Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 15 marzo
#1
Josè Collette (Fra)
[Immagine: 1284449611COLLETTEJose.JPG]
Nato il 15 marzo 1935 a Soheit-Tinlot. Passista. Professionista dal 1960 al 1963, con una vittoria. Ottimo dilettante fu nella squadra belga ai Mondiali di Reims nel '58, dove si classificò 35°. Fece anche una bella esperienza fra gli indipendenti nel 1959 con diversi piazzamenti, in particolare nelle tappe del Giro del Belgio. La Peugeot BP Dunlop lo fece esordire fra i professionisti nel '60 e Collette li ripagò con una bella vittoria nel Circuit de la Meuse. Poi tanto gregariato: nel '61 e '62 in Solo-Van Steenbergen, nel '63 alla Wiel's - Groene Leeuw.


Nello Fabbri
[Immagine: 15959484311325Fabbri,Nello.jpg]
Nato a Borgata Ottavia (Roma) il 15 marzo 1934. Passista scalatore, alto m. 1,84 per kg. 73. Professionista dal 1954 al 1962, complessivamente ha ottenuto 7 vittorie. L'aver vinto il titolo italiano su strada fra i dilettanti, ripose su questo ragazzone romano, un mazzo di attese esagerate. Diciamo che per Fabbri, si è avuta una conferma ulteriore di quanto l'osservatorio ciclistico, specie italiano, abbia troppo spesso valutato la categoria dei dilettanti con l'ottica di un arrivo, anziché stanza propedeutica al ciclismo vero dei professionisti. In ogni caso, la carriera di Nello Fabbri nell'elite, non va salutata come una delusione, perché ha svolto bene i suoi compiti di spalla, ha vinto poche corse, ma belle, ed ha partecipato a grandi eventi vincenti con la Nazionale italiana, come il Tour de France '60. Insomma, una carriera più che decorosa, proprio per quello che ha evidenziato il segmento professionistico di questo atleta. In sintesi le sue cifre.
Vittorie. 1954: Piccolo Giro del Lazio; Coppa d'Inverno. 1955: G.P. di Imola. 1956: Sassari-Cagliari; Giro di Toscana. 1958: Circuito di Imola. 1959: Milano-Torino.
Piazzamenti al Giro d'Italia: 1955, 23°; 1958, 52°; 1959, 39°; 1961, 72°; 1962, 45°.
Piazzamenti al Tour de France: 1959, 42°; 1960, 76°.
Piazzamenti di rilievo: 1956: 3° nella Tappa di Frosinone (GP Ciclomotoristico); 2° nella Tappa di Napoli (GP Ciclomotoristico). 1957: 3° nella Tappa di Siena (Giro d'Italia). 1958: 2° nel Giro di Campania. 1958: 3° nel Trofeo Matteotti. 1959: 2° nella Tappa di Siracusa (GP Ciclomotoristico); 3° nella Tappa di Bayonne (Tour de France). 1960: 2° nel Giro del Piemonte.

Ottavio Marchesi
Nato a Parma il 15 marzo 1939. Passista. Professionista nel 1964, senza vittorie.
Il suo buon rendimento nelle categorie giovanili con quella crescita sempre costante avevano fatto sperare ad un buon futuro anche fra i professionisti. Soprattutto il rendimento da dilettante, s'era dimostrato rassicurante. Tra l'altro, Marchesi era stato nel giro azzurro del CT Elio Rimedio. Il passaggio fra i prof nell'ambiziosa ed organizzata Salvarani, sodalizio della medesima provincia di Ottavio, fu salutato con una certa attesa. Ad onor del vero, fu un passaggio con un tantino di ritardo, perché nel 1964, Marchesi, era già venticinquenne. Luciano Pezzi, nocchiero della Salvarani, schierò presto il giovane parmense ad una gara di peso e tanto dura come la Vuelta di Spagna, che allora si teneva in primavera, ed era il primo dei tre grandi GT in ordine di effettuazione. Per Ottavio fu un battesimo pesante e dove si mostrò impreparato. Dio solo sa se quel suo scarso rendimento che lo portò all'abbandono nel corso della nona tappa, era dovuto all'essersi bruciato fra i dilettanti oppure ad una semplice impreparazione. Fatto sta che i suoi piazzamenti nella progressione delle tappe, furono: 79°, 77°, 50°, 70°, 78°, 71°, 70°, 61°, 65°. Marchesi nel resto della stagione 1964, non diede segni di risveglio, ed a fine anno, decise di mettere il punto alla sua carriera.

