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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 8 marzo
#1
Karel Clapdorp (Bel)
[Immagine: 1235466209CLAPDORP%20Karel.jpg]
Nato l'8 marzo 1906 a Zele (Fiandre Orientali) ed ivi deceduto nel corso di un bombardamento il 10 maggio 1940. Passista. Professionista dal 1929 al 1939 con due vittorie su strada.
La sua fine tragica prematura ed eroica, ha dato ulteriore luce ad una carriera che fu prima di tutto votata ad una intrinseca vocazione al gregariato, nonché onesta nella realtà tecnico-agonistica. In altre parole, un corridore che diede il meglio di quel che poteva dare e che fu prezioso per chi ebbe la fortuna di correre con le medesime maglie. Un'anima della Dossche Sport, la squadra cardine del tratto ciclistico di Karel Clapdorp. Passato professionista nel 1929 con la fama di buon pistard, vinse subito una bella corsa ad Hulst in Olanda e fece un gran bel Giro delle Fiandre, chiuso al 20° posto. Nel 1930 colse il suo miglior piazzamento con la seconda piazza nel Gran Premio di Melsele. Poi, dopo anni dedicati soprattutto alla pista, nel 1935 tornò a dare maggioranza alle competizioni su strada. In quella stagione, fu 2° a Kruishoutem, ad Hamme e a Waarschoot, mentre fu 3° nel GP Eugeen Roggeman a Stekene. L'anno successivo tornò al successo su strada facendo sua la Heusden-Destelbergen. Finì poi 3° a Berchem. Dopo un'altra stagione passata su pista, tornò alla strada nel 1939, chiudendo 3° nella corsa che l'aveva visto vincitore due anni prima: la Heusden-Destelbergen. I venti di guerra anticiparono la sua decisione di lasciare l'attività ciclistica nel 1940.
Poi, il 10 maggio 1940, i tedeschi, applicando la tattica militare della guerra lampo, attaccarono i Paesi Bassi e il Belgio. Quel giorno, Karel Clapdorp, mentre si trovava nelle vicinanze della stazione di Dendermonde, si trovò in mezzo ad una prima ondata di bombardieri tedeschi. Si riparò come poteva, ma vide in lontananza una donna ferita appoggiata ad un muro e corse verso di lei per aiutarla. Un pilota tedesco, volando a bassa quota, lo notò: tornò indietro e lo falciò.

Noè Conti
[Immagine: 16713655321325Conti,Noe.jpg]
Nato a Montefalco (PG) l'8 marzo 1933, deceduto a Roma il 4 giugno 2015. Passista scalatore. Professionista dal 1958 al 1962 con 2 vittorie.
Dal luogo di nascita, sulle alture umbre, famoso per la produzione del vino Sagrantino, un pregiato rosso vivo, Noè parve ereditarne la schiettezza, il coraggio, la poca disponibilità al compromesso. Insomma fin da ragazzo il Conti, si mostrò d'un pezzo e quando tra i saliscendi umbri, pieni di verde decise di fare il corridore, trasferì sulla bicicletta tutta la sua originalità. Fece presto a determinarsi riferimento e su quei colli aspri, anche se attenuati dal verde, seppe divenire campione regionale dei dilettanti. Ma c'era il servizio militare, a quei tempi davvero un divisorio delle vite dei giovani di sesso maschile, abbastanza per non rendere utile alla causa del conformismo, la difesa asettica di ogni germe istituzionale. Divisorio dunque, ma non sempre peggiorativo per i coinvolti. Proprio il caso di Noè, che dalla ferma di leva, poté farsi conoscere ed apprezzare dal CT dei dilettanti Giovanni Proietti, che lo spinse ben presto all'azzurro e a determinarsi corridore di rango fra i puri. Partecipò ai Mondiali di Waregem, dove si classificò 29°, dopo aver comunque lavorato bene. Nel 1958 si aprirono per lui, che era un gladiatore, buono su tutti i terreni, anche se eccellente su nessuno, le porte forse più nobili, quelle della Bianchi di Fausto Coppi, il suo idolo fin da ragazzino. Col "Campionissimo" imparò a fare benissimo il gregario, mettendo così fieno alla cascina della carriera e quando poteva, sapeva anche colpire. Nel 1958, vinse l'ultima tappa del Giro dei Due Mari, si classificò 2° sia al Giro dell'Emilia che a quello di Sicilia, dopo aver scortato ed aiutato fino all'ultimo centimetro, il capitano Ronchini. Finì poi terzo nel duro Giro dell'Appennino. Insomma un primo anno da incorniciare per un debuttante nell'elite. Nel 1959 migliorò ancora, nonostante l'incipiente lavoro di gregario. Vinse la Coppa Bernocchi, fu 2° nel Giro di Campania ed infilò una serie di 3° posti significativa: al Giro di Sicilia a tappe, al Trofeo Matteotti e al Giro della Provincia di Reggio Calabria. Poi, gli spazi per emergere si assottigliarono, ma Noè mantenne, fino al ritiro dall'attività agonistica a fine '62, il suo ruolo di gran gregario. Sempre con la schiettezza come il vino della sua terra. Anche il fratello Franco, di 16 anni più giovane, fu professionista e gran gregario.

