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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 12 aprile
#1
Fiorenzo Aliverti
[Immagine: 16290964071325Aliverti,Fiorenzo.jpg]
Nato a Cantù (CO) il 12 aprile 1957. Passista scalatore, alto 1,71 m. per 67 kg. Professionista dal
1981 al 1985 senza ottenere vittorie.
Un corridore che ha raccolto forse meno di quel che poteva valere, anche perché la sua generosità e la mancanza di uno spunto veloce di nota l’hanno ben presto trasformato in una ottima spalla o gregario. In ogni caso fors’anche per quel che è stato, e che è, il suo “dopo carriera”, un personaggio popolare nel mondo del ciclismo. Fiorenzo è stato un gran dilettante che ha saputo crescere e che ha pettinato bene le sue doti, così come lo ha saputo fare fin da subito su quel mezzo bicicletta che ha sempre rappresentato per lui un secondo gruppo sanguigno. Nella categoria cadetta passò nel 1977, all’interno di un “mitico” sodalizio (le cui maglie saranno le uniche di Aliverti fra i cosiddetti “puri”): il Gruppo Sportivo Passerini Gomme. Il buon ruolino di Aliverti fece tangibilmente capolino nel ’78, quando finì 2° nella quarta tappa del Giro della Valle d’Aosta e nel ’79, quando vinse il GP Sportivi di San Vigilio di Concesio, fu 3° nel Trofeo Alberto Triverio, 4° nella Rho-Macugnaga e 6° al Giro dei Tre Laghi. Tutto questo fu il preludio dell’esplosione nel 1980, anno nel quale vinse la prima tappa del Giro delle Regioni (che era una gran corsa internazionale), la quarta e la settima tappa del Giro Ciclistico d’Italia e il GP Industria di Origgio. Fra i piazzamenti di nota anche il 3° posto alla Piccola Sanremo. Le qualità di Fiorenzo non passarono inosservate e nel 1981 la Hoonved-Bottecchia di Dino Zandegù lo chiamò al professionismo. Ad inizio stagione, prima del Giro d’Italia, fu 13° nel Trofeo Laigueglia, 10° nel Trofeo Pantalica e 7° nella Coppa Sabatini a Peccioli.  Nella “Corsa Rosa” ottenne il 4° posto nella frazione con arrivo a Lanciano, dietro a Beccia, Argentin e Schmutz e chiudendo poi il Giro al 62° posto. L’anno successivo, il canturino non fu allo start del Giro d’Italia, perché destinato al Tour de France. Prima della grande corsa francese, fu 9° nel duro Giro dell’Appennino, 20° al GP Industria e Commercio di Prato, indi nella sua prima ed unica apparizione al Tour de France chiuse al 113° posto. Nel 1983 venne assunto dall’Alfa Lum di San Marino, per essere destinato a fungere da spalla al capitano spagnolo Marino Lejarreta. Aliverti fece così il suo esordio alla Vuelta di Spagna ed in terra iberica il suo lavoro fu davvero intenso perché per piegare Lejarreta che aveva conquistato la Maglia Amarillo, Hinault si avvalse di una alleanza internazionale. Non fu una bella pagina. A livello personale Fiorenzo finì 10° nella tappa di Leon e chiuse 49° nella Classifica finale di Madrid. Tornato in Italia prese parte al Giro d’Italia, chiudendolo al 51° posto. Una settimana dopo, fu 5° al GP Montelupo, indi chiuse 4° il GP di Camaiore e finì 6°, ad agosto, nella Tre Valli Varesine. Nel 1984 Franco Cribiori lo volle all’Atala Campagnolo, anche qui con compiti di gregariato. Nell’anno fu 7° nel Giro di Toscana vinto da GB Baronchelli e diciannovesimo al all’Henninger Turm di Francoforte, all’epoca ancora gran classica. L’anno successivo un calo di rendimento che sentiva marcato lo indusse ad abbandonare il professionismo, ma non quel mezzo a pedali che era parte di sé. Si trasferì nel lucchese, a Pietrasanta, aprì un negozio-officina per biciclette, da quelle da competizione alle normali da passeggio, ed è divenuto per le zone d’intorno un riferimento. Dal 2000 e per quasi due lustri allestì una squadra ciclistica internazionale femminile, che pareva fatta sulle sue misure: competitiva, simpatica ed a modo.

