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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 24 aprile
#1
André Darrigade (Fra)
[Immagine: 16377867061325Darrigade,Andre24.jpg]
Nato a Narosse (Nuova Aquitania), il 24 aprile 1929. Passista veloce e pistard. Professionista dal 1951 al 1966 con 142 vittorie.
Un corridore sempre sorridente che ha saputo ritagliarsi una grande notorietà nonostante abbia vissuto in contemporanea a delle autentiche icone del ciclismo francese, come Anquetil, Bobet, Riviere e Poulidor. Soprannominato "Dedè" o anche "il basco saltellante" (nomignolo che fu anche del grande tennista Jean Borotra), nonostante fosse delle Lande, è stato un corridore tanto forte quanto spettacolare, tanto corretto, quanto determinato. Anche la classificazione di "passista veloce" toglie qualcosa a quella completezza non certo in grado di fargli vincere una corsa a tappe di nota, ma era sufficiente per giungere a delle vittorie precluse a tanti suoi avversari-colleghi velocisti. E dire che la sua carriera era partita come sprinter su pista e questo suo antico richiamo, gli fu utilissimo nel divenire quasi imbattibile nelle corse con arrivo sui velodromi. Furono infatti i risultati sui "tondini" i migliori, o i più evidenti nella carriera dilettantistica di "Dedè". Memorabile il suo successo, a Parigi, nella Medaille '49, ai danni di Antonio Maspes, poi divenuto il sire indiscusso della velocità fra i professionisti per quasi tre lustri. Dedizione, serietà ed espansività furono i tratti più evidenti dell'uomo-atleta Darrigade e che abbia raccolto la simpatia di un popolo che spesso si divideva nel tifo fra i propri "galletti", rappresenta un'altra delle peculiarità della sua storia.
Le cifre della carriera di Andrè, sono impressionanti per continuità e si traducono solo richiamando i segni della grandezza. Qualche dato. Quattordici Tour de France disputati (dal '53 al '66, con un solo ritiro nel '63) nei quali ha conquistato ben 22 tappe, aggiudicandosi per un paio di volte la maglia verde della classifica a punti ('59 e '61), indossando in 19 occasioni quella gialla. Numeri che gli valsero la cementazione della popolarità. Altro aspetto unico nella storia del ciclismo: per ben cinque edizioni ('56, '57, '58, '59, '61) ha vinto la prima tappa del Tour de France. Sempre alla voce tappe, ne ha vinte 25 in manifestazioni contenute in una settimana di gara. Ha poi partecipato a due Giri d'Italia nel '59 e '60, vincendo una tappa nella seconda occasione. Ha vinto il Campionato Francese nel 1955 e, soprattutto, il Campionato Mondiale nel 1959, a Zandvoort, dove superò l'italiano Michele Gismondi in uno sprint emozionantissimo, avvenuto dopo una fuga avviata a duecento chilometri dalla conclusione. Sempre ai mondiali, giunse secondo dietro a Van Looy nel 1960, terzo in quelli del '57 e '58 e quarto a quelli del '63. Dunque con la vittoria nel '59 per quattro anni di seguito salì sul podio iridato. Una sola grande classica è finita nel suo palmares, ovvero il giro di Lombardia del 1956, dove al Vigorelli superò un maestoso e vecchio Coppi, che non riuscì a trattenere un pianto copioso (Dedè ci rimase malissimo). Altri piazzamenti di prestigio nelle classiche: quarto nella Roubaix '57, terzo nella Sanremo '58 e secondo nella Parigi.Bruxelles '60. Altri successi di nota nel suo curriculum sono: la Bordeaux-Saintes '51, il G.P. di Mans '52, il Tour di Picardia '54, il Trofeo Baracchi '56 in coppia con lo svizzero Rolf Graf, la Roue d'Or del '57 e '58, in coppia con Jacques Anquetil, il G.P. d'Orchies '57, la Parigi Valenciennes '58, il Criterium National '59, il G.P.d'Aix '62, la Genova-Nizza '64 e la Ronda di Monaco nel 1966.
Suo fratello Roger, di 6 anni più giovane, fu campione di Francia dilettanti nel '55, ovvero nella stagione in cui Dedé fu campione fra i professionisti. Anche il minore dei Darrigade passò a sua volta professionista nel '56. Il suo miglior successo fu il Tour de Loret del '60.

