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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 30 marzo
#1
Paolo Cimini
[Immagine: 16452202151325Cimini,Paolo.jpg]
Nato a Roma il 30.03.1964. Velocista, professionista dal 1986 al 1990 con 4 vittorie. Vincente per eccellenza nelle categorie giovanili, sia su strada che su pista e subito in grado di mostrare quello spunto veloce che lo ha sempre contraddistinto nella non lunga carriera. Oltre cento i suoi successi prima dell'ingresso nell'elite del ciclismo. Tra i quali i Giochi della Gioventù categoria "giovanissimi", 3 campionati regionali sempre nella medesima categoria, un campionato provinciale juniores, un campionato regionale nell'individuale a punti allievi, campione regionale su strada fra i dilettanti di 2a serie. Nelle categorie giovanili maggiori, ha poi indossato più volte la maglia della nazionale italiana e nel 1986 è passato professionista con la Murella-Fanini. Si è segnalato qui per doti velocistiche che lo han fatto apprezzare, anche perché capaci di emergere senza quei treni che già allora contraddistinguevano gli sprint. Cimini sapeva produrre volate lineari, un po' corte, ma con gli ultimi cinquanta metri davvero al fulmicotone. Non è stato valutato come doveva, o forse è stata una sua scelta quella di smettere a 26 anni, resta il fatto che il chiacchiericcio di corridore raccomandato dalla potenza economica della famiglia è sbagliato, anche perché andando progressivamente all'odierno, c'è da chiedersi quanti corridori passino al professionismo direttamente con le loro forze atletiche, senza la spinta di sponsor personali. È una delle tante miserie del pedale di questi tempi. Nell'elite del ciclismo Paolo Cimini ha corso fino al 1990 con le maglie di Remac-Fanini (1987), Fanini-7Up (1988), Jollycomponibili - Club 88 (1989) e Gis-Benotto (1990), ottenendo alcuni successi significativi e piazzamenti comprovanti come di seguito allegati. Cessata l'attività agonistica è divenuto imprenditore ed oggi conduce l'Azienda di famiglia per la vendita di materiali Edili, con la quale ha costituito un "Consorzio", dirigendo personalmente il "Reparto Convenzioni Unirec".
Tutte le sue vittorie. 1987: Tappa Jesolo (Giro d'Italia). 1988: Trofeo Laigueglia; Giro dell'Etna. 1990: GP di Philadelphia. Piazzamenti di rilievo: 1987 2° nel GP Lariano; 2° nella 3a Tappa della Tirreno-Adriatico. 1988: 3° nella 5a Tappa Tirreno-Adriatico. 1989: 3° Giro della Provincia di Reggio Calabria. Al Giro. 1987: 88°. 1989: 121°. 1990: 124°.

Marco Frapporti
[Immagine: 15963592901325Frapporti,Marco.jpg]
Nato a Gavardo (BS) il 30 marzo 1985. Passista, alto 1,79 m. per 69 kg. Professionista dal 2008 al 2021 con un ex ciclista su strada italiano, professionista dal 2008 al 2021 con 6 vittorie comprese le speciali classifiche. Cresciuto a Lavenone è il fratello maggiore di Simona e Mattia Frapporti, anch'essi ciclisti, si è diplomato geometra e risiede attualmente a Storo in Valle del Chiese (TN).
Un fresco ex, che è stato un discreto corridore, uno senza infamia e senza lode, che ha però pagato
l’aver consumato il meglio della carriera in quella Italia, che è in ciclistica caduta libera da troppi anni, diciamo da quando sono stati costituiti i team World Tour e l’Uci ha annientato le Federazioni Nazionali.
