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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 28 maggio
#1
Michael Boogerd (Hol)
[Immagine: 15600098061325Boogerd,Michael.jpg]
Nato all’Aia il 28 maggio1972. Completo, alto 1,77 per 63 kg. Professionista dal 1994 al 2007 con 55 vittorie. Un corridore brillante, talentuoso, generoso ed agonisticamente onesto. Lo dimostrava ogni volta che sapeva trovare la fuga giusta, dove non si risparmiava e tirava sempre di più rispetto a chi era con lui. Poi, ovviamente, pagava questa disponibilità, perdendo smalto negli sprint decisivi. Sapeva essere forte anche nelle corse a tappe, ma è vissuto nell’era sbagliata, perché uno con le sue misure naturali, piovuto nell’era dei chetoni e dei frullini del fisico anoressico, avrebbe potuto dire qualcosa di tutt’altro genere anche nei GT. A dimostralo i successi, anche ripetuti, di taluni che non gli erano superiori in nulla.
I primi segni di talento li mise in luce nel 1990, quando fra le diverse vittorie conquistò un 2° posto significativo al Tour du Basse-Gaulaine.  Idem l’anno seguente stavolta 2° al Grand Prix Francois Faber, mentre fra i dilettanti nel ’92 sempre fra le tante vittorie fece sua la Drielandenomloop. Michael passò professionista nel ’94 con i colori della Wordperfect-Colnago-Decca restando fedele al team per tutta la carriera seguendone le vicende nei vari cambi di denominazione. Dopo i primi anni di apprendistato, prese parte al Tour de France 1996, conquistando la vittoria nella sesta tappa da Arc-et-Senans ad Aix-les-Bains e chiuse la corsa al 31esimo posto in generale. L’anno dopo fu 8°
nella Setmana Catalana, 3° nella Freccia del Brabante, terzo al Tour de Romandie, prima di conquistare il Titolo olandese su strada. A Tour de France chiuse 16°, ma terzo nella Classifica Giovani, dietro a Jan Ullrich e Peter Luttenberger.
La stagione 1998 fu ottima per Michael Boogerd che conquistò una tappa e la classifica generale alla Setmana Catalana de Ciclismo, fu terzo alla Freccia del Brabante e 5° alla Liegi-Bastogne-Liegi. Al via del Tour de France si dimostrò competitivo fin da subito, restando sempre con i migliori e chiudendo al 5° posto della Generale ed a fine anno col 2° posto al Giro di Lombardia terminò 6° nella Classifica finale di Coppa del Mondo.
Tante le vittorie nel ’99: la Parigi-Nizza, l’Amstel Gold Race, il GP Bruno Beghelli, una tappa alla Volta a la Comunitat Valenciana, una alla Vuelta dei Paesi Baschi, l’Amsterdam Rai Derny Race, l’Acht van Chaam, il Giro dell’Emilia. Chiuse poi 2° la Freccia del Brabante, 2° alla Setmana Catalana de Ciclismo, 9° alla Clasica San Sebastian, 8° alla Coppa Sabatini, 15° al Lombardia e completò al 2° posto la Coppa del Mondo, così come fu classificato 2° nel Ranking Mondiale dell’UCI.  Dopo un 2000 in chiaroscuro, con tre vittorie, ma di pesanti solo una tappa alla Tirreno Adriatico, l’anno seguente Michael Boogerd tornò prepotentemente alla ribalta: vinse il Trofeo Alcudia, conquistò due tappe alla Volta a la Comunitat Valenciana chiudendo 2° nella Generale, vinse ad Ortezzano la 7a tappa della Tirreno-Adriatico (che chiuse 3°) e conquistò la Setmana Catalana de Ciclismo e la Freccia del Brabante. Fu poi 10° al Tour de France, 9° all’Amstel, 5° alla Liegi-Bastogne-Liegi, 3° al Lombardia e tentò vanamente un attacco nel finale del Mondiale a Lisbona (43°). Nel 2002 l’olandese prese parte per la prima ed unica volta al Giro d’Italia, chiudendo 17°, al Tour finì 12° ma vinse la tappa a La Plaine. Nel 2003 vinse nuovamente la Freccia del Brabante e, grazie a tanti buoni piazzamenti, finì 2° nella Coppa del Mondo. Al Mondiale di Hamilton l’olandese chiuse 5°.