Andres Gandarias Albizu (Esp)
[Immagine: 15293071261325GandariasAlbizu,Andres.jpg]
Nato ad Ibarurri (Paesi Baschi) il 24 aprile 1943, deceduto a Durango (Paesi Baschi) il 27 maggio 2018. Scalatore. Professionista dal 1968 al 1978 con 5 vittorie.
I pochi successi non cancellano la realtà di un corridore che va annoverato fra i principali ciclisti spagnoli di un decennio a cavallo degli anni settanta. Un paio di lustri dove due soli spagnoli potevano essere considerati sicuramente superiori a lui, ovvero Luis Ocana e Manuel Fuente. Con gli altri (pur senza avere le “punte” di un Gregario San Miguel), se la giocava e sul fatto che ha vinto meno di diversi, ha giocato un ruolo la sfortuna e la sua straordinaria generosità. Andres Gandarias aveva buoni numeri in montagna, non era per niente veloce, ma possedeva il recupero dei corridori da GT. Il suo problema stava sulla condizione fisica nell’avvicinamento ai grandi appuntamenti, perché ha sempre sofferto di vari malanni. Ciononostante, pur con preparazioni sovente sui generis, è stato sul punto di poter arrivare al podio al Tour de France, ed ha fatto vedere in talune giornate di essere un corridore di un certo spessore.
Causa il servizio militare in marina, si giocò la selezione per le Olimpiadi di Mexico ’68, rimpianto che l’ha accompagnato fino all’ultimo dei suoi giorni e l’ha costretto a passare professionista proprio nell’anno olimpico. Al primo Tour de France, arrivò alla tappa finale, purtroppo per lui a cronometro, con la concreta possibilità di salire sul podio di Parigi, ma alla fine contro il “Tic Tac” crollò e finì 9°. Nel 1969 prese nuovamente parte al Tour de France e, dopo essersi classificato 2° nelle tappe di Thonon les Bains, dietro a Michele Dancelli, e di Aubagne, dietro Felice Gimondi, terminò al 5° posto nella Classifica Finale di Parigi. Nell’anno ruppe il ghiaccio con la vittoria, facendo suo il Gp Besauri. Nel 1970. partecipòa prima alla Vuelta classificandosi 15° e poi ancora una volta al Tour de France, dove si classificò 20° nella generale e si tolse la soddisfazione di transitare per primo sul leggendario Tourmalet. Finì poi 2° dietro Eddy Merckx nella classifica del Gran Premio della Montagna. Negli anni successivi si dedicò principalmente al lavoro di gregario, tra i suoi capitani più famosi figurarono Josè Manuel Fuente e Joaquim Agostinho. Nel 1971 terminò al 2° posto nel Campionato Nazionale spagnolo su strada battuto da Eduardo Castello. Pur lavorando per gli altri, nel 1975 vinse la 2a tappa e la Classifica Generale finale della Vuelta a Cantabria, nonché la frazione di Logrono al Giro dei Paesi Baschi. Nel 1976 al Giro d'Italia visse la giornata più importante della carriera, aggiudicandosi, dopo una lunga fuga, la 19a tappa, con partenza da Longarone e arrivo a Vigo di Fassa, e transitò primo anche sulla Cima Coppi della corsa, fissata alle Torri del Vajolet. Mise il punto sull’agonismo ciclistico, nel 1978, con la maglia della Novostil. In carriera ha partecipato in totale a 6 Tour de France (4 quelli portati a termine), 7 Vuelta di Spagna (6 concluse), 2 Giri d'Italia (conclusi) e 3 Campionati del Mondo (concluso quello del ’70 al 49° posto). Nel dopo carriera, si dedicò all’attività immobiliare con una parentesi come direttore sportivo della “Flavia Gios” nel 1980. Mori a 75 anni, dopo una lunga lotta con un male incurabile.  

Pietro “Pierre” Polo (Ita-Fra)
[Immagine: 16080565731325Polo,Pierre.jpg]
Nato a Giais di Aviano il 24 aprile 1928. Italiano naturalizzato francese nel 1958. Passista scalatore. Professionista dal 1952 al 1962, con 11 vittorie.
Uno dei tantissimi italiani che trovarono in terra transalpina, sistemazione e residenza. Partito con la famiglia dal Friuli, nei primi anni trenta, si stabilì in Provenza. Lì incontrò il ciclismo e si fece notare come scalatore, anche se la sua maturazione non fu veloce.
Vissuto agonisticamente col sogno di emergere nella corsa della zona, il Criterium del Delfinato, si può dire vi sia riuscito, visto che è sempre stato un protagonista della corsa ed ha vinto due tappe. Partecipò al Tour de France del 1954 con la formazione regionale del Sud Est, ma si ritirò nel corso della 16° tappa.
Corse anche le classiche italiane, soprattutto il Lombardia, ma non uscì mai dall'anonimato. Non così al Giro di Sicilia, che vinse nel 1956.
Tutte le sue vittorie.
1952: Classifica Generale Circuit du Mont Ventoux. 1954: 1a Tappa Criterium du Dauphine Liberé. 1955: 1a Tappa Tour d'Alsace-Lorraine; 7a Tappa Criterium du Dauphine Liberé. 1956: GP Manosque. 1958: 7a Tappa Criterium du Dauphine Liberé; 1a Tappa Tour d'Alsace-Lorraine; GP Saint-Remy; Circuit Mouries, Criterium Pierrefin; Peyrat-le Chateau.

