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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 8 maggio
#1
Vittorio Casati
[Immagine: 16122990231325Casati,Vittorio.jpg]
Nato a Bergamo l’8 maggio 1938. Passista scalatore, alto m. 1,82 per kg 71. Professionista dal 1959 al 1968, senza ottenere vittorie.
Buon dilettante, tenace e sempre presente nelle corse aspre. Piacque all’Avocatt Eberardo Pavesi che se lo portò fra i professionisti nella mitica Legnano a 21 anni non ancora compiuti, convinto di trovare in lui una ottima spalla. E Casati debuttò subito al Giro d’Italia completando la corsa al 48esimo posto. Nel resto di stagione colse due 17esimi posti al Giro di Romagna e alla Milano Vignola e chiuse il Lombardia al 21esimo posto.
L’anno seguente fu sesto nella tappa di Trento del Giro e completò la “Corsa Rosa” al 43esimo posto, lavorando sempre per i suoi capitani. L’ottimo comportamento gli fece guadagnare la maglia della Nazionale per il Tour de France, dove fu impeccabile al servizio di Nencini e Battistini, ovvero i primi due a Parigi. Vittorio concluse 57esimo. Ad ottobre, fu quinto alla Coppa Sabatini.
Nel 1961 Casati visse una stagione sottotono ottenendo solo un quinto posto al Giro Di Sardegna nella tappa di Nuoro, mentre l’anno dopo fu terzo nella tappa da Fleurier a Porrentruy al Giro di Romandia alle spalle di Federico Bahamontes e Franco Cribiori completando la corsa a tappe elvetica al 26esimo posto finale.
Il 1963 fu il suo anno migliore, finì 3° al Giro di Campania ed al Giro d’Italia, grazie ad un andamento regolare a ridosso dei dieci di frazione, ed una punta nella dura tappa che si concludeva a Pescara, completò il GT con un significativo 14esimo posto nella Generale Finale. Fu poi 8° al Trofeo Matteotti e 10° al Giro di Toscana.
Nel ’64 Vittorio Casati passò alla Carpano di Vincenzo Giacotto. A marzo fu 7° alla Genova-Nizza, chiuse il Giro d’Italia al 51esimo posto e partecipò al Giro di Svizzera. Qui, finì terzo nella tappa che da Nafels si concludeva a Locarno e chiuse il Tour de Suisse al 14esimo posto. L’anno seguente la Carpano divenne Sanson con Zilioli capitano, al cui servizio Casati lavorò al Giro d’Italia. Nella Generale finale di Firenze, il capitano finì 2° e Casati chiuse 61°. Nel 1966, rimase senza un contratto continuo e con un accasamento parziale con la Queen Anne, partecipò alla Vuelta di Spagna, che chiuse al 42esimo posto. La mancanza di contratto segnò la sua stagione ’67: pochissime corse senza risultati. All’alba della stagione ’68, la Faema gli offrì un ingaggio, ma Casati preferì chiudere con l’agonismo.

Michele Dancelli
[Immagine: DANCELLI%20Michele%20-%207.jpg]
Nato a Castenedolo (Brescia) l'8 maggio 1942. Completo. Alto 1,74, peso forma kg 68. Professionista da settembre 1963 al 1974 con 81 vittorie. Uno dei grandi italiani della miglior generazione del nostro ciclismo: quella degli anni sessanta. Corridore ardimentoso, veloce e con uno spirito tutto suo verso il sentito dovere di dare spettacolo. Uno che ha corso e vinto, anche per dimenticare quella miseria che l’aveva coinvolto fin da bambino e contro la quale imparò presto a combattere, attraverso il sudore e la fatica del manovale prima e del muratore poi. Il ciclismo era dunque la rivincita e l’occasione di una prosperità impensabile, prima ancora di una comunque evidente passione.
Campione Italiano dilettanti nel 1963, pochi mesi dopo debuttò tra i professionisti. Due volte Campione Italiano anche nella massima categoria, ed una prestigiosa affermazione nella Freccia Vallone. Due volte terzo ai Campionati del mondo, nel 1968 a Imola e nel 1969, a Zolder. Nel 1970 pose orgogliosamente fine alle tradizionali disfatte italiane (16 consecutive) nella Milano-Sanremo. Compì una grande impresa e dopo aver tagliato solitario il traguardo di via Roma, scoppiò in lacrime. Altri 3 anni di gare con modesti risultati, indussero Dancelli ad abbandonare l’attività agonistica a soli 32 anni. Professionista dal 1963 al ’74 con 73 vittorie.
La sintesi dei suoi successi: 2 Campionati italiani (1965-’66); Parigi-Lussemburgo (1968); 3 Giri Appennino (‘65-‘66-‘67); 2 Giri Lazio (‘66-‘70); 3 Giri Provincia Reggio Calabria (‘66-‘67-‘68); 3 GP Prato (‘64-‘65-‘67); 2 Giri Veneto (‘65-‘66); 2 Giri Emilia (‘65-‘67); Freccia Vallone (1966); Milano-Sanremo (‘70); Coppa Placci (‘65); Coppa Sabatini (‘67); Giro Campania (‘65); Giro d'Abruzzo (‘64); GP Mirandola (‘69); Giro delle Marche (‘72). Trofeo Cougnet (‘64); 21 tappe di Giri (fra le altre, 11 al Giro d'Ita-lia, 3 al Romandia, 2 al Giro Svizzera); 15 Criterium; un San Silvestro d'Oro (1967).
Finita la carriera, è stato per anni figura-riferimento del mondo amatoriale.