Il 2004 fu l’anno dei secondi posti per Boogerd: 2° alla Freccia del Brabante, all’Amstel Gold Race, alla Liegi-Bastogne-Liegi e al Giro di Lombardia. La stagione seguente fu 3° alla Liegi-Bastogne-Liegi, 2° all’Amstel Gold Race. Dopo un 2005 non all’altezza del suo ruolino (solo una vittoria in un criterium), riconquistò l’anno successivo il Titolo di Campione d’Olanda, vinse l’Acht van Chaam, fu 4° nel Campionato di Zurigo, 8° al Lombardia e al Tour de France, pur lavorando alacremente per Menchov, chiuse 13°.  Il 2007 fu la sua ultima stagione nel professionismo: vinse cinque gare di secondo piano e al Tour fu spalla di Rasmussen, chiudendo poi 12°.
Il forte legame creatosi con lo sponsor Rabobank, lo fece diventare, una volta appesa la bicicletta al chiodo, testimonial pubblicitario di quel polo bancario.

Maurice Desimpelaere (Bel)
[Immagine: 16408609161325Desimpelaere,Maurice2.jpg]
Nato il 28 maggio 1920 a Ledegem, deceduto il 30 gennaio 2005 a Wevelgem. Passista veloce. Professionista dal 1942 al 1950 con 40 vittorie.
Un corridore veloce, ma non velocissimo, bravo sul passo e discreto sulle salite brevi e secche. In altre parole, adattissimo alle classiche, anche se il suo bottino ne ha raccolte solo due fra le più grandi, mentre si è arricchito di diverse dal valore medio. Bravissimo nei criterium, corse che in Belgio, hanno storicamente dimostrato sostanze non così tali in altre nazioni del ciclismo tradizionale. Lì, la sua volata lunga o quei colpi da finisseur che pure erano tanta parte del suo bagaglio di qualità, divenivano spesso letali. Fu capace di tradurre al meglio un colpo di fortuna alla Parigi Roubaix del 1944, quando il gruppetto al comando che stava inseguendo fu fermato ad un passaggio a livello e lui poté rientrare e battere tutti i volata, compreso l'indomito italiano trapiantato in Francia, Jules Rossi, che fu l'ultimo ad arrendersi e per pochi centimetri tra l'altro. Di origini umili, ma non poverissime, Desimpelaere, ha il pregio di aver messo fine alla carriera ai primi segni di tramonto. A ben guardare la storia dell'intero sport, in pochi vi sono riusciti. Un ottimo corridore, Maurice, ma non un fuoriclasse.
Tutte le sue vittorie, stagione su stagione. 1942: Criterium di Beernem, Kaprijke e Dixmude. 1943: Criterium di Dikkelvene e Ninove. 1944: Parigi Roubaix; Criterium di Bruxelles, Ledegem e Bavilhove. 1945: GP d'Esperaza; G.P Stad Vilvoorde; Campionato Belga per Club; Circuit de la Capitale, Criterium di Oostkamp, Oostnieuwkerke, Lokeren, Marcinelle, Mons e Bonheiden. 1946: Attraverso il Belgio; 2a Tappa dell'Attraverso il Belgio; Campionato Belga per Club; Bruxelles-Moorslede; Criterium di Rollegem (2 giugno) e Rollegem (7 agosto). 1947: Gand-Wevelgem; Circuit delle Tre Città Sorelle, Bruxelles-Moorslede; Paris-Montceau les Mines; Campionato Belga per Club; Criterium di Tournai e Ostende. 1948: Giro delle Fiandre Occidentali; Criterium di Stesene, Bredene e Moorsele. 1949: Parigi-Saint Etienne; 1a Tappa della Parigi-Saint Etienne; Criterium di Aartrijke e Izegem.

