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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 17 maggio
#1
Adelin Benoit (Bel)
[Immagine: AdelinBenoit%2B1927%2Btdf.jpg]
Nato a Pont-de-Loup il 17 maggio 1900, deceduto a Chatelet il 18 giugno 1954. Completo su strada e pistard con predilezione verso gli stayer. Professionista dal 1923 al 1932, con 9 vittorie. Auguste Benoit che fu un ciclista dell’epoca eroica era suo fratello maggiore.
Adelin era un corridore molti accorto che selezionava i suoi obiettivi. Si segnalò quado era ancora indipendente nel 1920 vincendo in Lussemburgo, il Grand Prix Faber. L’anno seguente colse dei piazzamenti significativi alla Bruxelles Liegi e alla Bruxelles-Lussemburgo-Mondorf. Tornò alla vittoria nel ’23 affermandosi tra gli indipendenti la Bruxelles Liegi ed il Campionato del Belgio. Nel 1924 divenne completamente professionista nelle file della M.Buysse-Cycles Colonial, con cui prese parte ad alcune classiche, concludendo al secondo posto la Liegi-Bastogne-Liegi e al quinto la Parigi-Roubaix. In quella stagione vinse anche una breve corsa a tappe francese, il Circuit du Midi, e chiuse al terzo posto sia il Giro del Belgio, che i Campionati belgi in linea. Esordì pure al Tour de France, ma vittima di una caduta si ritirò già alla terza tappa.
L’anno dopo sempre con la squadra belga, dopo il 2° posto alla Parigi Bruxelles, prese parte nuovamente al Tour de France. Qui, Benoit fi autore di un inizio folgorante cogliendo nelle prime frazioni della corsa, due secondi posti e altrettanti terzi posti che gli valsero la conquista della Maglia Gialla che indossò per cinque giorni, poi, quando non era più leader, nell’ottava tappa, la Bayonne Luchon con le scalate di Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde con una grande impresa in solitudine ottenne la vittoria. Nel prosieguo si piazzò ancora e chiuse la Grande Boucle 12°. Sempre nel 1925, chiuse al 5° posto la Vuelta al País Vasco, 6° alla Parigi Roubaix, fu 3° nel Giro della Provincia di Milano e nel Grand Prix Wolber, quest'ultima corsa ritenuta all'epoca un vero campionato del mondo.
Nel 1926 a maggio vinse alla grande la Bordeaux-Parigi, storica corsa dietro moto, all’epoca classicissima per eccellenza. Ripartecipò al Tour de France vincendo la tappa che si concludeva a Cherbourg, ma fu costretto al ritiro tre giorni dopo. Sempre in Francia fu decimo nella Parigi-Roubaix e sesto nel Circuit de Paris. Chiuse poi 6° il campionato nazionale.
L’anno dopo prese parte al suo quarto ed ultimo Tour, che fu anche quello in cui ottenne i migliori risultati: chiuse 5° la Classifica Generale e vinse due tappe, la nona che arrivava a Bordeaux e la diciottesima che si concludeva a Pontarlie; fu inoltre secondo nella undicesima tappa e terzo sia nella dodicesima che nella ventitreesima. Nelle corse in linea fu quinto nella Parigi-Roubaix, secondo nella Bordeaux-Parigi, terzo nel Circuit de Champagne e sesto nella Parigi-Bruxelles, mentre nelle brevi corse a tappe fu nuovamente quinto nel Giro dei Paesi Baschi.
Dal 1928 Benoît iniziò a svolgere con costanza l’attività su pista, specializzandosi nel mezzo fondo, specialità nella quale chiuse al secondo posto per tre anni di fila il campionato nazionale, chiuso da uno specialista epocale come Victor Linart.

Czesław Lang (Pol)
[Immagine: 16290129761325Lang,Czeslaw.jpg]
Nato a Kołczygłowy il 17 maggio 1955.  Passista su strada e pistard endurance, alto 1,69 x 66 kg. Professionista dal 1982 al 1989 con 14 vittorie (due delle quali colte da dilettante in gare open).
È stato il primo corridore polacco a diventare professionista, avendo alle spalle una consistente carriera dilettantistica, anche a livello internazionale e con tanto di successi “open”. Un corridore di piccola statura, forte a cronometro e con una evidente predisposizione alla fuga. In pista era un peculiare inseguitore e, soprattutto, un uomo di valore nell’inseguimento a squadre. Poi, da professionista, un formidabile uomo cinghia delle formazioni in cui ha militato, con un innato senso dell’organizzazione, aspetto non a caso curato con grande successo nel dopo carriera.  