Iniziò a pedalare a 10 anni facendo la solita trafila, giovanissimi, esordienti e allievi, risultando, fra vittorie e piazzamenti, una buona evidenza. Fra gli juniores si trovò come allenatore Marco Artunghi, ex gregario di Pantani, indi nei tre anni passati fra i dilettanti dell’Egidio-Unidelta, fu diretto da Bruno Leali, ex Campione Italiano professionisti nel 1987. Fra i dilettanti Frapporti vinse otto corse tra le quali il Giro del Canavese e il Piccolo Giro di Lombardia nel 2007. Due successi, questi, che gli diedero la spinta verso il passaggio al professionismo, che avvenne nel 2008 con la CSF Group-Navigare di Bruno Reverberi. Dopo il secondo posto al Gran Premio Industria e Commercio di Prato 2008, nel 2009 ottenne la prima vittorie tra i pro, aggiudicandosi la seconda tappa del Giro della Provincia di Grosseto. Nel maggio 2010, prese parte ad suo primo Giro d'Italia (ne correrà altro sei) e durante la stagione conquistò in solitaria una frazione al Tour of Britain. L’anno seguente, conquistò la prima tappa del Brixia Tour. Dopo un 2012 senza particolari note corso col Team Idea, nel 2013 si trasferì all'Androni Giocattoli di Gianni Savio. Nella prima stagione col nuovo sodalizio, si piazzò terzo al Gran Premio del Cantone d’Argovia, vincendo pochi giorni dopo ,la quarta e ultima tappa della Route du Sud. Nel 2016 concluse al secondo posto la Quattro Giorni di Dunkerque a tappe, mentre l'anno dopo, finì secondo al Gran Premio Città di Lugano. Al Giro d'Italia 2018 vinse la Speciale Classifica dei fuggitivi (il "Premio Fuga") con 640 km corsi all'attacco.
Lasciata l'Androni dopo sette anni, nel biennio 2020-2021, gareggiò con la Vini Zabù di Angelo Citracca, senza aggiungere nulla di particolare al suo ruolino. Al termine del 2021, complice lo scioglimento della squadra, lasciò l'attività professionistica rimanendo comunque nell'ambiente, come vice presidente non in attività dell'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani.

Albert Fritz (Ger)
[Immagine: 14471793593538fritz79.jpg]
Nato a Jestetten (Ger) il 30 marzo 1947, deceduto a Zurigo (Svizzera) l’1 settembre 2019. Passista veloce e pistard seigiornista, alto 1,78 per 76 kg. Professionista dall’ottobre 1968 al 1985 con 44 vittorie internazionali su pista e su strada.
Dire che Albert Fritz era un gran bel corridore, uno che poteva emergere su diversi terreni, è solo dire la verità. Lo scrivo perché diversi corridori coi quali ha corso, non han perso occasione di confermare quella che per me era una giusta curiosità. Me lo diceva Danny Clark, lo diceva Patrick Sercu che con Fritz ha vinto 8 Seigiorni e lo si è potuto evincere dalle letture di quel periodo magico del ciclismo. A diversi è dispiaciuto che uno come Albert, dopo aver dimostrato una bella predisposizione per la strada, abbia subito optato per le Seigiorni (che allora davano da guadagnare), nonché quello che proponeva d’altro la pista, lasciando all’asfalto solo il circo dei criterium, dove la pedalata armoniosa di Fritz era sempre una garanzia di spettacolo. Nel suo palmares ci stanno tra l’altro un’infinità di significativi piazzamenti, pronti a sancire quanto fosse bravo e polivalente. Ed al rammarico dell’osservatorio stradistico, va senza dubbio aggiunto che Albert ha scelto liberamente, quindi va rispettato. In fondo ha semplicemente pensato che fare il professionista del pedale, poteva essere più bello, se si sceglieva di unire all’utile, il dilettevole di quel divertimento che nelle volte sui tondini delle Seigiorni, gli si univa siamese. Quindi, nonostante una certa predisposizione per la strada, ha subito optato per le Seigiorni. Basti citare che nel 1970 e nel ’71 vinse tre tappe al Tour de Suisse, battendo fior di corridori come Harry Stevens, Dino Zandegù, Gerben Karstens, Marc Lievens ed un supercampione come Roger De Vlaeminck.   