Amedeo Gattafoni
[Immagine: 14695385183538FotoGattafoni.jpg]
Nato a Civitanova Marche (Macerata) il 28 maggio 1944. Passista veloce, alto 1,87 per kg 83. Professionista dal 1969 al 1971, senza ottenere vittorie. Un ragazzone altissimo per i suoi tempi e pesante, divenuto ciclista in un'epoca lontanissima dall'attualità redditizia del trasformismo scheletrico di anglosassone ideazione. Già, quel trasformismo che essendo assente negli anni sessanta (universalmente migliori e più umani rispetto agli odierni), ha lasciato il corridore Gattafoni sulla linea del suo buon talento, ma pure a combattere con l'entità di complicate controindicazioni. E lui, da ragazzo positivo quale era, s'è impegnato assai, ma ha pure pagato gli sforzi richiesti dalla visione orizzontale e non specializzata del ciclismo di quei tempi e della mancanza di una certa conoscenza pulita e realmente scientifica negli allenamenti per reggerli. Morale: per essere un corridore in grado di portare ovunque con competitività il suo fisico "complicato", s'è bruciato presto, prima del tempo di logica, anche perché allora, i dilettanti, correvano su chilometraggi non certo inferiori ai professionisti di oggi.
Amedeo scelse il ciclismo, perché era lo sport di famiglia: suo zio, Rolando Verdini detto "Barbetto", era stato un corridore professionista agli inizi degli anni cinquanta, prima come gregario di Fiorenzo Magni e, poi, continuando a correre fra dilettanti ed amatori, fino agli esordi del nipote, seppe divenire un grande amico di Gino Bartali. Il giovane Gattafoni non tardò a farsi notare, aldilà della parentela con una gloria locale e per la sua imponenza fisica unica: in bici ci sapeva fare e vinceva pure. A vent'anni era già ben collocato nella popolarità e nella considerazione dell'osservatorio marchigiano: erano ancora poche però le sue uscite nazionali. L'occasione arrivò imperiosa e prestigiosa a poco più di 21 anni, poiché l'11 settembre 1966, sui non facili 214 chilometri del cagliaritano, con Cagliari sede d'arrivo, si sarebbero svolti i Campionato Italiani su strada dilettanti. Qui il gigantesco Amedeo fu davvero.....gigantesco. Dopo aver promosso una fuga iniziale che non andò a buon fine, a poco più di metà gara ne promosse un'altra, composta da sette corridori che fu, alla fine, decisiva. Il veemente inseguimento di azzurri ed azzurrabili del CT Rimedio, portò però, a soli duecento metri dai fuggitivi, a cinque chilometri dalla conclusione, quel che restava del gruppo, decimato da una giornata caldissima, dalle salite e dal vento contrario che accompagnò i concorrenti negli ultimi 40 chilometri di gara. A quel punto Gattafoni partì nuovamente e stavolta solo i lombardi Bianco e Franzetti riuscirono a seguirlo. Ma all'ultimo chilometro il corridore marchigiano se li tolse di ruota e andò a conquistare solitario il Titolo Italiano. All'indomani della conquista avrebbe voluto passare professionista (che era la scelta più giusta), ma fu fermato dalla lista dei P.O. E così il buon Gattafoni continuò fra i cosiddetti puri, Vinse ancora gare importanti o pesanti come il GP San Basso, il Trofeo Strazzi, la tappa più importante del Giro d'Abruzzo, ma al professionismo passò solo nel '69, approfittando del passaggio alla massima categoria del gruppo dilettantistico in cui s'era accasato, lasciando l'Ercoli di Civitanova, ovvero il G.S. Gris 2000 di Bologna. E con la Gris 2000, nel primo anno fra i prof, partecipò al Giro d'Italia, dove, per un colpo di sfortuna, si giocò quella possibile vittoria di tappa che poteva cambiargli la carriera. Accadde nella seconda frazione con arrivo a Mirandola, dove il corridore civitanovese fu autore di un'importante fuga solitaria, che non ebbe successo perché fu bloccata a meno di trenta chilometri dal traguardo, da un passaggio a livello chiuso. Al Giro poi si ritirò, ma all'indomani della grande corsa fu 4° nel GP di Tarquinia, indi il 14° al Trofeo Matteotti fu la sua miglior piazza fra estate ed autunno '69. La chiusura della Gris a fine stagione lo lasciò senza contratto e per il '70, s'accasò alla modesta Civitanova Marche: sodalizio da applaudire, ma non in grado di seguire programmi di rilievo. Nell'anno, il miglior piazzamento di Gattafoni, fu il 18° posto nella Milano Vignola. A fine anno rimase disoccupato. Staccò la licenza anche per il '71, ma non corse mai.

