembrava arrancare ai cambi di ritmo di Sagan, ma sul traguardo lo ha spolverato senza tanti complimenti; alla Kuurne invece la BMC ha perso l'attimo buono e si è giocata la superiorità numerica, con Greg che si è ritrovato ad inseguire il gruppetto di testa per favorire il compagno di squadra Drucker. Il fiammingo però si candida a principale rivale di Sagan, pronto a riscattare la caduta (con conseguente frattura della clavicola) patita allo scorso Giro delle Fiandre che gli tolse ogni sogno di gloria.
Escono con le ossa rotte Tom Boonen e Alexandre Kristoff. Per fortuna non letteralmente: una caduta a metà OHN ha visto coinvolti, tra gli altri, anche i due campioni delle pietre, tagliandoli fuori dalla lotta per la vittoria finale. Ma senza riportare fratture o gravi danni. Tony Martin, anche lui a terra come tutta la Katusha, invece ha rimediato 8 punti di sutura in viso. Il giorno dopo Boonen ha dovuto alzare bandiera bianca a causa di problemi di stomaco, mentre Kristoff e Katusha ancora non avevano assorbito tutte le botte e sono rimasti sorpresi dal subbuglio del finale di corsa. Da veirificare.
Buona OHN per Sep Vanmarcke, unico a tenere testa al duo Sagan-Van Avermaet. Non una sorpresa, soprattutto in queste corse; quando si alza un po' l'asticella, quando si ragiona di Giro delle Fiandre o Parigi-Roubaix, il fiammingo però tende a deludere le attese. Saprà smentire? Risultati altalenanti per la Lotto-Soudal di Jurgen Roelandts e Tiesj Benoot e il Team Sky: i primi anonimi ed i secondi "spreconi" (nel senso di aver sprecato energie per nulla) alla OHN, entrambi hanno saputo trovare riscatto il giorno dopo con la fuga di Roelandts ed i piazzamenti di Luke Rowe (3°) e Benoot (4°).
Ottime notizie invece per la Trek-Segafredo: Jasper Stuyven mostra buone cose - ed una bella dormita - tra OHN (8°) e KBK (2°), Fabio Felline si scopre forte anche sulle pietre (4° alla OHN, primo degli italiani), Theuns e Rast si confermano gregari di conclamato valore. John Degenkolb, non presente alla due giorni di apertura, sarà contento. Sempre se tutti rispetteranno le gerarchie di squadra...
A proposito di italiani. Considerando le poche soddisfazioni date negli ultimi anni, il buongiorno alle classiche del 2017 può dirsi molto positivo. Detto di Felline, Matteo Trentin in entrambe le giornate è stato il miglior Quick Step - un po' il Real Madrid del pavé - al traguardo, posizionandosi 9° alla OHN e, prendendo parte all'azione decisiva, 5° alla Kuurne. Il problema per il trentino è il solito: lo spazio. Tra Boonen, Terpstra, Stybar, magari anche Gaviria, è sempre difficile ritagliarsi un ruolo di primo piano alle corse del nord. Ma la sua crescita prosegue sulla giusta strada. Buonissimo il ritorno in scena di Oscar Gatto, 5° alla OHN e con concorrenza alla sua portata tra le fila dell'Astana; mentre Gianni Moscon ha dato prova di grande solidità, lavorando egregiamente per i suoi compagni di squadra. Si farà.
Peter Sagan e Greg Van Avermaet sul podio della Omloop Het Nieuwsblad - © BettiniPhoto
Nello scorso weekend si è ufficialmente aperto il periodo dedicato alle classiche del pavé, uno dei momenti più attesi e sicuramente più affascinanti di tutta la stagione ciclistica. Come sempre ad aprire le danze sono state la Omloop Het Nieuwsblad, un tempo nota come Het Volk e considerata un piccolo Fiandre, e la Kuurne-Brussel-Kuurne, più semplice a livello di percorso ma di difficile controllo.