Johan Capiot (Fra)
[Immagine: 1604835529353893tvmcapiot.jpg]
Nato a Rijkhoven il 12 aprile 1964, professionista dal 1986 al 2000 con 55 vittorie su strada. Potremmo chiamarlo l'amico del Brabante, visti i suoi ripetuti successi su quella terra. Capiot era un corridore veloce, temibile, ma amava la linearità di gara e pagava alla lunga gli sbalzi di ritmo delle classicissime. Sbalzi che molto spesso si chiamavano asperità, muri, cote. Oddio, non è che non riuscisse a digerirle, ma non come avrebbe voluto il suo sprint, per emergere come voleva. Una carriera dunque densa di pochi grandi traguardi, ma tanti medi, proprio come era il Johan Capiot corridore. In successione i suoi principali successi: GP André Defoort, Beveren-Waas e G.P. Alberic Scotte nel 1986, Veenendaal-Veenendaal nell '87, Freccia del Brabante '88, Freccia del Brabante '89, Het Volk, Hengelo - Nacht van Hengelo '90, Paris-Tours '91, Het Volk e Freccia del Brabante '92, Flèche de Liederkerke'93, G.P. Samyn e Clasica de Almeria '94, G.P. Samyn '95, Attraverso il Morbihan, Heusden-Destelbergen e Tienen-Bost '96, G.P. Wanzele '98.

Ernesto Donghi
[Immagine: 152045161018495Donghi,Ernesto.jpg]
Nato a Nibbiono (Como) il 12 aprile 1945. Passista, alto m. 1,74 per kg. 72/73. Professionista dal 1969 al 1970, senza ottenere vittorie. Prometteva da dilettante ed era completo. In seno alla U.C. Albavilla vinse diverse corse e, soprattutto, era uno che c’era sempre fra i protagonisti e si piazzava ovunque. In altre parole uno che poteva rendere bene fra i professionisti, in quanto , oltretutto, appariva poco sfruttato o eroso dalla militanza in una categoria che restava cadetta o, al limite, intermedia. E l’occasione di diventare un corridore professionista l’ebbe nel 1969, quando da Tregasio, la sartoria dell’appassionatissimo Giuseppe Sala, costituì una squadra professionistica zeppa di neopro, fra i quali, appunto, Ernesto Donghi. Ed il 24enne di Nibbiono rispose subito con un presente di tutto rispetto che valorizzava quanto di bene si era detto di lui. Nella sua prima stagione da pro, infatti, fu sovente fra i migliori, anche se non colse vittorie. Dopo un buon 27° posto alla Sanremo finì 4° nel Gran Premio di Antibes in Francia, indi 5° nel Gran Premio Industria e Commercio di Prato. Alla Tirreno Adriatico fu 4° nella frazione a cronometro di San Benedetto del Tronto e concluse la corsa a tappe al 6° posto, primo fra i neoprofessionisti. Alla Milano Torino chiuse 8° così come nel GP Mirandola. Partì con belle speranze per il Giro d’Italia, ma nell’undicesima tappa la Campobasso Scanno si sentì male e fu costretto al ritiro. La leggenda vuole che Donghi ed altri quattro compagni di squadra, fra la frazione citata e quella del giorno successivo che si concludeva a Silvi Marino, si sentissero tutti male, fino ad essere costretti ad abbandonare. Un filo conduttore li univa: tutti e cinque avevano riempito le borracce con l’acqua di un abbeveratoio. Dopo l’infelice conclusione del Giro, finì 8° nel Trofeo Matteotti. Nel 1970 sempre in Sagit ebbe un calo notevole nel rendimento in primavera. Stavolta però concluse il Giro d’Italia piazzandosi 81°. La speranza di ottenere in estate quello che gli era mancato in primavera andò delusa ed a fine stagione, di fronte all’abbandono della Sagit s trovò disoccupato. Nessuno si fece avanti ed Ernesto fu costretto a correre qualche gara del ’71 senza la maglia di un team professionistico. Fu un lasso molto breve perché dopo poche settimane lasciò l’agonismo.

Louis Gauthier (Fra)
[Immagine: 16108967941325Gauthier,Louis.jpg]
Nato a Blanzy (Saone-et-Loire) il 12 aprile 1916, deceduto a Saint-Vallier (Saone-et-Loire) il 6 agosto 2005. Passista veloce. Professionista dal 1935 al 1956 con 80 vittorie. (74 da prof)
Uno specialista delle corse in circuito che sapeva vincere in volata o con azioni da finisseur. Con quelle corse si guadagnò da vivere decentemente, ma corse pure prove assai più impegnative, anche se su queste lasciò tracce assai inferiori. Una carriera lunghissima, ben 24 anni considerando i 3 fra le leve giovanili. Uno che divenne popolarissimo lungo la Loira e che finì la carriera col grande rimpianto di non essere mai riuscito a vincere la Parigi-Tours, la grande corsa delle sue zone. Sfiorò pure il successo nella Parigi Roubaix, ma il suo cruccio, ripeto, fu la “Tours”. E la rispettò così tanto, da non parteciparvi più, dal momento in cui non si sentì più competitivo, l’avrebbe sfregiata. Finita la carriera, divenne un allenatore eccellente, per l’UV Blanzy.