Henry Denjis (Bel)
[Immagine: 16362928313538denijsh60.jpg]
Nato a Izegem l'8 marzo 1930, deceduto ad Ardooie il 12 settembre 2021. Professionista dal 1952 al 1960 con 26 vittorie.
Stereotipo del corridore fiammingo di medio valore: veloce, ottimo sul passo, resistente, poco incline al caldo, capace all'occorrenza di inventarsi un'azione da finisseur. Non ha vinto molto, ma i suoi bei traguardi li ha raggiunti e sempre con attacchi negli ultimi chilometri, o volate ristrette. Il suo tallone di Achille: la ripetitività delle salite. Non a caso, le semi-classiche che ha conquistato, sono quelle dove gli strappi non sono mai stati in rapida e costante cadenza. Sul finale della sua non lunga carriera (ha chiuso a 30 anni), si è distinto come gregario di Forè e Hoevenaers in particolare. Tutte le sue vittorie. 1952: Aalter-Bruxelles-Aalter; 3a Tappa del Giro del Belgio per Indipendenti; Criterium di Vichte. 1953: GP Briek Scotte; Criterium di Zwevezele. 1954: Criterium di Boom. 1955: Giro delle Fiandre Centrali; Bruxelles-Izegem; Tourcoing-Dunkerque-Tourcoing; Circuito delle Tre Province, Campionato del Belgio Interclubs, Criterium di Hooglede, Lauwe, Zeebrugge, Langemark, Zwevezele. 1956: Kuurne-Bruxelles-Kuurne; Circuito del Porto di Dunkerque; Criterium di Vichte, Mortsel, Kachtem e Londerzeel. 1957: Bruxelles-Izegem; Giro di La Panne; Criterium di Emelgem e Kachtem.

Jean Raynal
[Immagine: 14750771761453RAYNALJean.jpg]
Nato a Parigi l’8 marzo 1932. Passista pistard stayer. Professionista dal 1957 al 1969 con 5 vittorie di valore internazionale su pista. Ciclista che ha creato un’epoca in Francia relativamente ad una specialità della pista, che la vergognosa UCI, ha cancellato: il mezzofondo o stayer. E per questa disciplina del mondo dei velodromi, spettacolare come nessuna, Raynal era davvero tagliato e possedeva quel quid di ritmicità e fluidità di pedalata, nonché un buon fondo, che l’avrebbero sicuramente fatto emergere a livello mondiale. Lo capì con un certo ritardo, quando già aveva determinato su strada un livello insufficiente per vivere nell’elite del ciclismo su un segmento abbastanza lungo per farne una professione. Passò così fra i professionisti a quasi 26 anni nel novembre del 1957 e, per un biennio si dedicò al mondo della pista gareggiando un po’ dappertutto, nelle Sei Giorni e nelle allora frequenti riunioni nazionali ed internazionali, vivendo di sponsor occasionali. Solo nel 1959 si dedicò con maggiore attenzione al mezzofondo, dove divenne subito un faro nazionale. In quell’anno finì terzo ai Tricolori francesi mentre nel 1960, dopo aver conquistato la piazza d’onore (con Gadeau) alla Seigiorni di Lille, il 3° posto (con Bouvard) a quella di Buenos Aires, aprì il suo ciclo dorato fra gli stayer transalpini ed europei. Nell’anno infatti, fu 2° nei Tricolori e 6° (ma primo francese) ai Mondiali di Lipsia, mentre nel 1961 si consacrò definitivamente, vincendo il suo primo Titolo di Francia nel mezzofondo. Gli altri Campionati Francesi li vincerà per quattro anni consecutivamente dal 1965 al ’68 compreso. In quel lasso fu 2° agli Europei e ai Francesi nel ’62, 2° nel GP di Boucerfran su strada nel ’63, ed ai Mondiali fu 4° nel ’61, 6° nel ’62 e ’68, 7° nel ’67 e 8° nel ’63. Nel 1969, suo ultimo anno d’attività, corso con la svizzera Costa Azzurra Zingonia, fu nuovamente 2° ai Tricolori, mentre ai Mondiali non entrò in finale. Praticamente in un decennio “dietro motori” mancò il protagonismo solo nel 1964, dove corse pochissimo, a causa di vari malanni.   

Maurizio Ricci detto Morris
 
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