Nicola Miceli
[Immagine: 16610007021325Miceli,Nicola.jpg]
Nato a Desio, nella provincia di Monza e Brianza, il 28 maggio 1971. Passista scalatore. Professionista dal 1993 al 2001 con 6 vittorie. Un corridore di buone qualità ma incostante, aspetto che ne ha limitato il curriculum e lo ha esposto, visto il suo carattere deciso, a non facili convivenze nei sodalizi in cui ha militato: ben sette su nove anni di professionismo. In ogni caso un corridore che, se in giornata, era un osso duro per tutti.
Da allievo si mise in evidenza per le sue doti di scalatore e vinse corse di peso nella categoria: su tutte la classifica generale della Drei Etappen Rundfahrt Frankfurt. Due anni dopo passò dilettante nelle file della S.C. Panor-Ceramiche Pagnoncelli con la quale nel ’91 conquista il successo nella Coppa Mobilio Ponsacco, fu terzo in una tappa al Giro delle Regioni che poi chiuse terzo nella classifica generale finale.  alle spalle di Davide Rebellin e José Lamy. Nel 1992 trascorse un periodo come stagista alla Carrera-Vagabond-Tassoni ed in quel lasso conquistò la vittoria in entrambe le prove della Crono-Staffetta a Cepagatti (con Tafi, Roscioli, Perini, Giannelli e Pulnikov). Passò professionista nel 1993 con la Carrera Jeans con un contratto triennale. Nell’anno d’esordio colse i suoi migliori piazzamenti al Giro di Toscana (15°) e al G.P. Industria e Artigianato di Larciano (17°). Nel ’94 ad agosto finì 8° alla Subida a Urkiola in Spagna ed il 6 ottobre ruppe il ghiaccio conquistando il Giro del Piemonte. L’anno dopo fu 4° alla Vuelta Ciclista al Pais Vasco sull’arrivo di Vitoria, e 10° al Giro del Friuli. Nel 1996 iniziò con la maglia della colombiana Glacial, il suo continuo cambiamento di squadre ogni anno. In quella stagione partecipò per la prima volta al Giro d’Italia, dove si ritirò nel corso dell’ottava tappa. Andò molto meglio al Giro di polonia dove al 2° posto in una tappa aggiunse medesimo piazzamento nella Generale Finale.
Nel 1997 Nicola Miceli corse per l’Aki. A maggio fu 5° al G.P. Industria e Commercio di Prato e nello stesso mese prese nuovamente parte al Giro d’Italia, stavolta con buone soddisfazioni: 2° nella  Breuil-Cervinia, completò la Corsa Rosa al 4° posto.  Il 1998 Miceli lo passò in seno alla Riso Scotti ed al Giro d’Italia vinse la quarta con arrivo al Monte Argentario grazie ad un’azione da gran finisseur. Fu poi 3° sul traguardo dell’Alpe di Pampeago, ma prima della partenza della penultima frazione, fu fermato per un livello di ematocrito fuori norma. L’anno successivo Nicola passò alla Liquigas conquistando la seconda tappa del Trofeo Interspar, colse poi un 3° ed un 2° di tappa alla Settimana ciclistica Lombarda che chiuse al posto d’onore. Vinse poi la nona tappa del Giro del Portogallo, fu 2° al Giro di Toscana e prese parte alla Vuelta di Spagna chiusa 36°. Nel 2000 corse per l’Alessio ottenendo il 3° posto al GP Industria & Artigianato di Larciano e chiuse 10° la Classifica Generale della Vuelta a Asturias. L’anno seguente con la maglia della Tacconi Sport corse la sua ultima stagione. Nel dopo diventò un affermato imprenditore.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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