Tour davvero molto bello, intenso, corso a perdifiato, con un duello di livello eccezionale per la statura dei protagonisti, sia per il rovesciamento del pronostico sia per la capacità di mantenere incertezza fin quasi alla fine. Non si arriva al massimo punteggio per una serie di dettagli:
- il massimo punteggio è teorico per definizione, è possibile immaginare una gara ancora più bella (ad esempio, un triello, con tappe altrettanto emozionanti, in cui nell'ultimo tappone di montagna, over 200 km., il sabato prima della passerella, Ivano Broccoloni demolisce sull'Izoard Vinge e Pogi...);
- il pavé ci azzecca poco, può falsare per l'aumento dei problemi meccanici e favorisce cadute che decimano impropriamente i protagonisti;
- troppo evanescenti i comprimari, ben poco da applaudire a parte i due e un van Aert fantascientifico. Bardet notevole ma in comprensibile calando nel corso della gara, Nairoman più competitivo, resta Thomas, che è tutto dire;
- tappe di montagna sempre troppo brevi e meno chilometri a crono rispetto al minimo sindacale (70 km.), tra l'altro sgradevole che sia la crono l'ultima e definire la classifica, insomma il cliché dei GT odierni "tutto spettacolo fino alla fine";
- fattore D nell'aria. Ad esempio, che Bjerg e McNulty demoliscano l'intero plotone del Tour in alta montagna non è verosimile, sceneggiatura da cambiare in questa puntata...
Tuttavia, diversi momenti restano negli occhi e nella memoria! Siamo già in attesa del prossimo Tour...