Mario Zanchi
[Immagine: 1215280749zanchi.jpg]
Nato l’8 maggio 1939 a Castiglion Fibocchi (AR) ed ivi deceduto il 20 aprile 1976. Passista veloce. Alto m. 1,72 per kg. 74. Professionista dal 1961 al 1966 senza ottenere vittorie.
Iniziò a correre nel 1955 fra gli esordienti, con il G.S. Assi d'Arezzo e si mise presto in luce vincendo diverse corse. Nel 1957 divenne allievo con l'U.S. Terranuovese: nell’anno colse 14 successi divenendo un riferimento per tutta la regione Toscana. Divenuto dilettante con il G.S. Saba di Firenze, si pose ulteriormente in evidenza, vincendo sia in Italia che all’estero e sia in linea che a cronometro. Ruolino che si mantenne notevole, per vittorie e piazzamenti anche nel ’59 quando corse con l'Alfa Cure di Firenze. Idem nel ’60 quando fra le altre s’aggiudicò classiche della categoria come la Firenze-Viareggio, il G.P. Industria del Cuoio e delle Pelli, la Coppa Fiera di Mercatale, il G.P. Montanino. Nel 1961 passò alla Fracor di Levane e con questa prestigiosa maglia vinse nuovamente la Firenze-Viareggio, il Giro dell'Umbria, il Giro degli Abruzzi ed il Gran Premio di Marlia. A settembre passò professionista con la Ghigi.
Nella sua prima stagione nell’élite ciclistica colse il 10° posto al GP Idrostop Altopascio il 1%° al Giro di Toscana e partecipò al Tour de France dove si ritirò alla 7a tappa. Nel 1963 chiuse la Ghigi e gran parte del suo organico, Zanchi compreso passò alla Salvarani. Nell’anno il corridore di Castiglion Fibocchi, fu 6° nel Gp Faenza, 13° al Gp di Prato e partecipò al suo primo Giro d’Italia. Qui fu 3° nella tappa di Arezzo e concluse il GT al 74esimo posto. L’anno seguente iniziò la stagione con la Salvarani, ma poi alla vigilia del Giro d’Italia, passò alla Springoil Fuchs con la quale corse il GT. Qui fu 4° nella tappa che si concludeva a Livorno e finì il Giro a Milano al 58esimo posto. Fu poi 4° nel Gp San Sisto.
L’anno seguente la Springoil divenne Filotex e Zanchi fu 4° nella tappa del Giro d’Italia che si concludeva ad Agrigento e finì 78° la “Corsa Rosa” a Firenze. Fu poi 36° al Tour de Suisse.
Nel 1966, sempre in Filotex, ripartecipò al Tour de France, ma una pesante indisposizione lo costrinse all’abbandono alla seconda tappa. Si ritirò pure al Giro di Svizzera ed a fine stagione lasciò l’agonismo. Ritiratosi dall'attività nel 1967 lavorò come ferroviere. Morì il 20 aprile 1976 colto da un malore all'arrivo di una gara ciclistica per Allievi. Era la sua prima gara da Direttore Sportivo. La comunità di Castiglion Fibocchi, per ricordarlo, organizza ogni anno una gara ciclistica per dilettanti a lui dedicata: il divenuto prestigioso "Trofeo Mario Zanchi".

Loris Zanotti
[Immagine: 1308328924ZANOTTILoris.jpg]
Nato a Quacchio di Ferrara l'8 maggio 1922, deceduto ad Orbassano (TO) il 27 agosto 2011. Stradista e ciclocrossista. Professionista dall'ottobre 1946 al 1950, con 2 vittorie su strada, non precisate nel ciclocross.
All'anagrafe Lores, questo corridore ferrarese di nascita, torinese d'adozione, è stato uno dei massimi esponenti del ciclocross italiano, all'indomani del secondo conflitto mondiale. Non era solo un amante della bicicletta fra prati e fango, di difendeva pure su strada, anche se, ovviamente, pagò la competitività dei ciclisti italiani del tempo e lo stop per la guerra. Gran combattente, si mise in luce nel 1942, quando finì 4° nel Campionato Italiano di ciclocross, categoria unica. Indi nel 1943, quando vinse sempre da dilettante, la Coppa Città di Asti. E poi, all'indomani del conflitto, dopo il 5° posto nei Tricolori di cross categoria unica, colse un gran successo nella Coppa Italia, assieme a Mina, Trinchero e Visconti, suoi compagni nella Lancia di Torino. Il passaggio fra i professionisti, avvenne nell'ottobre 1946, giusto in tempo, per cogliere su strada, il 4° posto nel GP Sassi. Nel 1947, dove corse in parte con la Benotto ed in parte con la Monterosa, vinse la sua prima corsa: la Coppa Zenith a Ferrara. Fu poi 2° nella Coppa Città di Monza e nella Coppa Govoni, 3° nel GP Primavera, 4° nella Coppa Fiorini, il 6° nella Milano Torino e il 9° nel GP Sodolin. Si ritirò al Giro d'Italia, a causa di una caduta. Nel 1948, dopo il successo nella Coppa Grignasco, incentivò la sua attività-vocazione verso il ciclocross. Fu 2° nel Campionato Valdostano indipendenti, 3° nel Campionato Italiano categoria unica e colse un gran bel 8° posto nel Criterium International, ovvero il Mondiale ufficioso della specialità. L'anno successivo fu 2° nel Campionato Italiano categoria unica. Ormai però, pensava più che altro ad un lavoro redditizio e pur staccando la licenza anche nel 1950, dove si classificò nuovamente al posto d'onore nel Tricolore, a marzo di quell'anno chiuse con l'agonismo.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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