Oliverio Rincón Quintana (Col)
[Immagine: 16551328371325RinconQuintana,Oliverio.jpg]
Nato a Duitama il 2 aprile 1968. Scalatore. Professionista dal 1990 al 1996 e nel 1998 con 18 vittorie.
Uno scalatore scattista, un classico grimpeur, diverso dal grande connazionale Lucho Herrera che preferiva stare in sella. Uno che a giudizio di chi scrive, aveva i mezzi per fare di più e di collocarsi come lo scalatore più forte dopo Pantani negli anni novanta, in ogni caso uno che è riuscito a lasciare un bel solco nel crescente ciclismo colombiano e a recitare buone pagine in quello assoluto, per un buon lustro. Il suo essere lunatico non lo ha certo aiutato. Cominciò ad assaporare lo sport della bicicletta, a poco più di dieci anni, quando iniziò a portare il pane in vari quartieri della città di nascita. Col tempo iniziò a gareggiare, ed a 20 anni, era un fior di corridore: un dilettante che poteva battere professionisti di grido. Ed infatti, ingaggiato dalla Castalia per la stagione 1989, fece subito il botto, dimostrandosi formidabile scalatore e vincendo in successione la Vuelta a Antioquia, la Vuelta de la Juventud e, soprattutto, due tappe e la Classifica Finale della Vuelta a Colombia, gran corsa open, dove superò, ad appena 21 anni, l’esperto connazionale Fabio Parra. Nel 1990, entrò ufficialmente fra i professionisti con la Postobon. Nell’anno vinse la Clasica 75 anos Municipio de Bello e la Clasica Nacional Fidel Suarez. L’anno successivo, la sua presenza in Europa si intensificò, grazie all’ingresso nella spagnola Kelme. Non a caso vinse le due parti e la Classifica Finale della prestigiosa Escalada a Montjuic nonché la sesta tappa della Vuelta a Burgos. Chiuse poi 2° la Subida al Naranco. Nel ’92, non arrivarono vittorie: fu 3° nella Vuelta a Galicia, 3° nella Escalada a Montjuic e 3° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria. L’anno successivo si trasferì alla Amaya Seguros ed il suo talento cominciò ad emergere più compiutamente. Vinse, a Lagos de Covadonga, la diciassettesima tappa della Vuelta di Spagna che poi chiuse al 4° posto; fece sua la 4a tappa della Vuelta a Aragón, indi la sesta frazione del Critérium du Dauphiné Libéré, corsa a tappe che poi concluse al 2° posto, dietro lo svizzero Laurent Dufaux. Partecipò poi al suo primo Tour de France, dove vinse la tappa di Andorra, si classificò 2° nella Classifica Giovani e 3° in quella dei GPM. Nell’anno fu poi 2° nella Subida al Naranzo e 3° nella Escalada a Montjuic.
Nel 1994, Rincon passò alla “mitica” ONCE, con la cui maglia vinse la Vuelta a Cuenca, la  Classique des Alpes, il Trofeo Luis Ocaña e chiuse 5° la Vuelta di Spagna. Si ritirò per problemi fisici al Tour de France, mentre nell’anno successivo, con la vittoria nella Trento-Val Senales al Giro d’Italia, completò la “tripletta di successi di tappa” nei GT. Fu quinto nella Generale Finale della “Corsa Rosa” e, poi, ai Mondiali di casa, a Duitama, chiuse, con un po’ di delusione, all’8° posto.
Nel 1996 vinse a Cerler, la 17a tappa della Vuelta di Spagna, ma per il resto dell’anno il suo essere lunatico prese il sopravvento e grazie pure a qualche malanno, non si mise in luce. A fine stagione, senza spiegarne i motivi, si prese un anno sabbatico. Tornò nel 1997 con la maglia della Vitalicio Seguros, ma lasciò poche tracce. Al Tour de France si ritirò all’ottava tappa e lì chiuse la carriera.
Dopo il ritiro, visse un anno molto travagliato nel 2000, quando fu vittima di due rapimenti: dal Esercito di liberazione nazionale e dalla FARC, venendo rapidamente liberato in entrambe i casi. Tornò al ciclismo nel 2012-’13 come Diesse della Colombia. Anche il fratello minore di sette anni, Josè Daniel, è stato un corridore professionista.  

Maurizio Ricci detto Morris
 
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#2
Caro Morris , come al solito molto interessante. Ti segnalo che è presente un refuso nella data di nascita di Darrigade
 
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