11-03-2018, 07:51 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-03-2018, 07:58 PM da Giugurta.)
Ciao .
Con le vittorie Italiane di fine 2017, si concluse una stagione abbastanza negativa: ricca di ciofeche come la Strade Bianche, la Liegi, il Mondiale, il Tour, eccetera.
Ma con anche alcuni episodi giornalieri in grado di rialzare l'umore di una giornata: Fiandre, Lombardia, Roubaix.
Tuttavia lo scorso anno, tranne in alcuni momenti (ovvero quelli dopo il decesso di Michele Scarponi), ho sempre cercato di seguire tutte le tappe dei gt, tutte le classiche monumento, e, nei limiti del possibile, anche tutte le corse di 1 settimana WT e classiche WT.
---
Ho iniziato a seguire la stagione 2018 dalla Strade Bianche. E veramente ho vissuto una settiamana di pena, assolutamente povera di emozioni. Non ho mai, e neppure per un momento, avuto i brividi che provavo un tempo quando mi mettevo davanti ad una corsa di ciclismo in TV.
Che siano state tutte gare oggettivamente brutte? Forse no, per certi versi la Strade Bianche è stata bella, ma il mio umore mentre la guardavo era assolutamente apatico.
Che abbiano sempre vinto corridori che non mi piacciono? In effetti Benoot, Kwiatkowski, gemelli Yates, Landa, Cousin, Soler, Kittel, De la Cruz, Molard, Groenewegen, sono persone che non mi trasmettono assolutamente nulla.
Forse si salva Roglic, che tuttavia l'altro giorno mi è risultato apatico pure lui.
Arriviamo al punto: sto pensando seriamente di far diventare il ciclismo, non più una fidanzata fissa, ma un'amica da vedere ogni tanto, con cui magari cenare fuori, ma senza passione.
Temo che il mio amore per il ciclismo si sia concluso, e con questo topic ufficializzo la mia "presa di distanza" da questo sport.
Ciò non significa che non scriverò mai più nulla, o che, per principio, non guarderò più neanche una corsa... semplicemente non avrò, anzi non Ho (già ora) più la passione che mi portava nel 2013 a seguire il giro di turchia, o la Omloop het nieuwsblad in streaming su siti pieni di pubblicità fastidiosissime.
Non avrò più voglia di fare podcast coi miei amici Luca e Danilo, e non sarò forse più grado di fare analisi o disquisizioni sulle prestazioni dei corridori, per la semplice ragione che li vedrò correre una tantum, giusto quando parte il folklore del Giro o della Ronde.
La fiamma è sopita, ma è libera di riaccendersi, di espandersi di nuovo. Serve solo del vento, e ora questo vento manca.
Con le vittorie Italiane di fine 2017, si concluse una stagione abbastanza negativa: ricca di ciofeche come la Strade Bianche, la Liegi, il Mondiale, il Tour, eccetera.
Ma con anche alcuni episodi giornalieri in grado di rialzare l'umore di una giornata: Fiandre, Lombardia, Roubaix.
Tuttavia lo scorso anno, tranne in alcuni momenti (ovvero quelli dopo il decesso di Michele Scarponi), ho sempre cercato di seguire tutte le tappe dei gt, tutte le classiche monumento, e, nei limiti del possibile, anche tutte le corse di 1 settimana WT e classiche WT.
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Ho iniziato a seguire la stagione 2018 dalla Strade Bianche. E veramente ho vissuto una settiamana di pena, assolutamente povera di emozioni. Non ho mai, e neppure per un momento, avuto i brividi che provavo un tempo quando mi mettevo davanti ad una corsa di ciclismo in TV.
Che siano state tutte gare oggettivamente brutte? Forse no, per certi versi la Strade Bianche è stata bella, ma il mio umore mentre la guardavo era assolutamente apatico.
Che abbiano sempre vinto corridori che non mi piacciono? In effetti Benoot, Kwiatkowski, gemelli Yates, Landa, Cousin, Soler, Kittel, De la Cruz, Molard, Groenewegen, sono persone che non mi trasmettono assolutamente nulla.
Forse si salva Roglic, che tuttavia l'altro giorno mi è risultato apatico pure lui.
Arriviamo al punto: sto pensando seriamente di far diventare il ciclismo, non più una fidanzata fissa, ma un'amica da vedere ogni tanto, con cui magari cenare fuori, ma senza passione.
Temo che il mio amore per il ciclismo si sia concluso, e con questo topic ufficializzo la mia "presa di distanza" da questo sport.
Ciò non significa che non scriverò mai più nulla, o che, per principio, non guarderò più neanche una corsa... semplicemente non avrò, anzi non Ho (già ora) più la passione che mi portava nel 2013 a seguire il giro di turchia, o la Omloop het nieuwsblad in streaming su siti pieni di pubblicità fastidiosissime.
Non avrò più voglia di fare podcast coi miei amici Luca e Danilo, e non sarò forse più grado di fare analisi o disquisizioni sulle prestazioni dei corridori, per la semplice ragione che li vedrò correre una tantum, giusto quando parte il folklore del Giro o della Ronde.
La fiamma è sopita, ma è libera di riaccendersi, di espandersi di nuovo. Serve solo del vento, e ora questo vento manca.