Cresciuto in Casciubia, nel villaggio di Kołczygłowy, figlio di contadini che si erano trasferiti lì da Uhrynów, vicino a Sokal, per paura di attacchi dell'UPA, l’Esercito Insurrezionale Ucraino. Il piccolo Czeslaw fu avviato al ciclismo dopo essersi formato in quelle sorte di campus poli-disciplinari tanto comuni nei paesi comunisti. Presto mise in mostra qualità notevoli sul passo soprattutto s pista ed infatti partecipò alle Olimpiadi di Montréal 1976 nell'inseguimento a squadre, dove la formazione polacca fu eliminata ai quarti di finale. L’anno dopo divenne pure membro del quartetto della 100 chilometri su strada ed ai Mondiali di San Cristobal, insieme a Tadeusz Mytnik, Mieczysław Nowicki e Stanisław Szozda, vinse la medaglia di bronzo. Due anni dopo, ai Mondiali di Valkenburg, nella medesima prova, Lang, stavolta con Stefan Ciekanski, Witold Plutecki e Jan Jankiewicze, vinse la medaglia d'argento. L’anno dopo vinse l’Argento nella prova in linea delle Olimpiadi del 1980 a Mosca. Qui, solo l’eccezionale ed epocale sovietico Sergey Sukhoruchenkov, riuscì ad anticiparlo. Sempre a Mosca ’80, finì 4° nella prova a squadre. Copiosi i suoi successi individuali a cominciare dal Tour du Vaucluse ’79, una corsa a tappe francese aperta ai professionisti, dove, alla Classifica Finale, aggiunse la tappa più importante. Indi vinse la Settimana Ciclistica Bergamasca, il Giro di Polonia nel 1980 nonché tappe di queste manifestazioni anche in altre edizioni, il Małopolski Wyścig Górski nel 1981 e diverse frazioni della Corse della Pace.
Passò professionista nel 1982 con la Gis Gelati-Olmo di Piero Pieroni, vestì poi le divise di Carrera, Del Tongo-Colnago e Malvor-Sidi. Si distinse soprattutto nelle prove a cronometro; le principali vittorie da professionista furono il prologo della Tirreno-Adriatico 1983, la tappa do Carcassone al Tour de l'Aude 1986, il prologo del Tour de Romandie e la Millemetri del Corso di Mestre a cronometro nel 1987, la tappa di Platja d'Aro alla Volta Ciclista a Catalunya 1988 e, sempre nello stesso anno il Trofeo Baracchi (cronometro a coppie con Lech Piasecki). Ha poi vinto cinque cronosquadre: nel 1983 la Cronostaffetta d’Italia con la Gis, nel 1986 con la Del Tongo, la crono-squadre del Giro d’Italia, nel 1987 la Cronostaffetta d’Italia con la Del Tongo e, sempre con la Del Tongo, la cronosquadre del Giro di Catalogna e la Cronostaffetta d’Italia nel 1988. Nel 1985 gli fu assegnato il Premio Cordialità al Tour de France.
Dopo il ritiro, avvenuto nel 1989, fece parte dello staff tecnico della Diana-Lampre dal 1990 al 1995 affiancando Pietro Algeri, indi divenne il primo animatore-organizzatore del ciclismo polacco. La decadente Race Around Poland, per lungo tempo oscurata dalla Race of Peace, si trasformò in un evento di livello mondiale chiamato Tour de Pologne che, dopo anni di esperienza e successi, avanzò al rango di corsa classificata “UCI World Tour”. Non si è fermato lì perché ogni poro del ciclismo polacco lo vede e lo sente come riferimento. Per il suo passato da atleta ed il suo ruolo nell’odierno, si è guadagnato un corposo numero di onorificenze. Oggi vive con sua moglie a Barnów, dove gestisce una fattoria ecologica.

Oskar Plattner (Sui)
[Immagine: 1205952694Plattner%20Oscar%201.jpg]
Nato a Bumpliz il 17 maggio 1922. Deceduto a Berna il 21 agosto 2002. Professionista dal 1947 al 1965 con 41 vittorie escluse le riunioni minori su pista.