Ecco il suo ruolino:
Le 34 Seigiorni conquiste da Albert Fritz: 1970 (1): Seigiorni di Dortmund con Rudi Altig. 1971 (3): Seigiorni di Brema con Rudi Altig; Seigiorni di Colonia con Rudi Altig; Seigiorni di Bruxelles con Sigi Renz. 1972 (2): Seigiorni di Monaco con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Zurigo con Graeme Gilmore e Wilfried Peffgen. 1973 (1): Seigiorni di Monaco con Wilfried Peffgen. 1975 (1): Seigiorni di Colonia con Wilfried Peffgen. 1976 (3): Seigiorni di Herning con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Monaco con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Zurigo con Wilfried Peffgen. 1977 (1): Seigiorni di Brema con Wilfried Peffgen. 1978 (3): Seigiorni di Brema con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Colonia con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Monaco con Wilfried Peffgen. 1979 (6): Seigiorni di Hannover con Patrick Sercu; Seigiorni di Londra con Patrick Sercu; Seigiorni di Zurigo con Patrick Sercu; Seigiorni di Monaco con Wilfried Peffgen; Seigiorni di Rotterdam con Patrick Sercu; Seigiorni di Anversa con Michel Vaarten e René Pijnen. 1980 (3): Seigiorni di Brema con Patrick Sercu; Seigiorni di Gand con Patrick Sercu; Seigiorni di Copenaghen con Patrick Sercu. 1981 (3): Seigiorni di Colonia con Patrick Sercu; Seigiorni di Copenaghen con Patrick Sercu; Seigiorni di Zurigo con Dietrich Thurau. 1982 (2): Seigiorni di Brema con René Pijnen; Seigiorni di Colonia con Wilfried Peffgen. 1983 (3): Seigiorni di Maastricht con Dietrich Thurau; Seigiorni di Colonia con Dietrich Thurau; Seigiorni di Francoforte con Dietrich Thurau. 1984 (2): Seigiorni di Copenaghen con Dietrich Thurau; Seigiorni di Brema con Dietrich Thurau.
I 3 Titoli Nazionali conquistati su pista:
1968 (dilettante) – Inseguimento a squadre (con  Karl Link, Herbert Honz, Hans Lutz). 1969 (Costa Azzurra Zingonia) – Inseguimento individuale. 1977 (Peugeot BP) – Madison con Wilfried Peffgen.
I successi su strada: 1970 Frimatic De Gribaldy (1): Tappa di Zurigo al Tour de Suisse. 1971 Hoover De Gribaldy (3):  Tappa di Bellinzona e Tappa di Olten al Tour de Suisse; Gran Premio Biel-Bienne. 1983 Pogliaghi Campagnolo (1): GP Schramberg.  1984 Pogliaghi Campagnolo (1): GP Offenbach.

Jean Philippe Pipart (Fra)
[Immagine: 16265928251325Pipart,Jean-Philippe.jpg]
Nato a Cambrai il 30 marzo 1954. Passista. Professionista dal 1979 al 1982 con 4 vittorie. Un corridore ardimentoso con qualità appena discrete che ha raccolto probabilmente il massimo delle sue possibilità e che ha avuto il pregio di smettere quando era il caso. Discreto dilettante vinse nel 1976 il prestigioso Circuit des Espoirs a Dunkerque, dopo che era stato 3° due anni prima. Sempre fra i dilettanti fu autore di una gran bella stagione nel 1978, quando vinse la Parigi-Rouen e la Classifica Generale del GP des Cévennes. Questi successi gli aprirono le porte della professionistica
“La Redoute – Motobécane” con contratto biennale per il 1979 e ’80. Nella prima stagione vinse il rinomato GP Denain, fu 2° in una tappa del Circuit Cycliste Sarthe e 3° nel prestigioso GP d'Isbergues. L’anno successivo si piazzò 2° nel GP Denain e 2° nella tappa di Saint-Quentin alla Quattro Giorni di Dunkerque. A fine stagione però, rimase senza contratto. Continuò con sponsor personali riducendo molto l’attività ancora per un paio d’anni. Ed in quell’ultimo lasso prima di appendere la bici al chiodo vinse sia nell’81 che nel 1982 il Gp Lillers.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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