Protagonista della due giorni fiamminga è stato il solito Peter Sagan. Alla OHN probabilmente generoso al di sopra delle sue (attuali) possibilità e sicuramente ingenuo in volata, perfetto invece il giorno successivo alla Kuurne. Sicuramente però i segnali sono stati decisamente positivi, anche al di sopra di qualche attesa. In pianura sembrava avere una marcia in più e spesso si aveva la sensazione che giocasse con gli avversari, mentre lo scatto dovrebbe tornare quello secco di un tempo man mano che si accumulerrano chilometri e giorni di corsa.
Non da meno Greg Van Avermaet. Il talento è meno cristallino, ma il senso tattico - come ha dimostrato anche a Rio de Janeiro - è decisamente migliore rispetto a quello dello slovacco. Alla OHN alcune volte sembrava arrancare ai cambi di ritmo di Sagan, ma sul traguardo lo ha spolverato senza tanti complimenti; alla Kuurne invece la BMC ha perso l'attimo buono e si è giocata la superiorità numerica, con Greg che si è ritrovato ad inseguire il gruppetto di testa per favorire il compagno di squadra Drucker. Il fiammingo però si candida a principale rivale di Sagan, pronto a riscattare la caduta (con conseguente frattura della clavicola) patita allo scorso Giro delle Fiandre che gli tolse ogni sogno di gloria.
Escono con le ossa rotte Tom Boonen e Alexandre Kristoff. Per fortuna non letteralmente: una caduta a metà OHN ha visto coinvolti, tra gli altri, anche i due campioni delle pietre, tagliandoli fuori dalla lotta per la vittoria finale. Ma senza riportare fratture o gravi danni. Tony Martin, anche lui a terra come tutta la Katusha, invece ha rimediato 8 punti di sutura in viso. Il giorno dopo Boonen ha dovuto alzare bandiera bianca a causa di problemi di stomaco, mentre Kristoff e Katusha ancora non avevano assorbito tutte le botte e sono rimasti sorpresi dal subbuglio del finale di corsa. Da veirificare.
Buona OHN per Sep Vanmarcke, unico a tenere testa al duo Sagan-Van Avermaet. Non una sorpresa, soprattutto in queste corse; quando si alza un po' l'asticella, quando si ragiona di Giro delle Fiandre o Parigi-Roubaix, il fiammingo però tende a deludere le attese. Saprà smentire? Risultati altalenanti per la Lotto-Soudal di Jurgen Roelandts e Tiesj Benoot e il Team Sky: i primi anonimi ed i secondi "spreconi" (nel senso di aver sprecato energie per nulla) alla OHN, entrambi hanno saputo trovare riscatto il giorno dopo con la fuga di Roelandts ed i piazzamenti di Luke Rowe (3°) e Benoot (4°).
Ottime notizie invece per la Trek-Segafredo: Jasper Stuyven mostra buone cose - ed una bella dormita - tra OHN (8°) e KBK (2°), Fabio Felline si scopre forte anche sulle pietre (4° alla OHN, primo degli italiani), Theuns e Rast si confermano gregari di conclamato valore. John Degenkolb, non presente alla due giorni di apertura, sarà contento. Sempre se tutti rispetteranno le gerarchie di squadra...
A proposito di italiani. Considerando le poche soddisfazioni date negli ultimi anni, il buongiorno alle classiche del 2017 può dirsi molto positivo. Detto di Felline, Matteo Trentin in entrambe le giornate è stato il miglior Quick Step - un po' il Real Madrid del pavé - al traguardo, posizionandosi 9° alla OHN e, prendendo parte all'azione decisiva, 5° alla Kuurne. Il problema per il trentino è il solito: lo spazio. Tra Boonen, Terpstra, Stybar, magari anche Gaviria, è sempre difficile ritagliarsi un ruolo di primo piano alle corse del nord. Ma la sua crescita prosegue sulla giusta strada. Buonissimo il ritorno in scena di Oscar Gatto, 5° alla OHN e con concorrenza alla sua portata tra le fila dell'Astana; mentre Gianni Moscon ha dato prova di grande solidità, lavorando egregiamente per i suoi compagni di squadra. Si farà.
a cura di Gilberto Cominetti