Un primo dato incredibile che si riscontra analizzando il tratto sportivo di Oskar Plattner si muove attorno al suo formidabile eclettismo. Per anni ha corso sia su strada che su pista, alternando le fatiche della strada con l'esigenza di fibre rosse, con la prova delle fibre bianche dettata dalla velocità su pista. Un insieme che ha pochi emuli nella storia del pedale, anche nei tempi dove tutti questo era più possibile. Oggi, ad esempio, cimentarsi su corse impegnative su strada e velocità rappresenta il sogno tormentato e tormentoso che nasce dopo un'indigestione. Un secondo dato d'evidenza di questo svizzero dal portamento da signore, vissuto come confondente agonistico, la sua furbizia e la spregiudicatezza e l'aggressività nell'affrontare grandi sprinter, dotati sicuramente di maggiori mezzi specifici per la specialità. Era temutissimo per questo dagli avversari e, al contempo, rappresentava un richiamo evidente per il pubblico. Nella prima parte della sua lunga carriera, si dedicò maggiormente alla strada e, poi, col passare degli anni, alla pista. Da dilettante dopo aver ottenuto numerose affermazioni (Campionato di Zurigo, Giro del Ticino, Giro del Nord-Ovest e Campionato svizzero su strada) si cimentò a sorpresa nel Campionato Mondiale di velocità nel '46, a Zurigo. Giunse in finale e, qui, sconfisse il danese Schandorff. L'anno seguente passò professionista. Su strada si aggiudicò la Zurigo-Losanna '48 e il Giro del Nord-Ovest '50 e non disdegnò di schierarsi al via nelle maggiori classiche, ma non riuscì ad emergere.
Assai migliori furono, progressivamente, i suoi risultati come pistard. Si laureò Campione del Mondo della velocità, nel '52 a Parigi, fu 2° nel '55 e '60 (battuto in entrambe le occasioni da Maspes), 3° nel '62. In Svizzera fu il dominatore per 15 anni nella specialità, con tanto di Titolo Nazionale. Vinse pure un Campionato elvetico nell'americana, nel 58, in coppia con Bucher. A qualche bel GP internazionale nella velocità, aggiunse otto vittorie nelle Sei Giorni. Chiusa la carriera a 43 anni, divenne un apprezzato preparatore federale, ruolo che ricoprì dal '66 all'82. Oskar Plattner, è un capitolo obbligato, nella storia del ciclismo in Svizzera.

Angelo Tosi
[Immagine: 16399211661325Tosi,Angelo.jpg]
Nato a Casalpusterlengo di Lodi il 17 maggio 1964. Passista veloce su strada, pistard velocista e ciclocrossista. Professionista dal 1987 al 1994 con 20 vittorie nel ciclocross.  
Un corridore che è cresciuto affrontando ogni pagina del pedale e che per questo è cresciuto meglio dei più. Purtroppo non aveva qualità primarie e la sua carriera non ha tradotto risultanze migliori, ma resta un esempio positivo, in un’epoca dove un operatore di sport, poteva scoprire quanto fossero retrogradi e lontani dall’ideale la maggior parte degli allenatori-preparatori di ciclismo.  
Angelo Tosi è dunque stato un corridore eclettico e dalla carriera atipica. Nelle categorie minori si segnalò soprattutto su pista, dove fu Campione Italiano nella Velocità Esordienti nel 1978 ed Allievi nel 1980, indi nell'Inseguimento a Squadre Juniores nel 1981. Si dedicò con successo anche al Ciclocross, ottenendo titoli italiani tra gli Allievi nel 1979 e 1980 e tra gli Juniores nel 1981. Professionista dal 1987 al 1994, alternò la strada al ciclocross: vincitore di 20 gare fra prati e fango, secondo nel master ciclocross nel 1987, fu spesso protagonista nel campionato italiano ottenendo risultati di nota: 4° nel 1987, 5° nel 1988, 4° nel 1990 e 5° nel 1991. Sempre nella specialità del ciclocross disputò due Mondiali: 14° nel 1987 a Praga e 24° nel 1989 a Gieten (Olanda). Su strada i risultati sono stati inferiori e tra i pochi piazzamenti da segnalare il 10° posto nella Milano-Vignola del 1987 e il 9° posto nell'ottava tappa del Giro d'Inghilterra '87.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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