Tutte le sue vittorie.

1935 (3): GP Sive a Montceau, Criterium Chalon-Chagny-Chalon, Chalon-leCreusot-Chalon. 1936 (3): Prix d'ouverture à Digoin, GP Sive a Montceau, GP Gerschel a Chalon.1937 (1): Campionati de Saone-et-Loire. 1938 (5): GP Sive a Montceau, Prix de la Fête a Montceau, GP de Paray, GP Perraud a Digoin, Prix de Nolay. 1939 (5): Campionato Francese Indipendenti, GP de Montceau, Prix Sirday a Dijon, GP de la Renaissance a Dijon, Prix de Briennon. 1942 (2): 1a tappa e CF del Circuit du Midi. 1943 (1): Critérium National (zone del Sud). 1945 (1): Boucles de la Seine. 1946 (3): Parigi-Montceau, Saint-Etienne-Montceau, Prix Gily au Creusot. 1947 (4): Prix thermal de Bourbon-Lancy, Criterium Chauffailles, Saint-Vallier, Coteau. 1948 (12): GP de la Libération, GP de l'U.V.Chalon, GP du Bourg-Neuf, Prix des Chaussures Lorène a Montceau, Prix Roc à Autun, GP du textile a Roanne, Criterium du Centre a Montlucon, Saint-Honoré, Sanvignes, Saint-Vallier, Mercurey, La Clayette. 1949 (3): GP Martini a Macon, GP du Centre a Montlucon, GP d'Iguerande. 1950 (8): G.P de l'Echo du Morvan, Prix de la P.S.Autun, Criterium di Blanzy, Saint-Vallier, Autun, Saint-Honoré, Néris, Dompierre. 1951 (12): Circuit des Monts du Livradois, Prix de la Renaissance a Dijon, Circuit de l'Est a Montceau, Criterium di Blanzy, Gueugnon, Perrecy, Amplepuis, La Clayette, Sanvignes, Chauffailles, Ambert, Craponne. 1952 (13): 2a tappa del Circuit de Saone-et-Loire, Class. Finale del Circuit de Saone-et-Loire, GP Nervar a Saint-Chamond, GP Peugeot a Moulins, GP de Roanne, Prix du Textile a Roanne, Criterium di Gozet, Coteau, Montlucon, Cosne, Creusot, Saint-Vallier, Palinges. 1954 (3): Prix de la Croix-Menée au Creusot, GP de Blanzy, GP de Saint-Vallier. 1956 (1): GP Brandt a Montceau.
Piazzamenti importanti.
1940: 4° nel Critérium National, 6° nella Parigi-Reims, 8° nel GP de l’Auto. 1941: 2° nel Circuit d'Europe a Daumesnil, 3° nel GP delle Nazioni, 4° nella Parigi Tours, 6° nella Parigi Caen. 1942: 2° nel GP d'Ile de France, 6° nella Parigi Reims, 10° nella Parigi Tours. 1943: 2° nella Parigi Tours,2° Circuit de Paris, 4° Critérium National (zone Nord), 7° Campionato di Francia. 1944: 2° nella Parigi Tours, 2° Circuit de Paris, 3° GP de Quillan, 10° Campionato di Francia. 1945: 11° Parigi Tours. 1946: 2° nella Parigi-Roubaix, 2° GP de la Libération a Autun, 3° GP de Quillan. 1947: 2°  GP de Quillan, 2° GP de Blanzy, 6° GP delle Nazioni. 1948: 2° GP Martini a Macon. 1949: 2° Circuito dei 2 Ponti a Montluçon, 2° Prix du Trentenaire a Chalon. 1950: 2° Moulins-Engilbert 2° Circuito dei 2 Ponti a Montlucon, 2°GP Sive à Montceau, 2° GP de Bourbon-Lancy. 1951: 2° Prix Léon Daniel a Montlucon, 6° Parigi-Montceau. 1952: 2° nella Bourbon-Lancy, 3° Circuito dei 2 Ponti a Montceau, 4° nella Lyon-Montluçon-Lyon. 1953: 2° Prix des Boulevards a Grenoble, 2° Prix du Textile a Roanne. 1954: 2° Circuit de Saone-et-Loire, 6° nella Parigi-Montceau. 1955: 3° GP Chauffailles.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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