Alfons Sweeck (Bel)
[Immagine: Alfons%20Sweeck,%20Belgien.jpg]
Nato a Keerbergen il 15 marzo 1936, deceduto il 13 dicembre 2019 a Leuven. Passista veloce. Professionista dal 1959 al 1962 con 10 vittorie.
Negli ultimi anni di vita, Alfons Sweeck era divenuto popolare, quasi un corridore aggiunto, perché seguiva con grandissimo affetto i nipoti, i gemelli Laurens e Diether e il più grandicello Hendrik, tutti specialisti, in particolare, del ciclocross e tutti arrivati piuttosto in alto. L’affetto e la partecipazione di nonno Alfons, oltre ai suoi cari si poteva distribuire, attraverso lo sport del fango e dei prati, su due amori di vita: la terra, che è stata la linea totale delle sue quotidianità e la bicicletta, che ha rappresentato per lui una parentesi luminosa. Quel vecchietto che impazzava vicino ai nipoti, era stato lui stesso un eccellente corridore, soprattutto su strada. Uno che però ai pochi soldi che ai suoi tempi dava il ciclismo, preferì il lavoro sui campi, perché sapeva bene che lì sarebbe dovuto, prima o poi, tornare e lui lo voleva fare ancora in forze e di giovane anagrafe per impostare meglio il futuro sui trattori, i raccolti, il bestiame.
Alfons Sweeck fece il suo debutto ciclistico direttamente fra i dilettanti, nel ’54 con il club del suo villaggio natale: Hand di Keerbergen. Col sodalizio colse il primo traguardo di peso nella cronometro a squadre del Giro del Belgio per dilettanti nel 1956, insieme a Constant Verhaert (che divenne anche leader), Kamiel Lamote, André Dewinter, René Beullens ed Eugeen Van Den Broeck.  Individualmente, ottenne una quarantina fra il “puri” e gli indipendenti, tra cui altre tre tappe al Giro del Belgio, ma anche una in Svezia e Tunisia e persino due nella Milk Race in Gran Bretagna nel 1958, in cui alla fine arrivò sul podio dopo l'austriaco Richard Durlacher e il britannico Bill Bradley. Inoltre vinse la Gand-Wevelgem della categoria e fu schierano con la Rappresentativa del Belgio ai Mondiali di Reims, dove chiuse 29°. Albert De Kimpe il nocchiero della Groene Leeuw lo volle indipendente e professionista sulle maglie verdi e rosse del suo team.  Sweeck, dopo cinque vittorie nel ’59 da indipendente, nel 1960, ripagò il manager del team, vincendo in solitudine la tappa di Barbastro d’Aragona alla Vuelta di Spagna, dove lavorò non poco per Frans De Mulder che poi vinse la grande corsa, indi, tornato in patria, vinse il Giro del Belgio ed una tappa dello stesso. Una vittoria vissuta squillante e profonda come solo in quella terra si sa vivere.  L’anno seguente si piazzò sovente secondo e colse una sola vittoria, nel comunque di buon livello GP des Carrieres. Nel 1962, qualche piazzamento, la vittoria nel Gp Buggenhout e poi una pesante caduta che lo fece riflettere sul futuro. Disse a se stesso che campione stellare non sarebbe diventato e che era meglio assumersi in prima persona il lavoro nell’azienda agricola di famiglia. Lasciò, non senza rimpianti, in chi lo aveva visto correre sempre sorridente e volenteroso.

Maurizio Ricci detto Morris
 
Rispondi


[+] A 4 utenti piace il post di Morris
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)